1 0ttobre 2010 – Fra becere dichiarazioni, ignoranza e pregiudizio

Il sentore Ciarrapico, tra l’altro editore, eletto nel 2008 su spinta berlusconiana (“Ha giornali importanti che non devono esserci ostili”) ha dichiarato in un intervento al senato: “Fini ha fatto sapere che presto fonderà un nuovo partito. Spero che abbia già ordinato le kippah perché è di questo che si tratta. Chi ha tradito una volta, tradisce sempre”.
Al momento sono rimasta travolta dalla sintesi fulminante delle argomentazioni: era chiaro chi era stato tradito da Fini ma bisognava collegare il camera-presidente traditore alle kippah.
Ho scartato la prima idea che mi era balenata (Fini come Giuda, richiamato come prototipo dei traditori, ma non nominato. Quindi identificato per essere ebreo?).
Mi era sembrata un’ipotesi – oltre che ripugnante -sinteticamente stupida perché

  1. costruita su un antigiudaismo che (con qualche eccezione, tanto per cominciare Lefebvre e i suoi devoti seguaci) ritenevo inesistente anche nel più retrivo mondo cattolico, ancora ignaro dei documenti del concilio Vaticano secondo e, in ogni caso, inesistente in una società che voglia dirsi civile;
  2. cronologicamente sconnessa dal richiamo della kippah, copricapo che -se non erro- viene dal mondo ebraico più tardo di quello in cui Giuda operò (Giuda presumibilmente per coprirsi usava uno scialle non la kippah).

In ogni caso aspettavo, per chiarirmi le idee, una articolata dichiarazione della giornalista Fiamma Nirenstein, ben nota per le sue dichiarazioni sull’antisemitismo, pure lei componente del Pdl, deputata per il medesimo partito (o ex partito? Nelle vicende di questi giorni mi confondo) e, come l’editore Ciarrapico, membro della delegazione parlamentare italiana al Consiglio d’Europa e all’Unione Europea occidentale.
Qualunque cosa si raccontino i due a Bruxelles (barzellette apprese dal capo?) la signora Nirenstein ha disapprovato il collega  con insolita discrezione o forse la sua voce –normalmente robusta – é stata coperta da quella di un ministro che, per aver dato dei porci ai cittadini della città in cui trascorre parte del suo tempo (inutile o nocivo che sia). spiegava urbi et orbi che si trattava di una battuta.
Per fortuna è intervenuto un felicissimo intervento del giornalista Gramellini che mi ha costretto a prendere sul serio l’interpretazione che avevo pensato fosse stupida e così, fra sconcezze, insulti e bestemmie devo accettare che anche il pregiudizio appesti dall’interno le istituzioni.
Ma questi signori sono graditi al popolo italiano (o almeno ai segretari dei partiti che hanno loro assicurato un posto in parlamento).
Al solito: “Che fare”?

1 Ottobre 2010Permalink