10 settembre 2018 – Io eletto – I giudici no

IO ELETTO I GIUDICI NO è la frase che molti quotidiani [Nota 1, ne cito tre] in carta e on line riferiscono come pronunciata dal Ministro sen. Matteo Salvini.
Il riferimento ai cittadini elettori è apparso insistito durante la lettura del messaggio ufficiale della Procura di Palermo, letto dallo stesso Ministro dal suo ufficio munito di telecamera.
Poiché non voglio sbagliare ho fatto una verifica del percorso che conduce al Tribunale dei Ministri, percorso che riporto di seguito, avendone anche controllato  la correttezza con una persona competente

Precede la notizia di una piccola iniziativa cui ho aderito perché ci tengo a non essere identificata nell’insieme dei cittadini elettori che hanno votato per il partito di Salvini che, in occasione delle elezioni si chiamava Lega Salvini premier, e ora è confluito nel gruppo Lega- Salvini Premier Partito sardo d’Azione (L-SP-PSd’Az).
Molto particolare il passaggio dalla connotazione geografica di carattere generale (lo scomparso Nord) a una connotazione geografica insulare (Sardegna).
Oggi sembra essere interessante anche ai fini di smarcarsi dal debito cui la Lega (con quale nome?) è stata condannata a pagare.
Ma questa è un’altra storia

La piccola iniziativa del 10 settembre. Io  non sto con Salvini
Ieri sera un’amica mi ha mandato il messaggio che segue:

Domani mattina tra le 7.30 e le 8.30 se avete voglia mandate un SMS a Prima Pagina di Radio Rai 3 con scritto:

“Mi chiamo … … sono cittadina/o italiana/o e non sto con Salvini”

Il numero è 3355634296.
Se volete fate girare

Ho aderito perché era un modo per dire che io non sto con Salvini.
Ho fatto girare e ho ascoltato con meraviglia le considerazioni del conduttore d Prima Pagina che ha dichiarato non attinente agli scopi e ai modi della trasmissione una iniziativa di questo tipo.
Secondo me avrebbe fatto bene a leggere una sola volta quel testo, che sapeva essere sempre uguale, e poi a comunicare (oggi in coda alla trasmissione o domani) il numero dei messaggi.
Poiché così non è stato devo pensare che gli italiani salviniani – essendo un gruppo con un leader di riferimento – contino di più di coloro che si avvalgono, uno per uno, della dignità dell’essere cittadini e che desiderano affermarla distinguendosi da quella che, per essere indistinta, appare un’ammucchiata.
Naturalmente io mi faccio carico delle mie opinioni di persona responsabile e consapevole non trovando, né per questo problema né per altri, una realtà associativa capace di rappresentarmi nella condivisione di alcuni principi in una sua non volatile solidarietà politica.

L’iter del Tribunale del Ministri.
31 agosto caso Diciotti. L’atto d’accusa contro Salvini viene trasmesso dal Procuratore della Repubblica di Agrigento (Patronaggio), al Presidente della procura di Palermo che è il Presidente il Tribunale dei ministri.

Cerco di capire
Il collegio giudicante del tribunale dei ministri (istituito nel 1989) è composto da tre membri effettivi e tre supplenti, estratti a sorte tra tutti i magistrati dei tribunali del distretto che abbiano da almeno cinque anni la qualifica.
Quindi le denunce per i reati ministeriali sono trasmesse al procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto di corte d’appello competente per il territorio.
Nel caso specifico, per quanto capisco per esempio se la competenza territoriale spetta alla procura di Agrigento, il Tribunale dei ministri si forma presso il tribunale ordinario di Palermo, che è capoluogo del distretto di corte d’appello competente.
Agrigento, senza compiere nessun tipo di indagine, doveva entro quindici giorni trasmettere gli atti al tribunale dei ministri e darne immediata comunicazione ai soggetti interessati.
E ciò è avvenuto il 31 agosto

7 settembre Come dovuto, ne è stata data comunicazione all’interessato (nella veste credo dovuta di cittadino Salvini, in quel momento seduto al Ministero) che ha deciso per un a procedura di apertura pubblica del plico postale.
https://www.agi.it/politica/tribunale_ministri_come_funziona-4316230/news/2018-08-27/

[Nota 1] 7 settembre
https://www.huffingtonpost.it/2018/09/07/stato-contro-stato-salvini-decide-lescalation-dello-scontro-con-i-magistrati-io-eletto-loro-no_a_23520335/

https://www.ilmessaggero.it/primopiano/politica/salvini_reato_sequestro_persona_aggravato-3958942.html

https://video.repubblica.it/dossier/governo-lega-m5s/diciotti-salvini-indagato-io-eletto-i-giudici-no/313851/314480

10 Settembre 2018Permalink

9 settembre 2018 – “Accusare di anti-semitismo chi critica la politica di Israele è un’infamia”. Intervista a Moni Ovadia di Anna Polo

 Chi critica la politica di Israele e in particolare le violazioni dei diritti umani dei palestinesi viene spesso tacciato di anti-semitismo. Come si può a tuo parere sfatare questa accusa?
Innanzitutto denunciandola per quello che è: un’infamia, una bieca propaganda per tappare la bocca degli uomini liberi, una viltà per impedire qualsiasi discorso sull’ingiustizia subita dal popolo palestinese e anche una forma di corto-circuito psicopatologico, di paranoia. E’ come se chi la formula vivesse nella Berlino del 1935 e non in un paese armato fino ai denti, dotato anche di armi nucleari e alleato non solo degli Stati Uniti, ma anche di fatto dell’Egitto, della Giordania e dell’Arabia Saudita. L’unico paese che fa quello che vuole e ignora le risoluzioni dell’ONU senza che la comunità internazionale muova un dito.
Io stesso ho subito questa infamia. Siccome l’anti-semitismo in Italia è un reato, ho sfidato i miei accusatori a trascinarmi in tribunale, così vedremo come stanno davvero le cose. Inoltre li ho invitati a farsi vedere da uno psichiatra per una lunga terapia.

Come giudichi la legge approvata un mese fa dal Parlamento israeliano, che dichiara Israele “Stato nazionale del popolo ebraico”?
La considero una legge che istituisce “de iure” l’apartheid e il razzismo, che esisteva già “de facto” ed esprime una logica e una mentalità colonialista. E’ una follia, quando il 20% della popolazione è arabo-palestinese e dunque Israele è già uno stato bi-nazionale.
Non sto dicendo che tutti gli israeliani abbiano questa mentalità: ci sono quelli attanagliati dalla paura e preda del mito dell’accerchiamento, quelli che preferiscono non vedere la realtà e quelli che criticano questa politica e pagano le conseguenze del loro coraggio. Purtroppo questi ultimi sono una minoranza, ma nella storia sono state spesso le minoranze a redimere e salvare. La maggioranza ha il diritto di governare, ma non quello di avere ragione.

Organizzazioni come Combatants for Peace riuniscono israeliani e palestinesi passati alla nonviolenza dopo aver partecipato ad azioni militari gli uni contro gli altri. La Marcia delle Madri ha coinvolto migliaia di donne ebree, musulmane e cristiane per esigere una soluzione nonviolenta del conflitto accettabile dalle due parti. Cosa pensi di queste iniziative?
Sono iniziative coraggiose e ammirevoli, portate avanti da persone che vengono boicottate dal governo e accusate di essere contro gli interessi di Israele. Vorrei citare anche i giovani obiettori di coscienza, che preferiscono andare in carcere, piuttosto che servire nei territori occupati e associazioni per i diritti umani come B’Tselem. Due anni fa il suo direttore Hagai El-Ad ha auspicato “azioni immediate” contro gli insediamenti di Israele durante una sessione speciale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull’occupazione e ha denunciato l’”invisibile, burocratica violenza quotidiana” che i palestinesi subiscono “dalla culla alla tomba”.
Cosa possiamo fare a tuo parere come europei e in particolare italiani per contribuire a una soluzione pacifica del conflitto tra Israele e Palestina?
La prima cosa è il lavoro culturale di cui parlavo prima: non smettere mai di ribadire che la denuncia delle ingiustizie e delle sopraffazioni subite dai palestinesi non c’entra niente con l’anti-semitismo e la Shoa.
In secondo luogo, fare pressione sui governi perché prendano posizione ed esigano il rispetto delle risoluzioni dell’ONU sempre violate da Israele.
Terzo, appoggiare il movimento BDS, una campagna globale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, chiedendo all’Europa di sequestrare in quanto illegali le merci prodotte nei territori occupati e negli insediamenti dei coloni. Il messaggio è semplice, ma molto forte: “Non sono terre vostre, pertanto queste sono merci di contrabbando, fuorilegge e noi non le vogliamo.”

http://contropiano.org/news/cultura-news/2018/09/09/accusare-di-anti-semitismo-chi-critica-la-politica-di-israele-e-uninfamia-intervista-a-moni-ovadia-0107374

9 Settembre 2018Permalink

8 settembre 2018 – Solo qualche data

25 luglio 1943 il Gran Consiglio del fascismo sfiducia il capo del Governo Benito Mussolini che fu imprigionato al Gran Sasso. Il re nominò capo del governo il maresciallo Pietro Badoglio.

8 settembre 1943
L’armistizio di Cassibile, fu siglato segretamente il 3 settembre 1943 e proclamato l’8 settembre dal generale Badoglio con un annuncio letto ai microfoni dell’Eiar
Il Governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno a eventuali attacchi di qualsiasi altra provenienza”.

12 settembre Il capitano delle SS Otto Skorzeny liberò Benito Mussolini.
23 settembre Nascita della Repubblica di Salò che comprendeva le regioni del Centro-Nord a eccezione del Trentino, dell’Alto-Adige, della provincia di Belluno, del Friuli e della Venezia Giulia, dell’Istria, annesse di fatto al Terzo Reich con la denominazione di Adriatisches Küstenland (Litorale Adriatico) .

Una questione complessa
Dopo l’armistizio dell’8 settembre l’esercito italiano, lasciato senza ordini, soprattutto per quanto riguarda l’atteggiamento da tenere verso l’ex alleato tedesco, si dissolse.
Se un giorno avrò tempo cercherò di fare una sintesi della questione.
Per ora annoto due termini: repubblichino e Internato Militare che di per sé necessiterebbero di un’ampia analisi.
Per ora mi limito a un cenno sul termine “repubblichino .
Il termine già usato da V. Alfieri in una lettera a Mario Bianchi del 15 aprile 1793 (“Che belle fughe che han fatto i nostri repubblichini dal 1° marzo fino al 26!”) fu riesumato, con valore spregiativo, per la prima volta da Umberto Calosso in una trasmissione di radio Londra, alla fine del 1943, sii diffuse in Italia per indicare dapprima i soldati chiamati alle armi e poi i dirigenti, e più genericamente i sostenitori e i seguaci, della Repubblica Sociale Italiana

8 Settembre 2018Permalink

5 settembre 2018 – Liliana Segre ci ricorda il significato dell’indifferenza

Il razzismo e l’antisemitismo – ha affermato Segre guardando a ciò che accade oggi nei confronti dei migranti – non sono mai sopiti, solo che si preferiva nel dopoguerra della ritrovata democrazia non esprimerlo. Oggi è passato tanto tempo, quasi tutti i testimoni sono morti e il razzismo è tornato fuori così come l’indifferenza generale, uguale oggi come allora quando i senza nome eravamo noi ebrei”.
“Oggi – ha proseguito la senatrice a vita – percepisco la stessa indifferenza per quelle centinaia di migranti che muoiono nel Mediterraneo, anche loro senza nome, e ne sento tutto il pericolo”.                                                      [nota 1]

5 settembre 2018 – Oggi parla il mio calendario … e io lo ascolto

Non posso e non voglio ridurre il severo richiamo della senatrice Segre a un elemento che chiede rispetto e ammirazione. La senatrice, secondo me, impone ascolto e chiede di più.
E tanti sono i ‘di più’ possibili.
Il ‘di più’ che io so offrire è quello di anni di informazione perché sia abolita la richiesta del permesso di soggiorno a chi, migrante che ne è privo, registri la nascita di un figlio in Italia.
Anche il quarto governo Berlusconi, forte dell’impegno del Ministro Maroni (omogeno per collocazione politica e ruolo all’attuale Ministro Salvini), cominciò dal penalizzare i minori non solo nell’ingresso a scuola ma anche negandone l’esistenza legale fin dalla nascita .

Nessun partito politico volle occuparsene , nemmeno quello che, minoranza nella XVI legislatura, fu maggioranza in tutto il corso della XVII, coadiuvato in questa indifferenza dalla sinistra che vuole comunque collocarsi oltre il livello del Pd e dalle organizzazioni che nella società civile contano e pesano. Un’opinione pubblica silente (indifferente o consapevolmente complice?) si fece ed è garante di quel silenzio.

Nel passo che segue è possibile verificare che il primo provvedimento di legge razzista fu relativo alla scuola e fu approvato in tempo perché l’anno scolastico 1938/39 iniziasse con la scuola priva di ebrei, anche bambini.

5 settembre 1938 – Regio Decreto Legge 5 settembre 1938-XVI, n. 139
Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista

Il decreto era stato accuratamente preparato
Il 14 luglio 1938 era stato pubblicato, su ““Il Giornale d’Italia” il Manifesto degli scienziati razzisti o Manifesto della razza.
Il 5 agosto 1938 il regime fascista si rese conto della necessità di sostenere con una serie di strumenti culturali efficaci e capillarmente diffusi la politica razzista inaugurata subito dopo la conquista dell’Impero. Il primo direttore fu Telesio Interlandi (1894-1965) affiancato, dal quarto numero in poi, da Giorgio Almirante (1914-1988).
La rivista uscì, con cadenza quindicinale, fino al 20 giugno 1943.

Il RD del 5 settembre aveva garantito l’inizio dell’anno scolastico senza ebrei , né scolari, né studenti, né insegnanti in tutte le scuole del Regno e venne integrato pochi mesi dopo dal RD-L 15 novembre 1938, n. 1779, Integrazione e coordinamento in unico testo delle norme già emanate per la difesa della razza nella Scuola italiana

Infine confluì nel Testo Unico delle norme emanate per la difesa della razza nella scuola italiana (L 5 gennaio 1939, n. 98, Conversione in legge del Regio decreto-legge 15 novembre 1938-XVll, n. 1779).                                  [Nota 2]

5 settembre 2018 – Iscrivere un figlio a scuola dopo il ‘pacchetto sicurezza’
Dal 2009 il genitore che si presenti a iscrivere al nido, alla scuole dell’infanzia, alla scuola successiva all’obbligo un figlio minore deve presentare il permesso di soggiorno (ne è esonerato solo per l’iscrizione alla scuola dell’obbligo).
Se i testi delle leggi fasciste erano sfacciatamente razzisti avevano però il merito della chiarezza: chi fosse il ‘nemico’ era chiaro al di là di ogni dubbio.
Così non è ai giorni nostri dove la matta bestialità delle norme va ricercata, chiarita in testi criptici e subdoli anche se, a esame concluso, il ‘nemico’ risulta sempre il minore, in questo caso ‘nato in Italia’.

Qui propongo una lettura coordinata dell’Articolo 6, comma 2 del testo unico 25 luglio 1998 n. 286, mentre per il testo originale rinvio alla nota:
“I documenti di cui all’articolo 5, comma 8, del dlg 25 luglio 1998 n.286  non devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione se il motivo dell’ingresso sia l’esercizio di attività sportive e ricreative a carattere temporaneo o l’accesso alle prestazioni sanitarie previste per gli stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale ( di cui all’articolo 35 – dlg 25 luglio 1998 n. 286) o l’accesso alle prestazioni scolastiche obbligatorie)”.                                  [Nota 3]

Se nasci e non hai un nome, non esisti. Nessuno potrà chiamarti vicino a sé
e, se ti ostini ad esistere, ti impediremo anche di completare un corso scolastico aperto invece ai tuoi amici.

Poiché la stessa noma prevede il medesimo obbligo per la registrazione della dichiarazione di nascita, potrebbero esserci situazioni in cui il minore non può essere iscritto alla scuola semplicemente perché inesistente. [Nota 4]
Se invece il genitore si fosse potuto giovare della circolare 19/2009 – che ammette ciò che la legge nega – e il figlio disponesse quindi del certificato di nascita, il rischio primario è del/dei genitori che, dichiarandosi, si espongono al rischio di espulsione.                         [Nota 5]

Ma che ne sarà del piccolo?
Se sapessi inserire file in audio inserirei le urla disperate dei bambini che il Presidente degli USA ha ordinato di strappare ai loro genitori

[Nota 1]
http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2018/09/04/liliana-segre-lindifferenza-uccide_8e9df2e0-d66e-46fd-9544-4095aaa9b687.html

https://www.rollingstone.it/cinema/news-cinema/liliana-segre-oggi-come-nel-1938-mi-fa-paura-l-indifferenza/426356/

https://www.globalist.it/cinema/2018/09/04/segre-vedo-la-stessa-indifferenza-che-uccise-noi-nei-lager-per-i-migranti-morti-in-mare-2030257.html

[Nota 2]

http://www.abmariantoni.altervista.org/storia

[Nota 3]

Legge 15 luglio 2009, n. 94 Disposizioni in materia di sicurezza pubblica
22. Al citato testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, sono apportate le seguenti modificazioni:

g) all’articolo 6, comma 2, le parole: «e per quelli inerenti agli atti di stato civile o all’accesso a pubblici servizi» sono sostituite dalle seguenti: «, per quelli inerenti all’accesso alle prestazioni sanitarie di cui all’articolo 35 e per quelli attinenti alle prestazioni scolastiche obbligatorie»;
I documenti di cui all’articolo 5, comma 8, del dlg 25 luglio 1998 n.286, sono il permesso di soggiorno e documenti equipollenti

[Nota 4]
Terzo Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (novembre 2017. cap.3.1):
«Rispetto … al diritto di registrazione alla nascita, si fa presente che l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato, avvenuta con la legge 15 luglio 2009 n.94 in combinato disposto con gli artt. 316-362 c.p., obbliga alla denuncia i pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che vengano a conoscenza delle irregolarità di un migrante. Tale prescrizione condiziona i genitori stranieri che, trovandosi in situazione irregolare, spesso non si presentano agli uffici anagrafici, proprio per timore di essere eventualmente espulsi». www.gruppocrc.net

[Nota 5] Ministero dell’Interno – Circolare n.19 del 7 agosto 2009
Ufficio emittente Direzione Centrale per i Servizi Demografici
https://dait.interno.gov.it/servizi-demografici/circolari/circolare-n19-del-7-agosto-2009

5 Settembre 2018Permalink

3 settembre 2018 – Tra settembre e ottobre

Mi sveglio molto presto e vedo dalle finestre una giornata grigina, la limpidezza di certi cieli estivi è già finita . Tornerà con il freddo dell’inverno, forse.
Ma questo preludio di una tipica giornata ottobrina mi suggerisce vari ricordi, frammentati, appena compaiono poi si uniscono, si confrontano e non mi piace.
Anche il mio calendario di settembre pretende la sua attenzione e mi ricorda che fra pochi giorni saranno 80 anni da quando la scuola italiana conobbe una radicale pulizia etnica.
So che quel giorno non potrò tacerne ma ora altri ricordi si impongono.
Riguardano avvenimenti vecchi ma tutti successivi alla mia nascita e questo, non so perché, mi interroga

26 settembre 1943 . Prima il furto
L’oro di Roma Durante l’occupazione di Roma i tedeschi obbligarono la comunità ebraica a raccogliere e consegnare 50 chili d’oro. [nota 1]

16 ottobre 1943 – Poi la deportazione

Giulio De Benedetti 16 ottobre 1943
Dalla quarta di copertina: «La retata nazista nel Ghetto di Roma, una mattina che si concluse con la deportazione di oltre mille ebrei: questo fu il16 ottobre 1943, e questo è ciò che racconta Giacomo Debenedetti. Pagine brucianti dove a parlare è un coro sgomento e terribile da cui si staccano, solo per infinitesimi istanti, le voci dei protagonisti, subito sommerse e per sempre perdute.
Otto ebrei, cronaca che segue 16 ottobre 1943, evoca, invece, la figura di un commissario di Pubblica sicurezza che, dopo la guerra, per provare la sua fede antifascista, testimonia di aver salvato otto ebrei dall’eccidio delle Fosse Ardeatine».

«Debenedetti riesce a darci tutto ciò che avremmo potuto aspettarci da uno scrittore della famiglia di Defoe e Manzoni: sgomento della ragione di fronte alla furia irrazionale, carità religiosa, pietà storica, strazio esistenziale». Alberto Moravia

1943 – 1945 La shoah italiana.
I particolari banali del male; Treni e stazioni ferroviarie

Gli ebrei del ghetto furono ammassati nei sotterranei e della stazione Tiburtina . vi restarono tre giorni, tre giorni che segnano anche il silenzio del papa Pio XII.

Roma era città aperta, nel Nord la creazione di uno Stato italiano fascista guidato da Mussolini fu annunciata dallo stesso il 18 settembre 1943 attraverso Radio Monaco.
Nei sotterranei della stazione il binario 21 si attrezzava per la deportazione.
Una delle funzioni dei lager era la distruzione delle persone: il nome spariva e diventava un codice alfanumerico sul braccio. La senatrice a vita Liliana Segre non lo ha cancellato

[nota 1] http://www.16ottobre1943.it/it/loro-di-roma.aspx

[Nota 2] Dal mio blog del 7 giugno 2018. Testo integrale del discorso della senatrice Segre con la segnalazione degli applausi differenziati. Un elemento che ora mi appare di grande attualità.
https://diariealtro.it/?p=5830

3 Settembre 2018Permalink

2 settembre 2018 – I tempi brutti richiedono parole belle

La semplicità
La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.
E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri.
Abbiamo timore di essere fraintesi,…
di apparire fragili,
di finire alla mercè di chi ci sta di fronte.
Non ci esponiamo mai.
Perché ci manca la forza di essere uomini,
quella che ci fa accettare i nostri limiti,
che ce li fa comprendere,
dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto.
Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà.
Mi piacciono i barboni.
Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
sentire gli odori delle cose,
catturarne l’anima.
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.
Perché lì c’è verità,
lì c’è dolcezza,
lì c’è sensibilità,
lì c’è ancora amore.
Alda Merini

Diventato presidente del Sudafrica Nelson Mandela si è trovato a gestire un’ eredità politica pesantissima, ha dovuto garantire il passaggio dal regime di Apartheid alla democrazia.
Il suo capolavoro politico nonostante i molti errori che indubbiamente ha commesso, è quello di aver favorito la nascita della famosa ormai, “Commissione per la verità e la riconciliazione”, che lavorò tre anni, in modo molto intenso e drammatico, con l’obiettivo di raccontare la verità, tutta la verità possibile su quello che era successo in Sudafrica negli anni del regime di Apartheid.
La scelta coraggiosa quale è stata? Quella di porre un’alternativa molto secca tra verità e perdono. E’ stato un modello, quello perseguito dal Sudafrica sul quale probabilmente anche altri paesi che hanno conosciuto analoghe tragedie, come per esempio la Cambogia o ad altri paesi africani, dovrebbero riflettere.
Molti hanno infatti preferito perseguire la strada dell’oblio al prezzo della verità. I criminali, i massacratori, coloro che avevano subito torture e violenze, le vittime oltre agli aguzzini sono stati chiamati in Sudafrica, a raccontare cosa era successo, in forma pubblica. Il lavoro della commissione è stato anche una specie di psicodramma, ma alla fine il Sudafrica ne è uscito in maniera conciliata. Si è perdonato, ma al tempo stesso si è riusciti a conoscere la verità su quegli anni drammatici.
Tratto da 100 secondi con… Prof. Alessandro Campi

http://www.raistoria.rai.it/articoli/mandela-e-la-riconciliazione-del-sudafrica/13170/default.aspx

2 Settembre 2018Permalink

1 settembre 2018 – Calendario settembre

.1 – 3 settembre 2004 –  Strage di Beslan (Ossezia del Nord)   [NOTA 1]
.2 settembre 1945 –        Ho Chi Minh dichiara l’indipendenza del Vietnam dalla Francia
.3 settembre 1982 –        Assassinio del gen. Della Chiesa, della moglie Emanuela
…………………………………………..e dell’agente di scorta Domenico Russo.
. 4 settembre 1965 –       Morte d i Albert Schweitzer medico, filosofo, musicista,
……………………………………….teologo e p remio Nobel per la pace nel 1953.
.5 settembre 1938 –         Regio Decreto Legge 5 settembre 1938-XVI, n. 1390,
…………………………………..Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista
………………………………..  Convertito in legge senza modifiche con L 99/1939. …[NOTA 2]
.5 settembre 1972 –          Germania –irruzione di Settembre Nero nel villaggio olimpico
.5 settembre 2010 –          Assassinio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, il
………………………………………‘sindaco pescatore’
.7 settembre 1986 –          Desmond Tutu – primo vescovo nero a guidare la chiesa
……………………………………….anglicana.in Sudafrica
.7 settembre 2018  –         Come dovuto, è stato comunicato all’interessato
…………………………………………….Matteo Salvini l’atto d’accusa del Tribunale dei
……………………………………………….Ministri  [nota 3]
.8 settembre 1943 –          Armistizio dell’Italia con Inghilterra e Stati Uniti
.8 settembre 2013 –          Liberazione dell’inviato de La Stampa
…………………………………………Domenico Quirico,.sequestrato in Siria
.9 settembre 1943 –          In Italia Nasce il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN)
.9 settembre 1976 –          Morte di Mao Tse Tung
.9 settembre 2018 – –         Vigilia Rosh haShanah      [NOTA 4]
10/11 settembre 2018 –      Rosh haShanah 5779
11 settembre 1973 –          Colpo di stato in Cile
11 settembre 2001 –          New York – attentato alle Torri Gemelle
12 settembre 1977 –           Muore nelle carceri sudafricane
…………………………………………Stive Biko (attivista anti-apartheid)
12 settembre 2018 –          Muharram 1440 Capodanno islamico [NOTA 5]
13 settembre 1321 –          Ravenna – morte di Dante Alighieri
15 settembre 1970 –          Scomparsa di Mauro De Mauro
15 settembre 1993 –         Assassinio di don Pugliesi
16 settembre 1982 –         Libano – massacro di Sabra e Shatila
16 settembre 2016 –          Morte di Carlo Azeglio Ciampi
17 settembre 1978 –         Accordi di pace di Camp David fra Egitto e Israele
18 settembre  1938 –          Discorso Mussolini a Trieste- rivendicazione razzismo italiano
18 settembre 1961 –          Muore Dag Hammarskjöld in probabile attentato.  [NOTA 6]
18 settembre 2018 –          Vigilia Yom Kippur
19 settembre 1943 –         Strage nazista a Boves (Cuneo)
19 settembre 2018 –          Yom Kippur
20 settembre 1870 –          Breccia di Porta Pia
21 settembre –                   Giornata mondiale della pace
21 settembre 1990 –         Assassinio del giudice Rosario Angelo Livatino
22 settembre 1980 –         L’Iraq invade l’Iran
23 settembre 1939 –        Morte di Sigmund Freud
23 settembre 1973 –        Morte di Pablo Neruda
23 settembre 2018 –         Sukkot (fino al 30 setembre)
24 settembre 1961 –        Prima marcia della pace Perugia Assisi, promossa da Aldo Capitini
26 settembre 1988 –        Assassinio di Mauro Rostagno
27 settembre 1970 –         Paolo VI proclama dottore della Chiesa santa Teresa d’Avila
………………………………………………………………………………… ..[NOTA 7]
27 settembre 1996 –       Afghanistan: i talebani occupano Kabul
27 settembre 2015 –        Morte di Pietro Ingrao
28 settembre 1978 –        Morte di papa Giovanni Paolo Primo.
28 settembre 2016 –         Morte di Simon Peres
29 settembre 1944 –        Strage nazista a Marzabotto
30 settembre 2015 –          All’ONU viene issata la bandiera palestinese  [NOTA 8]

NOTE

[NOTA 1]
3 settembre: La strage di Beslan è il massacro avvenuto fra il 1° e il 3 settembre 2004 nella scuola Numero 1 di Beslan, nell’Ossezia del Nord, una repubblica autonoma della federazione russa nella regione del Caucaso, dove un gruppo di 32 ribelli fondamentalisti islamici e separatisti ceceni occupò l’edificio scolastico sequestrando circa 1200 persone fra adulti e bambini. Tre giorni dopo, quando le forze speciali russe fecero irruzione, fu l’inizio di un massacro che causò la morte di più di trecento persone, fra le quali 186 bambini, ed oltre 700 feriti.
https://dilei.it/lifestyle/la-verita-su-beslan/370487/

[NOTA 2]
5 settembre:  http://www.cdec.it/dsca/Leggi/Elenco.htm

[NOTA 3]  Vedi 31 agosto

[NOTA 4]
9 settembre Rosh haShanah 2018
Rosh haShana ( letteralmente capo dell’anno) è il capodanno religioso, uno dei tre previsti nel calendario ebraico.

http://www.comunitaebraicabologna.it/it/festivita/calendario/1620-il-calendario-delle-festivita-ebraiche-5778-2017-2018

http://www.comunitaebraicabologna.it/it/festivita/calendario/1721-il-calendario-delle-festivita-ebraiche-5779-2018-2019

http://www.prefettura.it/pisa/contenuti/Calendario_delle_festivita_ebraiche_per_l_anno_2018-7022404.htm

[NOTA 5]
Muharram 1440 12 settembre :
http://www.arab.it/calendario/calendario-scadenziario-islamico.html
Muharram è il primo mese del calendario islamico. È uno dei quattro mesi sacri dell’anno. Il suo nome è connesso con la parola ḥaram che significa “proibito per motivi religiosi; tabù” (la stessa radice che si ritrova nella parola harem), e difatti in questo mese era considerato tabù fare la guerra, e spesso si rinunciava a combattere per rispetto dell’Islam.
Il primo giorno di Muharram è il capodanno islamico. La festività di muharram è particolarmente sentita nel mondo sciita, che commemora la battaglia di Kerbala, nel corso della quale cadde il figlio di Alì, Husayn ibn Ali.

[NOTA 6]
Dag Hjalmar Agne Carl Hammarskjöld (Jönköping, 29 luglio 1905 – Ndola, 18 settembre 1961) è stato un diplomatico, economista, scrittore e pubblico funzionario svedese.
Fu presidente della Banca di Svezia, ma divenne noto internazionalmente quale segretario generale delle Nazioni Unite. Mor ì nel1961, a causa di un incidente aereo avvenuto in Africa meridionale durante una missione di pace. Nel 1961 gli fu conferito postumo il Premio Nobel per la pace per la sua attività umanitaria.

https://www.nobelprize.org/prizes/peace/1961/hammarskjold/biographical/
http://www.lavocedinewyork.com/onu/2017/10/25/su-dag-hammarskjold-lonu-alza-le-mani-ora-tocca-agli-stati-dire-cio-che-sanno/

[NOTA 7]
Teresa d’Avila.(1515– 1582) prima donna nella storia a ricevere il titolo di Dottore della Chiesa che la Chiesa cattolica attribuisce a scrittori riconosciuti come eminenti per quanto riguarda la riflessione teologica, l’ortodossia e la santità di vita. Il titolo è concesso o dal Papa stesso o da un Concilio.

[NOTA 8]
30 settembre: http://www.internazionale.it/notizie/2015/10/01/bandiera-palestina-onu-foto
Il 30 settembre 2015 è stata issata per la prima volta la bandiera della Palestina al palazzo delle Nazioni Unite. La cerimonia si è svolta durante il discorso del presidente palestinese Abu Mazen di fronte all’assemblea generale delle Nazioni Unite

1 Settembre 2018Permalink

31 agosto 2018 – Nella fine il mio principio_4

Sconsolate conclusioni

Non posso ignorare l’indifferenza dell’opinione pubblica alla possibile mancanza del certificato di nascita a nati in Italia, privati del documento loro dovuto, non per negligenza dei genitori ma dalla legge, una delle leggi nate con lo scopo di emarginare gli stranieri pur presenti sul territorio, usando della scelta abietta di renderli prigionieri di se stessi attraverso la paura consapevolmente indotta.
A conclusione della precedente puntate di questa sconsolata sintesi scrivevo, citando il Terzo Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (novembre 2017. cap.3.1) , che la Convenzione stessa suggeriva: «di intraprendere una campagna di sensibilizzazione sul diritto di tutti i bambini ad essere registrati alla nascita, indipendentemente dall’estrazione sociale ed etnica e dallo status soggiornante dei genitori».
Era – ed è, occorre sperarlo – l’ indicazione pratica di un comportamento non risolutivo del problema ma almeno pragmaticamente garantista, se non virtuoso almeno non perverso, collocabile in un quadro di cui il già citato Terzo Rapporto scrive: «Rispetto … al diritto di registrazione alla nascita, si fa presente che l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato, avvenuta con la legge 15 luglio 2009 n.94 in combinato disposto con gli artt. 316-362 c.p., obbliga alla denuncia i pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che vengano a conoscenza delle irregolarità di un migrante. Tale prescrizione condiziona i genitori stranieri che, trovandosi in situazione irregolare, spesso non si presentano agli uffici anagrafici, proprio per timore di essere eventualmente espulsi».                                                                                                (NOTA 1)

Scivolamenti non onorevoli

Se l’opinione pubblica si è dimostrata stordita, confusa e anche sorda a precisi richiami, una forte responsabilità appartiene al Pd, partito di maggioranza in tutta la XVII legislatura.
Subordinare i soggetti deboli è storicamente la scelta della destra sia sul piano politico che sociale e sorprende veder praticare lo stesso discrimine da chi in qualche modo raccoglie una eredità complessa ma ricca qual è il filone pluriculturale della Costituzione.
Al cinismo che consente di adeguarsi alla legalitaria negazione del certificato di nascita non posso che opporre disprezzo per l’opportunismo consapevole e di comodo che consente di non entrare in rotta di collisione con il popolo della Lega (numeroso anche all’interno della chiesa cattolica), disposto a lasciarsi blandire dal riconoscimento incontrastato di un nemico che come tale gli viene proposto da una specie di leader, un nemico che può anche pesare tre chili ma sempre nemico è.
Certamente indifferenza e acquiescenza a questo tristo comportamento non appartiene solo al Pd che però non può sfuggire a una responsabilità primaria.

Etsi Deus non daretur

Nella Costituzione ci sono gli elementi per una costruzione laica del rispetto dei ‘piccoli’, tematica molto cara alla chiesa cattolica (che considero tralasciando altre chiese e altre religioni perché maggioritaria in Italia, tanto da essere spesso interpretata come voce religiosa esclusiva).
Penso al sogno europeo del fondamento della politica che sia non esercizio di potere e speculare subordinazione ma consapevole e responsabile ricerca del ‘bene comune’, caratterizzato da forti garanzie per chi non ha i mezzi per godere dei diritti che pur gli appartengono contando sulle sole proprie forze .
Già nel 1625 il filosofo olandese Ugo Grozio diceva Etsi deus non daretur per affermare un diritto che riteneva ‘naturale’, valido di per sé, che Dio esista o meno.
Ho l’impressione che in Italia il filone della responsabilità civile (che come tale è anche garanzia della libertà religiosa) sia poco considerato e alla costruzione della propria responsabilità sia preferita quella sicurezza che viene dall’appoggiarsi ad altri che sia riconosciuto affidabile.
Tanta è l’autorevolezza della chiesa cattolica che una decina di anni fa era linguaggio comune l’espressione ‘atei devoti’ . Non dimentichiamo che erano gli ultimi anni del papato di Wojtyla .

Una occasione persa dalla chiesa cattolica, credo irrimediabilmente
Certamente l’espressione trasparente di un interesse della chiesa cattolica al certificato di nascita – assicurato in termini di uguaglianza – avrebbe confortato coloro che non sanno farsi portatori di un principio senza ricorrere a padrini .
Ma la chiesa ha taciuto. Non ha scelto la politica del silenzio: ha taciuto, pervicacemente e ostinatamente, dall’alto clero ai fedeli, su questo specifico punto.
I neonati hanno bisogno di cure ma per assicurarle loro nella pienezza del possibile devono esistere: solo così potranno avere un’identità, una famiglia, una cittadinanza.
Il silenzio della chiesa è calato su tutto come un tradimento che ha probabilmente facilitato quello che – nel 2009 – sarebbe stato assicurato da una società incivile.
Nel 2015 la Conferenza Episcopale Italiana concluse il Sinodo sulla famiglia con un corposo documento, la Relatio Synodi, tanto particolareggiato sulle varie problematiche della famiglia da far apparire il silenzio sul rifiuto dell’identità e del legame familiare dei figli dei sans papier come una opportunistica scelta deliberata. (NOTA 2)
Come verifica a ciò che ho scritto sul silenzio della chiesa, al capitolo terzo della Relatio ( punto 26) si può leggere :
I bambini
26. I bambini sono una benedizione di Dio (cf. Gn 4,1). Essi devono essere al primo posto nella vita familiare e sociale, e costituire una priorità nell’azione pastorale della Chiesa. «In effetti, da come sono trattati i bambini si può giudicare la società, ma non solo moralmente, anche sociologicamente, se è una società libera o una società schiava di interessi internazionali.[…] I bambini ci ricordano […] che siamo sempre figli […].E questo ci riporta sempre al fatto che la vita non ce la siamo data noi ma l’abbiamo ricevuta» (Francesco, Udienza generale, 18 marzo 2015). Tuttavia, spesso i bambini diventano oggetto di contesa tra i genitori e sono le vere vittime delle lacerazioni familiari. I diritti dei bambini sono trascurati in molti modi. In alcune aree del mondo, essi sono considerati una vera e propria merce, trattati come lavoratori a basso prezzo, usati per fare la guerra, oggetto di ogni tipo di violenza fisica e psicologica. Bambini migranti vengono esposti a vari tipi di sofferenza. Lo sfruttamento sessuale dell’infanzia costituisce poi una delle realtà più scandalose e perverse della società attuale. Nelle società attraversate dalla violenza a causa della guerra, del terrorismo o della presenza della criminalità organizzata, sono in crescita situazioni familiari degradate. Nelle grandi metropoli e nelle loro periferie si aggrava drammaticamente il cosiddetto fenomeno dei bambini di strada.

Mi sento costretta a concludere con una constatazione tale che solo pensarla mi amareggia: alla chiesa cattolica interessano coloro che hanno famiglia (o potrebbero averla se eventi tragici e imprevedibili non gliela avessero sottratta) non coloro cui è radicalmente negata, sia pur a seguito di una decisione normativa degna di un regime schiavistico, dato che la famiglia – per esistere – deve essere riconosciuta e riconosciuto chi vi appartiene.
Per i nati in Italia, figli di migranti irregolari, così non è e la conclusione non può essere che quella che anni di attenzione a questo problema mi hanno suggerito:
SE NASCI E NON HAI UN NOME, NON ESISTI. NESSUNO POTRA’ CHIAMARTI VICINO A SÉ                                                       FINE

(NOTA 1) Le stesse considerazioni sono state ricorrenti e ripetute nelle annuali pubblicazioni del Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Gruppo CRC), un network attualmente composto da 91 soggetti del Terzo Settore che da tempo si occupa attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, coordinato da Save the Children Italia. (www.gruppocrc.net).

(NOTA 2)
Synod15 – Relazione Finale del Sinodo dei Vescovi al Santo Padre Francesco (24 ottobre 2015), 24.10.2015
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2015/10/24/0816/01825.html

Puntate precedenti:
1_ 11 agosto 2018_ https://diariealtro.it/?p=6015
2_ 18 agosto 2018_ https://diariealtro.it/?p=6029
3_ 21 agosto 2018_ https://diariealtro.it/?p=6044

31 Agosto 2018Permalink

31 agosto 2018 – Minacce esplicite anche a Udine

La mia tartarughina non si ritira: tiene la testa fuori dal guscio come se non avesse paura del gallo arrogante che la minaccia.

Da ieri sappiamo che la mamma di una consigliera del comune di Udine ha ricevuto pesanti minacce in cui si mescolano – nella normalità del linguaggio della violenza – sesso e razza. Ha scelto, e in tal senso è stata anche consigliata dalla polizia, di rendere pubblica la minaccia.

Sono certa che molti invece identifichino la prudenza con il silenzio.
Secondo me la prudenza sta nella parola non del ritiro in un guscio insonorizzato.

 

Ci aiutano due grandi europei:

Immanuel Kant
– Agisci in modo da considerare l’umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre e al tempo stesso come uno scopo, e mai come semplice mezzo.
– Agisci in modo che la tua volontà possa istituire una legislazione universale.
Dante Alighieri: da la prudenza vegnono li buoni consigli, li quali conducono sé e altri a buono fine ne le umane cose e operazioni (Dante).
Come possiamo aprirci ai ‘buoni consigli’ se non li diciamo a voce alta?


31 Agosto 2018Permalink

30 agosto 2018 – Basta il voto popolare per legittimare limitazioni delle libertà?

Analogamente a quanto ho fatto il 26 agosto con l’articolo di Furio Colombo, pubblicato su Il fatto Quotidiano, ricopio l’articolo che ho letto su il Corriere della sera del 29 c. m. perché vi ho trovato razionalità e competenza di cui nel disturbante caos che ci circonda sento una assoluta necessità. (Nota sull’autore in calce)

Noi, Budapest, l’Europa pag. 30
La democrazia svanisce se diventa illiberale di Sabino Cassese

Il vice-presidente del Consiglio dei ministri italiano ha incontrato a Milano il Primo Ministro ungherese Viktor Mihály Orbán. Quest’ultimo ha dichiarato già da tempo che «i valori liberali occidentali oggi includono la corruzione, il sesso, la violenza», e che «i valori conservatori della patria e dell’identità culturale prendono il sopravvento sull’identità della persona». Ispirato da questi orientamenti, ha poi trasformato la televisione pubblica in un mezzo di propaganda governativa, limitato la libertà di stampa, l’autonomia universitaria e l’indipendenza dell’ordine giudiziario.
Ha inoltre ridisegnato i collegi elettorali, fatto approvare una legge elettorale che gli consente di avere la maggioranza di due terzi dei seggi in Parlamento, con il 45 per cento dei voti, dato una svolta nazionalistica e anti-immigrazione al governo. Il maggiore esperto dei problemi ungheresi, la professoressa Kim Lane Scheppele, dell’Università di Princeton, ritiene che oggi l’Ungheria abbia una «costituzione incostituzionale» e il «Washington Post» qualche mese fa ha intitolato una sua analisi della situazione ungherese «la democrazia sta morendo in Ungheria e il resto del mondo dovrebbe preoccuparsi».
Orbán, tuttavia, è stato eletto e rieletto, e gode quindi di un consenso popolare. Perché allora tante voci preoccupate? Basta il voto popolare per legittimare limitazioni delle libertà?
Il primo ministro ungherese ha dichiarato più volte di voler realizzare una «democrazia illiberale». Questo è un disegno impossibile perché la democrazia non può non essere liberale.
La democrazia non può fare a meno delle libertà perché essa non si esaurisce, come ritengono molti, nelle elezioni. Se non c’è libertà di parola, o i mezzi di comunicazione sono nelle mani del governo, non ci si può esprimere liberamente, e quindi non si può far parte di quello spazio pubblico nel quale si formano gli orientamenti collettivi. Se la libertà di associazione e quella di riunione sono impedite o limitate, non ci si può organizzare in partiti o movimenti, e la società civile può votare, ma non organizzare consenso o dissenso. Se i mezzi di produzione sono concentrati nelle mani dello Stato, non c’è libertà di impresa, e le risorse economiche possono prendere soltanto la strada che sarà indicata dal governo. Se l’ordine giudiziario non è indipendente, non c’è uno scudo per le libertà. Se la libertà personale può essere limitata per ordine del ministro dell’Interno (come è accaduto nei giorni scorsi in Italia), i diritti dei cittadini sono in pericolo. Insomma, come ha osservato già nel 1925 un grande studioso, Guido De Ruggiero, nella sua «Storia del liberalismo europeo», i principi democratici sono «la logica esplicazione delle premesse ideali del liberalismo»: estensione dei diritti individuali a tutti i membri della comunità e diritto del popolo di governarsi. Quindi, «una divisione di province tra liberalismo e democrazia non è possibile». Una «democrazia illiberale» non è una democrazia.
Tutto il patrimonio del liberalismo è parte essenziale della democrazia, così come oggi lo è quello del socialismo. Queste tre grandi istanze che si sono succedute negli ultimi due secoli in Europa e nel mondo, fanno ormai corpo. Il liberalismo con le libertà degli uomini e l’indipendenza dei giudici. L’ideale democratico, con l’eguaglianza e il diritto di tutti di partecipare alla vita collettiva (suffragio universale). Il socialismo con lo Stato del benessere e la libertà dal bisogno (sanità, istruzione, lavoro, protezione sociale). Questi tre grandi movimenti, pur essendosi affermati in età diverse, e pur essendo stati inizialmente in conflitto tra loro (come ha spiegato magistralmente, nel 1932, Benedetto Croce nella sua “Storia d’Europa nel secolo decimonono”) fanno ora parte di un patrimonio unitario e inalienabile come è dimostrato da due importanti documenti internazionali, il Trattato sull’Unione europea e la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite. Il primo dispone che l’Unione “si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto”. Il secondo che le Nazioni Unite si impegnano a «promuovere la democrazia e a rafforzare il rispetto per tutti i diritti umani e le libertà fondamentali».
L’Italia è ora in un punto di passaggio critico, nel quale si decide il futuro delle sue libertà e la sua collocazione internazionale, tra quelli che sono stati per secoli i nostri «compagni di strada» ed esempi (Francia, Germania, Regno Unito) o nuovi alleati. Che significato possiamo attribuire a un «incontro esclusivamente politico e non istituzionale o governativo», ma tenuto in Prefettura, tra il primo ministro ungherese e un vicepresidente del Consiglio dei ministri italiano?

Fonte: https://www.corriere.it/firme/sabino-cassese

Nota:  Sabino Cassese

Giudice emerito della Corte Costituzionale e professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa, nonché professore di “Global governance” al “Master of Public Affairs” dell’”Institut d’Etudes Politiques” di Parigi.
Laureato nel 1956, a Pisa, dove è stato allievo del Collegio Giuridico della Scuola Normale Superiore, è dottore “honoris causa” nelle Università di Aix-en-Provence, di Cordoba (Argentina), di Paris II, di Castilla-la-Mancha, di Atene, di Macerata, di Roma”Sapienza” e dell’Istituto Universitario Europeo di Firenze.
Ha insegnato nelle Università di Urbino, Napoli, Roma, New York, Parigi e Nantes.
È stato Ministro per la Funzione Pubblica del 50° Governo della Repubblica italiana, presieduto da Carlo Azeglio Ciampi.
Ha scritto numerosi volumi ed articoli, in Italia e all’estero.
Dal 2015 è editorialista del “Corriere della Sera” e dal 2017 de “Il Foglio”.
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30 Agosto 2018Permalink