23 giugno 2009 – 4. Diario di viaggio, Iran 2009.

4 – Il secondo messaggio del presidente dell’IID

Concludendo la prima puntata del diario avevo scritto “E quanto costerà a un popolo gentile la scelta della democrazia?” Purtroppo sta costando un prezzo altissimo e tragico.
Per questo continuo a tradurre – e ringrazio ancora Laura NB per la revisione della traduzione – i messaggi ricevuti dal presidente dell’Istituto per il dialogo interreligioso.
Il 17 giugno ne ho pubblicato il primo, oggi passo al secondo che forse non mi sembrerebbe così significativo se non precedesse le elezioni e la successiva rivolta.
Cerco di spiegarmi il linguaggio pieno di riserve e l’atteggiamento poco disinvolto di Mohammad Ali Abtahi ricordando le regole ristrettissime che in Iran controllano (e condannano) qualsiasi contatto fra uomini e donne al di fuori dell’ambito familiare. Inoltre chiunque si candidi alle elezioni deve avere il parere favorevole del Consiglio degli Ayatollah e quindi, quale che ne sia la posizione nei confronti di quella cultura, non può ostentarvi una totale estraneità.
Forse quanto scrive può essere un indizio per immaginare diversificazioni anche fra i potenti teologi iraniani che, se l’ipotesi ha un senso, verrebbero messi in discussione dalla presenza delle donne.
Il 17 scorso avevo pubblicato la notizia dell’arresto di Mohammad Ali Abtahi, ‘ex stretto collaboratore del presidente riformista Mohammad Khatami’. Non so se oggi sia ancora in prigione. L’ultimo scritto del suo blog risale al 13 giugno.

31 maggio – Ieri sera il signor Karobi e io siamo andati in una sala a vedere un filmato sulle richieste delle donne, girato dalla signora Rakhshan Bani Etemad. Lei intende mostrare il filmato ai candidati alle elezioni presidenziali per conoscere le loro opinioni.
Era una gradevole pellicola. Molte donne attive in ambito sociale dichiaravano i loro punti di vista. In questa pellicola attiviste politiche provenienti da vari gruppi sia fondamentalisti che riformisti, sia laici che tradizionalisti raccoglievano e proponevano le loro opinioni..
Un grande passo per le donne, sebbene la loro maturità non sia avvertita da molti uomini.
Ci presentarono una lista di richieste delle donne.
Il signot Rezaii aveva accompagnato sua moglie e si pensava che il sig. Mossavi venisse con la sua in seguito. La signora Kadivar, collega del sig. Karobi, non era presente e sua moglie era in viaggio così egli mi chiese di accompagnarlo. Accettai per sottolineare l’importanza dell’impegno delle donne nel costruire una società migliore in Iran. La maggior parte delle loro richieste riguardavano i problemi economici delle donne, la condizione delle donne sole, la loro indipendenza economica, discussioni legali e la presenza delle donne al congresso e anche agli alti livelli esecutivi.
La mia prima considerazione fu che le richieste delle donne per le prossime elezioni erano molto ampie e importanti . Credo che gli sforzi fatti negli ultimi anni e le enormi sofferenze che hanno conosciuto anche con la loro resistenza provino le loro ragioni. Le ideologie patriarcali del governo possono essere un altro motivo per la crescita del movimento delle donne.
Altri fattori che sono conseguenza della attuale, spiacevole situazione sociale delle donne sono i limiti di genere imposti nei corsi universitari, gli insulti alle donne in pubblico con il pretesto di doverle guidare, la mancanza di fiducia nelle loro capacità direzionali e le irragionevoli pressioni religiose che sono connesse a credenze pietrificate.
Durante la tavola rotonda chiesi al signor Karobi di considerare le richieste delle donne che la sig Bani Etemad aveva raccolto nel filmato come base dei suoi progetti per i quattro anni di presidenza invece di cominciare uno studio sui problemi delle donne per una futura progettazione..
Durante l’intervista il signor Karobi prese positivi impegni, che io non riferisco perché sono protetti dai diritti d’autore della signora Bani Etemad.

23 Giugno 2009Permalink