Ucraina, Polonia: favoriremo rimpatrio uomini in età militare
Il ministro Kosiniak: indignati vedendo giovani di Kiev nei bar
Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak Kamysz.
“Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi.
Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare.
La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia.
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.
Ho pubblicato come incipit un messaggio che mi è stato segnalato perché mi consente di dire un mio timore:: la Polonia (membro dell’Unione Europea dal 1 maggio 2004) che aveva accolto ucraini fuggiaschi (evidentemente per non farsi parte attiva obbligata nell’esercito) ora troverà il modo per rinviarli a combattere contro la Russia. Certamente la condizione di ‘disertori’ renderà tragica la loro presenza nel paese d’origine, tutto ciò in sintonia con l’azione USA di rifornimento di armi
Ricordo che la Polonia è nazione amica dell’italiana Presidente del consiglio .
Un contributo a una politica di pace (?!)
Quanti oggi in Europa reagiranno a questa non troppo occulta intenzione polacca?
Per risalire alla fonte:
Ucraina, Polonia: favoriremo rimpatrio uomini in età militare – Ultima ora – Ansa.it
Trovo la notizia che sono stata sollecitata a trasferire parallela alla negazione della documentazione nei registri di stato civile di chi nasce in Italia se figlio/a di migranti irregolari privi di permesso di soggiorno.
Tanto voleva e vuole la legge 94/2009 affidando furbescamente a una circolare (19/2009 Ministero dell’interno) la possibilità di esercizio di un diritto che è soprattutto dovere verso chi nasce.
Con la consueta malvagità della furbizia la circolare è poco nota (Ricordo che gli interessati sono persone che vivono in una situazione di marginalità aggravata spesso da scarse competenze linguistiche).
Quindi abbiamo una norma che con un raggiro si sottrae alla discriminazione diretta , creando “clandestini”, nemici da espellere almeno nelle persone dei genitori .
E’ un contributo a una politica di pace ?
E’ possibili costruire una pace che sia negazione di giustizia e diritti ?