12 febbraio 2016 – Sguaiataggini laico cardinalizie

Quando il gatto non c’è, i topi gongolano

Non so se l’uscita il card Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, abbia a che fare con il fatto che ieri papa Francesco stava organizzando metaforiche valige per prepararsi all’incontro con  Sua Santità Kirill, patriarca di tutte le Russie, ma certamente l’uscita di Sua Eminenza ha meritato la dignitosa replica del sottosegretario Pizzetti. Secondo l’informativa dell’Ansa Bagnasco aveva proclamato: «Ci auguriamo che il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente democratico, che tutti possano esprimersi, che le loro obiezioni possano essere considerate e che la libertà di coscienza su temi fondamentali per la vita della società e delle persone sia, non solo rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto» Ha risposto il sottosegretario: «Le esortazioni sono giuste e condivisibili, ma come regolare il dibattito del Senato lo decide il presidente del Senato. Non il presidente della Cei». A mio parere le prime parole peccano di un eccesso di cortesia, totalmente assente invece dall’intervento, volgare e sguaiato, indegno di un parlamentare quale che sia la forza politica di appartenenza, dell’on  Gasparri che è arrivato ad accusare un collega di compravendita di minori.

Cardinali che non apprezzano gli strumenti della democrazia

Nell’intervento di Bagnasco riconosco la linea seguita da Ruini nel 2005 quando non si limitò ad esprimere il suo legittimo parere sulla legge 40 ma invitò gli italiani a non  andare a votare al referendum abrogativo (pro memoria: legge 40/2004. “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”) Era giugno, la giornata invitava alla gita, votare significa esercitare sia pur per breve tempo una modesta ma sempre impegnativa attività di pensiero … e il colpaccio di Sua Eminenza raggiunse il suo obiettivo e da allora la legge 40, salvata dalla ‘astensione’,  ha impegnato la Corte Costituzionale che ne ha distrutto brandelli vari.

E gli italiani si adeguano

Il Senato va avanti con un dibattito che rattrista e umilia, salvo poche, difficili posizioni. E la gente (uso un termine che non mi va ma a questo punto è il caso) sbadiglia annoiata. “Tutti uguali”. Parlo con parecchie persone e provo a sentirne le opinioni: la maggior parte (il mio non è un sondaggio ma ha abbastanza credibilità per spaventarmi) non  riesce a capire che i bambini sulla cui pelle ci si batte per cancellare la possibilità di sicurezza e continuità affettiva (la stepchild adoption!) esistono, non sono astrazioni ideologiche. Il fatto che l’adozione coparentale sia pratica che dal 1983 riguarda i figli di un solo membro di una coppia eterosessuale (1983/184 Diritto del minore ad una famiglia) e che quindi nel negarne l’estensione alle coppie che in futuro (forse) potranno avvalersi delle norme sulle Unioni Civili si penalizzano e si discriminano minori, di cui si fa cinico uso come deterrente nei confronti dei genitori, non turba l’opinione pubblica. Il meccanismo è lo stesso per cui dal 2009 i genitori privi del permesso di soggiorno devono esibire il documento di cui non dispongono per registrare la nascita del figlio esponendosi, nel momento in cui affermano la propria genitorialità, al rischio di espulsione. Anche in questo caso la norma che disonora (se mai ve ne fosse bisogno) l’allora ministro dell’interno on. Maroni, resta dov’è senza che l’opinione pubblica se ne senta turbata.

Non ho il diritto alla meraviglia ma ho il dovere del dissenso

Quando è stato organizzato il trasferimento a Roma per il Family Day nella mia città ha girato una circolare (intestata all’Arcidiocesi) con tutte le informazioni per la partecipazione (mezzi di trasporto, orari, costi ecc.). Nulla di illegittimo se non fosse stato per un  titolo strabiliante posto in finale in cui il firmatario si dichiarava: “Responsabile del Coordinamento Diocesano per la custodia della verità su persona, procreazione e famiglia”.
La cosa mi ha profondamente offeso perché carica di una cultura dell’inquisizione certamente valida ai tempi del Concilio di Trento ma superata nei testi del Vaticano II, nNon per la curia udinese (e chissà per quante altre di cui possiamo considerare l’on. Giovanardi “braccio secolare”). Speravo di trovare cattolici locali associati al mio sdegno. Niente da fare. Quell’espressione lascia i più indifferenti e comunque non disponibili ad assumersi la responsabilità di una dovuta protesta. Pochi si associano. Ho provato a scrivere ad amici, l’ho detto in pubblico … mi è stato persino risposto che ‘non ci si salva da soli’. Non so se mi salverò. Ma vi tengo a tenere la schiena dritta  e a guardarmi allo specchio senza vergognarmi troppo della mia impotenza.

Fonti:

http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2016/02/10/unioni-civili-senato-renzi-voto-segreto_1306a2a3-ac0f-4891-aca3-62c4e516b132.html

Per ciò che riguarda l’esistenza dei bambini che potrebbero giovarsi della stepchild adoption se la legge sarà approvata si veda l’appello presentato al parlamento lo scorso gennaio  da un numeroso gruppo di giuristi. Si trova anche trascritto nel mio blog      https://diariealtro.it/?p=4186

   

 

12 Febbraio 2016Permalink