16 aprile 2019 – Mentre Notre-Dame..

Nella notte del rogo di Notre-Dame fiamme anche alla moschea di al Aqsa a Gerusalemme

L’incendio in un altro dei luoghi simbolo della spiritualità, il terzo più importante del mondo per l’Islàm, è stato spento in breve tempo dai pompieri
Proprio mentre la cattedrale parigina di Notre-Dame andava a fuoco, anche un altro luogo simbolo della spiritualità è stato attaccato dalle fiamme: la moschea di al Aqsa di Gerusalemme, una delle più importanti dell’Islam. In questo caso, le fiamme sono state spente in poco tempo dai vigili del fuoco, e fortunatamente non vengono segnalati né feriti né danni all’interno della struttura.
Al momento la causa del rogo, divampato nella guardiola sul tetto della sala di preghiera Marwani (conosciuta anche come “Stalle di Salomone”), non è stata accertata, ma secondo il direttore generale del Dipartimento per gli affari della moschea di Al Aqsa di Gerusalemme, Sheikh Azzam al-Khatib, il fuoco potrebbe essere stato appiccato (probabilmente in modo involontario) da alcuni bambini che erano stati visti giocare nelle vicinanze.

Nei video dell’incendio postato sui social media si vedono i pompieri intervenire prontamente e spegnere le fiamme sulla struttura, la terza più importante per il mondo musulmano.

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/nella-notte-del-rogo-di-notre-dame-fiamme-anche-alla-moschea-di-al-aqsa-a-gerusalemme_3203247-201902a.shtml

18 Aprile 2019Permalink

13 aprile 2019 – A volte le cose che accadono sembrano segnali.

Oggi appena svegliata corro al Pc. E’ la giornata della manifestazione a Trieste. Io non ci posso andare, so di non essere più in grado di reggere tanto tempo in piedi, ma qualche cosa ho provato a fare ed è quello che faccio da anni. Insieme ad alcune amiche ho costruito un testo, inviato all’organizzazione per chiedere che se in Italia nasce un bambino, figlio di genitori privi di permesso di soggiorno (irregolari, non clandestini!) agli sportelli del comuni non sia loro chiesto il documento che non hanno per provvedere alla registrazione della nascita del figlio.
Potrebbero essere indotti a non presentarsi agli sportelli dei comuni per paura di essere identificati come irregolari (in Italia molti amano chiamarli clandestini) e quindi rinviati all’inferno che loro conoscono.
Lo vuole la legge 94/2009 all’art. 1 comma 22 lettera g. E’ il fiore all’occhiello dell’allora ministro Maroni, mantenuto fresco per la gioia degli estimatori per tutto il tempo che va dal quarto governo Berlusconi ad oggi, passando per i governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni approdando infine al governo Conte come un dono gradito che un suo vice ama esibire con urla incoraggianti.
Ce lo dice il Terzo Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (novembre 2017. cap.3.1).
Lo troverete al sito del gruppoCRC.net.
Il testo inviato, pur pubblicato dal sito della Rete che ha organizzato la manifestazione, non sarà letto pubblicamente, così mi hanno detto. Un tempo avrei insistito. Ora so che per molti non chiedere la modifica della legge è una scelta irriformabile. Piace alla società civile. Non mi chiedo nemmeno più perché. Ne prendo atto e cerco di capire. Preferisco non riferire le mie ipotesi.

Appena aperto facebook, mi compare il testo di Virginia di Vivo.
E’ del 9 aprile non so perché compaia oggi. Lo trascrivo più avanti–per chi avrà la forza di leggerlo fino in fondo. Mi limito a segnalarne all’interno la testimonianza del dott. Bartolo, il medico di Lampedusa e, fra i commenti, le parole dell’altro medico legale, la dr. Elena Cattaneo, quella che nel giubbotto del bambino annegato ha trovato la pagella di cui si è parlato.

Ora copio la conclusione dello scritto di Virginia:
” E non mi importa assolutamente nulla del perché sei venuto qui, se sei o no regolare, se scappi dalla guerra o se vieni a cercare fortuna: arrivare così, non è umano. E meriti le nostre cure. Meriti un abbraccio. Meriti rispetto. Come, e forse più, di ogni altro uomo”.
Di fronte all’orrore di cui Virginia prende atto come potrete vedere nel dettaglio più avanti, una si chiede :”Cosa posso fare?“. Direttamente nulla – se non essere consapevoli della notizia che si riceve – ma indirettamente sì.
Fondamentalmente non rinviare le vittime ai carnefici. Ma anche prevenire questo rischio con una misurale legittima che si vuole ignorare. Per l’ennesima, inutile volta vi prego:
Non accettate che sia negato a un bambino che nasce in Italia il certificato di nascita. Se per assicurarlo -com’è suo diritto – viene richiesto ai genitori il permesso di soggiorno e costoro non ce l’hanno (quale che ne sia la ragione) si scoprono irregolari e possono essere indotti a non registrarne la nascita e a nascondere il piccolo pur di non essere ricacciati nel paese da cui sono venuti.
Ce lo dice il Terzo Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (novembre 2017. cap.3.1) che ho citato sopra.
Quel rapporto ancora raccomanda «di intraprendere una campagna di sensibilizzazione sul diritto di tutti i bambini ad essere registrati alla nascita, indipendentemente dall’estrazione sociale ed etnica e dallo status soggiornante dei genitori».
Contestualmente alla legge era stata però emanata la circolare n. 19 del 7 agosto 2009 del Ministero dell’Interno (Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali) che afferma:
« Per lo svolgimento delle attività riguardanti le dichiarazioni di nascita e di riconoscimento di filiazione (registro di nascita – dello stato civile) non devono essere esibiti documenti inerenti al soggiorno trattandosi di dichiarazioni rese, anche a tutela del minore, nell’interesse pubblico della certezza delle situazioni di fatto».

Così l’onore di salvare vite e umana dignità passa ai sindaci .
So che alcuni parteciperanno alla manifestazione di Trieste con la fascia tricolore.
Se il fragile contributo di una circolare può salvare persone che si sono rifugiate da noi sfuggendo all’inferno cui non devono essere rinviate, se è questo che in Italia ufficialmente si vuole, anche approfittando della nascita di un bambino, i sindaci possono essere responsabili di questo gesto di civiltà.

E ora il testo di Virginia di Vivo per chi avrà la forza di leggerlo fino in fondo.
Per me è stato difficile arrivare all’ultima parola e credo lo sia anche per altri.
Virginia di Vivo 9 aprile
Mi reco molto assonnata al congresso più inflazionato della mia carriera universitaria, conscia che probabilmente mi addormenterò nelle file alte dell’aula magna. Mi siedo, leggo la scaletta, la seconda voce è “sanità pubblica e immigrazione: il diritto fondamentale alla tutela della salute”. Inevitabilmente penso “e che do bali”. Accendo Pokémon Go, che sono sopra una palestra della squadra blu. Mi accingo a conquistarla per i rossi. Comincia a parlare il tale Dottor Pietro Bartolo, che io non so chi sia. Non me ne curo. Ero lì che tentavo di catturare un bulbasaur e sento la sua voce in sottofondo: non parla di epidemiologia, di eziologia, non si concentra sui dati statistici di chissà quale sindrome di *lallallà*. Parla di persone. Continua a dire “persone come noi”. Decido di ascoltare lui con un orecchio e bulbasaur con l’altro. Bartolo racconta che sta lì, a Lampedusa, ha curato 350mila persone, che c’è una cosa che odia, cioè fare il riconoscimento cadaverico. Che molti non hanno più le impronte digitali. E lui deve prelevare dita, coste, orecchie. Lo racconta: “Le donne? Sono tutte state violentate. TUTTE. Arrivano spesso incinte. Quelle che non sono incinte non lo sono non perché non sono state violentate, non lo sono perché i trafficanti hanno somministrato loro in dosi discutibili un cocktail antiprogestinico, così da essere violentate davanti a tutti, per umiliarle. Senza rischi, che le donne incinte sul mercato della prostituzione non fruttano”..
Ma non era un congresso ad argomento clinico? Dove sono le terapie? Perché la voce di un internista non mi sta annoiando con la metanalisi sull’utilizzo della sticazzitina tetrasolfata? Decido di mollare bulbasaur, un secondino, poi torno Bulba, devo capire cosa sta dicendo questo qua.
“Su questi barconi gli uomini si mettono tutti sul bordo, come una catena umana, per proteggere le donne, i bambini e gli anziani all’interno, dal freddo e dall’acqua. Sono famiglie. Famiglie come le nostre”.
Mostra una foto, vista e rivista, ma lui non è retorico, non è formale. È fuori da ogni schema politically correct, fuori da ogni comfort zone.
“Una notte mi hanno chiamato: erano sbarcati due gommoni, dovevo andare a prestare soccorso. Ho visitato tutti, non avevano le malattie che qualcuno dice essere portate qui da loro. Avevano le malattie che potrebbe avere chiunque. Che si curano con terapie banali. Innocue. Alcuni. Altri sono stati scuoiati vivi, per farli diventare bianchi. Questo ragazzo ad esempio”, mostra un’altra foto, tutt’altro che vista e rivista. Un giovane, che avrà avuto 15/16 anni, affettato dal ginocchio alla caviglia.
Mi dimentico dei Pokémon.
“Lui è sopravvissuto agli esperimenti immondi che gli hanno fatto. Suo fratello, invece, non ce l’ha fatta. Lui è morto per essere stato scuoiato vivo”.
Metto il cellulare in tasca.
”Qualcuno mi dice di andare a guardare nella stiva, che non sarà un bello spettacolo. Così scendo, mi sembrava di camminare su dei cuscini. Accendo la torcia del mio telefono e mi trovo questo..”
Mostra un’altra foto.
Sembrava una fossa comune. Corpi ammassati come barattoli di uomini senza vita.
“Questa foto non è finta. L’ho fatta io. Ma non ve la mostrano nei telegiornali. Sono morti li, di asfissia. Quando li abbiamo puliti ho trovato alcuni di loro con pezzi di legno conficcati nelle mani, con le dita rotte. Cercavano di uscire. Avevano detto loro che siccome erano giovani, forti e agili rispetto agli altri, avrebbero fatto il viaggio nella stiva e poi, con facilità, sarebbero usciti a prendere aria presto. E invece no. Quando l’aria ha cominciato a mancare, hanno provato ad uscire dalla botola sul ponte, ma sono stati spinti giù a calci, a colpi in testa. Sapeste quanti ne ho trovati con fratture del cranio, dei denti. Sono uscito a vomitare e a piangere. Sapeste quanto ho pianto in 28 anni di servizio, voi non potete immaginare”.
Ora non c’è nessuno in aula magna che non trattenga il fiato, in silenzio.
“Ma ci sono anche cose belle, cose che ti fanno andare avanti. Una ragazza. Era in ipotermia profonda, in arresto cardiocircolatorio. Era morta. Non avevamo niente. Ho cominciato a massaggiarla. Per molto tempo. E all’improvviso l’ho ripresa. Aveva edema, di tutto. È stata ricoverata 40 giorni. Kebrat era il suo nome. È il suo nome. Vive in Svezia. È venuta a trovarmi dopo anni. Era incinta” ci mostra la foto del loro abbraccio.
“..Si perché la gente non capisce. C’è qualcuno che ha parlato di razza pura. Ma la razza pura è soggetta a più malattie. Noi contaminandoci diventiamo più forti, più resistenti. E l’economia? Queste persone, lavorando, hanno portato miliardi nelle casse dell’Europa. E io aggiungo che ci hanno arricchito con tante culture. A Lampedusa abbiamo tutti i cognomi del mondo e viviamo benissimo. Ci sono razze migliori di altre, dicono. Si, rispondo io. Loro sono migliori. Migliori di voi che asserite questo”.
Fa partire un video e descrive: ”Questo è un parto su una barca. La donna era in condizioni pietose, sdraiata per terra. Ho chiesto ai ragazzi un filo da pesca, per tagliare il cordone. Ma loro giustamente mi hanno risposto “non siamo pescatori”. Mi hanno dato un coltello da cucina. Quella donna non ha detto bau. Mi sono tolto il laccio delle scarpe per chiudere il cordone ombelicale, vedete? Lei mi ringraziava, era nera, nera come il carbone. Suo figlio invece era bianchissimo. Si perché loro sono bianchi quando nascono, poi si inscuriscono dopo una decina di giorni. E che problema c’è, dico io, se nascono bianchi e poi diventano neri? Ha chiamato suo figlio Pietro. Quanti Pietri ci sono in giro!”.
Sorridiamo tutti.
“Quest’altra donna, invece, è arrivata in condizioni vergognose, era stata violentata, paralizzata dalla vita in giù… Era incinta. Le si erano rotte le acque 48 ore prima. Ma sulla barca non aveva avuto lo spazio per aprire le gambe. Usciva liquido amniotico, verde, grande sofferenza fetale. Con lei una bambina, anche lei violentata, aveva 4 anni. Aveva un rotolo di soldi nascosto nella vagina. E si prendeva cura della sua mamma. Tanto che quando cercavo di mettere le flebo alla mamma lei mi aggrediva. Chissà cosa aveva visto. Le ho dato dei biscotti. Lei non li ha mangiati. Li ha sbriciolati e ci imboccava la mamma. Alla fine le ho dato un giocattolo. Perché ci arrivano una montagna di giocattoli, perché la gente buona c’è. Ma quella bimba non l’ha voluto. Non era più una bambina ormai.”
Foto successiva.
“Questa foto invece ha fatto il giro del mondo. Lei è Favour. Hanno chiamato da tutto il mondo per adottarla. Lei è arrivata sola. Ha perso tutti: il suo fratellino, il suo papà. La sua mamma prima di morire per quella che io chiamo la malattia dei gommoni, che ti uccide per le ustioni della benzina e degli agenti tossici, l’ha lasciata ad un’altra donna, che nemmeno conosceva, chiedendole di portarla in salvo. E questa donna, prima di morire della stessa sorte, me l’ha portata. Ma non immaginate quanti bambini, invece, non ce l’hanno fatta. Una volta mi sono trovato davanti a centinaia di sacchi di colori diversi, alcuni della Finanza, alcuni della polizia. Dovevo riconoscerli tutti. Speravo che nel primo non ci fosse un bambino. E invece c’era proprio un bambino. Era vestito a festa. Con un pantaloncino rosso, le scarpette. Perché le loro mamme fanno così. Vogliono farci vedere che i loro bambini sono come i nostri, uguali”.
Ci mostra un altro video. Dei sommozzatori estraggono da una barca in fondo al mare dei corpi esanimi. “Non sono manichini” ci dice.
Il video prosegue.
Un uomo tira fuori dall’acqua un corpicino. Piccolo. Senza vita. Indossava un pantaloncino rosso. “Quel bambino è il mio incubo. Io non lo scorderò mai”. Non riesco più a trattenere le lacrime. E il rumore di tutti coloro che, alterandosi in aula, come me, hanno dovuto soffiarsi il naso.
“E questo è il risultato” ci mostra l’ennesima foto. “368 morti. Ma 367 bare. Si. Perché in una c’è una mamma, arrivata morta, col suo bambino ancora attaccato al cordone ombelicale. Sono arrivati insieme. Non abbiamo voluto separarli, volevamo che rimanessero insieme, per l’eternità”.
Penso che possa bastare così. E questo è un estratto. Si, perché il Dottor Bartolo ha parlato per un’ora. Gli altri relatori hanno lasciato a lui il loro tempo. Nessuno ha osato interromperlo. E quando ha finito tutti noi, studenti, medici e professori, ci siamo alzati in piedi e abbiamo applaudito, per lunghi minuti. E basta. Lui non ha bisogno di aiuto, “non venite a Lampedusa ad aiutarci, ce l’abbiamo sempre fatta da soli noi lampedusani. Se non siete medici, se non sapete fare nulla e volete aiutare, andate a raccontare quello che avete sentito qui, fate sapere cosa succede a coloro che dicono che c’è l’invasione. Ma che invasione!”.
E io non mi espongo, perché non so le cose a modo. Ma una cosa la so. E cioè che questo è vergognoso, inumano, vomitevole. E non mi importa assolutamente nulla del perché sei venuto qui, se sei o no regolare, se scappi dalla guerra o se vieni a cercare fortuna: arrivare così, non è umano. E meriti le nostre cure. Meriti un abbraccio. Meriti rispetto. Come, e forse più, di ogni altro uomo.

13 Aprile 2019Permalink

11 aprile 2019 – L’odio dilaga a cominciare dai neonati.

Il dio Baal ispiratore.
La notizia che trascrivo di seguito si colloca in quella crepa introdotta nella nostra legislazione nel 2009 per ostacolare – e in pratica rendere per molti impraticabile – la registrazione delle dichiarazioni di nascita in Italia, finalizzata, evidentemente, alla garanzia del certificato dovuto ma negato al nuovo nato che risulta così inesistente.

Sapevo che la crepa si sarebbe allargata nella cultura artatamente diffusa che ha soggiogato menti deboli e schiave del pregiudizio ma di cui si sono fatte complici tutte le forze politiche che, avendo nel Berlusconi 4 il loro promotore ma anche essendone contrarie, si sono avvoltolate in un qualche cosa che preferisco non definire al tempo dei governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni per offrire al governo Conte e ai suoi due litigiosi puntelli un sacrificio umano come ai tempi del dio Baal

La notizia che segue è un primo segno.
Un errore di fondo è riferire le adozioni al desiderio di genitorialità e non ai diritti del bambino secondo il principio, affermato in legge ma trascurato con l’indifferenza dell’ignoranza e il gioco turpe del misconoscimento furbastro e ripugnante del principio del superiore interesse del minore che dovrebbe essere sostanza di ogni intervento che lo riguardi.
Nel 2009 la norma si è fatta cultura, ora la cultura che si è diffusa produrrà – temo – norme peggiorative benedette dalle istituzioni e assicurate dall’indifferenza.

Adozioni internazionali C’è razzismo contro i ragazzi adottati: nuovi accordi a rischio  Redazione 20 ore fa

La Commissione Adozioni Internazionali esprime «profonda preoccupazione» per i diversi episodi di razzismo nei confronti di quei figli adottivi che a causa del colore della loro pelle vengono fatti oggetto di atti di bullismo e vessazione. «Comportamenti del tutto censurabili, in un clima in cui la diversità è purtroppo percepita come un disvalore», scrive la CAI.
Gli episodi di razzismo nei confronti di ragazzi adottati? Potrebbero mettere a rischio la possibilità di nuovi accordi con alcuni Paesi d’origine.
A lanciare l’allarme è la Commissione Adozioni Internazionali, che sul proprio sito ha espresso oggi «profonda preoccupazione» per i diversi episodi di razzismo nei confronti di quei figli adottivi che a causa del colore della loro pelle vengono fatti oggetto di atti di bullismo e vessazione. Quando Gabriella Nobile – la fondatrice di Mamme per la Pelle – denunciò per la prima volta nel febbraio 2018 questo razzismo nascente contro bambini adottati, sembrava quasi un’eccezione. Invece sta succedendo sempre più spesso. Solo ricordando gli episodi giunti alla cronaca, c’è Shanthi, 23 anni, di origini indiane, figlia di Paola Crestani, presidente del Ciai: quando sale in treno, la donna seduta accanto a lei si alza perché «io non voglio stare vicino a una negra». E due ragazzi adottati dall’India e dall’Africa, neo-universitari che quando giungono all’appuntamento per visitare un appartamento si sono sentiti dire dalla ragazza dell’agenzia immobiliare “Non so se farvi salire, la signora ha le sue idee: non vuole stranieri”. Ultimo episodio quello accaduto a Melegnano, nel Milanese, dove vive Bakary Dandio, senegalese di 21 anni arrivato in Italia da profugo e poi diventato una promessa dell’atletica, adottato da una coppia italiana: sul muro di casa sono comparse scritte razziste.
«Questi comportamenti del tutto censurabili si inseriscono in un clima in cui la diversità è purtroppo percepita come un disvalore invece che essere considerata una fonte di arricchimento individuale e collettivo», scrive la CAI. La Commissione «sta cercando di riallacciare rapporti istituzionali con alcuni Paesi che, in passato, avevano contribuito a soddisfare il desiderio di genitorialità di molte coppie italiane; queste manifestazioni di razzismo potrebbero compromettere la possibilità di nuovi accordi. Ci auguriamo pertanto che intolleranza e razzismo rimangano fenomeni isolati e contrastati da tutti coloro che hanno a cuore fratellanza, solidarietà e soprattutto il bene dei minori».

http://www.vita.it/it/article/2019/04/10/ce-razzismo-contro-i-ragazzi-adottati-nuovi-accordi-a-rischio/151231

11 Aprile 2019Permalink

9 aprile 2019 Come si spegne un Pillon – Ce lo racconta oggi La Repubblica

Simone Pillon, il senatore ultrà della famiglia sotto processo per omofobia
Il leghista: “L’Arcigay fa adescamento nelle scuole”. E oggi via alla discussione della legge sull’affido condiviso di cui è autore dalla nostra inviata ALESSANDRA ZINITI

PERUGIA – “Lei…lei lo sa come si fa l’amore?” (Risate) “Quali sono i due ingredienti che servono?” (Risate) “Un maschio e…?” (Risate) “Una femmina”, grida qualcuno dal pubblico. “Allora lei è un bullo omofobico” (Risate fragorose).
È un siparietto collaudato, ripetuto in giro per l’Italia, quello che – proprio mentre in Commissione giustizia entra nel vivo la discussione sul suo contestato ma mai ritirato disegno di legge sulla riforma dell’affido condiviso – potrebbe costare molto caro ( 200.000 euro la richiesta di risarcimento) al senatore leghista Simone Pillon, trascinato sul banco degli imputati da Omphalos, associazione Lgbt di Perugia affiliata ad Arcigay. Additati come adescatori di minorenni, si sono rivolti al giudice che ha rinviato a giudizio Pillon e ha fatto sequestrare e cancellare dal web il videoperformance del senatore che, di platea in platea delle sue tanto amate associazioni di famiglie, ha sostenuto, con tanto di volantini taroccati ad arte, che “quelli di Arcigay vanno nei licei e spiegano ai vostri figli che per fare l’amore bisogna essere o due maschi o due femmine e non si può fare diversamente e…venite a provare da noi, nel nostro welcome group”. Tranne poi provare a giustificarsi in aula richiamando la sua “ironia sferzante, la satira dei libri di Guareschi, per arrivare al paradosso…”. “Ma qui – obietta l’avvocato Saschia Soli, che lo ha trascinato in tribunale – non si parla né di satira né di paradosso né tantomeno di diritto di critica. Siamo di fronte a falsità che hanno trasformato un’opera di sensibilizzazione sociale in una campagna di adescamento”.

L’episodio sul quale giovedi il giudice Matteo Cavedoni dovrà emettere la sentenza ha avuto come teatro il liceo scientifico Alessi di Perugia dove l’associazione Omphalos era stata invitata a tenere un incontro con gli studenti sul tema “Lotta al bullismo omofobico”. “Spesso veniamo chiamati nelle scuole a dare il nostro contributo nella sensibilizzazione contro le discriminazioni, come riconoscere il bullismo omofobico. Portiamo anche materiale didattico sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e volantini informativi delle nostre iniziative – spiega Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – Pillon ha distorto i fatti, alterando il nostro materiale, omettendo quello (che ovviamente c’era) sull’amore tra due persone eterosessuali, facendoci passare per adescatori. Il giudice ha accolto la nosstra costituzione di parte civile e ha disposto il sequestro dei video ritenendoli “offensivi e lesivi della reputazione””.

Uno spiacevole inciampo per il senatore con il farfallino, 48 anni, bresciano, che a Perugia ( città nella quale si è trasferito per la moglie farmacista umbra) è quasi sconosciuto. Tranne ai suoi colleghi avvocati con i quali non c’è grande feeling. Qualcuno lo ha anche segnalato all’Ordine degli avvocati per quel suo fare disinvolto con il quale, negli anni in cui era consigliere nazionale del Forum delle famiglie, riusciva a drenare presso lo studio legale che condivide con la collega Sara Napoleoni in via Angeloni una causa dietro l’altra: separazioni, figli contesi, violenze in famiglia. Da quando è stato eletto senatore le sue presenze in tribunale si sono diradate ma non le obiezioni sul conflitto d’interesse con il disegno di legge che prevede la mediazione nel diritto di famiglia (a pagamento naturalmente). Nell’homepage del suo studio legale i i servizi offerti nel campo della mediazione familiare con tanto di riferimento al suo disegno di legge sono ancora ben evidenziati: “Ormai da diverso tempo anche in Italia, come in altri ordinamenti europei – si legge – si è ravvisata la necessità di una mediazione familiare. È in corso di approvazione una modifica al codice civile che conferirà grande rilievo all’attiività di mediazione nel corso dei procedimenti per la separazione dei coniugi”.
Sono giorni complicati questi per Pillon a Perugia. Le elezioni amministrative sono alle porte, si vota il 26 maggio e la Lega ha affidato a lui il coordinamento della campagna elettorale sul territorio ma il suo disegno di legge non sembra calamitare consensi. Persino al Comune, dove la sinistra è minoranza, la settimana scorsa un ordine del giorno presentato dal Pd contro il ddl Pillon è passato a maggioranza.

https://www.repubblica.it/cronaca/2019/04/09/news/simone_pillon_il_senatore_ultra_della_famiglia_sotto_processo_per_omofobia-223582147/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P2-S1.4-T1

 

9 Aprile 2019Permalink

3 aprile 2019 – Raniero La Valle: Un parere che aiuta a riflettere

lunedì 1 aprile 2019
Il Senato ha salvato mercoledì scorso il ministro Salvini dalle acque minacciose di un processo per sequestro di persone e altri reati che avrebbe potuto travolgerlo.
Per molti è stato uno scandalo, per moltissimi un dolore, perché del via libera al processo avevano fatto un’istanza etica essenziale, a cominciare dal Centro per la pace di Viterbo. La scelta politica di rimandare i fuggiaschi alle prigioni e alle torture libiche è infatti (abbiamo i filmati) un po’ come se si fossero riportati indietro ebrei fuggiti da Auschwitz, è come proteggere il treno che vi scaricava i deportati, come fecero gli Alleati durante la guerra rifiutandosi di bombardare la ferrovia che giungeva fino al campo.
E tuttavia è una fortuna che il voto del Senato sia andato così, altrimenti ne sarebbero scaturiti pericoli anche maggiori. Era scontato che il Senato desse copertura politica all’operato del suo ministro, la maggioranza di governo è compatta nella lotta agli immigrati, ma anche gran parte del Senato che non appoggia il governo è schierata contro di loro, vittime tutti come sono di pulsioni identitarie e di pruriti elettorali.
Ma, appunto, si è trattato di un voto politico, non di un giudizio, per il quale almeno i parlamentari avrebbero dovuto leggere le carte. È la politica che così decide oggi in Italia, ma la politica si può cambiare, è nelle nostre mani, l’irreparabile non è avvenuto.
Se invece il Senato avesse concesso l’autorizzazione a procedere, la magistratura giudicante si sarebbe trovata di fronte a un gravissimo dilemma.
Se condannava il ministro, avrebbe condannato come reato l’attuale politica italiana, ma non avendo il potere di cambiarla, ne avrebbe solo certificato, di fronte al mondo, la natura criminosa.
Ma se assolveva Salvini, lo avrebbe fatto riconoscendo a termini di legge che sequestrare i naufraghi in mare, negare loro la terra, interdire i soccorsi e respingerli al punto di partenza è qualcosa che corrisponderebbe “a un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante” a “un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di governo”: un interesse di tutti, un preminente interesse anche nostro.
Ciò avrebbe legittimato come “ragion di Stato”, prevalente sulla stessa legge penale, la dimensione spietata dell’attuale politica italiana. Si sarebbe verificato un corto circuito tra uso illegittimo del potere e giurisdizione.
È questo il meccanismo che trasforma un potere ingiusto in regime, come accadde in Germania quando i giudici si conformarono a Hitler, i giuristi si allinearono, e il Paese fu perduto.
Perciò è così importante che resti la divisione dei poteri, e che la Costituzione non sia minacciata (lo sappia Zingaretti) e che la cultura si mantenga autonoma e critica, e naturalmente la Chiesa: altrimenti sarà lo stesso senso comune a precipitare in regime, a sacrificare alla sicurezza ogni pudore.
Potrebbe allora divenire realtà il quadro angoscioso disegnato da un romanzo appena uscito, “Ero straniero” (Bompiani editore), di un’Italia che diventa il Paese del “poligono diffuso”, dove sono “tutti pazzi per le armi”, dove si costruiscono poligoni di tiro nascosti nel giardino, come le piscine nei giardini dei ricchi.
È quello che racconta il bellissimo romanzo di Salvatore Maira (l’autore dei “Diecimila muli”) che finalmente fa entrare nella letteratura la nuova tragedia italiana dei profughi e degli stranieri in patria.
Ma è proprio la ragione che sembra perduta.

3 Aprile 2019Permalink

3 aprile 2019 – Il diritto di sorridere

La ragazza della foto si chiama Alice Brine ed il suo post contro lo stupro è diventato virale su Facebook.

L’attrice ironizza acutamente facendo un paragone molto banale ma efficace.

“Ho iniziato ad andare a casa di alcuni ragazzi molto ubriachi e a rubare tutta la loro roba. Tutto ciò che avevano. Non è colpa mia…erano molto ubriachi. Dovevano farci attenzione. Di solito riesco a farlo il 90% delle volte ma quando un uomo coraggioso mi trascina in tribunale, mi difendo dicendo che non ero sicura di cosa intendesse dire quando ha affermato: ‘Non rubare la mia Audi’.

Semplicemente non avevo capito bene il significato. Gli ho detto: ‘Posso rubare il tuo orologio di Gucci per favore?’. Lui mi ha detto: ‘No’, ma io non ero sicura di cosa intendesse.

Era ubriaco. Si è cacciato lui in questa situazione. Potete vedere da soli come era vestito in discoteca, quelle magliette costose e quelle scarpe. Che messaggio stava lanciando?! Pensavo che volesse che io andassi da lui e lo derubassi di tutta la sua roba. Era ciò che stava chiedendo.
Quando ha detto ‘no’ alla mia richiesta di portargli via tutte le sue cose non capivo cosa intendesse dire.
‘No’ non è qualcosa di abbastanza oggettivo, può significare qualsiasi cosa”.

Ovviamente è solo un paragone per far capire quanto possa essere stupido incolpare la vittima dell’abuso o pensare che se la sia cercata.
Che cosa fare se non applaudire.
Source: The Huffington Post

3 Aprile 2019Permalink

1 aprile 2019 – Calendario del mese

.1 aprile 1939 – Inizio della dittatura franchista in Spagna
.1 aprile 2015 – Accordo Losanna su nucleare iraniano
.2 aprile 2005 – Morte di papa Giovanni Paolo II
.2 aprile 2015 – Strage al campus universitario di Garissa (Kenia)
.2 aprile 2018 – Muore Winnie Mandela per 38 anni moglie di Nelson Mandela
.4 aprile 1949 – Fondazione della NATO – Washington [fonte 1]
.4 aprile 1968 – Assassinio di Martin Luther King
.5 aprile 1943 – Arresto di Dietrich Bonhoeffer
.6 aprile 1992 – Inizio dell’assedio di Sarajevo
.6 aprile 2009 – Terremoto de L’Aquila.7 aprile 2017
.7 aprile 2017 –  Attentato Stoccolma
.9 aprile 1945 –  Le SS impiccano Dietrich Bonhoeffer
11 aprile 1963 – Giovanni XXIII promulga la Pacem in terris
11 aprile 1987 –  Muore Primo Levi
13 aprile 2016 –  Muore Pietro Pinna
14 aprile 2014 –  Rapimento di 200 studentesse nigeriane da parte di
…………………………Boko Haram.
15 aprile 1912 –  Affonda il Titanic
15 aprile  2019 –  Incendio Notre-Dame e AlAqsa
16 aprile 1995 –  Pakistan: assassinio del sindacalista Iqbal Masih.
…………………………Aveva 12 anni
17 aprile 1961 – Cuba. Fallisce lo sbarco di anticastristi nella Baia dei Porci
19 aprile 2003 – Elezione di papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger)
20 aprile 570 –   Nascita del profeta Muhammad (che chiamiamo Maometto)
20 aprile 1946 – Morte di Ernesto Buonaiuti
20 aprile 2017 – Attentato terroristico agli Champs Elysées
20 aprile 2019 – Fine della Festività di Pesach (anno 5779)
21 aprile 1967 – Grecia – colpo di stato dei colonnelli
22 aprile 1616 – Morte di Cervantes
23 aprile 1564 – Anniversario della nascita e morte di Shakespeare (1564-
…………………………….1616?)
24 aprile –          Commemorazione della deportazione e del genocidio
……………………………..degli Armeni
24 aprile 2013 – Crollo fabbrica Rana Plaza, Bangladesh
25 aprile – ………..Festa della liberazione
25 aprile 1974. – Portogallo: rivoluzione dei garofani
26 aprile 1986 – Ucraina: scoppia il reattore nucleare di Chernobyl
27 aprile 1937 – Morte di Antonio Gramsci
28 aprile 1969 – Charles de Gaulle si dimette da presidente della Francia
28 aprile 2013 – Governo Letta
28 aprile 2013 –  Attentato a palazzo Chigi
28 aprile 2017 –  Visita del papa in Egitto
29 aprile 1944 –  Rivolta del ghetto di Varsavia
29 aprile 2918 –  Elezioni regionali FVG – Elezioni comune Udine e altri
29 aprile 2018 –  Muore Filippo Gentiloni
30 aprile 1982 –  Cosa Nostra uccide Pio La Torre

[Fonte 1] Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord è un’organizzazione internazionale per la collaborazione nel settore della difesa. Il Patto Atlantico ne è il trattato istitutivo)
(in inglese: North Atlantic Treaty Organization – NATO,
in francese: Organisation duTraité de l’Atlantique Nord, – OTAN)

1 Aprile 2019Permalink

31 marzo 2019 – Un papa e un re fanno il loro lavoro

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO IN MAROCCO
[30-31 MARZO 2019]

APPELLO
DI SUA MAESTÀ IL RE MOHAMMED VI
E DI SUA SANTITÀ PAPA FRANCESCO
SU GERUSALEMME / AL QODS CITTÀ SANTA E LUOGO DI INCONTRO
________________________________________

In occasione della visita al Regno del Marocco, Sua Santità Papa Francesco e Sua Maestà il Re Mohammed VI, riconoscendo l’unicità e la sacralità di Gerusalemme / Al Qods Acharif e avendo a cuore il suo significato spirituale e la sua peculiare vocazione di Città della Pace, condividono il seguente appello:

«Noi riteniamo importante preservare la Città santa di Gerusalemme / Al Qods Acharif come patrimonio comune dell’umanità e soprattutto per i fedeli delle tre religioni monoteiste, come luogo di incontro e simbolo di coesistenza pacifica, in cui si coltivano il rispetto reciproco e il dialogo.

A tale scopo devono essere conservati e promossi il carattere specifico multi-religioso, la dimensione spirituale e la peculiare identità culturale di Gerusalemme / Al Qods Acharif.

Auspichiamo, di conseguenza, che nella Città santa siano garantiti la piena libertà di accesso ai fedeli delle tre religioni monoteiste e il diritto di ciascuna di esercitarvi il proprio culto, così che a Gerusalemme / Al Qods Acharif si elevi, da parte dei loro fedeli, la preghiera a Dio, Creatore di tutti, per un futuro di pace e di fraternità sulla terra».

Rabat, 30 marzo 2019

S.M. il Re Mohammed VI
Amir al Mouminine

S.S. Papa Francesco

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2019/3/30/appello.html

 

31 Marzo 2019Permalink

30 marzo 2019 – La Chiesa e gli abusi: non ci sono più intoccabili


7 MARZO 2019 La condanna di Barbarin un’altra prova della fine del privilegio cardinalizio. Ora verità sull’omertà dei vescovi
di ALBERTO MELLONI

Fine degli intoccabili. I sei mesi di carcere con sospensione inflitti al cardinale Barbarin, arcivescovo di Lione, condannato per omissione di soccorso davanti agli abusi di padre Bernard Preynat, assistente e molestatore degli scout fra il 1986 e il 1996, dicono questo: fine degli intoccabili. Nessuno può più sperare che la giustizia rinunci a denunciare gli abusi di potere (quelli di cui era accusato McCarrick), gli abusi sessuali (quelli di cui era accusato Pell) e il favoreggiamento degli uni e degli altri delitti (di cui è accusato Barbarin) per riguardo ad una dignità ecclesiastica o alla porpora cardinalizia.

È la conclusione di un ciclo storico assai lungo, che per i cardinali era iniziato nel 1577.
Allora quando il potere politico e quello giudiziario erano nelle mani del sovrano pontefice, Sisto IV, stabilì che i cardinali erano esonerati da tutte le norme penali che non li menzionavano esplicitamente, perché solo il Papa avrebbe potuto giudicarli. Un privilegio che li metteva al riparo della curia e che, violato una sola volta in oltre quattro secoli, era diventato quasi un istinto. Gli ecclesiastici che grazie al cardinalato diventavano parte del clero romano e guadagnavano il diritto di eleggerne il vescovo, sapevano di essere stati scelti per una funzione altissima, che implicava in loro un surplus di rigore e di virtù. Ma avevano anche assorbito l’idea che quel collegio di porpore godeva di diritti: e quando il Papa negava la porpora a un potente (si pensi a monsignor Marcinkus) era per tenerlo a una distanza eloquente. Continue reading

31 Marzo 2019Permalink

21 marzo 2019 – Samir e Rami non sono mai entrati in Parlamento

Modifica del 24 marzo. Quando ho scritto questo post conoscevo solo il nome di Samir. Ora modifico e a Samir aggiungo Rami. 

Oggi si chiacchiera molto dei ragazzini, dei bambini (e dei loro insegnanti) salvati dall’essere bruciati vivi da Samir e da Rami, due  ragazzini intelligenti e coraggiosi.

Se quei bambini fossero nati dopo il 2009 quando per lego volontà (allora espressa dal Ministro dell’interno Maroni) con voto di fiducia fu approvata la legge che ostacola la garanzia del diritto al certificato di nascita dei nati in Italia, figlio di migranti non comunitari irregolari.
Se fossero nati dopo il 2009, figli ‘degli altri’ -non avrebbero nemmeno un nome. Privi di tutela genitoriale (come riconoscere madre e padre di chi non c’è?) potrebbero essere carne indifesa per pedofili.

Riferimento legislativo: legge 94/2009 art. 1 comma 22 lettera g –
presente nel Testo Unico sull’ immigrazione – testo coordinato dl 286/1998 art. 6/2.

La situazione che nasce dalla legge 94 cd pacchetto sicurezza è segnalata anche dal Terzo Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (novembre 2017. cap.3.1): «Rispetto … al diritto di registrazione alla nascita, si fa presente che l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato, avvenuta con la legge 15 luglio 2009 n.94 in combinato disposto con gli artt. 316-362 c.p., obbliga alla denuncia i pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che vengano a conoscenza delle irregolarità di un migrante. Tale prescrizione condiziona i genitori stranieri che, trovandosi in situazione irregolare, spesso non si presentano agli uffici anagrafici, proprio per timore di essere eventualmente espulsi».

Adesso c’è tutto un agitarsi attorno alla notizia del pullman minacciato, dimenticando che chi ha voluto la legge 94, chi ancora la sostiene, chi ritiene di non doversene occupare, chi addirittura sceglie di non nominarla mai si pone sullo stesso piamo dell’autista che voleva distruggere quei piccoli con il fuoco, mentre i nostri parlamentari – presenti al senato e alla camera – nel corso dei governi Berlusconi 4, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni , Conte hanno e hanno avuto per fare la stessa operazione distruttiva con meno clamore – gli strumenti della burocrazia confortati da una legge che nessuno vuole abolire, per odio, per intolleranza, per conformismo, per indifferenza e rassicurati dal silenzio che si esprime fra il ghigno e lo sbadiglio di molte organizzazioni della società civile.

In quelle nobili sedi e in parlamento  Samir e Rami non sono mai entrati

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21 Marzo 2019Permalink