19 Novembre 2010 – Se l’istituzione è forte, è più forte della politica – 1

Se l’istituzione è forte, è più forte della politica – 1  

“Se l’istituzione è forte, è più forte della politica” lo ha detto l’8 novembre lo scrittore Saviano nella trasmissione Vieni via con me, la prima della serie ascoltata e discussa.
Tanto mi sono piaciute queste parole che le ho immediatamente trascritte: erano una sintesi di ciò che io penso, anzi di uno dei fondamenti dei pensieri che vengo via via elaborando
Cercherò di spiegarmi le più recenti ragioni di questo mio interesse, consapevole che la strada della ricerca del significato di ciò che accade e vedo  non è molto praticata.
Di solito, quando la percorro, non incontro nessuno.

Quindi, camminando da sola, mi racconto: chi non c’è non si annoierà

Partendo da una stufetta elettrica.

Vivo in un condominio dotato di servizi comuni che lo rendono una potenziale residenza protetta, per chi abbia bisogno di fruirne. Ho scelto di vivere qui ritenendolo non un rifugio dell’ultima ora ma uno strumento per garantirmi autonomia quanto più a lungo possibile, senza dover inquinare la vita di parenti e amici di buona volontà e senza costringermi a cercare un’assistenza individuale. almeno finché sarò in grado di suonare un campanelle e di sapere quando farlo.
E’ chiaro che chi abita questo luogo è di regola in età avanzata e portatore di esigenze particolari. Una delle esigenze è il calore del proprio alloggio per cui il manifestarsi di necessità di riparazioni, anche tali da richiedere tempi prolungati, quando fa freddo può essere pericolosa. Ma, per ragioni che ignoro, la verifica annuale dell’impianto di riscaldamento viene fatta al momento dell’accensione stagionale … quando fa freddo.
Basterebbe anticiparla e io – come il solito sciocca e sprovveduta – ho cercato il consenso di altri condomini in appoggio a un’esigenza ragionevole e non mia (per il momento mi basta una maglia di più).
Risposta illuminante. “ma chi ha questi problemi non potrebbe comperarsi una stufetta elettrica?”.
Eh già potrebbe … e io potrei mettermi a promuovere la vendita di stufette ricavandone un pizzo e, soprattutto, mi chiedo perché dobbiamo pagare il lavoro si un manutentore senza poter interloquire nelle modalità di svolgimento del lavoro stesso.
Lo penso ma non lo dico: è un grande sforzo, facilitato dal fatto che – folgorata dall’inossidabilità del buon senso – mi sono messa a pensare ad altro, tanto per cominciare a chi ritiene che il problema degli infortuni sul lavoro si possa affrontare partendo dalla sciatteria individuale nell’usi dei mezzi di protezione.

Fra stufette elettriche e barriere architettoniche.

Tempo fa, dopo un repellente ricovero ospedaliero dove ho constatato con disgusto la riduzione per molti operatori sanitari della professionalità a una tecnica autoreferenziale per chi la esercita (che poi sia utile, e spesso lo è, mi sembra solo un effetto collaterale), avendo scoperto che l’ospedale pullula di barriere architettoniche anche di recente costruzione, ho cercato di farne un  problema collettivo.
In fondo chi ricopre incarichi di alta amministrazione (alta. leggasi ben pagata) è stato nominato dalle forze politiche di governo e di maggioranza, quindi l’espressione di dissenso dei sudditi (già cittadini) avrebbe un senso, ma tutti tacciono.
Comincio a pensare che l’unico sistema per suscitare interesse sul problema sia quello di azzoppare il prossimo, sistema che non riuscirei a praticare.
Ho scritto a un quotidiano locale e ho diffuso la mia lettera sperando di interessare le associazioni di categoria.
Con una ci sono riuscita con altre no.
Perché? Vari fatti e ripetute esperienze ormai mi convincono che molte associazioni – soprattutto quelle più socialmente visibili – agiscono da ammortizzatori, mediando fra istituzioni e cittadini a beneficio delle prime.
Infatti – e ecco che cominciano a comparire le istituzioni del mio incipit – molti politici amano starnazzare in pubblici incontri a scopo benefico. Se hanno responsabilità istituzionali (sia come forze di governo, sia come maggioranza, sia come opposizione) possono garantirsi il disimpegno nel luogo politico loro proprio e nello stesso mostrare alle anime buone che le buone associazioni riescono a convocare nei loro catartici incontri quanto sono impegnati nella solidarietà (delegata).
Naturalmente anche i palcoscenici hanno il loro pizzo e le associazioni ricevono contributi per le loro –reali- azioni positive, tanto più consistenti quanto maggiore è la loro visibilità. Così attorno a questo tipo di associazioni si crea uno spazio (non sempre e  non tutto trasparente) di partecipazione e consenso che a me provoca un vago malessere.

Fra associazioni operanti, politici starnazzanti e cittadini silenti.

Cosa potrebbero fare in tutto ciò le istituzioni?
Non certo garantire tramite pubblici servizi assistenza individuale, ma emanare norme che assicurino un ‘ordine’ alla manifestazione della solidarietà.
Tanto per restare al mio primo esempio assicurare che negli edifici  pubblici o di pubblico interesse (strade, ospedali, scuole, mezzi di trasporto, uffici, alberghi, luoghi di svago …) non ci siano barriere architettoniche e venga quindi privilegiata l’autonomia di chi ha difficoltà motorie (stabili o momentanee) rispetto al sostegno finanziario di chi –in presenza di barriere – si adopera a tirare su e giù le persone che ne hanno bisogno.
Che poi nulla vieta che ci sia chi, in mancanza d’altro si adopera con personale espressione di solidarietà. Quel che conta sarebbe garantire istituzioni – e quindi norme, regole, trasparenza – più forti della politica, soprattutto di quella che ha come primo obiettivo la connessione indissolubile fra seggiola e fondo schiena o, almeno, il mantenimento del privilegio di poter determinare quale fondo schiena sia conveniente per quale seggiola, con sovrano disinteresse per diritto di scelta dei propri rappresentanti che dovrebbe spettare ai cittadini, che tali ancora sono, anche loro malgrado quando sembrano avviticchiati al loro ruolo di sudditi.

Per oggi basta, ma continuerò … mi fa bene.

19 Novembre 2010Permalink