Oggi si celebra la X ma giornata del Dialogo cristiano islamico.
Chi vorrà leggere il testo dell’appello che l’ha promossa (e la relativa documentazione) potrà farlo da molti siti (perché molte sono le adesioni all’iniziativa).
Qui segnalo il sito www.ildialogo.org, in particolare alla voce http://www.ildialogo.org/cristianoislamico/Cstampa_1308129442.htm.
Per quel che mi riguarda ricordo bene i giorni della prima manifestazione la cui idea nacque in seguito all’attentato alle torri gemelle e qualcuno capì la necessità dell’incontro, della conoscenza che distingue, libera dal pregiudizio e capace di sostenere il rifiuto della guerra.
In memoria di quei giorni riporto un articolo di Filippo Gentiloni che mi sembra ancora perfettamente attuale.
Da Il Manifesto del 18 Novembre 2001
Non è da ieri che ci occupiamo di islam, ma non c’è dubbio che negli ultimi due mesi il discorso si è moltiplicato. Forse anche approfondito. Discorso-confronto: il divino direttamente interessato, anche se si continua a ripetere che la guerra in atto non è né di religione né di civiltà. Sarà vero? Se ne può dubitare.
Un dibattito-confronto confuso e contraddittorio: per lo meno ha – può avere – il vantaggio di farci conoscere un po’ meglio il mondo islamico, un mondo per molti di noi piuttosto misterioso. Abbiamo difficoltà, prima di tutto, a riconoscerne il pluralismo, anche mentre continuiamo a ripetere che le frange più radicali, tipo talebani, non rappresentano né la totalità e neppure la maggioranza del mondo islamico. E’ quella frangia, comunque, che fa talmente parlare di sé da oscurare l’enorme maggioranza moderata.
Abbiamo anche difficoltà nel confronto. Oscilliamo fra le condanne e le sottovalutazioni (per le quali molti si sono autorevolmente distinti, da Berlusconi a Oriana Fallaci a Baget Bozzo) e le facili omologazioni, sulla base, magari, del monoteismo comune all’islam come al cristianesimo e all’ebraismo. Un comune monoteismo che però sembra piuttosto ininfluente agli effetti della pace. Come piuttosto ininfluenti sembrano quelle citazioni della Bibbia e del Corano che si moltiplicano, da una parte e dall’altra mentre si continua a sparare. Sui sacri testi secoli di storia hanno sparso tanta di quella polvere – anche da sparo – da renderne ardua la lettura.
Sarebbe meglio evitare sia i confronti sulla base di voti di merito sia le omologazioni. Così stanno cercando di operare non poche istituzioni, sollecitando un confronto che eviti i due scogli. Fra le dichiarazioni recenti, mi sembra particolarmente significativa quella sottoscritta da Gianni Long, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FceiI) e da Nour Mohamed Dachan, presidente della Unione delle Comunità e Organizzazioni islamiche in Italia (Ucooii).
La “Dichiarazione Congiunta per il dialogo interreligioso” si apre con una decisa condanna del terrorismo e prosegue con la preoccupazione “per l’andamento dell’azione militare in Afghanistan che sempre più spesso colpisce civili innocenti, mentre fatica a individuare e colpire le basi del terrorismo”. Angoscia anche “per l’attentato condotto in Pakistan il 28 ottobre contro una chiesa in cui erano raccolti in preghiera credenti cattolici ed evangelici”. Forte preoccupazione anche per la gravità della situazione in Medio Oriente. Nonché “per il clima più teso che avvertiamo anche nel nostro paese”.
“Per questo vogliamo impegnarci, insieme ad altre espressioni delle comunità cristiana ed islamica in Italia, a promuovere quella reciproca conoscenza che è premessa del dialogo e fondamento della convivenza”. In questa linea di serietà e di libertà, moltiplicare le occasioni di incontro: “Sollecitiamo i mezzi di informazione di massa a dare un’informazione più completa ed equilibrata del mondo delle fedi, non ignorando quindi le comunità di minoranza e non limitandosi a dare visibilità soltanto alle componenti più radicali; auspichiamo che la scuola si apra alla presenza di esponenti delle diverse comunità di fede e che proprio la scuola possa qualificarsi come un laboratorio di convivenza e di pluralismo nel rispetto della fede di ciascuna e delle regole di convivenza di tutti”.
Sulla stessa linea un appello ecumenico corredato di molte firme autorevoli, chiede la creazione di una “Giornata del dialogo cristiano-islamico”, ben sapendo che non sarebbe risolutiva, ma che si “tratterebbe di un piccolo segnale nella direzione di un incontro che, in ogni caso, sta nella forza delle cose”. Siamo chiamati “ad accelerare il processo di reciproca conoscenza senza il quale ci sembra difficile ipotizzare passi avanti sul piano delle relazioni interreligiose, in particolare con quei musulmani che sono da tempo nostri compagni di strada sul cammino della costruzione di una società pluralista, accogliente, rispettosa dei diritti umani e dei valori democratici”
L’Islam in Italia tra fondamentalismo e islamofobia
Ma non voglio dimenticare l’oggi e, fra le tante iniziative conseguenti la diffusione dell’appello per il dialogo cristiano-islamico, segnalo quella promossa il 21/22 ottobre 2011 dalla rivista Confronti “L’Islam in Italia tra fondamentalismo e islamofobia”.
Lo faccio in particolare perché il convegno si è svolto presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, sperando che questo evento contribuisca anche ad indicare i modi di una miglior informazione.