Trasferisco questa pagina su fb nella speranza che qualcuno, leggendola, prenda atto della conclusione. Vorrei fosse considerata come un appello
Nel mio blog succede una cosa strana. Alla fine di ogni scritto è possibile a chiunque intervenire e io sono ben lieta di leggere i rari commenti e rispondere. Purtroppo però ricevo messaggi strani (non prendo neppure in considerazione chi cerca di inserire pubblicità o di darmi consigli su possibilità di miglioramento della grafica e lo fa con termini tecnici complessi). Questi messaggi sono uguali fra loro, si agganciano a vecchi scritti e dicono: “è da una settimana che cerco e il tuo blog è l’unica cosa apprezzabile che leggo. Veramente affascinante. Se tutte le persone che creano contenuti badassero a dare materiale convincente come questo il web sarebbe sicuramente molto più utile. Ϲontinua così”. Dopo una prima fase di meravigliata incredulità non posso credere che ci siano persone che vanno in giro per i blog, mi trovino e mi ammirino, cancello e, per quel che mi riguarda, pongo fine alla irritante presa in giro
Ieri però è successo di peggio. A seguito di una mia pagina del 2 maggio 2015 una persona che si firma con uno pseudonimo che non permette di identificarla – e neppure se stabilire se si maschio o femmina ) scrive:
“Trovato gattino non sapevo come chiamarlo. Ho trovato qui un elenco completo (black and white cat names)”
http://allcatsnames.com/black-and-white-kittens-names.
Inserisco di seguito il link alla pagina del 2 maggio così che chiunque voglia potrà verificare che si trattava di un testo ampiamente documentato in cui scrivevo dei bambini invisibili, senza status giuridico, senza certificato di nascita (perché figli di migranti non comunitari irregolari) e perciò senza nome.
Link alla pagina. https://diariealtro.it/?p=3746)
Una precisazione Ho ricevuto un messaggio che riporta un documento significativo della comunità di Sant’Egidio di cui riprendo un passo, con una sottolineatura che si connette a quanto da sette anni quasi inutilmente scrivo: Non chiamateli “invisibili”. Anche la Comunità di Sant’Egidio si è occupata spesso del tema, soprattutto nel caso dei rom e sinti. “Bisogna tener conto che siamo di fronte a una situazione anomala – sottolinea Paolo Ciani -. La vicenda dei rom senza status giuridico riguarda un numero limitato di persone, ma allo stesso tempo c’è una sovraesposizione del tema a livello di opinione pubblica. Spesso parliamo di queste persone come invisibili, ma si tratta di bambini nati nei nostri ospedali, iscritti nelle nostre scuole, registrati nei nostri campi rom. Il loro problema non è certo la loro visibilità ma lo status giuridico che non hanno, per il resto sono visibilissimi da anni”. Per richiamare l’attenzione sul problema che coinvolge 600mila persone in Ue, 50 organizzazioni della società civile, riunite nell’European network on statelessness( Ens) hanno consegnato una petizione ai parlamentari europei. “Quello che chiediamo agli stati è di adottare le convenzioni del ’54 (L.306/62, ndr) e del ’61, di rendere accessibile e facile la registrazione delle nascite e di mettere in pratica tutta una serie di tutele per concedere la cittadinanza ai bambini nati sul territorio, che altrimenti sarebbe apolidi – spiega Martina Bezzini di Ens -. L’obiettivo finale è porre fine all’apolidia e quindi fare in modo che tutti possano avere accesso a diritti fondamentali come la salute e all’istruzione”. Anche l’Unhcr ha lanciato una campagna sul tema dal titolo “I belong”. “Si tratta di una campagna globale per porre fine apolidia entro 10 anni – spiega Enrico Guida -. Per farlo si prevede un piano in 10 azioni che, se implementate, permetteranno la definitiva eliminazione entro il 2024”. (Eleonora Camilli) Fonte: Redattore Sociale
Conclusione. E’ chiaro che il sarcasmo di chi mi ha scritto suggerendo la scelta dei nomi di gatto per identificare bambini fantasma, sceglie di attribuire ad esseri umani una strada propria degli animali che non abbisognano di una legge e di procedure ammnistrative per esistere. E’ altrettanto evidente che i parlamentari che in sette anni non hanno saputo (o meglio voluto) modificare la norma che ostacola la concessione del certificato di nascita a una fattispecie di neonati artatamente costruita sono confortati da chi è disposto ad usare i neonati come armi improprie per creare paura nei genitori e non so se quei parlamentari saranno in qualche modo stimolati a un più decente comportamento dal comunicato di Sant’Egidio. Spero di sì. E spero che qualcuno glielo ricordi.