DONNE DI TANTI PAESI IN UN CIRCOLO APERTO – maggio 2011
Nello scorso numero abbiamo raccontato della vita di una giovane donna che abbiamo considerato ‘ponte tra culture’. L’incontro con persone provenienti da altri paesi ci conforta sempre più nell’ipotesi che la vera mediazione avvenga naturalmente nella quotidianità, dove curiosità e capacità di relazione non sono intaccate dalla paura che si è voluta costruire e che inquina i nostri mezzi di comunicazione e che purtroppo crea quel pregiudizio che fa presa anche su parte dell’opinione pubblica.
E le donne che abbiamo incontrato non solo hanno realizzato una buona integrazione ma ne hanno fatto una risorsa per favorire quella di altri, così come Nabila a Pordenone con la sua associazione onlus Circolo Aperto, Lavorando Per Tutti (LPT).
Le sue colleghe provengono da quattordici paesi diversi che ci piace ricordare: Albania, Algeria, Argentina, Bangladesh, Brasile, Burkina Faso, Eritrea, Ghana, India, Moldavia, Repubblica Ceca, Romania, Senegal, Ucraina. La loro attività è stata fondata nel 2004 da una cittadina equadoregna che è tornata al suo paese con il marito italiano.
Le differenze sono tante e importanti: la provenienza geografica, la cultura, la religione, l’aspetto fisico che le caratterizza rivelandone l’appartenenza etnica, ma, come strumento di comunicazione fra loro, usano tutte la lingua italiana. Attorno al gruppo delle donne ci sono anche mediatori maschi, che vengono chiamati al bisogno.
Le nostre mediatrici non hanno lasciato spegnere la curiosità libera dal pregiudizio.
Perciò, con il progetto operativo dal 2007 ’Spazio aperto donna’, hanno deciso di ‘conoscere il mondo senza uscire da Pordenone’. A tal fine organizzano incontri a cadenza mensile dove (anche con la collaborazione di cittadine italiane) hanno l’opportunità di conoscere i rispettivi paesi e di assicurarsi, nel dialogo e nel confronto, una formazione specifica sui temi che si intrecciano alla loro vita (contraccezione, gravidanza, svezzamento, crescita dei figli, ecc.)
Il circolo aperto assicura un’attività di mediazione culturale e linguistica (anche corsi specifici) soprattutto in ambito sanitario e a tal fine ha sviluppato, dal 2005, una rete di progetti con l’Azienda sanitaria.
Ha istituito perciò un punto informativo socio sanitario che offre attività di informazione e orientamento sui servizi socio sanitari a tutti i cittadini presenti sul territorio.
Fra i problemi che maggiormente impegnano le mediatrici ci son o quelli relativi alla salute in generale e in particolar modo alla gravidanza e alla maternità, questioni che non possono essere affrontate con burocratica uniformità per la valenza profonda che assumono relativamente alla cultura del paese d’origine delle migranti.
I rapporti di amicizia e di confidenza che si realizzano con le utenti dei servizi consentono di conoscere problemi delicatissimi che coinvolgono, quando emergono anche in forma drammatica, consultori familiari e servizi sociali.
Nabila appare particolarmente turbata dalle difficoltà nell’educazione dei figli dei migranti, in particolare se si sono allontanati molto presto dal paese d’origine o se sono addirittura nati in Italia. La mancanza di un’esperienza significativa di vita nel paese d’origine li rende diversi dai genitori e, soprattutto nella fase adolescenziale, ciò suscita un disagio che , se inopportunamente affrontato, può manifestarsi anche con la fuga da casa. Secondo la nostra interlocutrice solo le famiglie aperte con regole non rigide riescono ad affrontare serenamente questo problema.
Il circolo aperto ha sperimentato anche l’attività del ‘Centro gioco multicolore’ un luogo dove le mamme, italiane e straniere, possono lasciare durante la mattina e per un tempo definito bambini da un anno e mezzo ai tre anni, assicurandosi così la possibilità di fare un corso di formazione per donne in cerca di lavoro oppure una visita medica, di sbrigare una pratica, fare la spesa senza che i piccoli debbano essere costretti fra uffici e sale d’attesa o issati sui carrelli dei supermercati insieme a cavoli e detersivi. Ora attendono il finanziamento del progetto.
Per chi volesse saperne di più: http://www.circoloaperto.it/