20 novembre 2010 – Il 18 novembre è morta Adriana Zarri. E poi una ricorrenza e una notizia

Ricordo di Adriana Zarri.Chi volesse conoscere alcune parole di chi la ricorda può farlo da qui.
Rossana Rossanda ha avuto la capacità tra le cose che ha scritto di dirne una che, da sola, è per me il ritratto di Adriana: “Un giorno le dicevo che del cristianesimo mi interessava la disciplina interiore, protestò con veemenza: disciplina era un termine che non tollerava. Né esteriore né interiore”.
Io voglio ricordarla trascrivendo l’epigrafe che lei stessa si preparò:  

EPIGRAFE

Non mi vestite di nero:
è triste e funebre.
Non mi vestite di bianco:
è superbo e retorico.
Vestitemi
a fiori gialli e rossi
e con ali di uccelli.
E tu, Signore, guarda le mie mani.
Forse c’è una corona.
Forse
ci hanno messo una croce.
Hanno sbagliato.
In mano ho foglie verdi
e sulla croce,
la tua resurrezione.
E, sulla tomba,
non mi mettete marmo freddo
con sopra le solite bugie
che consolano i vivi.
Lasciate solo la terra
che scriva, a primavera,
un’epigrafe d’erba.
E dirà
che ho vissuto,
che attendo.
E scriverà il mio nome e il tuo,
uniti come due bocche di papaveri. 

E all’epigrafe aggiungo la citazione con cui Uomini e Profeti (radio 3) apre il testo che annuncia la trasmissione che oggi dedicherà  ad Adriana (appena possibile aggiungerò la sigla per risentirla in podcast):

Signore, non voglio il tuo cielo, Signore, voglio la mia terra:
le strade, i pozzi, le fontane, e le lune che cadono nell’acqua;
e, se c’è un rovo irto di spine, voglio anche quello,
perché fiorisce, a primavera;
 e se c’è un rospo, sul sentiero, voglio anche quello,
perché sa gracidare, nella notte, lungo la riva dello stagno…
Adriana Zarri

Una ricorrenza – 20 novembre

Copio le notizie che seguono dal sito della CISL scuola:
Il 20 novembre 1959 l'”Assemblea Generale” dell’ONU, su proposta della “Commissione per i diritti umani”, ha adottato la “Dichiarazione dei diritti del bambino”. E’ una risoluzione, una dichiarazione di principi che espande e amplifica il diritto abbozzato nel 1948 nella “Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo” che all’art. 25 stabilisce “che alla maternità e all’infanzia devono essere assicurate speciali tutele e assistenza”.

Il 20.11.1989 è ¨ stata approvata la “Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia”. Da allora molti passi avanti sono stati fatti ed oggi i Paesi che hanno assunto questo importante impegno nei confronti dell’infanzia sono ben 193 (mancano all’appello solo gli Stati Uniti d’America e la Somalia).
Ogni anno, nella sua ricorrenza, si rinnova un impegno.

Possiamo oggi considerare quei documenti qualche cosa di diverso da una presa in giro? Perché lo penso?
Chi volesse capirlo può far ricorso nel mio blog alle parole chiave (gergo tag) bambini, anagrafe, nascita. 

Notizie dal sito ASGI   19.11.2010 

Tribunale di Udine:  E’ illegittimo il requisito di anzianità di residenza decennale in Italia ai fini dell’accesso ai contributi per il sostegno alle locazioni in quanto in contrasto con il diritto dell’Unione europea.
I Comuni e la direzione regionale devono disapplicare la normativa regionale, assicurando rispettivamente l’accesso dei richiedenti ai bandi di concorso ed il trasferimento delle risorse economiche agli enti locali. 

Chi volesse saperne di più può farlo da qui.
Domanda finale: Quando accadrà, se mai accadrà, che il parlamento si faccia carico delle indicazioni che vengono dalla magistratura sollecitata, nell’esercizio del compito che le è proprio, caso per caso e saprà farne principi di carattere generale?

P.S.: Due notizie su analogo argomento (e sempre riferite al Friuli Venezia Giulia) si possono leggere, dal sito Asgi. in data 17 novembre e 18 novembre.
Vi si può accedere evidenziando le rispettive date.

20 Novembre 2010Permalink

One thought on “20 novembre 2010 – Il 18 novembre è morta Adriana Zarri. E poi una ricorrenza e una notizia

  1. BUON NATALE

    NATALE CON ADRIANA ZARRI ANNO DOMINI 2010

    Natali sublimi
    impressi nella mia mente,
    a Crotte di Strambino,
    vissuti intensamente,
    nell’adorare Te, bambino
    appena nato,
    amante appassionato
    del mondo che redimi.

    Da Te, Dio uno e trino, in un amoroso girotondo,
    mi lasciavo vezzeggiare, eri così giocondo,
    mi facevo fare tante coccole,
    Ti guardavo e andavo in brodo di giuggiole.

    Pane consacrato,
    nel tabernacolo della mia piccola cappellina,
    eri il mio cibo prelibato,
    così palpabile,
    friabile,
    nel cenacolo della mia vecchia e rustica cascina.

    Mi cullavi fra le Tue braccia poderose,
    che sostengono il mondo con tutte le sue cose,
    dentro di Te non ero più confusa,
    ci facevamo morbide fusa.
    Con gatta Arcibalda eravamo tre gattini,
    giocavamo tutti e tre in giardino, come dei bambini.

    Finito il tempo delle nostre giocose attività,
    Tu rientravi con mesta serietà,
    con sembianze al contempo umili e maestose,
    nella fredda grotta della natività.

    Allora entravo in punta di piedi nel Tuo presepe
    e mi inginocchiavo accanto a Te su di una siepe,
    d’erba della mia erba,
    sentivo sulla Tua carne il freddo e il gelo,
    non eravamo coperti neppure con un velo,
    ci lasciavamo riscaldare dal bue e dall’asinello,
    il loro fiato era il nostro unico scaldino,
    ché tutte le mie stufe eran ridotte al lumicino,

    Restavo abbarbicata alla mia roccia,
    avvinghiata a Te e ad ogni Tuo e mio fratello
    in un affannoso abbraccio universale,
    sbocciato dal nostro amplesso sacramentale.

    Eravamo ambedue nudi come vermi,
    ma tanto vicini a molti infermi
    o spiritualmente inermi.

    Nella mia nudità
    mi lasciavo ricoprire
    della Tua divinità,
    che dal mio amato eremo volevo offrire
    all’intera umanità,
    dentro un raggiante e sfavillante ostensorio,
    bagnandola con le Tue lacrime
    in cui avevo intinto l’aspersorio.

    Ti stringevo fra le mie braccia, le Tue membra eran leggiadre,
    volevo provare l’ebbrezza spirituale di Tua madre.

    Vi pensavo da laggiù
    e discoprivo in voi Gesù,
    in ogni vostra buona azione
    sperimentavo la Sua resurrezione.

    Siamo tutti attorno al vero presepe, in contemplazione,
    ove dischiuso si è un mistero alla nostra comprensione,
    lasciamoci guidare dove egli vuole,
    così il nostro cuore più non duole.

    Lui desidera che fra voi non regni alcuna divisione.
    Credenti e non credenti nutrano gli stessi sentimenti.
    Vi sono molte vie per cercare insieme
    quello che per tutti è lo stesso vero Bene,

    La luce sprigionata dalla Sua presenza
    sciolga le catene, a cui è imprigionata la coscienza,
    Lui il vero amore lo misura con la libertà,
    non con il timore e la cattività.

    Gesù è il vero sovrano
    e racchiude tutto lo scibile umano.

    Non tollera restar per sempre recluso in una grotta
    non ha per niente una mentalità bigotta,
    né sopporta di esser guardato a vista,
    Lui è veramente un avanguardista
    e pretende di essere a tutti liberamente dispensato,
    prorompendo come un fiume in piena
    dagli angusti ovili,
    dove viene trattenuto a malapena,
    è maggiorenne e vaccinato,
    per entrar da solo nell’amato cortile dei Gentili.

    Il Suo è il manifesto dell’amore
    e disdegna un seguito di tiranni,
    che, vestendosi coi Suoi panni
    e mettendosi un copricapo col pennacchio,
    ne fanno uno spauracchio che semina terrore.

    Riccardo Sante Maria Fontana

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