16 febbraio 2014 – La presentazione di un libro e molto di più

Giovedì 20 febbraio, ore 20,30 – Biblioteca Guarneriana, San Daniele del Friuli
Il MoVI Federazione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di San Daniele del Friuli, organizza una serata di presentazione del libro “Bambini Proibiti” di Marina Frigerio Martina.

Così dice un invito che mi è arrivato poche ore fa. Ne sono felice perché considero molto importante il libro che sarà presentato e di cui ho già scritto in questo blog
il 25 aprile 2012, e il  9 marzo 2013.
E’ un testo cui ho fatto riferimento anche di recente – e precisamente il 10 febbraio – per commentare  lo xenofobo referendum svizzero.
Le analogie con l’attuale situazione italiana dei fatti che l’autrice illustra  sono molto significative.

Poiché temo che non mi sarà possibile andare a San Daniele ho scritto al Sindaco la LETTERA APERTA che trascrivo

Egregio sindaco di San Daniele del Friuli,
sono venuta a sapere della bella iniziativa di presentare, in una sede prestigiosa come la Guarneriana, il lavoro di Marina Frigerio Martina  “Bambini proibiti”, di cui voglio ricordare anche l’importante postfazione del giornalista e scrittore friulano Max Mauro.
Purtroppo mi sarà quasi impossibile essere a San Daniele giovedì prossimo e me ne dolgo perché ritengo che quel libro sia testimonianza della sofferenza che nasce dalla violenza intesa a privare – con l’aggravante di farlo tramite norme accettate in un paese civile – un bambino del legame con la famiglia.
Non si tratta perciò solo di una terribile vicenda accaduta non troppi anni fa in Svizzera. Quel libro infatti è importante perché ci introduce a un problema che le è certamente noto, anche se l’informazione dovuta ai cittadini spesso ne sfugge.
Dal 2009 una legge (n.94 – art. 1  comma 22 lettera g), sovvertendo l’ordinamento precedente, ha stabilito che per registrate la nascita di un nuovo nato in Italia debba essere presentato il permesso di soggiorno.
E’ chiaro che i migranti irregolari così possono essere catalogati proprio perché non possiedono quel documento e se, chiedendo di registrare la nascita del proprio figlio ne segnalano la mancanza, si pongono a rischio di espulsione e comunque il loro figlio tale non sarà per legge.
E’ ragionevole quindi pensare che vi siano bambini nascosti anche in Italia e ne danno testimonianza il quinto e sesto rapporto della Convention on the Rights of the Child.
E’ chiaro che non avere un certificato di nascita significa non avere un’esistenza giuridicamente riconosciuta e che il legame familiare potrà essere certamente vissuto nell’amore per il proprio nato ma spogliato di ogni significato per ciò che implica in altrimenti riconosciuti legami sociali.
Mi è noto che, a pochi giorni dall’approvazione della legge, ciò che la legge nega è stato concesso con circolare (n.19 del 7 Agosto 2009)
Ma, e non entro in ovvie valutazioni sulla precarietà dello strumento amministrativo rispetto a quello legislativo, le chiedo se ritiene rispettoso affidare a una circolare un compito che dovrebbe essere onore di ogni sindaco, quello di avere l’evidenza della popolazione che nasce sul suo territorio e se ritiene che questa situazione sia corretto riferimento al diritto prevalente e prioritario del minore nel momento della sua massima fragilità, quello in cui viene al mondo.
Mi auguro perciò che proprio per la situazione di responsabilità e autorevolezza che attiene al suo ruolo istituzionale voglia sostenere la necessità di modifica della legge 94/2009. Già esiste una proposta di legge (n.740 – primo firmatario on. Rosato) sostenuta da 104 firme di parlamentari alcuni dei quali rappresentanti della nostra regione che, con un semplice articolo e senza oneri finanziari, ci riporterebbe, almeno per questo problema, alla più degna situazione anteriore al 2009..

16 Febbraio 2014Permalink