Quello che vorrei non dover pubblicare.
Con il tag violenza&non, con la categoria razzismo si raggiungono altre pagine del mio blog e non saranno le ultime.
Insieme alla rinnovata solidarfietà al dott. Andi Nganso, un pensiero a chi deve subire in silenzio per il potere di chi dirige un sistema dove esiste una ‘gerarchia’ che tutela anche l’infamia e agita lo spettro del posto di lavoro che chi subisce non può mettere in discussione, o per la forza di un’opinione pubblica indifferente e anche beffarda.
Con il tag violenza&non, con la categoria razzismo si raggiungono altre pagine del mio blog e non saranno le ultime.
Insieme alla rinnovata solidarfietà al dott. Andi Nganso, un pensiero a chi deve subire in silenzio per il potere di chi dirige un sistema dove esiste una ‘gerarchia’ che tutela anche l’infamia e agita lo spettro del posto di lavoro che chi subisce non può mettere in discussione, o per la forza di un’opinione pubblica indifferente e anche beffarda.
Il link che trascrivo porta a un documento con una interessante analisi ben articolata.
Pone anche il problema importantissimo della dignità del nome, che mai deve essere taciuto sempre che ciò non porti danno a chi deve tacere ciò che subusce (e penso ancora alla gerarchia interna a sistemi che la prevedono)
Pone anche il problema importantissimo della dignità del nome, che mai deve essere taciuto sempre che ciò non porti danno a chi deve tacere ciò che subusce (e penso ancora alla gerarchia interna a sistemi che la prevedono)