30 maggio 2020. Sono avvilita. A quando una legge sulla libertà religiosa?

Mi rendo conto che da quasi un mese non scrivo nulla.
In realtà queste notizie del 7 maggio mi hanno avvilito.
Ho ben presente la ministra Lamorgese che firmava accordi a norma dell’art. 7 della Costituzione (Chiesa cattolica), dell’art. 8 (chiese e organizzazioni religiose comunque denominate che hanno firmato intese ), gli altri denominati come culti ammessi (Legge 24 giugno 1929 n.1159).
Quando un legge sulla libertà religiosa mai?

7 maggio 2020
È stato sottoscritto questa mattina a Palazzo Chigi, dal presidente della Conferenza episcopale italiana Gualtiero Bassetti con il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il protocollo che individua le misure di sicurezza sanitarie da rispettare per la ripresa delle celebrazioni liturgiche alla presenza dei fedeli a partire dal 18 maggio.
La responsabile del Viminale ha dichiarato che «il ministero dell’Interno ha già avviato un confronto costruttivo con tutte le altre comunità di fede in relazione alla sua missione istituzionale di garantire la libertà di culto». «Siamo a buon punto con la sottoscrizione di altri protocolli con tutte le aree confessionali, sia quelle che hanno raggiunto un’intesa con lo Stato sia quelle che ne sono ancora prive, per consentire a tutti le migliori condizioni per lo svolgimento delle pratiche religiose, pur nel rispetto delle precauzioni necessarie per contenere la diffusione del virus varate dal Governo».
Il documento – condiviso dalla Cei con il capo del dipartimento delle Libertà civili e l’Immigrazione Michele di Bari e poi approvato dal Comitato tecnico scientifico – disciplina l’accesso ai luoghi di culto in occasione delle cerimonie liturgiche prevedendo, tra l’altro, che l’accesso alla chiesa sia contingentato e regolato da volontari o collaboratori che, oltre a favorire l’accesso e l’uscita, vigilino sul numero massimo di presenze consentite. Dovrà essere in ogni modo evitato ogni assembramento, sia nell’edificio, sia nei luoghi annessi, come per esempio le sagrestie e il sagrato.
L’accesso ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche dovrà avvenire indossando mascherine e non è comunque consentito in caso di sintomi influenzali/respiratori.
Tutti i luoghi di culto dovranno essere igienizzati regolarmente al termine di ogni celebrazione.
Tra le attenzioni da osservare nelle celebrazioni liturgiche, si segnalano le indicazioni di omettere lo scambio del segno della pace e di prevedere che la raccolta delle offerte non avvenga durante le celebrazioni, ma in appositi contenitori.
Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla distribuzione della Comunione avendo cura, tra l‘altro, di offrire l’ostia senza alcun contatto con le mani dei fedeli.
Ove il luogo di culto non sia idoneo alle celebrazioni liturgiche, secondo le indicazioni del protocollo, le celebrazioni potranno avvenire all’aperto.
«È il risultato dell’intenso dialogo di questi mesi tra il governo e la Cei, intensificato fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19, che ha già portato all’individuazione delle misure di sicurezza sanitaria per le celebrazioni liturgiche senza popolo e, da ultimo, di quelle per la ripresa della celebrazione dei funerali», ha dichiarato il ministro Lamorgese.
Firmato protocollo che detta le misure di sicurezza per le cerimonie religiose
Video a disposizione con licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT

7 Maggio 2020
“La firma del protocollo con la Conferenza episcopale italiana – avvenuta questa mattina a Palazzo Chigi – è un passo decisivo per la graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche alla presenza dei fedeli”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. “E’ il risultato dell’intenso dialogo di questi mesi tra il governo e la Cei, intensificato fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19, che ha già portato all’individuazione delle misure di sicurezza sanitaria per le celebrazioni liturgiche senza popolo e, da ultimo, di quelle per la ripresa della celebrazione dei funerali”.
La responsabile del Viminale ha poi ricordato che “il ministero dell’Interno ha già avviato un confronto costruttivo con tutte le altre comunità di fede in relazione alla sua missione istituzionale di garantire la libertà di culto”.
“Siamo a buon punto con la sottoscrizione di altri protocolli con tutte le aree confessionali, sia quelle che hanno raggiunto un’intesa con lo Stato sia quelle che ne sono ancora prive, per consentire a tutti le migliori condizioni per lo svolgimento delle pratiche religiose, pur nel rispetto delle precauzioni necessarie per contenere la diffusione del virus varate dal governo”, ha concluso il ministro Lamorgese .
(ANSA) – ROMA, 7 MAG – “Siamo a buon punto con la sottoscrizione di altri protocolli con tutte le aree confessionali, sia quelle che hanno raggiunto un’intesa con lo Stato sia quelle che ne sono ancora prive, per consentire a tutti le migliori condizioni per lo svolgimento delle pratiche religiose, pur nel rispetto delle precauzioni necessarie per contenere la diffusione del virus varate dal governo”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, dopo la firma del protocollo con la Conferenza episcopale italiana
“Il ministero dell’Interno – ha aggiunto – ha già avviato un confronto costruttivo con tutte le altre comunità di fede in relazione alla sua missione istituzionale di garantire la libertà di culto”. (ANSA).

7 Maggio 2020Temi: SicurezzaCittadinanza e altri diritti civili Prevenzione e soccorso
Ultimo aggiornamento:
Venerdì 8 Maggio 2020, ore 12:46
https://www.interno.gov.it/it/notizie/dal-18-maggio-riprenderanno-celebrazioni-liturgiche-alla-presenza-dei-fedeli

https://www.interno.gov.it/it/sala-stampa/comunicati-stampa/protocollo-ripresa-celebrazioni-liturgiche-alla-presenza-dei-fedeli

https://www.regione.vda.it/notizieansa/details_i.asp?id=348668

30 Maggio 2020Permalink

6 maggio 2020 – Quando regnano ignoranza e opportunismo il danno può essere grave

Lettera ai miei corrispondenti

Mi è stato proposto di firmare una lettera, copia di quella che muove dalla diocesi di Bergamo:
Riflessioni a proposito del Comunicato della presidenza CEI al Governo ‘Conte’ del 26 Aprile 2020.
La lettera è un documento sofferto di grande dignità nel clima di lutto che tutti ci coinvolge nel pensiero dei morti di corona virus, lutto che nel territorio bergamasco ha raggiungo un picco che sgomenta.
La lettera – dal titolo parresia – merita di essere conosciuta e perciò pubblico un link che consente di raggiungerla e di leggere contestualmente anche il comunicato della CEI di cui pure, per dovuta trasparenza, allego il link.                                                                                                       [fonte 1] e [fonte 2].
Non ho firmato la lettera perché il tono nobile, corretto, esatto anche nell’uso dei termini appropriati, mal si connette purtroppo a una situazione di sconcertante volgarità dominante che da noi si è risolta persino in un pubblico appello di un parroco udinese (ma non credo sia solo) a celebrare la messa in ‘obiezione di coscienza’ alle indicazioni del governo sulla fase 2.
Forse ho sbagliato.
Non so.
Il mio timore è che in questo marasma culturale, politico e religioso si fissino dei paletti che, quando usciremo dalla pandemia, rendano accettabile la negazione di fondamenti democratici della nostra convivenza.
E questo, secondo me, richiede esplicita chiarezza che nella lettera “parresia” non traspare in una forma dichiarata, immediatamente accessibile in un momento in cui si scontrano – con reciproca incosciente strumentalità – più fanatismi che ricerche di responsabilità efficace.
E il traballante linguaggio governativo che si è proposto in questa occasione non è certo tale da far chiarezza. Ma non potevano trovare, fra i tanti esperti di cui si sono giovati, anche qualche storico che li aiutasse ad affrontare un discorso che è – anche – di ‘libertà religiosa’ e che li aiutasse a farlo in maniera meno approssimativa e grossolana?
Un consiglio: quando ne avranno tempo rileggano gli scritti, vecchi ma non appassiti, di Arturo Carlo Jemolo. Ne trarranno non piccolo giovamento. O almeno l’ho tratto io nelle mie lontane letture giovanili.

Al termine pubblico il link per raggiungere il testo del teologo Alberto Maggi che dà un fondamento biblico alla condanna del fanatismo.                                                                                                   [fonte 4]
Alberto Maggi è biblista cattolico e religioso dell’Ordine dei Servi di Maria italiano.
E’ un contributo di intelligenza consapevole che regalo a me stessa e, se qualcuno lo vuole leggere, propongo anche in chiaro perché ben si collega alla responsabile, pubblica posizione di papa Francesco che non mi sembra essere stata condivisa dalla CEI.

Gli zelanti accecati dal fanatismo religioso
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ZELO E FANATISMO
Il profeta Elia era indubbiamente “pieno di zelo per il Signore” (1 Re 19,14), ma la storia insegna che non esistono persone più pericolose di quelle che, animate dallo sacro zelo, finiscono poi nel fanatismo che le accieca. Lo zelo che animava Elia era in realtà un furore che portava questo sant’uomo a sterminare tutti quelli che lui riteneva nemici del suo Dio (“e con zelo li ridusse a pochi”, Sir 48,2). Nella Bibbia si narra della sua sfida con i quattrocentocinquanta profeti di una divinità concorrente, Baal. Il bellicoso Elia non si accontentò della schiacciante vittoria e dell’umiliazione inflitta, ma li volle uccidere tutti: “Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi neppure uno!”. Li afferrarono. Elia “li fece scendere al torrente Kison, ove li ammazzò” (1 Re 18,49). Ai sacerdoti sgozzati sono da aggiungere anche un centinaio di guardie incenerite: “Se sono uomo di Dio, scenda un fuoco dal cielo e divori te e i tuoi cinquanta. Scese un fuoco dal cielo e divorò quello con i suoi cinquanta” (2 Re 1,9-12). Elia, ottenebrato dal suo fanatismo, presumeva di essere rimasto l’unico a credere nel Signore, al quale grida la sua indignata protesta: “Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo…!” (1 Re 19,10.14). Con fine ironia il Signore gli chiede di darsi una calmata (“Su, ritorna sui tuoi passi”), e di aprire bene gli occhi… No, non è vero che è rimasto il solo, perché in Israele ci sono almeno “settemila persone, che non si sono piegati a Baal” (1 Re 19,18). Era il fanatismo di Elia, che come una trave conficcata negli occhi, ne storpiava lo sguardo e gli impediva di vedere la realtà, e lo rendeva pericoloso.
Purtroppo l’elenco dei massacri perpetrati da parte di santi uomini per difendere l’onore di Dio è molto lungo nella Bibbia: un fiume di sangue che scaturisce dall’Antico Testamento, cominciando da Mosè, che per vendicare l’oltraggio del vitello d’oro non esitò a scatenare una strage fratricida: “Passate e ripassate nell’accampamento da una porta all’altra; uccida ognuno il proprio fratello, ognuno il proprio amico, ognuno il proprio vicino” (Es 32,25), ammazzando “circa tremila uomini del popolo” (Es 32,28), per sfociare nel Nuovo Testamento, a Saulo, il fanatico fariseo, anche lui “pieno di zelo per Dio” (At 22,3), insuperabile osservante di ogni minimo dettaglio della Legge (Fil 3,5-6), che spirava “minacce e stragi contro i discepoli del Signore” (At 9,1). Corresponsabile della lapidazione di Stefano, primo martire cristiano (At 7,58), Saulo ne approvò l’uccisione (At 8,19) e continuò a perseguitare e far ammazzare i cristiani in nome di Dio (At 26,9-11), riconoscendo lui stesso di essere stato “quanto a zelo, persecutore della Chiesa” (Fil 3,6).
Gesù denuncerà con veemenza lo zelo omicida di questi fanatici, individuandolo negli “scribi e farisei ipocriti”, la casta religiosa al potere. L’ostentata osservanza della Legge da parte di questi zelanti custodi della tradizione, non è segno di fedeltà a Dio, ma al contrario li rende incapaci di riconoscere gli inviati del Signore al loro appari¬re. Lo faranno dopo, quando inviati e profeti saranno morti, assassinati dai sedicenti rappre¬sentanti di Dio, in nome di dottrine che pretendono contrabbandare come volontà divina, mentre in realtà sono solo “precetti di uomini” (Mc 7,7; Is 29,13). A quanti innalzano i sepolcri ai profeti, e adornano le tombe dei giusti dopo averli uccisi, Gesù li accusa di aver da sempre versato sangue innocente sopra la terra, “dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria” (Mt 23,29-37). Col riferimento ad Abele e Zaccaria, Gesù cita il primo e l’ultimo omicidio riportati dalla Bibbia. Il fratricidio di Abele, a opera di Caino, appare nel Libro della Genesi (Gen 4,8), primo libro della Scrittura, e l’assassinio di Zaccaria, per mano del re Ioas, nel secondo libro delle Cronache (2 Cr 24,20 21), l’ultimo della Bibbia ebraica. Gesù rinfaccia a scribi e farisei, fanatici cultori della Scrittura, che proprio questa, dal primo libro all’ultimo, attesta che sono sempre stati assassini.Quel che può sconcertare, è che a perpetrare l’uccisione per rendere culto a Dio, non sono i criminali, ma i devoti, non i delinquenti ma le persone profondamente religiose. Il furore religioso che li anima non fa scorgere in essi alcuna contraddizione nel loro comportamento, perché la violenza, quando viene esercitata in nome di Dio, esenta da esami o scrupoli di coscienza, ed è giustificata e addirittura sublimata nella preghiera: “Le lodi di Dio sulla loro bocca e la spada a due tagli nelle loro mani” (Sal 149,6). Con la bocca si loda il Signore, e con la spada si uccidono le sue creature, e si arriva a proclamare beati gli autori delle stragi: “Figlia di Babilonia devastatrice, beato chi ti renderà quanto ci hai fatto. Beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sfracellerà contro la pietra” (Sal 138,9).Veramente mai si ammazza con tanto gusto come quando lo si fa in nome di Dio, perché i diligenti difensori della verità si sentono come investiti da un mandato divino, che li esenta dal chiedersi le conseguenze del loro gesto, e quello che agli occhi del mondo non è altro che un’ingiustizia, un crimine, per chi lo compie è obbedienza alla volontà divina. Persone tanto ligie e ossequienti a ogni dettame della religione, scrupolose e zelanti per quel che riguarda regole e devozioni, possono essere poi dure e spietate nel perseguitare quanti giudicano non vivere correttamente il loro credo. E per colpire peccatori ed eretici, apostati e infedeli, ogni forma di violenza diventa lecita, da quella morale, attraverso l’emarginazione e la calunnia, la diffamazione e la delazione, a quella fisica, soffocando la libertà o addirittura, laddove è possibile, sopprimendo la vita.
Per Gesù, un’istituzione religiosa che accetti come culto a Dio la sofferenza e la morte dell’uomo, non è altro che un’associazione atea e criminale, i cui adepti non sono che assassini (“Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio”, Gv 8,44). Gesù dichiara che chiunque uccide credendo di rendere culto a Dio (Gv 16,2), in realtà dimostra di non conoscerlo (“E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me”, Gv 16,3). Chi usa la violenza in nome di Dio, lo fa perché non conosce il Padre, anche se si presenta come strenuo difensore del suo onore. Quanti conoscono il Padre non saranno mai persecutori ma perseguitati (“Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi, Gv 15,20). Il Padre di Gesù non è neutrale. Tra chi perseguita, anche se pretende di farlo in nome di Dio, e chi viene perseguitato, il Signore si schiera sempre a fianco dei perseguitati, trasformando la sofferenza che ne deriva, in una beatitudine, suprema espressione di felicità: “Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,10). È pertanto evidente che lo zelo per il rispetto ai dettami di testi ritenuti sacri, e per questo considerati immutabili, non è sufficiente per la loro retta intelligenza, come emerge dall’insegnamento e dalla vita di Gesù il Cristo, il Figlio di Dio. Per il Signore non basta che un testo sia considerato sacro, occorre anche che l’uomo sia considerato tale. Per questo, ogni qualvolta Gesù si è trovato di fronte alla scelta se osservare la Legge divina o fare il bene concreto dell’uomo, egli non ha mai esitato, ha scelto sempre il bene dell’uomo, la sua salute prima dell’osservanza del precetto (Mc 3,1-6; Gv 5,1-18). Facendo il bene dell’uomo si è sempre certi di fare anche il bene di Dio. Troppo spesso per il bene di Dio si sono fatti e si fanno soffrire agli uomini.

[fonte 1]
http://www.aclibergamo.it/2020/05/02/lettera-di-parresia-a-proposito-del-comunicato-cei-al-governo-conte/
[fonte 2]
https://www.chiesacattolica.it/dpcm-la-posizione-della-cei/

[fonte 3]
https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2020/04/05/coronavirus-salvini-permettere-le-messe-a-pasqua-_81e512ac-9a26-4ffb-8de7-c0f0ab85d763.html

[fonte 4]
https://www.illibraio.it/zelanti-1372002/

6 Maggio 2020Permalink

1 maggio 2020 – Calendario di maggio

.1 maggio          –  Giornata internazionale del lavoro [fonte 1]
.1 maggio 1947 – Strage di Portella della Ginestra. [fonte 2 ]
.2 maggio 1519 – Morte in Francia di Leonardo Da Vinci
.2 maggio 2011 – Uccisione di Osama Bin Laden ad Abbottabad
(Pakistan) .Operazione Neptune Spear
.2 maggio 2017 – Muore il giornalista Valentino Parlato
.3 maggio          – Giornata internazionale della libertà di stampa
.3 maggio 1476 – Nascita di Machiavelli
.4 maggio 1949 – L’Italia entra ufficialmente nella NATO
.5 maggio 1818 – Nasce Karl Marx
.5 maggio 1981 – Morte di Bobby Sand (Irlanda del Nord)
.6 maggio 1976 – Terremoto del Friuli
.6 maggio 2016 – Elezione di Sadiq Khan a sindaco di Londra
(avvocato, figlio di immigrati pachistani).
.7 maggio 1999 –  La Nato bombarda l’ambasciata cinese a Belgrado
.7 maggio 2017 – Liberazione di 83 ragazze rapita da Boko Aram [fonte 4]
.7 maggio 2017 – Elezione di Emmanuel Macron alla presidenza
………………………… della Francia
.8 maggio 1936 – Mussolini proclama la fondazione dell’impero.
.8 maggio 1945 –  Resa della Germania nazista                    [fonte 5]
.9 maggio          – Giornata dell’Europa                                   [fonte 6]
.9 maggio 1978 – Ritrovamento del corpo di Aldo Moro
.9 maggio 1978 – Omicidio di Peppino Impastato
10 maggio 1933 – Berlino. Rogo delle opere considerate “non tedesche”
……………………………………                                               [fonte 7]
10 maggio 1994 – Primo governo Berlusconi
11 maggio 1960 – Argentina: il Mossad rapisce il nazista Eichmann
11 maggio 2016 – Il parlamento approva la legge sulle Unioni Civili
…………………………Legge 20 maggio 2016, n. 76
Regolamentazione delle unioni civili tra persone
dello stesso sesso e disciplina delle convivenze.
12 maggio 1974 – Referendum sul divorzio
12 maggio 1977 –  Assassinio di Giorgiana Masi
13 maggio 1888 –  Brasile: abolizione della schiavitù
13 maggio 1978 –  Approvazione della legge 13 maggio 1978 n.180
…………………………………”Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e
obbligatori”, nota come ‘legge Basaglia’.
13 maggio 2015 –  Il Vaticano apre alla Palestina
15 maggio          –  Giornata internazionale per l’Obiezione di coscienza
15 maggio 2015 –  Condanna a morte di Dzhokhar Tsarnaev, attentatore
nella maratona di Boston del 15 aprile 2013.
16 maggio 1916 –  Accordo Sykes Picot                                 [fonte 8]
16 maggio 1944 –  Rivolta di Rom e Sinti ad Auschwitz
16 maggio 2015 –  Condanna a morte dell’ex presidente egiziano Morsi
17 maggio          –  Giornata contro l’omotransfobia                [fonte 9]
17 maggio 1961 – Inizia l’embargo USA contro Cuba
17 maggio 1972 – Assassinio del commissario Calabresi
17 maggio 2013 –  Morte in carcere di Jorge Rafael Videla
ex presidente dell’Argentina
18 maggio 1872 – Nascita di Bertrand Russel
19 maggio 1296 –  Muore papa Celestino V
19 maggio 1975 – Viene approvata la legge 19 maggio 1975, n. 151.
………………………………….Riforma del diritto di famiglia
19 maggio 2016 – Muore Marco Pannella
20 maggio 1999 – Le Nuove Brigate Rosse uccidono Massimo D’Antona
22 maggio 1978 –  Approvazione della legge 22 maggio 1978 n. 194
……………………….………Norme per la tutela sociale della maternità e
sull’interruzione volontaria della gravidanza.
22 maggio 2017 –  Strage di Manchester                                  [fonte 10]
23 maggio 1992 – Strage di Capaci
23 maggio 2015 – Beatificazione di mons Romero (assassinato nel 1980)
23 maggio 2020 –  Anno islamico 441 –                                     [fonte 11]
24 maggio 1915 – L’Italia entra nella prima guerra mondiale
25 maggio 2020 –  Minneapolis_morte dell’afro-americano George Loyd_
………………………………..inizio disordine in tutti gli USA        [fonte 12]
26 maggio 2011 –  Arresto dell’ex generale serbo Ratko Mladic
26 maggio 2018 – Irlanda, referendum sull’aborto –
27 maggio 1564 – Morte di Giovanni Calvino
27 maggio 1993 – Firenze – attentato di via dei Georgofili     [fonte 13]
28 maggio 1926 – Colpo di Stato in Portogallo: prende il potere Salazar
28 maggio 1974 – Strage di piazza della Loggia a Brescia
28 maggio 1980 – Viene assassinato Walter Tobagi, giornalista e
…………………………….scrittore
29 maggio 2005 – Referendum in Francia.
Bocciata la Costituzione europea
29 maggio 2013 – Morte di Franca Rame
30 maggio 1967 – Secessione del Biafra dalla Nigeria:
inizia la guerra civile
31 maggio 1972 – Strage di Peteano                                      [fonte 14]
31 maggio 2019 – La prof sospesa viene ricevuta in Senato con i suoi
alunni, ospite delle senatrici Liliana Segre e Elena
Cattaneo.

NOTE:
[fonte 1]
L’origine della festa del Primo Maggio appartiene alla storia degli Usa.
In Europa fu ufficializzata nel 1889 (Seconda Internazionale)
In Italia fu istituita nel 1891, soppressa nel 1925 e istituita nuovamente nel 1945.

[fonte 2]
Sebbene sia scaduto il termine della segretazione di documenti di stato sulla strage di Portella della Ginestra e le sue conseguenze gravano ancora molte oscurità.

[fonte 3]
Il conto degli anni secondo il calendario islamico prende le mosse dal venerdì 16 luglio 622, in cui fu compiuta l’Egira dal profeta dell’Islam Maometto,e si snoda in 12 mesi lunari di 29 o 30 giorni.
L’anno, quindi, dura per lo più 354 giorni e al massimo 355, evento che si verifica circa ogni tre anni.
convertitore: http://www.arab.it/calendario/conv_home.htm  

[fonte 4]
http://www.globalist.it/world/articolo/215489/mutilate-e-maltrattate-i-retroscena-delle-ragazze-liberate-in-nigeria.html

[fonte 5 ]
La giornata della vittoria in Europa (conosciuta nei paesi anglosassoni come “Victory in Europe Day” o con la sigla “V-E Day”), fu proclamata l’8 maggio 1945, data in cui si concluse la seconda guerra mondiale in Europa.
Fu il giorno in cui gli alleati accettarono formalmente la resa incondizionata delle forze armate della Germania nazista, con l’entrata in vigore dell’armistizio tra la Germania e le forze alleate. Il 30 aprile Adolf Hitler si era tolto la vita durante la battaglia di Berlino, così la resa fu autorizzata dal presidente tedesco l’ammiraglio Karl Dönitz a capo di una amministrazione passata alla storia come il governo di Flensburg. L’atto di capitolazione militare è stato firmato il 7 maggio a Reims, in Francia, e ripetuto l’8 maggio a Berlino alla presenza di una delegazione dell’Unione Sovietica

[fonte 6]
9 maggio L’Unione europea festeggia la Giornata dell’Europa.
Si tratta della data della Dichiarazione Schuman del 1950, considerata come l’atto di nascita di ciò che oggi chiamiamo Unione europea.
https://www.coe.int/it/web/portal/international-and-european-days
COE: Conseil de l’Europe – Council of Europe

[fonte 7]
«Quando i libri verranno bruciati, alla fine verranno bruciate anche le persone».
È una frase del poeta ottocentesco tedesco Heinrich Heine, riportata sul monumento di Bebelplatz, a Berlino che ricorda il rogo dei libri “non tedeschi” voluti ed effettuati dai nazisti.
Il 10 maggio 1933 l’Associazione studentesca della Germania organizzò fiaccolate nelle principali città universitarie tedesche. Furono dati alle fiamme migliaia di volumi: le opere delle teorie marxiste, quelle che attaccavano i fondamenti della religione o morale, ma anche quelle di scrittori considerati di sinistra come Bertold Brecht e Thomas Mann, e degli autori ebraici, da Albert Einstein a Sigmund Freud. Quel giorno segnò di fatto l’inizio della censura nazista.
http://www.linkiesta.it/it/article/2013/05/10/berlino-80-anni-fa-la-follia-del-rogo-dei-libri/13574/

[fonte 8]
Accordo Intesa segreta (1916) fra l’Inghilterra, rappresentata da M. Sykes (1879-1918), e la Francia, rappresentata da F. Georges-Picot (1870-1951), con l’assenso della Russia zarista, per decidere le rispettive sfere d’influenza e di controllo in Medio Oriente, dopo il crollo ritenuto imminente dell’impero ritenuto imminente dell’impero ottomano. All’Inghilterra fu riconosciuto il controllo, diretto e indiretto, di un’area comprendente la Giordania attuale e l’Iraq meridionale, con l’accesso al mare attraverso il porto di Haifa, mentre la Francia avrebbe avuto la regione siro-libanese, l’Anatolia sudorientale e l’Iraq settentrionale, e la Russia Costantinopoli con gli stretti e l’Armenia ottomana. Il resto della Palestina sarebbe stato sotto il controllo internazionale. L’intesa, che smentiva l’Accordo Husain-McMahon (1915), fu poi parzialmente modificata dai trattati del primo dopoguerra.
www.treccani.it/enciclopedia/accordo-sykes-picot_%28Dizionario-di-Storia%29/

[fonte 9]
Ventidue anni dopo la decisione dell’Organizzazione mondiale della Sanità, di togliere l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, l’Unione Europea sceglie il 17 maggio come giorno di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell’omofobia.

[fonte 10]
L’attentato di Manchester del 22 maggio 2017 è stato un attacco suicida avvenuto alla Manchester Arena alle ore 22:31 locali, al termine del concerto della cantante statunitense Ariana Grande. L’esplosione ha provocato 23 morti (incluso l’attentatore) e 250 feriti, il che lo rende il peggior attacco avvenuto nel Regno Unito .

[Fonte 11]
l Ramadan quest’anno inizia il 23 aprile e dura un mese, fino al 23 maggio.
Nel calendario islamico è il nono mese dell’anno ed è quello in cui si celebra la prima rivelazione del Corano a Maometto.23 aprile 2020
https://www.vercalendario.info/it/calendari/calendario-islamico/confrontare-1441.html
http://astro.bonavoglia.eu/cal_islam.html
https://tg24.sky.it/mondo/2020/04/23/ramadan-2020.html

[fonte 12]
https://www.ilsole24ore.com/art/minneapolis-continuano-disordini-la-morte-george-loyd-ADJ0Y7T

[fonte 13]
In via dei Georgofili a Firenze, un attentato dinamitardo di origine mafiosa provoca la morte di cinque persone. Una Fiat Fiorino imbottita di esplosivo viene fatta esplodere nei pressi della torre dei Pulci, sede dell’Accademia dei Georgofili. Anche gli Uffizi subiscono dei danni. L’attentato viene fatto risalire alla reazione dal parte del clan dei corleonesi di Totò Riina all’applicazione dell’articolo 41 bis che prevede carcere duro e isolamento per i mafiosi. La sede dei Georgofili sarà ricostruita nel 1996.
http://www.raistoria.rai.it/articoli/firenze-attentato-in-via-dei-georgofili/13178/default.aspx

[fonte 14]
La strage di Peteano è un atto terroristico di estrema destra avvenuto il 31 maggio 1972 in località Peteano, frazione di Sagrado (Go) che provocò la morte di tre carabinieri e il ferimento di altri due

1 Maggio 2020Permalink

26 aprile 2020 – I diritti sono convenienti, non solo giusti

Ricopio un recente articolo di Nadia Urbinati, attualmente docente di Teoria politica nel Department of Political Science, Columbia University di New York

17 Aprile 2020  La pandemia e gli invisibili delle città: la convenienza dei diritti  di Nadia Urbinati

La città democratica antica era come una cipolla: con strati di libertà, di subordinazione e di servitù. Sopra stavano i cittadini maschi autoctoni e sovrani. Poi venivano le donne autoctone assoggettate al governo patriarcale degli uomini. Sotto erano i semi-visibili (gli immigrati liberi, lavoratori e commercianti). Sotto ancora, gli invisibili, gli schiavi (catturati nelle guerre o comprati). La libertà era dei liberi e implicava una pletora di dominio di chi libero non era. Riposava su un dualismo radicale per cui il libero era nominato in negativo, come non servo.
Il servo marcava i confini di quell’antica libertà, che non si applicava all’universalità degli esseri umani semplicemente, senza aggettivi e appartenenze etniche.
La civiltà democratica che noi celebriamo, spesso con fastidioso orgoglio e nella quale ci identifichiamo per varie ragioni, laiche e religiose, riposa su una concezione universale del diritto primario che fa dell’uguaglianza una semplice relazione giuridica e politica. Le nostre democrazie, innestate sulla sovranità e i confini degli Stati galleggiano su questo mare universalista, che è ad un tempo il loro alimento e il loro limite. Non si da una definizione legittima del diritto umano come diritto che appartiene ad un gruppo di uguali per ragioni di cultura e appartenenza nazionale. Questa è la premessa della nostra civiltà del diritto che nei secoli ha reinterpretato la politica, la vita privata e pubblica, la cultura e l’etica.
Questa civiltà del diritto è messa a repentaglio ogni volta che una società vive e accetta di vivere del servizio di invisibili. Lo si vede nell’Italia del Covid19. I cittadini (soprattutto quelli che possono) stanno protetti in casa : #iorestoacasa. Ma per farlo hanno bisogno di molti servizi. Oggi hanno quindi la possibilità di capire quanto sia perniciosa la politica dell’immigrazione clandestina sulla quale i governi, soprattutto quello precedente, hanno mietuto consensi. Lo ha spiegato ieri Tito Boeri su questo giornale: senza far emergere gli illegali e i clandestini, senza dare loro la regolarizzazione che gli consente di lavorare in sicurezza in agricoltura , chi sta in casa non sta sicuro, il virus “si è diffuso nella case occupate e poi nei centri di accoglienza. Accorpati dal decreto Salvini, facilitano il contagio”.
Scopriamo con questa pandemia che la cultura dei diritti non è solo un bel fiore all’occhiello di un Occidente, pretestuoso e spesso imperiale. La cultura dei diritti, l’inclusione universale che implica, è anche “utile”.
L’utilità dell’inclusione dei lavoratori clandestini nella rete dei diritti di trattamento e di sicurezza sociale; l’utilità di avviare una sanatoria che equipari tutti i residenti ai cittadini, e renda i clandestini legali: questa è la condizione affinché chi sta in casa per ripararsi al virus possa approvvigionarsi di prodotti agricoli e sentirsi sicuro. Il paradosso delle ideologia nazional-populiste che dicono di escludere dal godimento dei diritti gli “altri” per meglio garantire “noi” è di gettare le condizioni per rendere vana la sicurezza del diritto a tutti. La rivolta contro la cultura dei diritti è indicativa di una visione etnocentrica illiberale che si dimostra controproducente proprio per coloro che sono dichiarati privilegiati. I diritti sono convenienti, non solo giusti.
Una comunità a buccia di cipolla che sovrappone i visibili nel diritto ai semivisibili residenti regolari senza cittadinanza, e agli invisibili, questa società stratificata ineguale è tremendamente ingiusta e anche pericolosa. “Prima gli italiani” è uno slogan poco perspicace perché il coronavirus rende i non liberi e gli invisibili un rischio incalcolabile.

https://rep.repubblica.it/pwa/commento/2020/04/17/news/coronavirus_la_pandemia_e_gli_invisibili_delle_citta_la_convenienza_dei_diritti-254318565/

 

26 Aprile 2020Permalink

17 Aprile 2020 – Ancora moda e coronavirus

Proprio io che non sono appassionata di abiti firmati et similia, torno a parlare del mondo della moda dopo l’articolo del 29 marzo ( https://diariealtro.it/?p=7236 )

Meditazioni su una sfilata di moda…
Questa volta voglio riprendere le parole di un grande stilista Giorgio Armani che ha scritto sulla rivista WWD Women’s Wear Daily, una rivista riferimento del mondo della moda, una lettera a mio avviso molto importante. Fu tra i primi a comprendere la gravità di una situazione compromessa dal coronavirus , a prendere di conseguenza immediati e controversi provvedimenti, e poi a convertire la produzione dei quattro stabilimenti italiani (Trento, Carré, Matelica e Settimo Torinese)a camici da ospedale, monouso e protettivi.
Egli infatti invia “ un richiamo a riflettere sui meccanismi frenetici che fino ad oggi hanno scandito i ritmi del mondo fashion e un invito a modificarli quando l’emergenza in corso sarà finita e sarà necessario ristabilire nuove priorità.“ dichiara poi : “Non voglio più lavorare così, è immorale” continua poi
Questa crisi è anche una meravigliosa opportunità per ridare valore all’autenticità (…) basta intrattenere con spettacoli grandiosi che oggi si rivelano per quel che sono: inappropriati, e voglio dire anche volgari. Basta con le sfilate in tutto il mondo, fatte tramite i viaggi che inquinano. Basta con gli sprechi di denaro per gli show, sono solo pennellate di smalto apposte sopra il nulla” e poi conclude
“Il momento che stiamo attraversando è turbolento, ma ci offre la possibilità, unica davvero, di aggiustare quello che non va, di togliere il superfluo, di ritrovare una dimensione più umana”, ha concluso lo stilista: “Questa è forse la più importante lezione di questa crisi”.
Certo le parole sono molto significative soprattutto dette da un importante imprenditore commerciale, mentre si sentono commercianti imprenditori, e politici che sembra non abbiamo imparato niente da questa tragedia e si augurano solo che tutto torni come prima il più presto possibile.
E già che parlo di moda riporto anche alcune considerazioni tratte da un articolo di Quartz.

    Negli anni che seguirono la Rivoluzione francese, si perse interesse per le sottogonne a cerchio che avevano occupato la scena per decenni: le donne, in maniera molto naturale, stavano evitando i simboli dell’aristocrazia. Allo stesso modo finirono per indossare i pantaloni più regolarmente dopo la seconda guerra mondiale. Avendolo fatto per necessità nelle fabbriche, cominciarono a farlo per scelta e per comodità.
Che segno lascerà allora questa fase che stiamo attraversando? Come la quarantena, il ripiegamento verso una quotidianità domestica che già sta alterando la vita quotidiana di milioni di persone, influenzerà le nostre scelte sugli abiti che indossiamo?
La prima conseguenza logica potrebbe essere un cambio di direzione nei confronti del casual e degli abiti confortevoli.

Sarà così? Beh io sono già pronta…da sempre vesto casual 

                                                                              GIULY

17 Aprile 2020Permalink

15 aprile 2020 – Schiavi della pubblica opinione producono schiavi.

Chi guardasse il calendario del mio blog ad ogni 16 aprile potrà leggere
1995 Pakistan: assassinio del sindacalista Iqbal Masih. Aveva 12 anni
Da allora il 16 aprile è Giornata Mondiale contro la schiavitù infantile –
Istituita in memoria di Iqbal, un bambino pakistano che a soli cinque anni viene consegnato ad un fabbricante di tappeti. Una fabbrica in cui i lavoratori sono tutti bambini che in regime di totale sfruttamento vengono costantemente percossi per ogni minimo errore di lavorazione o per ogni cenno di rimostranza. Iqbal riesce a scappare e, da un incontro con un’attivista per i diritti minorili, comincia la sua battaglia anti-sfruttamento e inizia a lottare contro la schiavitù infantile. La sua piccola voce, le sue denunce, fanno il giro del mondo raggiungendo una tale forza da costringere la fabbrica dove lavorava, e molte altre, a chiudere. Tuttavia è proprio in questo frangente che il bambino pakistano diviene un bersaglio e sarà a causa della sua denuncia che sarà ucciso il 16 aprile 1995.

Con mia meraviglia i giornali oggi ne parlano, ne parla la giornalista di Prima Pagina.
Nel mio blog, oltre alla data, c’era una nota promemoria con cui l’avevo associato ad altri bambini con storie d’attualità
Si può leggere il 28 settembre 2019 con il link https://diariealtro.it/?p=6897
Lascio perdere diariealtro e cerco di capire che succede

Ieri La Stampa aveva un breve articolo di Andrea Riccardi, ex ministro e fondatore della comunità di Sant’Egidio che evidenzia come regolarizzare gli immigrati sarebbe vantaggioso e giusto.
L’articolo non è leggibile ai non abbonati e non trovo più il quotidiano sparito fra quelli che cerco disperatamente di leggere con esiti deprimenti per l’insufficienza del tempo-

Mi soccorre un articolo on line
Coronavirus, Riccardi: ‘Regolarizzare immigrati irregolari, potenziali focolai di infetti’
L’articolo è firmato da Pasquale De Marte e accanto trovo anche l’indicazione per un video di Chiara Esposito [fonte 2]

La guerra contro la diffusione del Coronavirus va combattuta su più fronti.
Uno di questi potrebbe essere quello delle persone che rischiano di sfuggire al controllo in quanto irregolari. E’ il caso dei migranti, molto spesso lavoratori stagionali ai limiti della schiavitù, che possono diventare un preoccupante veicolo di contagio. A lanciare l’allarme e a proporre misure di regolarizzazione straordinarie è l’ex ministro per l’Integrazione del governo Monti, Andrea Riccardi. Il fondatore della comunità di Sant’Egidio, in un’intervista rilasciata a La Stampa, ha spiegato tutte le problematiche connesse al mondo del lavoro e a chi è sul territorio italiano in maniera borderline o comunque irregolare.
Un esercito di invisibili in Italia
Non è un segreto che in Italia ci siano molte persone che lavorano senza un permesso di soggiorno. Come spiega lo stesso Riccardi, si tratta di persone provenienti dall’Est Europa che lavorano come colf, badanti e baby sitter. A loro si aggiungono indiani, africani o persone del Bangladesh che prestano il loro servizio e fanno la fame. “Non hanno – evidenzia l’ex ministro- diritti e fanno la fame”. A rendere più complicata la loro situazione, secondo Riccardi, ci sarebbe stata ,la loro esclusione dagli ammortizzatori sociali straordinari del periodo.
“E’ stato – fa sapere – un errore gravissimo lasciarli senza tutele”.
Tuttavia, secondo Andrea Riccardi, sotto il profilo strettamente lavorativo il problema va affrontato sotto due aspetti. Il primo è strettamente legato alla manodopera. “Secondo Confagricoltura – evidenzia – occorrono 200.000 lavoratori, sono a rischio la produzione e gli allevamenti”.
Per Riccardi, migranti decisivi nella ripresa
La richiesta di manodopera e l’emergenza sanitaria fa nascere, secondo l’ex ministro, la necessità di offrire maggiori garanzie per chi potrebbe lavorare nelle campagne e assistere gli anziani. Tenerli ai margini potrebbe diventare un rischio destinato a diventare sensibile sotto ogni punto di vista. “In Italia – ha detto – ci sono 600.000 migranti irregolari che vivono ai margini e possono alimentare focolai di infezione.
Occorre regolarizzarli prevedendo permessi di soggiorno temporanei per garantire la tutela sociale. Nella fase 2 ci sarà ancora più bisogno di loro”.
Riccardi ha fatto sapere che non vuole sentir parlare di sanatoria, ma necessità di regolarizzare gli immigrati che potrebbero giocare un ruolo decisivo nella ripresa del Paese.
Dopo il Ministro Teresa Bellanova che aveva palesato la necessità di manodopera straniera nei campi, un’altra voce arriva sulla stessa lunghezza d’onda.

Concludo ragionando sul nuovo modello di inclusione, tramite regolarizzazione

Invisibili utili che di conseguenza devono diventare visibili; adulti impegnati nel salvare i prodotti dell’agricoltura nel nostro territorio e badanti che devono salvare famiglie abbandonate con soggetti bisognosi di assistenza
Invisibili inutili e perciò abbandonati dalle istituzioni, dalle norme di legge, alle associazioni culturali, assistenziali, dalle chiese cristiane finalmente ecumeniche nell’accettazione che, a seguito della legge 94/2009, ci siano nati nel nostro territorio cui, accuratamente classificati per condizioni burocratiche, viene negato anche il nome .
Il metodo non è quello usato in Pakistan per il povero Iqbal ma è più morbido e possibilmente altrettanto efficace .

Schiavi della pubblica opinione producono schiavi.
Meritano segnalazione i pochi che si sono rifiutati di partecipare alla distruzione di nati in Italia, distruzione gradita all’indifferenza dei più.

Di seguito accanto ad ogni passaggio indico la data più recente in cui ne ho scritto nel blog diariealtro dove si possono trovare i link per risalire alle fonti.
Ha espresso il sui dissenso la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (e va segnalata in proposito l’attività del GrIS FVG) anche in sede congressuale nel 2014,
La ministra Lamorgese ha dato dignità alla circolare che affida ai comuni l’aggiramento eticamente e politicamente sostenibile dei comuni che la applicano. (7 settembre 2019)
Il consigliere Furio Honsell ha richiamato il ruolo dei comuni con una mozione approvata dal consiglio regionale del FVG (3 ottobre 2919) l.
Ha dato notizia della necessità di cambiare la legge il gruppo Convention on the Rights of the Child
anche con la pubblicazione del 10° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. (14 marzo 2020)
Ha consentito alla mia ipotesi il giurista Pietro Ichino
(direttamente al suo sito: https://www.pietroichino.it/?p=54020 )

FONTI
[fonte 1]
https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/04/14/news/coronavirus-andrea-riccardi-regolarizziamo-tutti-gli-immigrati-cosi-possiamo-evitare-il-contagio-1.38715498
[fonte 2]
https://it.blastingnews.com/politica/2020/04/coronavirus-riccardi-regolarizzare-immigrati-irregolari-potenziali-focolai-di-infetti-003115143.html

15 Aprile 2020Permalink

3 aprile 2020 – Portiamo il cibo a tavola, ma abbiamo fame

Coronavirus, l’appello dei braccianti “invisibili” agli italiani:
Portiamo il cibo a tavola, ma abbiamo fame”
Non può fermarsi la filiera alimentare, proprio come il sistema sanitario. Neppure in tempi di coronavirus. Ma c’è un dramma che si sta consumando nelle nostre campagne, una crisi che l’epidemia rischia di peggiorare. Complice anche la piaga del caporalato. Con le restrizioni imposte dall’emergenza, molti lavoratori – spesso stranieri – sono rimasti senza lavoro. E ora chiedono aiuto. Con un appello alla generosità degli italiani. Chiedono di ricevere aiuti attraverso la piattaforma per donazioni gratuite GoFundMe.
E scrivono un testo – dal titolo “Portiamo il cibo a tavola ma abbiamo fame” – per descrivere la loro condizione.

“Siamo Paola, Abdul, Michele, Mamy, Patrizia e tanti altri braccianti invisibili, zappatori dimenticati e raccoglitori derelitti della frutta e della verdura che trovate sulle vostre tavole”, scrivono. “Il nostro sudore è uno degli ingredienti della vostra dieta giornaliera. Ogni mattina ci alziamo all’alba, ci spacchiamo la schiena nei campi per tutto il giorno e torniamo la notte a dormire nei nostri tuguri, nelle nostre baracche e nei casolari fatiscenti.
Oggi, abbiamo bisogno di voi e della vostra generosità. Siamo degli esseri umani, con uno stomaco quasi sempre vuoto, e non solo braccia da sfruttare”. E quindi chiedono una donazione “per portare cibo e diritti sulle nostre tavole”. E spiegano: “Ci dicono, giustamente e con ragione, di stare chiusi in casa per sconfiggere questo nemico invisibile. Ma se noi non usciamo non faremo mangiare tante persone tra cui i medici e infermieri in trincea. Lavoriamo senza guanti, senza mascherine e senza distanziamento. Per molti di noi non ci sono sussidi, congedi o cassa integrazione”.

Negli ultimi giorni, la Flai Cgil, Terra e Slow Food hanno chiesto di regolarizzare i braccianti stranieri per proteggerli dal caporalato e dal coronavirus. Un dramma su cui anche il governo sta riflettendo.

https://www.repubblica.it/politica/2020/04/03/news/coronavirus_agricoltura_braccianti-253065050/?ref=RHPPTP-BH-I253053124-C8-P1-S2.4-T1

3 Aprile 2020Permalink

1 aprile 2020 – Martina racconta

Martina Del Piccolo, originaria di Cervignano del Friuli. Laureata in Lettere presso l’università di Trieste con una tesi in Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea, dal titolo Una voce carpita e sommersa: Bruna Sibille-Sizia .
Le note biografiche sono poche ma aumenteranno via via che la conosceremo.

Avevo incontrato Martina nell’era pre Covid19 alla Casa delle donne (un luogo che voglio ritrovare nell’era post Covid19 così come lo ricordo, accogliente, aperto, dove il confronto era possibile e nessuna si sentiva obbligata a farsi attenta ad alcuna omologazione, dove la memoria poteva farsi conoscenza del passato non nostalgico amarcord. Sapevo infatti che c’era estrema attenzione alla raccolta di documenti sulla ‘storia’ delle donne anche e soprattutto relativa al nostro territorio.

Ho ritrovato Martina alla presentazione del suo romanzo che porta lo stesso titolo della tesi di laurea. Mi ha colpito come incontro fra donne attraverso il tempo , ne abbiamo parlato e poi … poi Mr. Covid19 ha cercato di zittirci. Non sarà così facile.
Qualche giorno fa ho trovato un articolo di Martina che mi è sembrato interessante.
La peste a Gorizia di qualche secolo fa svela la dimensione umane di fronte a ciò che, certamente inaspettato, umano non è.
Ho deciso che in questo momento ogni strumento per diffondere conoscenza è importante e che anche il mio piccolo blog può fare la sua parte.
Ho scritto a Martina dicendole la mia difficoltà a trasformare un articolo in una grafica adatta al mio blog. Ne ho avuto il testo il giorno successivo e così lo pubblico. Non le ho chiesto nessuna opinione..
Se la mia presentazione non le piace me lo scriverà e sarò felice di riportarlo sul mio blog, curioso ma non pettegolo.
Ci conto, Martina.

Messaggerero Veneto 28 marzo

  «Se mi chiatin fur dal tet, / a revedessi in lazaret»
Oramai ci stiamo abituando a tutto e al contrario di tutto. Capovolti, ribaltati, interrotti, impauriti quali siamo, ci ritroviamo increduli e stupiti nello scoprire che di questa epidemia, datata 2020, ogni cosa era già stata scritta quattrocento anni fa da un nostro antenato blogger friulano.
Con paradossale modernità, tanto da strizzare l’occhio ai post quotidiani dei social corredati da immagini, “Il diario della peste di Giovanni Maria Marusig 1682” (Edizioni della Laguna 2005, a cura di M. Cristina Cergna con saggio di Rienzo Pellegrini), raccoglie testo e illustrazioni dei fascinosi manoscritti autografi della “Relatione del contaggio di Goritia”.
Giovanni Maria Marusig (Zanmaria) fu poeta, cronista, illustratore, poligrafo barocco, primo versificatore friulano della sua amata città. Cappellano del monastero di Santa Chiara, in quarantena nell’allora piazza Grande (oggi Vittoria), registrò tutto ciò che andava vivendo della più virulenta peste goriziana. L’opera, di indubbio valore storico e documentario, in italiano e friulano (con termini sloveni e clausole latine), racconta “l’anno miserabile”, dal 18 maggio 1682 alla primavera successiva, con annotazioni dettagliatissime, dal primo contagio ai profili dei deceduti, fino alla rinascita, in una pluralità di sfumature. Si passa dal realismo all’ironia, al disincanto, alla sfrontatezza, al cinismo o alla constatazione della fragilità umana. Nei versi dal ritmo serrato e dall’espressività schietta, in un friulano che diventa strumento di comicità, leggiamo la paura per la propria sorte, ma soprattutto gustiamo un accento scherzoso, ironico, satirico-moraleggiante che serve a esorcizzare timori e lutti, a far da contrappunto burlesco alla tragicità, in un equilibrio che è il segreto per sopravvivere, fatto di concretezza e evasione. Il diario pare l’antenato di pagine social che tutto annotano in divenire; perfino il ricorso al riso a stemperare l’ansia, accanto al richiamo alla responsabilità, ritornano ora come allora. E se oggi basta un gesto per un plebiscito di “mi piace”, nel XVII secolo Marusig rilevava che i suoi versi “piacevano”.
Nel sonetto “Sopra quelli che burlavan l’authore in tempo di peste” si rivolge ai canzonatori che lo burlavano per la quarantena e scappavano dal bubbone ma non dalle sue rime: «Minchionadors, savevis dugh burlami / quant che ieri serat in quarantia. / Dalla cot vo schiampavis duquaing via, / ma no da rimis che mi pon iudami». C’è persino una sorta di #iorestoacasa: «Sta a chiasa», «Resta a chiasa, studios», «A chiasa, padri, no là ator», fino alla rima saggia: «Se mi chiatin fur dal tet, / a revedessi in lazaret» (se mi trovano fuori dal tetto, arrivederci in lazzaretto). Tutto si svolge sotto ai nostri occhi, a partire dal sonetto “Sopra Andrea Cuculuta che fu l’origine della peste di Gorizia” ma anche delle righe scritte e della fine della paura per le streghe, perché timore più grande era ora la peste che decimava anche il denaro: «Par te scrivei nel libri tanti’ riis / … né plui paura vevi delli striis». Disperazione per un male a cui non sembra esserci rimedio, impotenza dei medici, calce che segna con una croce le case infette, fratelli che seppelliscono sorelle, madri che portano figlie al lazzaretto rischiando il contagio con gli oggetti. Ma anche una città che impara a vivere diversamente con la chiusura delle scuole, le messe celebrate all’aperto, i voti ai santi. Prudenza traspare dall’invito a limitare i festeggiamenti per la fine della quarantena in castello. E se c’è una nobiltà che lascia Gorizia e c’è chi ruba oggetti nelle case infette garantendosi l’impiccagione, c’è anche una solidarietà fin dentro le botti di vino mandate da benefattori ai poveri del lazzaretto. Stupisce la lucida capacità di non ricondurre tutte le morti alla peste, ma anche a altro male o vecchiaia, concludendo che meglio sarebbe stato anticipare le restrizioni per spazzar via presto l’epidemia:
«Se scomenzava prin la quarantia / la pesta trop devant sbratava via». Marusig, consolato da «bon pan, bon vin», è portatore di allegria: «Stant sul balcon, chei siors mi domandavin / cimut che stoi e se la cot bisia. / Benchè serat, mostrai di vè ligria. / Duch… si indalegravin. / Par iessi ros, tros si maraveavin. / Io no pandei il secret e bizaria: / cun camisiola rossa Zamaria / freiava li ganassis…» (Stando alla finestra, quei signori mi domandavano come stessi e se il bubbone pizzicava. Benché chiuso, mostrai di avere allegria. Tutti…si rallegravano. Tanti si meravigliavano che io fossi rosso. Io non rivelai il segreto e la bizzarria: con la camiciola rossa Gianmaria massaggiava le guance). C’è spazio anche per il burlesco testamento con lascito di «duti’ li’ balis da me fontanella» a chi di lui aveva sparlato, e per le “Censure” contro Gorizia alimentate dalla paura delle terre vicine. Sperando che la cometa sia stata di buon augurio, trascorre la Pasqua silenziosa «sì alta / che senza favellà, sol alla muta».

Ma ecco la rinascita: «I schoars zà scomenzin là a schuela, /no viodarìn plui muarz in ta barella»; l’immagine degli scolari spazza via quella delle barelle. Si sente suonare per la prima messa grande dei Gesuiti! Si può dar notizia che la quarantena è finita e partita: «Finida la pesta» allora «disset partida»! Grazie a Dio e ai protettori, per la processione di San Rocco, cinquemila sono in fila!
La forza narrativa dei disegni, raffiguranti luoghi, personaggi in quarantena, riti e alberi del diramarsi del contagio, dialoga con prosa e versi, svelando in un racconto per immagini, nel contempo, costumi e architettura della Gorizia del Seicento oltre che uno specchio del nostro disorientato momento.
Martina Del Piccol

1 Aprile 2020Permalink

1 aprile 2020 – Calendario del mese di aprile

.1 aprile 1939 – Inizio della dittatura franchista in Spagna
.1 aprile 2015 – Accordo Losanna su nucleare iraniano
.2 aprile 2005 – Morte di papa Giovanni Paolo II
.2 aprile 2015 – Strage al campus universitario di Garissa (Kenia)
.2 aprile 2018 – Muore Winnie Mandela per 38 anni moglie di Nelson
………………………………Mandela
.4 aprile 1949 – Fondazione della NATO – Washington [fonte 1]
.4 aprile 1968 – Assassinio di Martin Luther King
.5 aprile 1943 – Arresto di Dietrich Bonhoeffer
.6 aprile 1992 – Inizio dell’assedio di Sarajevo
.6 aprile 2009 – Terremoto de L’Aquila.7 aprile 2017
.7 aprile 2017 – Attentato Stoccolma
.8 aprile 2020-  primo giorno di Pesah – anno 5780
.9 aprile 1945 – Le SS impiccano Dietrich Bonhoeffer
11 aprile 1963 – Giovanni XXIII promulga la Pacem in terris
11 aprile 1987 – Muore Primo Levi
12 aprile 2020 – Pasqua
13 aprile 2016 – Muore Pietro Pinna
14 aprile 2014 – Rapimento di 200 studentesse nigeriane da parte di
…………………………Boko Haram.
15 aprile 1912 – Affonda il Titanic
15 aprile 2019 – Incendio Notre-Dame e AlAqsa
16 aprile 1995 – Pakistan: assassinio del sindacalista Iqbal Masih.
…………………………Aveva 12 anni
16 aprile  2020 – ultimo giorno di Pesach – anno  5780
16 aprile 2020  –  Luis Sepulveda muore di coronavirus
17 aprile 1961 – Cuba. Fallisce lo sbarco di anticastristi nella Baia dei
………………………………Porci
19 aprile 2003 – Elezione di papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger)
20 aprile 570 –    Nascita del profeta Muhammad (che chiamiamo
…………………………………Maometto)
20 aprile 1946 – Morte di Ernesto Buonaiuti
20 aprile 2017 – Attentato terroristico agli Champs Elysées
20 aprile 2019 – Fine della Festività di Pesach (anno 5779)
21 aprile 1967 – Grecia – colpo di stato dei colonnelli
22 aprile 1616 – Morte di Cervantes
23 aprile 1564 – Anniversario della nascita e morte di Shakespeare
…………………….(1564 – 1616?)
23 aprile 2020  – Inizio del Ramadan dell’anno islamico 1441
24 aprile – Commemorazione della deportazione e del genocidio
……………………………..degli Armeni
24 aprile 2013 – Crollo fabbrica Rana Plaza, Bangladesh
25 aprile – ………..Festa della liberazione
25 aprile 1974. – Portogallo: rivoluzione dei garofani
26 aprile 1986 – Ucraina: scoppia il reattore nucleare di Chernobyl
27 aprile 1937 – Morte di Antonio Gramsci
28 aprile 1969 – Charles de Gaulle si dimette da presidente della Francia
28 aprile 2013 – Governo Letta
28 aprile 2013 – Attentato a palazzo Chigi
28 aprile 2017 – Visita del papa in Egitto
29 aprile 1944 – Rivolta del ghetto di Varsavia
29 aprile 2918 – Elezioni regionali FVG – Elezioni comune Udine e altri
29 aprile 2018 – Muore Filippo Gentiloni
30 aprile 1982 – Cosa Nostra uccide Pio La Torre

[Fonte 1]  Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord è un’organizzazione internazionale per la collaborazione nel settore della difesa. Il Patto Atlantico ne è il trattato istitutivo)
(in inglese: North Atlantic Treaty Organization – NATO,
in francese: Organisation du traité du Nord)

1 Aprile 2020Permalink

29 marzo 2020 – Quando essere controcorrente fa bene

  • Do molta importanza al mio blog e sono felice di segnalare la sua prima new entry.  Fra un po’ non la segnalerò più: farà parte della normalità.

Meditazioni su una sfilata di moda…

Mi ha sempre affascinato come l’arte, la musica, l’architettura siano espressione e anzi precedano le nuove sensibilità e i cambiamenti di modi di pensare e agire. Ieri un articolo mi ha fatto aggiungere anche l’alta moda a questi rilevatori di nuove influenze. Non seguo mai l’alta moda che ho sempre considerato una follia assurda con i suoi modelli immettibili e le sue stravaganze ma l’articolo di Maria Corbi su Live del Messaggero Veneto mi ha fatto pensare.
La giornalista ha seguito le sfilate di Parigi di Chanel, Balenciaga e tutti presentavano modelle con i corpi completamente coperti. E il set diventa un monastero, dice.
Questo le offre l’occasione di una interessante serie di considerazioni collegando il concetto di pudore all’evoluzione della società.
Afferma che ’estetica e l’etica condivisa, sono temi che influenzano e dirigono l’ispirazione. […] Dalla rivoluzione dei costumi consacrata dal 1968 ed esplosa poi nei decenni successivi, la lotta al pudore ha proceduto di pari passo con quella al conformismo ( la minigonna di Mary Quant…) […]
Da quel momento le donne hanno infranto regole e tabù, scoprendo le forme femminili come provocazione, ma anche come affermazione di sé. Ma la Corbi continua: la nuova estetica femminile, fatta di seduzione e corpi esposti da scelta è diventata oppressione , un nuovo freno al raggiungimento non solo dell’eguaglianza, ma anche dell’inclusione. E più avanti prosegue: E’ ormai chiarissimo che il pensionamento del senso del pudore è stato uno dei tanti modi che l’altro sesso ha usato per sottomettere le donne.
Poi la giornalista allarga il concetto di caduta del pudore al sociale. Nel nuovo millennio  l’arrivo delle società social ha accelerato tutto, …., dando un nuovo significato alla spudoratezza, a una esposizione non solo dei corpi, ma anche delle vite delle persone messe a nudo su Facebook, Instagram, &C. E soprattutto la nuova formula televisiva, i reality, che … annientano la privacy, ma anche l’educazione e la decenza. [… ]  Poi il reality trash si è trasferito anche nelle istituzioni , nel linguaggio e nel comportamento dei politici. Perché il pudore è considerato un freno al raggiungimento del successo sempre più connesso al concetto di popolarità e non di merito e valore. Una società costruita sui like  [… ] dimentica il vero significato del pudore, ossia la difesa della nostra intimità e quindi libertà.
Ma anche se sarebbe interessante approfondire sia la spudoratezza come oppressione, sia il legame tra l’esposizione dei corpi e quella delle anime, io voglio ritornare al senso delle sfilate di mannequin vestite con tuniche monastiche.
Sta finendo il periodo in cui il raggiungimento del piacere costituisce il fine del nostro agire? E’ finito il periodo in cui è obbligatorio piacere per sentirsi realizzati?
Inizia un periodo di gravi difficoltà che non consente sprechi di nessun tipo di risorse? Notare che le sfilate a cui si riferisce la Corbi erano prima del diffondersi della pandemia in Europa
Stiamo andando verso un nuovo Medioevo?
Dove non voglio dare a esso alcuna connotazione negativa, pensiamo alle grandi cattedrali costruite in quel periodo, alle grandi realizzazioni in letteratura e nell’arte. Medioevo come ritorno ad un senso profondo di spiritualità, ad una riscoperta dei valori fondanti, ad una riscoperta di Dio. Ieri sera guardando la benedizione Urbi et Orbi di Papa Francesco mi sembrava di assistere ad una Sacra Rappresentazione medioevale sul sagrato della chiesa. Profonde le parole di Francesco con lunghi momenti di silenzio assoluto: pulizia mentale. Bellissima e coinvolgente la coreografia in cui ha partecipato anche il cielo con le luci soffuse del tramonto e quelle gocce di pioggia o di pianto che scendevano sul volto del Cristo crocifisso Il tutto estremamente commovente e coinvolgente.
Quante persone l’hanno seguita? Era pensabile solo un mese fa?
GIULY

  • Commento autoritario e non autorevole (suppongo) della amministratrice.
    Nemmeno la new entry è tenuta a condividerlo.
    Per ora mi faccio carico io di raccogliere le new entry e gestirle.
    E’ un sistema un po’ dittatoriale ma dopo la paziente (da parte mia) esperienza fallita di facebook – dove non intervengo più sfinita dai like, dalle battute che si rincorrono per un po’ poi sparisce tutto e si ricomincia – faccio a modo mio. Tanto leggere questo vecchio blog non è obbligatorio e se qualcuno vuol discutere mi scriva (i miei corrispondenti ricevono segnalazioni dei pezzi che mi sembra utile segnalare e per ciò stesso dispongono del mio indirizzo. Altrettanto potrà fare la new entry se crede) . A mia insindacabile decisione pubblicherà.
    Leggo spaventata che i miracolisti sono già emersi e chiacchierano di apparizioni contemporanee all’intervento del papa. Vadano a Medjugorje quando il signor covid19 consentirà.
    Il rosario della nota località croata è pubblicizzato da tale senatore Matteo Salvini di facile reperibilità per gli interessati del genere.
    Non vado oltre perché non voglio sciupare l’effetto del bel commento di giuly che condivido, ringraziandola..
29 Marzo 2020Permalink