21 settembre 2019 – Tre insegnanti e un Tribunale ma non solo nè sole.

La prima storia.
Da Avvocatura per i Diritti LGBTI – Rete Lenford

+++ Liceo da Vinci di Milano. Il Tribunale annulla le sanzioni disciplinari per le docenti che avevano chiesto un dibattito sull’omofobia +++
Il 5 febbraio del 2018, davanti a uno dei più prestigiosi istituti scolastici di Milano, il Liceo scientifico Leonardo da Vinci, venne affisso un manifesto anonimo «Gay, c’è poco da essere pride», con un lungo elenco di informazioni del tutto sbagliate su malattie sessualmente trasmissibili, di cui gli omosessuali venivano indicati come «untori».
A molti, compresi i giornalisti che riportarono la vicenda, il manifesto sembrò la risposta omofoba all’Assemblea che, il precedente 30 gennaio, gli Studenti del Liceo avevano organizzato sulle tematiche dell’orientamento sessuale e dell’educazione affettiva, e che aveva affrontato anche la storia del movimento LGBTI in Italia e nel mondo, la condivisione di esperienze di coming out e le malattie sessualmente trasmissibili.
L’organizzazione di quella Assemblea era stata preceduta da numerose polemiche, riportate da diversi quotidiani nazionali e addirittura 11 docenti avevano inviato una e-mail a tutti i genitori, lamentando l’assenza di contraddittorio su temi da loro considerati «sensibili».
Del resto, già nel 2015 una professoressa – tra i firmatari della lettera di contestazione dell’Assemblea – aveva preso posizione, sia a mezzo stampa che con un cartellone sulle scale del Liceo, contro le unioni tra persone dello stesso sesso, definite «innaturali» poiché solo la «relazione tra un uomo e una donna è naturalmente capace di generare la vita».
Anche per questa ragione, una docente del Liceo, il giorno successivo all’affissione del manifesto anonimo, decise di esporre nei locali dell’Istituto un proprio manifesto nel quale invitava la Dirigente scolastica a promuovere un momento di dialogo per commentare quanto stava accadendo nella scuola: «Le chiedo di trovare un momento comune per riportare la nostra comunità scolastica al patto di fiducia per la crescita integrale dei ragazzi, nel rispetto dei diritti di tutti e di ciascuno. È a scuola che si educa al rispetto dell’altra e dell’altro». Le prime ad aderire furono due colleghe, seguite successivamente da altri docenti e molti ragazzi.
La Dirigente scolastica anziché accogliere la richiesta di confronto interno, decise di sanzionare le tre docenti con un provvedimento disciplinare. Secondo l’Istituto, le tre Professoresse avevano ecceduto «nel diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero», con un comportamento – si legge nelle motivazioni delle sanzioni – che ledeva «il decoro e l’onore della persona, mettendo in pericolo e o creando tensione all’interno del luogo di lavoro e più in generale nella comunità scolastica».
Le tre Professoresse difese dagli Avvocati Emiliano Ganzarolli e Maria Grazia Sangalli, di Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI, sono ricorse contro le sanzioni disciplinari dinanzi al Tribunale di Milano, che le ha annullate con un provvedimento pubblicato il 27 agosto 2019.
Inoltre, ha condannato il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) alla integrale rifusione delle spese legali.
«Abbiamo dovuto lavorare per mesi per ricostruire con precisione il quadro fattuale e fornire al Tribunale la rappresentazione dettagliata della vicenda – sottolineano i legali -. Ciò ha consentito al Tribunale di riconoscere che la procedura disciplinare non aveva fondamento giuridico. Appariva evidente, infatti, che la contestazione era assai confusa».
Secondo le parole del Tribunale «la genericità delle contestazioni disciplinari tradisce, nel caso di specie, l’irrilevanza a livello disciplinare della condotta delle ricorrenti, mera espressione della libertà di manifestazione del pensiero delle docenti».
«Si tratta di un giudizio molto importante – commenta la Presidente di Rete Lenford, Miryam Camilleri -. Viene riaffermata la centralità del patto educativo che deve esistere tra docenti e studenti e che, per esprimersi, ha necessità di un ambiente inclusivo e plurale, in cui sia riconosciuta la libertà di pensiero degli educatori, ma soprattutto il diritto dei ragazzi e delle ragazze – come recita la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – alla libertà di ricercare, di ricevere e di divulgare informazioni e idee di ogni specie.
Il procedimento disciplinare intrapreso dalla Dirigente del Liceo aveva prodotto l’effetto opposto: quello di impedire il confronto di idee, ancora più grave perché portata avanti in un luogo – l’Istituto superiore – in cui il dibattito e il contraddittorio rappresentano i primi motori della crescita individuale».

La seconda storia

Quello che ho ricopiato sopra non è un episodio a se staente ma si colloca nella storia di chi conosce il significato della propria professione .. oltre il potere che non tollera competenza e responsabilità

La professoressa Rosa Dall’Aria era stata era stata sospesa dall’ufficio scolastico provinciale per due settimane in seguito alle polemiche relative a un lavoro realizzato dai suoi alunni che avevano tracciato un parallelo tra le leggi razziali del ’38 e il decreto sicurezza voluto dall’allora ministro dell’interno.
Il mio blog diariealtro lo sa e lo ricorda

24 maggio 2019 – Purtroppo ho trovato quel che cercavo               https://diariealtro.it/?p=6609

25 maggio 2019 – Una collega che mi fa guardare con rinnovato orgoglio a quella che è stata la mia professione                                                                                          https://diariealtro.it/?p=6615

Rosa Dall’Aria, quando la sua vicenda disciplinare si era conclusa, fu accolta in Senato dalla senatrice Liliana Segre e dalla senatrice scienziata Elena Cattaneo.

 

21 Settembre 2019Permalink

20 settembre 2019 – Una conclusione per me inevitabile a partire dalla spiaggia di Milano Marittima

Pubblicato il: 19/09/2019 18:48
«I tre poliziotti della scorta dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini sono stati interrogati da indagati in procura a Ravenna ieri con i loro avvocati in relazione alla vicenda del giro sulla moto d’acqua della polizia di cui fu protagonista il figlio dell’ex vicepremier.
Il fatto avvenne il 30 luglio scorso a Milano Marittima, quando il figlio 16enne di Salvini venne ripreso dal videomaker Valerio Lo Muzio mentre faceva un giro a bordo di una moto d’acqua della Polizia di Stato.
“Se c’è stato un errore, prendetevela con me. Indagate me, interrogate me, processate me”. Così Matteo Salvini, in diretta Facebook»          [fonte 1]
Pubblicato il: 19/09/2019
«Sono indagati e sono stati interrogati ieri in Procura a Ravenna, alla presenza dei loro avvocati, i tre poliziotti della scorta dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che il 30 luglio si trovava a Milano Marittima: quel giorno il figlio del leader del Carroccio fece un giro in mare su una moto d’acqua della Polizia pilotata da un agente. I tre, formalmente identificati dopo richiesta al Viminale, rispondono per quanto avvenne dopo l’episodio, ovvero quando un giornalista di Repubblica Valerio Lo Muzio, cercò di riprendere la scena».      [fonte 2]

Mi chiedo. Il senatore si offre come agnello al sacrificio anche per rispondere degli gli ostacoli frapposti a un giornalista per registrare la scena?

Ieri avevo scritto nel mio blog e ricopio
Un tale che poteva legittimamente collocarsi sul palco di Pontida, affacciandosi a una massa evidentemente ignorante dei diritti dei minori e del rispetto loro dovuto (fermo il principio del loro superiore interesse), ha solleticato emozioni primitive e rozze di persone che se sono rimaste lì quando MS ha sventolato una bambina in una situazione difficile e dolorosa.
La strumentalità confusa della situazione ha lasciato intendere che l’abitazione della piccola fosse da riferirsi al comune di Bibbiano con le conseguenti considerazioni su quel luogo (elemento importante da usare nella propaganda spregiudicata del sullodato) .
Mi vergogno a scrivere queste note ma non posso farne a meno anche se questa è una situazione che sporca anche chi, impotente, ne riferisce, ma vado avanti per un’altra considerazione.
Molti giornalisti si sono affannati a dire che l’indicazione del luogo originario di abusi era sbagliata e per rendere nota la fonte originaria si sono affannati a descrivere quella autentica.
Mancava l’indirizzo e il numero di telefono della povera piccola abusata e ancora abusata.

La Carta di Treviso
A questo punto interviene la conoscenza (almeno mia) della Carta di Treviso (ne indico in calce il link che consente di raggiungere il testo aggiornato al 2006).
La Carta di Treviso costituisce norma vincolante di autoregolamentazione per i giornalisti italiani, nonché guida ideale e pratica per tutta la categoria dei comunicatori
Alla base c’è il principio di difendere l’identità, la personalità e i diritti dei minorenni vittime o colpevoli di reati, o comunque coinvolti in situazioni che potrebbero comprometterne l’armonioso sviluppo psichico. Stesse garanzie sono assicurate anche ai soggetti marginali nella società.
Il minore non va intervistato o impegnato in trasmissioni televisive o radiofoniche che possano lederne la dignità o turbare il suo equilibrio psicologico, e ciò a prescindere dall’eventuale consenso dei genitori.
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA), istituita nel 2011 per diffondere la conoscenza e promuovere l’attuazione dei diritti dei minorenni ha qualche cosa da dire dopo Pontida?

Cercando di documentarmi ascolto la rassegna stampa di radio3 e devo constatare che l’abuso delle informazioni per alcuni è finalizzato a penalizzare la scelta del sen. Salvini, per altri a segnalare quella che ritengono la cattiva conduzione del caso. Non trovo alcuna attenzione al riserbo dovuto ai minori.
Faccio riferimento a quello che ho scritto sopra a proposito della negletta Carta di Treviso                                                                                          [fonte 3]
e aggiungo l’autopresentazione del sito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza di cui rilevo il silenzio per me insostenibile sulla vicenda Pontida e sulla sua conduzione

«Nel 1991 l’Italia ha assunto un impegno fondamentale nella storia dei diritti di bambini e adolescenti ratificando la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Primo testo internazionale vincolante in materia, la Convenzione costituisce un grande traguardo per la tutela e la promozione dei diritti delle persone di minore età che, fino ad un secolo prima, non trovavano alcuna protezione giuridica. Strumento entrato in vigore in tempi record e ratificato dal maggior numero di Stati al mondo (attualmente 196 Stati), rappresenta il primo testo che proclama insieme i diritti civili e politici con quelli economici, sociali e culturali e che riconosce esplicitamente i bambini e gli adolescenti come titolari attivi dei propri diritti. I suoi principi-guida sono l’interesse superiore e la non discriminazione di bambini e adolescenti, che pongono le basi e la non discriminazione di bambini e adolescenti, che pongono le basi per poter garantire tutti gli altri diritti di cui sono titolari le persone di minore età.
Per assicurare a livello nazionale la piena attuazione e la tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti secondo le disposizioni della Convenzione, la legge n. 112 del 12 luglio 2011 ha istituito l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza».

La conclusione per me inevitabile
Anni fa ho cominciato ad occuparmi della norma contenuta nella legge 94/2009 che impone la presentazione del permesso di soggiorno alle persone non comunitarie che si presentino allo sportello del comune di competenza per registrare la nascita di un figlio (insisto: nato in Italia, non portato da un qualsiasi ‘altrove’).
Tale misura così è commentata dal Terzo Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (novembre 2017. cap.3.1):
«Rispetto … al diritto di registrazione alla nascita, si fa presente che l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato, avvenuta con la legge 15 luglio 2009 n.94 in combinato disposto con gli artt. 316-362 c.p., obbliga alla denuncia i pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che vengano a conoscenza delle irregolarità di un migrante. Tale prescrizione condiziona i genitori stranieri che, trovandosi in situazione irregolare, spesso non si presentano agli uffici anagrafici, proprio per timore di essere eventualmente espulsi».
E il rapporto ancora raccomanda «di intraprendere una campagna di sensibilizzazione sul diritto di tutti i bambini ad essere registrati alla nascita, indipendentemente dall’estrazione sociale ed etnica e dallo status soggiornante dei genitori ».                                                                                    [fonte 4]

La misura atta a sopprimere l’esistenza legale dei nati in Italia se figli di sans papier fu fortemente voluta (la legge 94 venne approvata con voto di fiducia) nel contesto del quarto governo Berlusconi e mantenuta intatta e intangibile nel tempo dei governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1 e Conte 2.
Penso che chi vuole usare i nati in Italia come spie dei loro genitori (gli 007 costano: queste creature fanno tutto il danni di cui sono stati caricati senza oneri per lo stato) possa stare tranquillo (anche ‘sereno’): nell’aprirsi del nuovo governo il sui bambini fantasma per legge è assoluto e totale. Si parla e si sparla d’altro.                                                                              [fonte 5]

[fonte 1]
https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2019/09/19/figlio-salvini-moto-acqua-indagati-poliziotti_aYpfX8QY72VUWOadOLcmsL.html

[fonte 2]
https://www.ilmessaggero.it/italia/salvini_figlio_moto_acqua_indagati_poliziotti_oggi_ultime_notizie-4744985.html

[fonte 3] https://www.privacy.it/archivio/cartaTV2006.html

[fonte 4]  https://www.asgi.it/famiglia-minori/convenzione-onu-infanzia-italia/

[fonte 5]
https://www.simmweb.it/8-consensus-e-congressi-simm/444-xiii-congresso-simm

20 Settembre 2019Permalink

19 settembre 2019 – Procedimento disciplinare per Vespa

L’intervento degli organismi di categoria per l’intervista alla sopravvissuta. Violazione del contratto di servizio
Bruno Vespa è stato deferito al Consiglio di Disciplina del Lazio per l’intervista a Lucia Panigalli. La richiesta è partita dall’Odg nazionale, ma anche dallo stesso Odg del Lazio. Sono inoltre giunti all’Ordine di appartenenza di Vespa alcuni esposti, tra cui quello della Cpo di Stampa Romana.
La Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei giornalisti e le commissioni Pari Opportunità del sindacato – Fnsi e Usigrai, sono inoltre intervenute con comunicati. Eccoli.

Dalla CPO del Consiglio nazionale dell’Ordine
“La commissione Pari Opportunità del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti – si legge nella nota della Cpo – deplora contenuti, toni e linguaggio utilizzati nella trasmissione Porta a Porta del 17 settembre 2019, durante la quale il conduttore Bruno Vespa ha reiterato un atteggiamento ambiguo, scorretto e irrispettoso nei confronti di una donna già vittima di violenza.
La commissione chiede una maggiore attenzione alla Rai nella verifica delle trasmissioni dal contenuto particolarmente sensibile come questo, anche alla luce dell’adesione dell’azienda al Manifesto di Venezia per una corretta informazione contro la violenza sulle donne”. “La commissione per le Pari Opportunità del Consiglio nazionale – continua la nota – ricorda inoltre a quanti chiedono l’intervento dell’Ordine che la competenza delle sanzioni come per tutti gli ordini professionali, in base DPR 137/2012, è passato ai consigli di disciplina, che sono totalmente autonomi rispetto agli Ordini.
Chiunque, non solo l’Ordine dei giornalisti, può segnalare a detti consigli di disciplina casi in cui le carte e i principi deontologici non siano stati rispettati. Per cui Bruno Vespa, in seguito a un regolare esposto di una privata cittadina sarà sottoposto al rituale procedimento disciplinare concluso il quale seguirà il pronunciamento”.
“Per noi – spiega Carlo Verna, presidente del Consiglio nazionale dell’Odg – Vespa, al di là dell’inquadramento contrattuale con la Rai, resta un giornalista, finché è iscritto all’Ordine”. La commissione Pari Opportunità ricorda infine che “i compiti e le funzioni dell’Odg, ente di diritto pubblico, sono circoscritti a quanto stabilito dalla legge 69/1963 ed elencati negli articoli 11 e 20 – conclude la nota – arricchiti dai compiti della formazione professionale continua, stabiliti dalla legge 148/2011 e dal successivo DPR attuativo 137/2012”.

Dalle CPO Fnsi e Usigrai
“Di fronte ai continui episodi di violenza contro le donne la Rai dovrebbe essere promotrice di cambiamento culturale. E invece dobbiamo assistere all’ennesima intervista che mette sotto accusa la vittima.”
«Signora, se avesse voluto ucciderla l’avrebbe fatto». Bruno Vespa lo dice con il sorriso sulle labbra alla donna che gli siede di fronte. La sopravvissuta ad un femminicidio, alle botte e alle coltellate e ora costretta a vivere sotto scorta, visto che il suo aggressore, Mauro Fabbri, è fuori del carcere e vive a pochi chilometri da casa sua.
È soltanto una delle frasi che hanno infarcito la morbosa intervista condotta dal noto “artista” della tv pubblica durante la puntata di martedì 17 settembre, nella quale Lucia Panigalli, questo il nome della donna, invece di poter parlare del motivo della sua presenza nello studio televisivo di Porta a Porta, cioè la richiesta di una proposta di legge, ha dovuto rispondere alle incalzanti e insinuanti domande di Vespa.
Non è nuovo Vespa a questo tipo di interviste, che si trasformano in interrogatori alle donne invece che in occasioni per raccontare e approfondire un fenomeno strutturale come quello della violenza.
E purtroppo non è nemmeno un caso isolato. Distorta, senza rispetto per la vittima ci è parsa anche la puntata de La vita in diretta del 12 settembre. Si parlava del femminicidio di Piacenza e le parole usate hanno mostrato una totale lontananza dai temi posti dal manifesto di Venezia: l’amore associato alla violenza, il racconto del solo punto di vista dell’omicida, fatto passare per “ossessionato”, attraverso una lunghissima intervista alla sua consulente “di parte”, alla vigilia della richiesta, da parte dei difensori, della perizia psichiatrica. Non è una pagina d’informazione degna del Servizio Pubblico.
Ci chiediamo come sia possibile, alla luce del ruolo che la Rai svolge al servizio delle cittadine e dei cittadini, che possa venire tollerata una tale, distorta, tossica rappresentazione della violenza contro le donne.Diciamo all’Amministratore Delegato Fabrizio Salini e al Consiglio di Amministrazione che quanto abbiamo visto nelle due puntate citate è in palese violazione non soltanto delle norme deontologiche e del Manifesto di Venezia, ma del contratto di servizio”.

https://giulia.globalist.it/attualita/2019/09/19/procedimento-disciplinare-per-vespa-2046584.html?fbclid=IwAR2qqXNC2wopvO7FfpFiPHcN3-wuEDUuA0KAFnZ6kij5XcniwxTuRMG-bLA

19 Settembre 2019Permalink

18 settembre 2019 – Una catena di indecenze

Un tale che poteva legittimamente collocarsi sul palco di Pontida, affacciandosi a una massa evidentemente ignorante dei diritti dei minori e del rispetto loro dovuto (fermo il principio del loro superiore interesse), ha solleticato emozioni primitive e rozze di persone che se sono rimaste lì quando MS ha sventolato una bambina in una situazione difficile e dolorosa.
La strumentalità confusa della situazione ha lasciato intendere che l’abitazione della piccola fosse da riferirsi al comune di Bibbiano con le conseguenti considerazioni su quel luogo (elemento importante da usare nella propaganda spregiudicata del sullodato) .
Mi vergogno a scrivere queste note ma non posso farne a meno anche se questa è una situazione che sporca anche chi, impotente, ne riferisce, ma vado avanti per un’altra considerazione.
Molti giornalisti si sono affannati a dire che l’indicazione del luogo originario di abusi era sbagliata e per rendere nota la fonte originaria si sono affannati a descrivere quella autentica.
Mancava l’indirizzo e il numero di telefono della povera piccola abusata e ancora abusata.

La Carta di Treviso
A questo punto interviene la conoscenza (almeno mia) della Carta di Treviso (ne indico in calce il link che consente di raggiungere il testo aggiornato al 2006).
La Carta di Treviso costituisce norma vincolante di autoregolamentazione per i giornalisti italiani, nonché guida ideale e pratica per tutta la categoria dei comunicatori
Alla base c’è il principio di difendere l’identità, la personalità e i diritti dei minorenni vittime o colpevoli di reati, o comunque coinvolti in situazioni che potrebbero comprometterne l’armonioso sviluppo psichico. Stesse garanzie sono assicurate anche ai soggetti marginali nella società.
Il minore non va intervistato o impegnato in trasmissioni televisive o radiofoniche che possano lederne la dignità o turbare il suo equilibrio psicologico, e ciò a prescindere dall’eventuale consenso dei genitori.
L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA), istituita nel 2011 per diffondere la conoscenza e promuovere l’attuazione dei diritti dei minorenni ha qualche cosa da dire dopo Pontida?

https://www.privacy.it/archivio/cartaTV2006.html

 

18 Settembre 2019Permalink

12 settembre 2019 – Una senatrice competente e responsabile

Parla la Senatrice Liliana Segre. Spero che il Parlamento l’ascolti dismettendo l’abitudine al pallottoliere, riducendo la politica alla conta delle seggiole.

Ieri ho pubblicato un testo con alcuni passi dell’intervento della senatrice Liliana Segre.. Oggi ne ho trovato il resoconto stenografico .
Ricopio e pubblico .

SENATO DELLA REPUBBLICA XVIII LEGISLATURA
RESOCONTO STENOGRAFICO ALLEGATI
Martedì 10 Settembre 2019 – 148ª Seduta pubblica pag 51
Signora Presidente, gentili colleghe e colleghi, signora Presidente del Consiglio, il mio atteggiamento, di fronte alla realtà e al clima che ha segnato la nascita del nuovo Governo, è di preoccupazione ma, al tempo stesso, di speranza. Mi hanno preoccupato i numerosi episodi susseguitisi durante l’ultimo anno che non di rado mi hanno fatto temere un inesorabile imbarbarimento della nostra società: i casi di razzismo, sempre più diffusi, trattati con indulgenza, in modo empatico, che quasi sembrano entrati nella normalità del nostro vivere civile, ma allarmante è anche la diffusione dei linguaggi di odio, sia nella Rete sia nel dibattito pubblico. Troppo spesso al salutare confronto delle idee si sostituisce il dileggio sistematico dell’avversario, col ricorso anche all’utilizzo di simboli religiosi, che a me fanno l’effetto di un farsesco ma pericoloso revival del Gott mit uns. A me fanno questo effetto. Forse solo a me in quest’Aula.
La politica che investe nell’odio è sempre una medaglia a due facce. Non danneggia solo coloro che vengono scelti come bersaglio, ma incendia anche gli animi di chi vive con rabbia e disperazione il disagio provocato dalla crisi che attraversa, ormai da un decennio, il continente. L’odio si diffonde e questo è tanto più pericoloso. A me hanno insegnato che «chi salva una vita salva il mondo intero», per questo un mondo in cui chi salva vite, anziché premiato, viene punito mi pare proprio un mondo rovesciato. Credo che l’accoglienza renda più saggia e umana la nostra società
Un altro motivo di sconcerto mi è stato dato dal vedere che la festa del 25 aprile, festa nazionale che dovrebbe unire il popolo italiano intorno alla Liberazione, è stata, solo da alcuni irresponsabili, ridotta ad una sorta di faida tra tifoserie. Secondo me, non si comporta così una classe dirigente. Ma voglio venire ora alla speranza. Vorrei che il nuovo Governo nascesse non solo da legittime valutazioni di convenienza politica, ma soprattutto dalla consapevolezza dello scampato pericolo, da quel senso di sollievo che viene dopo che, giunti sull’orlo del precipizio, ci si è ritratti appena in tempo.
Mi attendo, insomma, che il nuovo Governo operi concretamente per ripristinare un terreno di valori condivisi, fatto di difesa costante della democrazia e dei princìpi di solidarietà previsti dalla nostra Costituzione, nata dalla Resistenza. Anche io, personalmente, faccio una semplice richiesta, avanzata nelle sedi parlamentari, come mio contributo ad un futuro migliore. Ad inizio legislatura ho presentato un disegno di legge, poi trasformato in mozione, a cui tengo moltissimo. Si tratta della istituzione di una Commissione di indirizzo e di controllo sui fenomeni dell’hate speech, della violenza, dell’intolleranza, del razzismo, dell’antisemitismo. È un argomento che purtroppo conosco: ho vissuto sulla mia pelle come dalle parole dell’odio sia facile passare ai fatti. Realizzare questa Commissione darebbe il segnale di una risposta politica ai problemi che abbiamo di fronte. Mi auguro che maggioranza e opposizione istituiscano subito la Commissione. Penso infine all’insegnamento della storia, disciplina molto speciale, perché ci insegna a non ricadere negli errori del passato. Perdere la storia è uno dei primi effetti collaterali della perdita del futuro. La disciplina sta sparendo non solo dagli esami di maturità, ma dalla stessa coscienza delle persone e senza memoria storica, l’umanità è condannata a disumanizzarsi. Ho apprezzato l’esempio che possiamo dare, che dà la classe politica, le donne e gli uomini che servono il Paese nelle nostre istituzioni. La Costituzione ci impegna a comportarci con «disciplina e onore», ma anche sobrietà e rispetto per gli avversari. Una classe politica che non agisca secondo uno stile nuovo e democratico non sarà all’altezza delle sue responsabilità. La mia speranza è, da ultimo, che il nuovo Governo assuma e faccia proprio anche il senso di quel dovere civile, di quella vocazione all’interesse generale che ci viene dai versi di John Donne: «Non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te».
È con questo spirito che mi accingo ad esprimere, fiduciosa, un voto favorevole al nuovo Governo.

http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/346686.pdf

 


 

12 Settembre 2019Permalink

11 settembre 2019 – La senatrice Segre compie ottantanove anni e sostiene il governo che nasce

10 settembre 2019 Governo, Segre vota sì: “Basta con l’odio. Ho visto quanto è facile passare dalle parole ai fatti”

La senatrice a vita Liliana Segre annuncia in aula il suo voto favorevole alla nascita del nuovo governo giallo-rosso. Riceve gli auguri della presidente Elisabetta Casellati per i suoi 89 anni che compie oggi e gli applausi che fioccano dai banchi della maggioranza. Perché la senatrice a vita non si limita ad annunciare il suo voto. “Mi accingo a esprimere fiduciosa la fiducia a questo governo”, spiega.
Pronuncia invece un discorso forte che ruota intorno ad un concetto chiaro: “Ho vissuto sulla mia pelle l’intolleranza e l’odio e so la facilità di passare dalle parole ai fatti. Mi hanno insegnato che chi salva una vita salva il mondo intero; per questo un mondo in cui chi salva vite viene osteggiato mi pare proprio un mondo rovesciato”. Una citazione dal Talmud. Uno schiaffo ai senatori del centrodestra che proprio quello gridano: è reato salvare in mare vite umane. E il bersaglio dei suo discorso è Matteo Salvini: “Mi hanno preoccupato i numerosi episodi susseguitisi durante l’ultimo anno che mi hanno fatto temere un imbarbarimento con casi di razzismo trattati con indulgenza, la diffusione dei linguaggi di odio. Anche con l’utilizzo di simboli religiosi in modo farsesco e pericoloso, un revival del ‘gott mit uns’. A me fanno questo effetto, forse solo a me in quest’aula”, dice. La senatrice non replica ai leghisti che gli ricordano che Conte è andato a Porta a Porta con l’immagine di Padre Pio.
La senatrice a vita da tempo combatte una battaglia contro gli odiatori che infestano la Rete. “La politica che investe nell’odio è sempre una medaglia a due facce, non danneggia solo coloro che vengono scelti come bersaglio, ma incendia anche gli animi di chi vive con rabbia e disperazione il disagio. L’odio si diffonde e questo è anche un po’ più pericoloso”, dice.
Dai banchi del centrodestra la interrompono. Lei continua: Un altro motivo di disagio, spiega, “è che la festa del 25 aprile si è trasformata da alcuni, solo alcuni, in una sorta di faida”. La Segre aggiunge: “Penso poi alla storia, perdere la storia è uno dei primi effetti collaterali della perdita del futuro”. Spiega che ha “apprezzato la reintroduzione dell’educazione civica ma non basta una materia in più dobbiamo comportarci con disciplina e onore, ma anche con sobrietà e rispetto per gli avversari. La mia speranza è che il nuovo governo assuma e faccia proprio il rispetto civico, ricordando quei versi di John Donne ‘non chiedere mai per chi suona la campana, essa suona per te””.
La senatrice a vita dice che guarda al “nuovo governo con preoccupazione ma anche con speranza”. “Vorrei, dice, che questo governo non nascesse dalla consapevolezza di uno scampato pericolo, dal senso di sollievo dopo che si è giunti sull’orlo di un precipizio e ci si ritrae in tempo. Occorre ripristinare un terreno di valori condiviso nella difesa costante della democrazia e dei principi di solidarietà nati dalla  sull’istituzione di una commissione sull’hate speech, un fenomeno che purtroppo conosco. E mi auguro che maggioranza e opposizione la istituiscano”.                 [nota: testo della notizia ripreso da Repubblica.it]

La proposta della senatrice Segre
Le parole della senatrice Segre sono un  patrimonio che non può essere conservato in una scatola chiusa ma deve essere diffuso per diventare fondamento consapevole di speranza .
La proposta di cui la senatrice fa cenno nel suo intervento aveva suscitato in Friuli Venezia Giulia l’attenzione del consigliere regionale Furio Honsell che aveva chiesto di diffonderne la conoscenza con una mozione presentata il 19 febbraio scorso e respinta nella seduta n. 83 del Consiglio Regionale del 26 giugno .
Nella stessa seduta era stata respinta anche la mozione del il gruppo PD (prima firmataria Da Giau) “Istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza”.

Il commento del consigliere: Aula perde occasione per contrastare discorso d’odio.
Il Consiglio Regionale ha perduto un’occasione per contrastare il “discorso d’odio” che sta imbarbarendo la comunicazione sui social e sui media, dai giornali alle televisioni: ha votato infatti contro la mia mozione di sostegno al Parlamento della legge Segre e la richiesta di anticiparne i contenuti in questa regione istituendo un osservatorio che monitori il fenomeno. Questo voto negativo è un fatto grave anche perché il dibattito in aula di alcuni consiglieri è stato un chiaro esempio di discorso d’odio.

Il testo della mozione respinta ma non spenta.
La giunta Fedriga e i suoi sostenitori hanno tentato di soffocare la voce della senatrice Segre.
La proposta di cui la senatrice fa cenno nel suo intervento aveva suscitato in Friuli Venezia Giulia l’attenzione del consigliere regionale Furio Honsell che aveva chiesto di diffonderne la conoscenza con una mozione presentata il 19 febbraio scorso e respinta nella seduta n. 83 del Consiglio Regionale del 26 giugno .
Spero che qualcuno se ne faccia apertamente carico.
Nella stessa seduta era stata respinta anche la mozione del il gruppo PD (prima firmataria Da Giau) “Istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza”.

Mozione n. 55 “Sulla necessità di completare l’iter e approvare al più presto il Ddl nazionale S. 362”
Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,
VISTO il Disegno di legge nazionale S. 362 “Istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza”, presentato in data 14 maggio 2018;
APPURATO che il suddetto disegno di legge non ha ancora iniziato l’esame presso la prima Commissione permanente a cui è stato assegnato in data 26 giugno 2018;
RAVVISATO che recentemente l’ODIHR (Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomo), istituito dall’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), ente che si occupa di censire gli hate crimes in diversi Paesi del mondo, ha aggiornato i dati relativi al censimento dei crimini d’odio, intolleranza o razzismo, perpetrati in Italia nel 2017, rilevando che i crimini sono aumentati di circa il 30% rispetto al 2016 e quasi del 60% rispetto al 2013;
CONSIDERATO che i suddetti dati, su stessa specificazione dell’ODIHR, potrebbero rappresentare una stima a ribasso in quanto basata su crimini riconosciuti come tali dallo Stato italiano, il quale riconosce quali crimini d’odio i reati previsti dalla legge Mancino del 1993, che però si limita a punire l’odio razziale;
RILEVATO che il Codice Penale italiano non prevede una definizione di “crimine d’odio” e di conseguenza una legislazione specifica dedicata ai crimini d’odio verso altre categorie a rischio come ad esempio persone con disabilità, LGBTQ o appartenenti a minoranze, quale che sia la connotazione;
ATTESO che numerosi sono i casi di cronaca che testimoniano crimini d’odio perpetrati anche nel territorio regionale;
Tutto ciò premesso
impegna la Giunta regionale
1. ad attivarsi con le Presidenze di Camera e Senato e con la Presidenza del Consiglio affinché si inizi al più presto l’esame del Disegno di Legge citato al fine di velocizzare e rendere il più possibile condiviso il testo della legge e l’iter di approvazione;
2. ad attivare politiche di sensibilizzazione e promozione sul territorio regionale anticipando in tal modo i contenuti e il senso della proposta legislativa della senatrice Segre, con la finalità di ribadire e rafforzare la tradizione di civiltà e apertura della nostra comunità regionale.

Le parole della senatrice possono essere anche ascoltate:
https://www.youtube.com/watch?v=lZ1H0D1hr4E

 

10 Settembre 2019Permalink

10 settembre 2019 – Il discorso completo di Conte alla Camera nel giorno della fiducia


9 settembre 2019  –  Il discorso integrale pronunciato questa mattina alle 11 dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel giorno della fiducia all’esecutivo giallorosso all’interno dell’aula Parlamentare. Molti i temi affrontati da Giuseppe Conte nel suo discorso per richiedere all’Aula la fiducia al nuovo governo.
Signor Presidente, gentili deputate e deputati, prima di avviare le mie comunicazioni in quest’Aula concedetemi innanzitutto di rivolgere un saluto e ringraziamento al presidente della Repubblica, il quale anche in queste ultime fasi così determinanti per la vita della nostra repubblica, esercitando con scrupolo le proprie prerogative costituzionali ha guidato il paese con equilibrio ed è stato riferimento per tutti.

Il programma di governo
Oggi ci presentiamo per chiedere a voi, rappresentanti del popolo italiano, la fiducia del nuovo governo che sarà il mio compito guidare con disciplina e onore. Il programma che illustro non è un elencazione di proposte eterogenee, né tantomeno la sommatoria delle diverse posizioni delle forze politiche per sostenere questa iniziativa. È, al contrario, una sintesi programmatica che disegna l’Italia del futuro, è un progetto di governo del Paese fortemente connotato sul piano politico, che annuncia risposte alle attese e bisogni dei cittadini che ci impegniamo a realizzare con lavoro e impegno di donne e uomini che qui mi affiancano. Ha l’ambizione di delineare la società in ci vogliamo vivere non solo noi stessi, ma che vogliamo consegnare ai figli e nipoti, nella consapevolezza che il patto che oggi proponiamo a voi si proietta per essere sostenibile in una dimensione intergenerazionale. Questo progetto politico segna l’inizio di una nuova, che consideriamo risolutiva, stagione riformatrice.
Come più volte sollecitato dalle forze di maggioranza, presenta elementi e caratteristiche di novità: nuovo è nella sua impostazione, nel suo impianto progettuale, nella determinazione a invertire gli indirizzi meno efficaci delle pregresse azioni, nelle modalità di elaborazione di soluzioni ai bisogni dei cittadini, nuovo nel suo sforzo di affrontare le questioni più critiche. Nello stesso tempo questo progetto, per quanto avanzato, ambisce a recuperare con umiltà un metodo di condotta politica che valorizzi, traendo ispirazione dal migliore passato, equilibrio e misura, sobrietà e rigore, affinché i cittadini possano guardarci con rinnovata fiducia, quella fiducia nelle istituzioni che è presupposto imprescindibile affinché le azioni di governo possano rivelarsi efficaci.
Si tratta di un progetto politico di ampia portata anche culturale; vogliamo volgerci alle spalle il frastuono di programmi inutili e dichiarazioni bellicose. Io e i miei Ministri prendiamo l’impegno a curare le parole, usare un lessico più consono e rispettoso delle persone, della diversità delle idee. Ci impegniamo a essere pazienti anche nel linguaggio, misurandolo sull’esigenza della comprensione; la lingua del governo sarà una lingua mite, perché siamo consapevoli che la forza della nostra azione non si misurerà con l’arroganza delle nostre parole. I cittadini ci guardano, ascoltano, attendono una parola e un’azione all’altezza della funzione a cui siamo chiamati, si attendono consapevolezza del ruolo e un supplemento di umanità, non possiamo deludere le loro aspettative.

Il Nuovo Umanesimo
Faccio mie le parole pronunciate da Saragat nella seduta inaugurale dell’assemblea costituente: “Fate che il volto di questa repubblica sia un volto umano, la democrazia non è solo un rapporto tra maggioranza e minoranza (…), ma è soprattutto un problema di rapporti fra uomo e uomo, dove questi rapporti sono umani la democrazia esiste, dove sono inumani essa è la maschera di una nuova tirannide”. Lavoriamo dunque insieme, ogni giorno, per promuovere una democrazia autenticamente umana. Il nostro governo si richiamerà a un quadro di principi e valori che offrano respiro e orizzonte alle proprie politiche, sono principi non negoziabili perché universali, si collocano in una dimensione sovra governativa, non hanno colore politico, sono scritti nella nostra Costituzione, che ho richiamato sintetizzandoli con Nuovo Umanesimo: il primato della persona, con i suoi diritti inviolabili e inderogabili doveri, il lavoro come supremo valore sociale per rendere ogni uomo un cittadino pleno iure, l’uguaglianza nelle sue varie declinazioni, il principio di laicità e la tutela di libertà religiosa, il ripudio della guerra, la promozione di pace e giustizia. All’interno di questi valori, si ascrive la nostra azione riformatrice, racchiusa in un programma del quale sarò il garante e che cercherò di tratteggiare in questo mio intervento.
Gli obiettivi posti a fondamento della formazione di governo mira a far rinascere il paese nel segno di sviluppo, innovazione, equità sociale; molte le sfide che ci attendono a partire dalla prossima relazione di bilancio, in un quadro caratterizzato da profonda incertezza dato dalle tensioni commerciali, le crisi di settori cruciali come quello manifatturiero, ci obbligano a definire un’agenda di ampio respiro e lungo periodo per rilanciare crescita sostenibile, occupazione, questione sociale e territoriale in Europa.
Non possiamo limitarci a programmare azioni che intervengano marginalmente, abbiamo l’opportunità di imprimere un’azione che restituisca una prospettiva di sviluppo e speranza a giovani e famiglie a basso reddito. Da troppi anni l’Italia fatica a esprimere il potenziale di sviluppo, cresce a ritmi molto inferiori rispetto a quelli che potrebbero garantire sviluppo armonico e sostenibile Ne ha risentivo la qualità della vita dei cittadini, la speranza dei giovani di perseguire i propri progetti, la garanzia di una terza età serena, la capacità di fornire beni pubblici di qualità. Occorre invertire questa tendenza attraverso un’azione coordinata sul piano interno ed europeo.

La politica interna e il lavoro
Sul piano interno la sfida è di aumentare la partecipazione alla vita lavorativa, soprattutto per giovani e donne particolarmente nel Mezzogiorno; vogliamo offrire loro opportunità di lavoro, salari adeguati, condizioni di vita degne di un Paese civile. Dobbiamo rimuovere gli ostacoli per il raggiungimento di questo obiettivo, riconducibili a varie cause: dinamiche fortemente condizionate dalla nostra storia economica, che non possono trovare soluzione immediate, ma richiedono una riflessione approfondita e sincera su come si è definito lo sviluppo dell’Italia post bellica, della crisi legata al nuovo ciclo della globalizzazione. Altre cause sono di più immediata evidenza e possono essere affrontate e risolte grazie a un’opera di riforma: scarsa formazione e carente dotazione di conoscenze, difficoltà di conciliare vita familiare e lavorativa; scuole e servizi di qualità saranno le prime leve sulle quali agire. Il primo, immediato intervento sarà sugli asili nido: non possiamo indugiare oltre, rafforzare l’offerta e la qualità dell’educazione fin dal nido è un investimento strategico per il futuro della società, perché combatte le diseguaglianze sociali, favorisce una completa integrazione delle donne nella comunità lavorativa. Dobbiamo contrastare la falsa mitologia per cui la cura della comunità familiare possa essere d’ostacolo a una partecipazione del mercato del lavoro: il simultaneo conseguimento di questi obiettivi è possibile con un’adeguata offerta di servizi alle famiglie, lotta alla discriminazione di genere, in particolare sul lavoro. Questo governo si adopererà con le regioni per azzerare totalmente le rette per la frequenza di asili nido e micronidi per il prossimo anno scolastico, per le famiglie svantaggiate, e per ampliare contestualmente l’offerta dei posti disponibili soprattutto nel Mezzogiorno. è una delle misure che introdurremo anche per sostenere la natalità.

La scuola e l’Università
Per la scuola, occorre migliorare la didattica, contrastare la dispersione scolastica, concentrandosi sulla professionalità dei docenti da valorizzare equamente in linea con gli altri paesi europei; occorre anche in questo contesto contrastare il precariato attraverso concorsi ordinari e straordinari che riconoscano il valore dell’esperienza e valorizzino al tempo stesso il merito. Per assicurare l’effettività del diritto allo studio valuteremo sostegni alle famiglie meno abbienti nell’ottica di innalzamento obbligo scolastico. Occorre valorizzare il sistema universitario e di ricerca per spingerci verso le più avanzate frontiere della conoscenza. Occorre avviare i nostri giovani alla formazione terziaria anche attraverso politiche adeguate di sostegno al diritto allo studio.
Il sistema di reclutamento va allineato ai migliori standard internazionali e va potenziato attraverso l’istituzione di un’agenzia nazionale sul modello di quelle istituite in altri Paesi europei per migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche sulla ricerca grazie a nuove forme di finanziamento e forme di partenariato pubblico-privato: è in gioco il futuro dei nostri giovani migliori. Tra le eccellenze del nostro Paese ve n’è una che stiamo esportando da anni: sono le ragazze e i ragazzi soprattutto del Sud, costretti ad abbandonare i loro territori per cercare nuove opportunità all’estero: occorre invertire questa tendenza, i giovani sono la spinta propulsiva senza la quale ogni tentativo di rinnovamento è vano.
La trasformazione digitale e gli investimenti
Questo è il governo più giovane della storia della repubblica: non può rinnegare se stesso, deve raccogliere e vincere questa sfida. L’Italia dovrà essere laboratorio di innovazione, opportunità ed idee per far rimanere i giovani hic et optime. Gli anni della globalizzazione ci hanno insegnato che il lavoro di qualità è l’unica garanzia contro la povertà: il tessuto del Paese deve essere altamente qualitativo, e si deve basare su qualità e innovazione dei prodotti. Perseguiamo un modello di sviluppo integrale e inclusivo, nella prospettiva di una crescita equa e solidale. La nostra forza è un sistema industriale in grado di far incontrare produzione di massa, personalizzazione e flessibilità: occorre rafforzare determinazione e impegno affinché questa vocazione possa essere sfruttata, dobbiamo coordinare in questa direzione intervento pubblico e iniziativa privata. L’azione pubblica deve favorire questo processo, rilanciando investimenti pubblici e creando condizioni che consentano investimenti e crescita: abbiamo voluto creare un ministero per innovazione tecnologica e digitalizzazione, che aiuti le imprese, oltre che la medesima PA, a trasformare l’Italia in una smart nation. Dobbiamo perseguire una strategia di azione che porti l’Italia a primeggiare a livello mondiale in tutte le sfide che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale: una razionale politica di investimenti ci consentirà di crescere nella digitalizzazione e nell’intelligenza artificiale. Questo impegno non riguarda solo l’industria: l’innovazione deve imprimere una nuova spinta per il rinnovamento di tutti i settori, con la PA in testa a questo processo. occorrono impegni concreti, dobbiamo lavorare perché i cittadini abbiano un’unica identità digitale in un anno. Dobbiamo implementare gli investimenti di venture capital, innovazione e tecnologia. L’innovazione non può realizzarsi tuttavia senza una rete di infrastrutture tradizionali di trasporti e servizi pubblici, senza una politica di difesa dell’ambiente. è necessario ravvivare la dinamica degli investimenti nella definizione delle priorità su cui concentrare nuove risorse. in questa prospettiva le infrastrutture sono essenziali per una crescita fondata sulla sostenibilità, per un sistema moderno, connesso, integrato e più sicuro. Renderemo più efficiente il sistema delle concessioni di beni e servizi pubblici, operando un’inesorabile revisione del sistema. Quanto in relazione alle concessioni autostradali a seguito della tragedia del Morandi, voglio chiarire che questo governo porterà avanti il procedimento senza sconti per gli interessi privati, avendo quale obiettivo esclusivo la tutela dell’interesse pubblico e, con esso, la memoria delle 43 vittime, una tragedia che rimarrà una pagina indelebile della nostra storia patria. Nella prospettiva di un’azione riformatrice coraggiosa e innovativa, obiettivo primario sarà la realizzazione di un green new deal per rigenerazione urbana, riconversione energetica per un progressivo ricorso a fonti rinnovabili, protezione della biodiversità, contrasto ai cambiamenti climatici. Non consentiremo più il rilascio di nuove concessioni per le trivellazioni. Lo voglio dire chiaramente: chi verrà dopo di noi, se mai vorrà assumersi l’irresponsabilità di far tornare il paese indietro, dovrà farlo modificando questa nuova norma di legge.

La tutela dell’ambiente e la lotta alle disuguaglianze
È anche per evitare questi rischi che dci adopereremo affinché la tutela dell’ambiente e della sostenibilità siano inseriti tra i principi fondamentali del sistema costituzionale; tutto il sistema produttivo dovrà orientarsi in questa direzione, promuovendo prassi socialmente responsabili che renderanno più efficace la transizione ecologica e indirizzino il sistema verso un’economia circolare che dismetta la cultura del rifiuto e valorizzi la cultura del riciclo. D’altra parte dobbiamo essere consapevoli che siamo di fronte a cambiamenti epocali, che a tutti i livelli di governance bisogna ripensare modalità per creare nuove opportunità, ridurre le disuguaglianze, garantire l’equità intergenerazionale, non compromettere la qualità di vita delle generazioni future. Anche l’agricoltura rappresenta un comparto decisivo: è necessario sviluppare la filiera agricola e biologica, le migliori pratiche agronomiche, accrescere la qualità del territorio, sostenere le aziende, investire nella ricerca sulle coltivazioni, con particolare attenzione all’uso efficiente della risorsa idrica. riserveremo la massima attenzione al rafforzamento delle regole europee per etichettatura e tracciabilità degli alimenti. massima priorità assumeranno le politiche per il contrasto al disserto idrogeologico e la ricostruzione delle are terremotate che consenta di rendere più spedite le procedure, in particolare per la ricostruzione pubblica. ho incontrato una rappresentanza delle popolazioni colpite dal sisma durante le consultazioni: desidero ripetere in quest’Aula quanto già affermato. La ricostruzione sarà una questione prioritaria di questo governo. Il mio primo impegno pubblico in Italia sarà la visita ad alcuni comuni colpiti dal sisma: incontrerò sindaci e semplici cittadini; l’azione di rilancio degli investimenti passa necessariamente dall’abbattimento del divario tra nord e sud del paese, a questo scopo occorre rilanciare un piano straordinario di investimenti per il Mezzogiorno anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti che aiuti le imprese e dia impulso all’accumulazione di capitale fisico, umano, sociale e naturale del Sud. per le aree più disagiate dobbiamo promuovere il coordinamento degli strumenti normativi esistenti, e intervenire affinché i fondi europei siano utilizzati al meglio per valorizzare i territori.

Il tessuto produttivo italiano
Per rilanciare efficacemente il nostro sistema produttivo dobbiamo tenere conto dei suoi punti di forza e debolezza. Il nostro tessuto produttivo è composto per larga parte da PMI, dobbiamo introdurre misure che incentivino queste imprese a dimensionarsi in modo sempre più strutturato. La sfida della competizione è molto dura: piccolo è bello, ma il piccolo che è messo nelle condizioni di rafforzarsi è ancora più bello. Dobbiamo creare le premesse e condizioni affinché chi voglia crescere e competere possa farlo consolidando la propria posizione anche nei mercati globali; le evidenze ci dicono che quando l’impresa cresce retribuisce meglio i propri lavoratori: le imprese che crescono investono di più, offrono opportunità di lavoro anche ai giovani altamente qualificati. Consolidare le nostre imprese vuol dire favorirne l’internazionalizzazione e incentivare l’export: su questo fronte il governo perseguirà una strategia di rafforzamento degli strumenti che consentono alle nostre aziende di navigare meglio nella competizione globale, promuovendo il made in Italy, coinvolgendo le ambasciate, sostenendo le imprese esportatrici con consulenza giuridico ed economica, accesso a ventaglio di strumenti finanziari e assicurativi. Una visione coerente e integrata di internazionalizzazione non può trascurare il ruolo traino del turismo, settore chiave per il PIL, attraverso una serie revisione della sua governance pubblica. occorre promuovere i numerosi percorsi del turismo anche grazie alla valorizzazione del patrimonio naturale, artistico e culturale: obiettivi prioritari saranno al conservazione e valorizzazione del patrimonio racchiuso nei nostri territori. Dobbiamo investire anche nelle imprese che si fondano sulla creatività, che ampliano l’accesso ai consumi culturali: l’intera società ne trarrà beneficio in termini di ricchezza e occupazione.

La politica fiscale
La crescita delle nostre imprese dovrà essere incoraggiata da una politica fiscale che non sia disincentivante verso le imprese che assumono dimensioni più consistenti. Gli italiani hanno pieno diritto a confrontarsi su un fisco chiaro, amico di cittadini e imprese: bisognerà perseguire una riforma fiscale che tenda alla semplificazione per una più efficace alleanza tra contribuenti e amministrazione per alleggerire la pressione fiscale. Questo governo perseguirà una strategia chiara: tutti, ma proprio tutti, devono pagare le tasse, affinché tutti possano pagare meno, nella prospettiva di una graduale rimodulazione delle aliquote a sostegno dei redditi medi e bassi, in linea con il fondamentale principio della progressività della tassazione, l’obiettivo è ridurre le tasse sul lavoro, il cosiddetto cuneo fiscale, e intendiamo operare questa riduzione a vantaggio dei lavoratori e individuare una retribuzione giusta, il cosiddetto salario minimo, garantendo le tutele massime a beneficio dei lavoratori anche attraverso il meccanismo dell’efficacia erga omnes dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali. Occorre procedere finalmente all’approvazione di una legge sulla rappresentanza sindacale, ovviamente sulla base di indici molto rigorosi: vogliamo individuare il giusto compenso anche per i lavoratori non dipendenti.
Ci prefiggiamo di introdurre una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni, è una battaglia che intendiamo portare a termine al più presto; intendiamo realizzare un piano strategico di prevenzione da infortuni sul lavoro e malattie professionali. Il numero ancora troppo elevato di morti sul lavoro non può essere tollerato. Non possiamo, nessuno, rassegnarsi al fatto che in Italia, nello svolgimento della propria attività lavorativa, si possa morire o subire gravi danni fisici. Occorre anche contrastare le odiose forme di sfruttamento dei lavoratori, che finiscono con l’essere ridotti in condizioni analoghe alla vera e propria schiavitù. Riporremo anche massima attenzione al problema della tutela dei risparmi dei cittadini: a tal fine occorre prendere atto che i tre comparti – bancario, finanziario e assicurativo – sono sempre più intrecciati, e le attività di vigilanza dovrebbero ispirarsi a minimi comuni denominatori con controlli maggiori e più efficaci, per garantire maggiore trasparenza e un più adeguato livello di informazioni.

La manovra economica
Questa è la nostra visione, che si sviluppa in un orizzonte temporale ampio, he abbraccia l’intero arco della legislatura. Realizzeremo la visione tenendo conto dei vincoli di finanza pubblica e della sostenibilità del debito: in questo modo potremmo arrivare a liberare nuove risorse da investire per realizzare a fondo questa articolata stagione riformatrice. Come dimostra la sensibile riduzione dei tassi, i mercati finanziari stanno investendo con fiducia su questa nuova fase che stiamo affrontando: la definirei una vera e propria riforma strutturale perché ci permette di allentare quello che è stato il maggior freno allo sviluppo degli ultimi decenni. Ogni euro risparmiato sui tassi ci permette di eliminare il capitolo più improduttivo della nostra spesa pubblica, per liberare risorse da reinvestire in scuola, sanità, riduzione del carico fiscale. Il nostro è un progetto ambizioso e di lungo periodo, siamo consapevoli che questa manovra sarà impegnativa: la sfida più importante sarà evitare l’aumento dell’IVA e avviare un alleggerimento del cuneo fiscale. Le risorse saranno reperite con una strategia organica, articolata, che includerà un controllo rigoroso della qualità della spesa corrente e un riordino del sistema delle agevolazioni fiscali che salvaguardi la funzione sociale e redistributiva di questo strumento, nonché un’efficace strategia di contrasto all’evasione.
Il nostro progetto non si limita all’ambito economico finanziario ma si estende anche al tema dei diritti, della giustizia, della tutela dei beni comuni: promuoveremo una più efficace protezione dei diritti della persona, rimuovendo le forme di diseguaglianza che impediscono la crescita della persona nella vita del Paese. è necessario rafforzare la tutela e i diritti dei minori, i diritti delle famiglie, con particolare attenzione alle famiglie numerose e prive di adeguate risorse economiche. In una società sempre più frammentata, dominata da un individualismo che tende a esaltare i forti, il ruolo sociale della famiglia è sempre più insostituibile, dunque è doveroso realizzare una politica integrata per le famiglie anche a sostegno della natalità. Massima attenzione sarà riservata al tema della disabilità, per realizzare una riunificazione normativa della disciplina in tema di sostegno alla disabilità promuovendo politiche orientate all’inclusione sociale e all’esercizio di una cittadinanza attiva. Le deleghe sulla disabilità saranno in capo direttamente alla Presidenza del Consiglio.

La riforma Fraccaro e la legge elettorale
Per il tema delle riforme costituzionali, è nostra volontà inserire in calendario il disegno di legge che promuove la riduzione del numero dei parlamentari. Questa riforma dovrà essere affiancata da un percorso volto a incrementare le garanzie costituzionali e di rappresentanza democratica, anche favorendo l’accesso alle formazioni minori e assicurando il pluralismo politico e territoriale. In particolare, occorrerà avviare un percorso di riforma quanto più possibile condiviso del sistema elettorale; contestualmente è nostro obiettivo procedere a una riforma dei requisiti di elettorato attivo e passivo, nonché avviare una revisione costituzionale per assicurare maggiore equilibrio al sistema e far riavvicinare i cittadini alle istituzioni. Sarà un percorso di ampio respiro, che caratterizzerà questa esperienza di governo e richiederà tempo, attenzione, competenza. Ogni intervento sulla Costituzione presuppone una scrupolosa verifica degli effetti che può produrre sul sistema di pesi e contrappesi; nel quadro delle riforme costituzionali è intenzione del governo portare a termine il processo che conduca a un’autonomia differenziata giusta e cooperativa, che salvaguardi il principio di coesione e la tutela dell’unità giuridica ed economica. Occorre definire i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, e anche i fabbisogni standard, perché bisogna dare attuazione completa al 5 comma dell’art 119 della Costituzione che, ricordo a me stesso, prevede l’istituzione di un fondo perequativo per garantire a tutti la medesima qualità dei servizi. Queste cautele consentiranno di evitare che questo sacrosanto processo riformatore possa contribuire a creare un Paese a due velocità, che aggravi il divario tra Nord e Sud. Lo sviluppo locale è un prezioso motore di crescita, e molti sono gli interventi che intendiamo fare per favorirlo. è necessario rivedere il testo unico degli enti locali, anche nel caso delle città metropolitane e di Roma Capitale, il cui assetto va riformato. Dobbiamo attuare la legge per la valorizzazione dei piccoli Comuni, sopprimendo gli enti inutili. In questo contesto occorre garantire e tutelare le autonomie a statuto speciale e le minoranze linguistiche; il nostro Paese necessita di una riforma della giustizia, anche attraverso una drastica riduzione dei tempi e di una riforma del metodo di elezione dei membri del consiglio superiore della magistratura. Questo piano riformatore dovrà salvaguardare il principio di indipendenza della magistratura dalla politica, potenziare la lotta alle organizzazioni mafiose, rendere più efficace il contrasto all’evasione fiscale anche inasprendo le pene. la tutela dei beni comuni è un valore essenziale, che dobbiamo presidiare a tutti i livelli: intendiamo approvare una legge sull’acqua pubblica completando l’iter legislativo in corso; allo stesso modo il governo si impegnerà a difendere la sanità pubblica e universale predisponendo un piano di assunzioni straordinarie di medici e infermieri. Questo governo sarà anche particolarmente sensibile nella promozione del pluralismo nell’informazione: ringrazio la stampa per il suo ruolo di termometro della democrazia. L’informazione libera e indipendente è uno dei nodi nevralgici che definiscono la tenuta del nostro Paese e delle sue istituzioni. La qualità del dibattito democratico dipende anche dal contributo critico offerto ai cittadini tramite i mezzi di comunicazione. Confido che i professionisti dell’informazione possano svolgere opera di stimolo affinché gli esponenti della politica si concentrino più sul merito che sulle polemiche verbali.

La politica estera e l’Unione Europea
L’Italia sarà protagonista di una fase di rilancio dell’Unione, che punti a costruire un’Europa più solida, inclusiva, vicina ai cittadini, attenta alla sostenibilità ambientale, alla coesione sociale e territoriale. Non si tratta di indicazioni astratte, ma di obiettivi fondanti delle istituzioni eurounitarie: per farlo è essenziale migliorare le politiche, rafforzare la governance economica per favorire crescita, innovazione, sostenibilità, coesione interna, competitività. Il governo realizzerà un piano di investimenti sostenibili, per riformare l’unione economica e bancaria a partire dall’istituzione di un bilancio e di una garanzia europea dei depositi. In questo quadro occorre migliorare il patto di stabilità e di crescita e la sua applicazione, evitando effetti prociclici e sostenendo gli investimenti. Un’impostazione di bilancio prociclica rischia di vanificare gli sforzi compiuti sul piano interno; è necessario infine attuare il pilastro europeo dei diritti sociali e rafforzare le politiche di contrasto all’evasione fiscale: i profitti devono essere tassati dove effettivamente sono realizzati. Dobbiamo infine contrastare pratiche di concorrenza sleale non solo in ambito commerciale, ma anche fiscale, attraverso l’introduzione di un’aliquota minima europea. Queste sfide possono essere affrontate con successo a beneficio dell’interesse nazionale se le Istituzioni dell’unione ne usciranno rafforzate: sui vari temi europei mi sono adoperato sin dalla mia passata esperienza per affermare e rivendicare quelle sensibilità ancora largamente diffuse tra i cittadini, volte a imprimere un salto di qualità circa il ruolo dell’Unione. Difendere l’interesse nazionale non significa abbandonarsi a sterili ripiegamenti isolazionistici: difendere l’interesse nazionale significa mettere la propria patria al di sopra di tutto, non farsi mai condizionare da pressioni di poteri economici e da indebite influenze esterne. È in questo modo che ho evitato due infrazioni difendendo l’interesse nazionale e offrendo il proprio contributo in un’ottica di costruttiva cooperazione e rispetto del quadro normativo vigente. Rimango fermamente convinto che è dentro, e non fuori l’Unione, che si deve operare alla ricerca del benessere degli Italiani, aggiornando e rivitalizzando un progetto che ha assicurato per decenni pace e prosperità, sempre maggiori opportunità per i cittadini. Nel momento in cui l’Europa appare bisognosa di rinnovarsi, occorre elaborare un progetto comune a cui tutti possono partecipare, in grado di intercettare il bisogno di cittadini e imprese per fornire risposte. In questa prospettiva potrebbe essere utile partecipare alla definizione di una conferenza sul futuro dell’Europa, per rilanciare un nuovo protagonismo del nostro Continente. Solo con un rigoroso impegno possiamo ambire a ottenere quei risultati verso i quali tutti aspiriamo. penso anche al fenomeno migratorio, da gestire con rigore e responsabilità, perseguendo una politica basata su un approccio strutturale, che affronti la questione nel suo complesso, anche attraverso la definizione di una normativa che persegua la lotta all’immigrazione clandestina, ma che allo stesso tempo si dimostri capace di affrontare i temi dell’immigrazione per coloro che hanno diritto a rimanere, e dei rimpatri per coloro che non hanno titolo per rimanere. Il che significa recuperare, nella sostanza, la formulazione originaria del più recente decreto legge prima che intervenissero le integrazioni che ne hanno compromesso l’equilibrio complessivo: in materia di immigrazione non possiamo prescindere da un’effettiva solidarietà tra gli Stati membri; questa solidarietà è stata affermata anche in documenti ufficiali, preannunciata nei fatti ma non realizzata. Ho rappresentato questa visione ai principali leader europei e continuerò a farlo con iniziative concrete, per farci uscire da gestioni emergenziali. Su questo le nostre strutture sono già al lavoro anche con azioni lucide e coerenti come il nostro approccio, come l’istituzione di corridoi umanitari europei. I contatti che ho avviato con la neopresidente Ursula Von Der Leyen mi fanno ben sperare: hanno consentito di individuare punti di convergenza promettenti. Le sfide globali in corso richiedono l’affermazione di un multilateralismo efficace, irrinunciabile riferimento per un Paese che vuole evitare di uscire ridimensionato da un confronto globale. Su questo aspetto l’Italia si muoverà con coerenza nelle sedi opportune, di concerto con gli altri stati membri a partire dai vertici del G7 e del G20. Ciò vale tanto per temi globali, quali il contrasto al cambiamento climatico, quanto per l’attuale dibattito in materia di commercio: il protezionismo non rappresenta una risposta adeguata, la difesa dei nostri interessi nazionali deve essere condotta con una battaglia comune insieme agli altri Paesi europei. Ispirato da questo convincimento, ho negoziato a Bruxelles per evitare una procedura di infrazione che sarebbe stata esiziale per il Paese. Ritengo che l’Italia debba proseguire lungo i tre assi fondamentali che storia, geografia, tradizione politico-culturale ci impongono, senza perdere di vista le opportunità offerte da nuove dinamiche istituzionali. Tali assi sono, oltre alla responsabilità, le relazioni transatlantiche e il rapporto con gli USA per lo sviluppo di un Mediterraneo allargato. Il Mediterraneo non è solo area di conflitti, ma anche di grandi opportunità.

I fenomeni migratori e la cittadinanza
Il mio impegno non intende fermarsi alla sponda sud del Mediterraneo: intende continuare ad avere grande attenzione sull’Africa, facendomi interprete in Europa del ruolo di questo continente delle dinamiche internazionali. Dobbiamo poi rilanciare allo stesso modo la nostra azione nei Balcani. L’azione di governo che oggi si avvia investirà su queste direttrici per realizzare le potenzialità che il nostro Paese esprime: questo è lo spirito con cui intendiamo portare avanti i rapporti con i grandi produttori globali, come India, Russia, Cina. Tali rapporti dovranno essere declinati sempre e comunque con modalità compatibili con la nostra vocazione euroatlantica. La difesa degli assi portanti della politica estera è tanto più importante perché è non scontata: essa non è più un automatismo, ma una scelta strategica sempre più consapevole che va perseguita con coerenza per assicurare massima credibilità al nostro ruolo internazionale. Anche la legge sull’acquisto della cittadinanza italiana da parte di cittadini residenti all’estero appare meritevole di una revisione, per eliminare elementi discriminatori e introdurre ulteriori criteri: ci aspetta un lavoro intenso, servono idee, determinazione e visione per procedere senza incertezze, nella consapevolezza che abbiamo un’occasione unica per migliorare il Paese in cui viviamo. I cittadini che in questi anni hanno vissuto gli effetti della crisi richiedono alle istituzioni coraggio e forza di mettere da parte egoismi e rancori, proiettando lo sguardo in avanti. Avviamo oggi una stagione di rilancio e speranza, fondata su dialogo e confronto a tutti i livelli, ascoltando le parti sociali, le associazioni di categoria, i rappresentanti del terzo settore, senza pregiudizi verso nessuno. A un analogo spirito costruttivo si ispireranno tutti i nostri interlocutori.

Una nuova stagione riformatrice
Nel corso del primo Consiglio dei Ministri l’ho ribadito: abbiamo un’opportunità per avviare una nuova stagione riformatrice, ma la sua riuscita dipende da noi, le forze politiche di maggioranza, e i ministri: una squadra competente proveniente da forze politiche differenti, che avrà l’onore e l’onere di offrire al Paese un governo stabile, autorevole. Dovremo mostrare coesione di spirito e unità di azione nel segno della collaborazione e della lealtà. Non sarà facile, dobbiamo esserne consapevoli, saremo chiamati ad affrontare momenti duri, in cui sarà forte la tentazione di indugiare sul particulare e abbandonarsi alle polemiche; le forze politiche a sostegno di questo governo hanno dato prova di coraggio, hanno messo da parte i pregiudizi, e hanno accettato di affidarsi ai giudizi, impegnandosi a sollecitare la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni. Chiedo alle forze politiche, insieme con la fiducia, un impegno da assumere di fronte al Paese: non possiamo nei prossimi mesi dissipare il tempo a disposizione in scontri e litigi, i cittadini non comprenderebbero. Nell’interesse dei cittadini chiedo che il confronto sui temi, sulle proposte e sugli indirizzi da perseguire si svolga sempre nelle sedi istituzionali, nelle aule parlamentari, perché dobbiamo dimostrare ai cittadini che siamo impegnati a cambiare davvero il Paese senza lasciarci distrarre da valutazioni altre che non meritano di essere comprese nella dinamica politica. Lo rivendico come parte qualificante dell’indirizzo di governo: dobbiamo essere sobri nelle parole, operosi nelle azioni. Una sobrietà che mi auguro possa risultare contagiosa, orientare positivamente i comportamenti dei cittadini, a iniziare da un uso responsabile dei social network che non di rado sono ricettacolo di espressioni ingiuriose e accuse verbali. E a questo proposito non posso non stigmatizzare ancora una volta gli ignobili attacchi indirizzati a due ministre, la senatrice Teresa Bellanova, l’onorevole Paola De Micheli, alle quali rinnovo la mia partecipe vicinanza. Questo è il momento del coraggio ed è il momento della determinazione: il coraggio di disegnare un Paese migliore, la determinazione di perseguire questo obiettivo senza lasciarsi frenare ogni ostacoli.

https://www.fanpage.it/politica/il-discorso-completo-di-conte-alla-camera-nel-giorno-della-fiducia/

http://www.fanpage.it/

10 Settembre 2019Permalink

5 settembre 2019 – Marciare su Roma?

Repetita iuvant o almeno mi sono di conforto nella possibilità di affermare la certezza di una notizia:
Il già ministro degli esteri MS ha proclamato per il 19 ottobre la marcia su Roma.
Lo scrivono: La Repubblica, Il Tempo, Il Manifesto e altri.
Nel progetto a un certo punto si affaccia anche l’on Giorgia Meloni ma non è una presenza che si proponga con la stessa frequenza del signore precedentemente citato.
Internazionale e Il sole24 ore offrono anche una contestualizzazione della notizia stessa.                                                                       [link in calce Nota 1]

Quando le date
19 ottobre ma quell’altra marcia, quella del 1922 non era il 28 ottobre?
Verifico. Era il 28
La scelta del 19, una svista? Non mi sembra che il sen Matteo Salvini sia tipo da sviste: se 19 ottobre ha da essere ci sarà una ragione.
Tra l’altro un significato preciso della data forse aiuterebbe il senatore a trovare un abbigliamento adatto per l’occasione.
Cerco e non trovo. Finché… Lo scrivo o non lo scrivo? Mi sembra una notizia oggi banale (forse al suo tempo non lo era ma oggi…quasi un secolo dopo …)
Lascio perdere?
NO, registro la banalità per dimostrare a me stessa che avevo cercato forse senza trovare.
Il 23 giugno 1919 era stato eletto Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Domizio Torrigiani , succedendo a Ernesto Nathan . Costui – secondo quanto leggo alla pag 16 di Rocco Ritorto Perché resto massone – il 19 ottobre 1922 giustificò il fascismo come rivolta necessaria cui assegnava “la liberazione dalla confusione in cui versava il paese”                                      [link in calce Nota 2].

Restando al 1922 ho provato anche a far scorrere le date dell’impresa fiumana di D’Annunzio ma anche lì non ho trovato coincidenze relative al 19 ottobre.
Tutto qui. Certamente non è una notizia ma se la faccio girare forse qualcuno può essere spinto a trovare altra e più significante coincidenza.
O a stabilire che coincidenza non c’è.

Nota 1
https://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2019/09/03/salvini-crisi

https://www.ilsole24ore.com/art/dal-papeete-marcia-roma-un-mese-declino-salvini-ACxIV5g

Nota 2
https://books.google.it/books?id=Y1ue5UMsUpYC&pg=PA16&lpg=PA16&dq=Domizio+torrigiani+circolare+19+ottobre+1922&source=bl&ots=KWgOc2Izdc&sig=ACfU3U1p_gj4e7HiiuwSuax8PJyWjI1HIg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjLk5qrgrnkAhXC3KQKHXmmAG8Q6AEwAnoECAgQAQ#v=onepage&q=Domizio%20torrigiani%20circolare%2019%20ottobre%201922&f=false

5 Settembre 2019Permalink

1 settembre 2019 – Calendario

.1 settembre 1939 -…….La Germania invade la Polonia
……..……………………….E’ l’inizio della seconda guerra mondiale
.1 settembre 2019 – ……..Muharram 1441 (2 secondo località) …[NOTA 1]
.1 – 3 settembre 2004 – .Strage di Beslan (Ossezia del Nord)… [NOTA 2]
.2 settembre 1945 – …… Ho Chi Minh dichiara l’indipendenza del Vietnam
………………………………………..dalla Francia
.3 settembre 1982 – …… Assassinio del gen. Della Chiesa, della moglie
…………………………………..Emanuela e dell’agente di scorta Domenico Russo.
. 4 settembre 1965 – …….Morte di Albert Schweitzer medico, filosofo, musicista,
………………………………………..teologo e premio Nobel per la pace nel 1953.
.5 settembre 1938 –…….. Regio Decreto Legge 5 settembre 1938-XVI, n. 1390,
…………………………………..Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola
…………………………………..fascista.     Convertito in legge senza modifiche con
…………………………………..L 99/1939. ………………………………………[NOTA 3]
.5 settembre 1972 – ……..Germania –irruzione di Settembre Nero nel villaggio
…………………………………..olimpico
.5 settembre 2010 – ……..Assassinio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, il
………………………………………‘sindaco pescatore’
.7 settembre 1986 – ……..Desmond Tutu – primo vescovo nero a guidare la
…………………………………………………………chiesa anglicana.in Sudafrica.
.8 settembre 1943 – ……..Armistizio dell’Italia con Inghilterra e Stati Uniti
.8 settembre 2013 –…….. Liberazione dell’inviato de La Stampa Domenico
…………………………………………………………..Quirico,.sequestrato in Siria
.9 settembre 1943 –……… In Italia Nasce il Comitato di Liberazione Nazionale …………………………………….(CLN)
.9 settembre 1976 – ………Morte di Mao Tse Tung
11 settembre 1973 – ……..Colpo di stato in Cile
11 settembre 2001 – ……..New York – attentato alle Torri Gemelle
12 settembre 1977 – ………Muore nelle carceri sudafricane Stive Biko (attivista
………………………………………………………anti-apartheid)
13 settembre 1321 – ………Ravenna – morte di Dante Alighieri
15 settembre 1970 – ………Scomparsa di Mauro De Mauro
15 settembre 1993 – ………Assassinio di don Pugliesi
16 settembre 1982 – ………Libano – massacro di Sabra e Shatila
16 settembre 2016 -………. Morte di Carlo Azeglio Ciampi
17 settembre 1978 – ……….Accordi di pace di Camp David fra Egitto e Israele
18 settembre 1938 – ………..Discorso Mussolini a Trieste- rivendicazione
……………………………………………………razzismo italiano
18 settembre 1961 – ………..Muore Dag Hammarskjöld in probabile attentato.
………………………………………………………………………………………[NOTA 4]
19 settembre 1943 – ………..Strage nazista a Boves (Cuneo)
20 settembre 1870 – ………..Breccia di Porta Pia
21 settembre – ………………..Giornata mondiale della pace
21 settembre 1990 – ……….Assassinio del giudice Rosario Angelo Livatino
22 settembre 1980 –………. L’Iraq invade l’Iran
23 settembre 1939 –………. Morte di Sigmund Freud
23 settembre 1973 – …………Morte di Pablo Neruda
24 settembre 1961 – ………..Prima marcia della pace Perugia Assisi,
…………………………………………….promossa da Aldo Capitini
“5 settembre 2919 _               Sentenza della consulta sul suicidio assistito
26 settembre 1988 – …………Assassinio di Mauro Rostagno
27 settembre 1970 -………… Paolo VI proclama dottore della Chiesa santa
……………………………………….  Teresa d’Avila…………………… ..[NOTA 5]
27 settembre 1996 –………. Afghanistan: i talebani occupano Kabul
27 settembre 2015 – ………..Morte di Pietro Ingrao
28 settembre 1978 – …………Morte di papa Giovanni Paolo Primo.
28 settembre 2016 – …………..Morte di Simon Peres
29 settembre 1944 – …………Strage nazista a Marzabotto
29 settembre 2019 -………….Vigilia Rosh Ha Shanà                    [NOTA 6]
30 settembre 2015 – …………..All’ONU viene issata la bandiera palestinese
…………………………………………………………………………….[NOTA 7]
NOTE
[NOTA 1]
Muharram è il primo mese del calendario islamico. È uno dei quattro mesi sacri dell’anno. Il suo nome è connesso con la parola ḥaram che significa “proibito per motivi religiosi; tabù” (la stessa radice che si ritrova nella parola harem), e difatti in questo mese era considerato tabù fare la guerra, e spesso si rinunciava a combattere per rispetto dell’Islam.
Il primo giorno di Muharram è il capodanno islamico. La festività di muharram è particolarmente sentita nel mondo sciita, che commemora la battaglia di Kerbala, nel corso della quale cadde il figlio di Alì, Husayn ibn Ali.
https://www.feiertagskalender.ch/islamic.php?geo=0&hl=it

[NOTA 2]
3 settembre: La strage di Beslan è il massacro avvenuto fra il 1° e il 3 settembre 2004 nella scuola Numero 1 di Beslan, nell’Ossezia del Nord, una repubblica autonoma della federazione russa nella regione del Caucaso, dove un gruppo di 32 ribelli fondamentalisti islamici e separatisti ceceni occupò l’edificio scolastico sequestrando circa 1200 persone fra adulti e bambini. Tre giorni dopo, quando le forze speciali russe fecero irruzione, fu l’inizio di un massacro che causò la morte di più di trecento persone, fra le quali 186 bambini, ed oltre 700 feriti.
https://dilei.it/lifestyle/la-verita-su-beslan/370487/

[NOTA 3]
5 settembre
http://www.cdec.it/dsca/Leggi/DL1390.htm

[NOTA 4]
Dag Hjalmar Agne Carl Hammarskjöld (Jönköping, 29 luglio 1905 – Ndola, 18 settembre 1961) è stato un diplomatico, economista, scrittore e pubblico funzionario svedese.
Fu presidente della Banca di Svezia, ma divenne noto internazionalmente quale segretario generale delle Nazioni Unite. Mor ì nel1961, a causa di un incidente aereo avvenuto in Africa meridionale durante una missione di pace. Nel 1961 gli fu conferito postumo il Premio Nobel per la pace per la sua attività umanitaria.
https://www.nobelprize.org/prizes/peace/1961/hammarskjold/biographical/

http://www.lavocedinewyork.com/onu/2017/10/25/su-dag-hammarskjold-lonu-alza-le-mani-ora-tocca-agli-stati-dire-cio-che-sanno/

[NOTA 5]
Teresa d’Avila.(1515– 1582) prima donna nella storia a ricevere il titolo di Dottore della Chiesa che la Chiesa cattolica attribuisce a scrittori riconosciuti come eminenti per quanto riguarda la riflessione teologica, l’ortodossia e la santità di vita. Il titolo è concesso o dal Papa stesso o da un Concilio.

[NOTA 6]
Anno 5780 (calendario gregoriano 2019-2020)
Rosh haShana ( letteralmente capo dell’anno) è il capodanno religioso, uno dei tre previsti nel calendario ebraico.
La festività di Rosh ha-shana per l’anno ebraico 5780 verrà celebrata il 30 settembre e 1 ottobre 2019 (1° e 2° giorno), vigilia il 29 settembre

[NOTA 7]
30 settembre: Il 30 settembre 2015 è stata issata per la prima volta la bandiera della Palestina al palazzo delle Nazioni Unite. La cerimonia si è svolta durante il discorso del presidente palestinese Abu Mazen di fronte all’assemblea generale delle Nazioni Unite
https://www.internazionale.it/video/2015/10/01/bandiera-palestinese-nazioni-unite-video

1 Settembre 2019Permalink

20 agosto 2019 – Come muore un governo

“L’azione del governo si arresta qui”.
E’ quasi a metà del suo intervento nell’aula di palazzo Madama che ieri il premier Giuseppe Conte ha messo la parola fine ai 14 mesi di governo gialloverde aprendo ufficialmente la crisi, con le dimissioni rassegnate al presidente Mattarella che ha avviato le consultazioni a partire dalle 16.

Calendario consultazioni al Quirinale

Mercoledì 21 agosto 2019
Il presidente emerito della Repubblica, Senatore Giorgio Napolitano, non trovandosi a Roma, verrà sentito telefonicamente.
ore 16.00 presidente del Senato: Sen. Avv. Maria Elisabetta Alberti Casellati
ore 16.45 presidente della Camera dei deputati: On. Dott. Roberto Fico
ore 17.30 Gruppo parlamentare “per le autonomie (Svp-Patt,Uv)” del Senato
ore 18.00 Gruppo parlamentare Misto del Senato
ore 18.30 Gruppo parlamentare Misto della Camera dei deputati
ore 19.00 gruppo parlamentare “Liberi e uguali” della camera

Giovedì 22 agosto 2019
ore 10.00 gruppi parlamentari “Fratelli d’italia” del Senato e della Camera dei deputati
ore 11.00 gruppi parlamentari “Partito democratico” del Senato e della Camera
ore 12.00 gruppi parlamentari “Forza italia – Berlusconi presidente” del Senato e della Camera
ore 16.00 gruppi parlamentari “Lega-Salvini premier” del Senato e della Camera dei deputati
ore 17.00 gruppi parlamentari “Movimento 5 stelle” del Senato e della Camera

Alcuni articoli interessanti   A MIA FUTURA MEMORIA

Corriere della sera

Crisi di governo: urla, rosari e rubli Tra Lega e 5 Stelle un finale con rissa
Dall’uso dei simboli religiosi al caso Savoini, Conte tratta Salvini da padre severo. Lui, seccato per l’umiliazione, risponde dai banchi della Lega. Mentre Renzi si riprende la scena (e un po’ anche il partito) di Aldo Cazzullo

https://www.corriere.it/politica/19_agosto_20/crisi-governo-urla-rosari-rubli-lega-5-stelle-finale-rissa-3abf931a-c390-11e9-a7af-46fd3e83594f.shtml

La stampa

21 Agosto 2019 Accuse, smorfie e rosari nella corrida del Senato. Giù il sipario sul governo
Conte feroce con Salvini: “Irresponsabile”. Applausi dai banchi del Pd. La Lega ritira la sfiducia ma il premier in serata si dimette al Quirinale.
Francesca Schianchi

https://www.lastampa.it/politica/2019/08/21/news/accuse-smorfie-e-rosari-nella-corrida-del-senato-giu-il-sipario-sul-governo-1.37366214

Il fatto quotidiano

Crisi di governo, Conte va da Mattarella e si dimette.
Mossa disperata della Lega: ritira mozione di sfiducia. Il premier replica: “Se Salvini non ha il coraggio, mi assumo io responsabilità”

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/08/20/crisi-di-governo-conte-va-da-mattarella-e-si-dimette-mossa-disperata-della-lega-ritira-mozione-di-sfiducia-il-premier-replica-se-salvini-non-ha-il-coraggio-mi-assumo-io-responsabilita-la-d/5397218/

La Repubblica

20 agosto 2019 _Crisi di governo, le dimissioni di Conte: “Il governo finisce qui, Salvini ha seguito interessi personali e di partito”. Poi sale al Quirinale di Alberto Custodero e Monica Rubino

All’interno dell’articolo un link porta al testo integrale del presidente Conte

https://www.repubblica.it/politica/2019/08/20/news/crisi_di_governo_conte_al_senato-233949397/

 

21 Agosto 2019Permalink