8 agosto 2018 – Anche i ricordi personali possono aiutarci a costruire una difesa contro l’arroganza dell’ignoranza.

Storie personali di vaccini.
Ascoltando, mio malgrado, blaterare con subita autorità di vaccinazioni, mi si sono scatenati ricordi del periodo immediatamente post bellico quando avevo sette anni e frequentavo la terza elementare, il mio primo anno a scuola, prima era stato giocoforza studiare in casa.
Allora si faceva la vaccinazione antivaiolosa, a scuola, con un taglietto attraverso cui veniva inoculato il vaccino. Così si faceva sul braccio sinistro, in alto, il braccio poteva arrossarsi, gonfiarsi, faceva un po’ male e poi restava una cicatrice. Ho verificato. La mia -quasi invisibile – è ancora lì.

Correva l’anno scolastico 1946/47 e la mia aula era stata reperita in un edificio appartenente a una parrocchia.
C’erano ancora edifici scolastici che avevano retto ai bombardamenti. Ma erano requisiti per gli ‘alleati’, militari americani e inglesi. Ricordo la curiosità per le prime persone di pelle nera che mi capitava di incontrare.
Il pavimento dell’aula era costituito da piastrelle senza pretese estetiche, alcune rotte. Non c’era riscaldamento. Le finestre avevano vetri posti in riquadri che, a volte, erano occupati da cartoni: non tutti i vetri rotti dall’onda d’urto dei bombardamenti erano stati sostituiti; anche il vetro scarseggiava.
Un giorno venne un medico, accompagnato da un’infermiera, per le vaccinazioni contro il vaiolo.
Faceva un gran freddo, eravamo infagottate in strati di maglie che ci coprivano (di solito indossavamo anche il cappotto). Sopra le maglie c’era un grembiule nero. Tanto erano brutti quegli indumenti che era bene coprirli; non c’era scelta anche la lana scarseggiava o costava troppo.
Dopo qualche anno furoreggiarono le tinture casalinghe. Il colore poteva migliorare l’estetica del nostro abbigliamento, ma nel 1946/47 non ci si pensava. Era importante trovare carne: eravamo denutriti chi più chi meno ma ne avevamo bisogno. Per nostra fortuna i vegani non c’erano ancora.

Il medico, impietosito dalla necessità di farci spogliare per scoprire il braccio, gettò dell’alcool sul pavimento e accese un piccolo falò (lo alimentava con  le garze che eliminava)  cui potevamo avvicinarsi via via che venivamo vaccinate. L’infermiera attaccava un cerotto e ci aiutava a coprirci. Ricordo bene che mentre il medico ci vaccinava parlava: imparammo cos’era un vaccino e perché venivamo vaccinate. Per fortuna non c’erano nemmeno pseudopolitici blateranti a contraddirlo in nome della democrazia a modello piattaforma digitale.

Il vaccino contro il vaiolo non si fa più
La civiltà si può salvare ovunque come ovunque si può diffondere l’inciviltà.
L’attenzione reale alla salute non passa attraverso le parole degli arroganti del giorno ovunque collocati.
Il vaiolo è una malattia contagiosa di origine virale. L’ultimo caso conosciuto di vaiolo nel mondo è stato diagnosticato nel 1977 in Somalia. In Italia, la vaccinazione antivaiolosa fu sospesa nel 1977 e definitivamente abrogata nel 1981. L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato ufficialmente eradicata questa malattia nel 1980.
Siccome il vaiolo è causato da un virus, il trattamento con antibiotici non è efficace. Non esiste un trattamento specifico e l’unico modo di prevenirlo è la vaccinazione.
Quando fu chiesto a Donald Henderson , direttore del programma di eradicazione del vaiolo, quale fosse la prossima malattia da sconfiggere, Henderson rispose: “la cattiva gestione della sanità” e non mi risulta che l’espressione dei pareri su una piattaforma digitale o con altro mezzo sia buona gestione .

Ricordo ancora il gruppo di bambine che cercavano di capire ciò che loro veniva fatto e dovutamente spiegato. Era una scuola con mille limiti ma tendenzialmente inclusiva.
Di questi tempi mi sembra ci sia chi opera per renderla esclusiva.
Il moltiplicarsi di strumenti di conoscenza che possono essere gestiti da ignoranti, irresponsabili e senza pietà, impone alla scuola di farsi responsabile e inclusiva.
Può essere un luogo di difesa dall’inciviltà dilagante e non solo nel clamoroso caso vaccini.

8 Agosto 2018Permalink

7 agosto 2018 – Nella fine il mio principio

Ricopio per intero un articolo che riguarda la mia città perché vi si citano- oltre alle minacce all’infettivologo Bassetti, anche altri casi di minacce a medici che doverosamente chiariscono la posizione della scienza sui vaccini.
E, in questo caso, il rispetto della scienza è rispetto della deontologia.
Il 4 agosto avevo pubblicato, sempre nel mio blog, un limpido articolo della scienziata senatrice Elena Cattaneo. Oggi riferisco di una politica che fra poco mi porterà indietro nel tempo, appunto al “mio principio”.

7 agosto 2018 – A Udine scoppia il caso vaccini: minacce a Matteo Bassetti
Nella notte, le vetrate della Clinica di malattie infettive sono state tappezzate di scritte contro il primario
Resta altissima la tensione sulla questione vaccini. Dopo le polemiche per il rinvio dell’obbligo per l’iscrizione a scuole dell’infanzia e nidi previsto dal Governo all’interno del decreto Milleproroghe (la cui votazione, molto probabilmente, slitterà a settembre), non si abbassano i toni.
E nel mirino è finito anche Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive di Udine. Contro il primario, da sempre in prima linea nella difesa dell’importanza delle vaccinazioni, sono comparse nella notte una serie di scritte, che hanno tappezzato le vetrate del padiglione 9 dell’ospedale di Udine.
Minacce pesanti nei confronti dell’infettivologo, insultato da una mano evidentemente ‘no-vax’. Le scritte sono già state rimosse e l’Azienda sanitaria ha deciso di sporgere denuncia. Sul caso sta indagando la Polizia, per tentare di risalire al responsabile.
Bassetti non è l’unico medico che, in questi mesi, è finito al centro dello scontro tra favorevoli e contrari alle vaccinazioni. Anche il virologo Roberto Burioni, impegnato in una campagna, anche sui social, a difesa della scienza, è stato più volte minacciato, anche di morte. L’ultimo atto di questa triste pagina è il fotomontaggio nel quale il volto di Burioni compare al posto di quello di Aldo Moro, nell’immagine simbolo del sequestro, dove si vede lo statista imbavagliato davanti alla bandiera delle Brigate Rosse.
“Quando un rispettabile membro della comunità scientifica viene colpito in maniera così barbara, come accaduto al primario di infettivologia, Bassetti, ci troviamo di fronte alla sovversione non solo delle istituzioni, ma anche della scienza e del progresso. In questo caso la politica deve assumersi la responsabilità di ristabilire la legalità e frenare questa deriva”. A dirlo è la consigliera regionale del Pd, Mariagrazia Santoro, componente della III commissione Salute, commentando la serie di frasi ingiuriose comparse contro Bassetti.
“La solidarietà verso tutta la comunità scientifica va espressa con forza soprattutto in momenti come questi. Dal virologo Burioni, minacciato di morte, a Bassetti stiamo assistendo a vergognosi e infami attacchi dai no vax. Questo, la politica non lo può permettere. Noi del Pd abbiamo sostenuto anche ultimamente la necessità di stringere un dialogo forte con la comunità scientifica, convinti che debba essere proprio chi è chiamato a tutelare la salute pubblica, a guidare il dibattito su temi delicati come quello dei vaccini”.
“Ribadiamo la forte necessità di audire medici come Bassetti in commissione Salute. Ma oltre questo, fondamentale è una presa di posizione forte del presidente Fedriga: non crollerà il mondo se per una volta la smettesse di emulare Salvini e prendesse una decisione autonoma, come hanno fatto altre Regioni, visto che in gioco c’è la salute dei nostri bambini e il futuro della nostra comunità. Condanni anche Fedriga questi indecenti comportamenti dei no vax: è proprio il silenzio e l’ambiguità delle istituzioni e di chi ha responsabilità di governo ad avvelenare il clima politico e sociale, sfociando poi in episodi del genere”.

Lasciamo per ora la scienza responsabile e troviamo il ministro dell’interno /segretario della Lega che ha dichiarato proponendosi in una linea di bizzarro caso esemplare (‘ho vaccinato miei figli’) e custode di una libertà senza vincoli ( “E’ giusto che a inizio anno, nelle scuole e negli asili, possano entrare tutti”)
6 agosto 2018 Vaccini, Salvini: “Bisogna educare, non obbligare”
«Ho vaccinato i miei figli, però ritengo che il diritto all’educazione non possa essere negato a nessuno ». Così Matteo Salvini, parlando dell’obbligo vaccinale. «È giusto che a inizio anno, nelle scuole e negli asili, possano entrare tutti. Molti Paesi al mondo non obbligano ma educano», ha quindi aggiunto il ministro dell’Interno

Ma possono i medici prendere ordini da un qualsivoglia esponente politico disposto ad asservire la conoscenza a una linea stabilita dal governo?
Il codice deontologico, su cui ogni medico giura all’inizio dell’esercizio della sua professione, all’art. 1 afferma:
“Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro:
 di esercitare la medicina in autonomia di giudizio e responsabilità di
comportamento contrastando ogni indebito condizionamento che limiti la libertà
e l’indipendenza della professione”

Io credo che il pastrocchio in sede parlamentare sia nato durante la campagna elettorale quando anche medici candidati con il M5S non trovarono nulla da dire sull’impegno a soddisfare le aspettative degli elettori “ no vax “ per trovarsi poi in difficoltà a votare lo slittamento di un anno dell’obbligo alla vaccinazione per l’iscrizione ai nidi e alle scuole dell’infanzia, slittamento previsto dal decreto Mileproroghe.
Così lo ha definito la senatrice Cattaneo : «un incomprensibile “bilanciamento politico” tra diritto alla salute e all’inclusione scolastica… »
Personalmente credo che i dubitanti dovrebbero fare una scelta fra parlamento e professione, rinunciando all’una o all’altra dato che non si tratta di un nuovo argomento ma di un problema che li ha già impegnati in campagna elettorale quando non mi sembra abbiano espresso dissenso alcuno dal parere del gruppo di appartenenza.
Ora la sen. Fattori ha votato in dissenso dal suo gruppo. Vedremo cosa farà l’on Trizzino quando il decreto Milleproroghe arriverà alla Camera. Ma la loro posizione, espressa ora, nulla modifica nel merito.

Se quello che ho descritto sopra è la fine (ma non credo sia finita qui) ora
un cenno al principio.
Nel 2008, quando si preparava l’ingresso in aula del decreto che sarebbe poi diventato la legge 94/2009 (il cd pacchetto sicurezza) venne proposta una modifica della legge Turco Napolitano che incideva proprio su un principio del codice deontologico che afferma il dovere
 di rispettare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che
mi è confidato, che osservo o che ho osservato, inteso o intuito nella mia
professione o in ragione del mio stato o ufficio;
Era accaduto si proponesse che « il medico curante deve segnalare se il paziente è un irregolare. Se è clandestino deve essere segnalato per la sua situazione di clandestinità’ ed espulso»
La norma venne cancellata prima che il decreto fosse presentato al parlamento, dopo aver suscitato una forte reazione dell’Ordine dei medici a livello nazionale, responsabilmente condivisa a livello locale.
Cito dal comunicato dell’allora presidente dell’Ordine dei medici di Udine, il compianto dr. Luigi Conte: «L’Ordine dei Medici di Udine accoglie e sottoscrive l’appello di un grande numero di colleghi e cittadini e della SIMM (Società Italiana di Medicina delle Migrazioni) per chiedere il ritiro degli emendamenti sopra specificati e ripresentati. Qualora dovessero passare i provvedimenti annunciati dal governo, i medici dovranno rifiutarsi di denunciare i pazienti immigrati irregolari, esercitando l’obiezione di coscienza per non venir meno ai principi etici e deontologici della loro professione. »

Nel 2008 su quel punto si affermarono competenza, razionalità, etica.
Restò però – e ancora permane – la richiesta di presentazione del permesso di soggiorno per registrare la nascita in Italia di un figlio di migrante non comunitario.
Dice il Terzo Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (novembre 2017. cap.3.1):
«Rispetto … al diritto di registrazione alla nascita, si fa presente che l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato, avvenuta con la legge 15 luglio 2009 n.94 in combinato disposto con gli artt. 316-362 c.p., obbliga alla denuncia i pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che vengano a conoscenza delle irregolarità di un migrante. Tale prescrizione condiziona i genitori stranieri che, trovandosi in situazione irregolare, spesso non si presentano agli uffici anagrafici, proprio per timore di essere eventualmente espulsi».
Perché non ci si faccia illusioni sulla possibilità di eliminare facilmente questa norma ricordo (a prescindere dalla posizione civile e limpida di alcune persone ) la grave negligenza del Pd a farsi carico di una possibile modifica – che non si è realizzata nell’arco di nove anni e quattro governi.
Per ciò che concerne questo problema al Pd si sono assimilate, le varie forza di sinistra che si riconoscono oltre il Pd stesso e soprattutto la riottosità di cittadine e cittadini a farsi carico del problema pur ostentando amore per i propri figli.
Ma i piccoli fantasmi senza nome sono “figli degli altri” una categoria ormai così consolidata da potersi estendere, se del caso, anche ai “figli nostri”.
E per gli uni e gli altri arriva la nuova formula dell’obbligo non obbligante inventata per i vaccini.
Così la fine ci riporta al principio: ma il cerchio non tarderà ad allargarsi.

I link di riferimento si trovano nel testo che segue. Sono dissociati per non appesantire il trasferimento su facebook.

7 Agosto 2018Permalink

7 agosto 2018 – Link relativi al testo che precede con la stessa data

Nell’ordine

7 Agosto 2018Permalink

5 agosto 2018 – L’obbligatorietà non obbligatoria dei vaccini. Una storia ridicola e tragica

Ho bisogno di capire e mi traccio una strada
Il testo del Decreto Milleproroghe che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 25 luglio 2018. Dal momento in cui è stato sottoposto all’esame del Senato sta suscitando dibattiti stravaganti. Molti dei protagonisti di questo intreccio di voci, pareri, esternazioni indefinibili sembrano nascere ogni mattina, ignari di ciò che è avvenuto prima e, vergini di conoscenza, marciano impavidi verso l’approvazione di un ‘qualche cosa’ che sembra più una biscia che una norma da stabilire.
Per quel che mi riguarda ne considero un aspetto soltanto (e ne ho abbastanza!).

Ieri, 4 agosto ho pubblicato nel mio blog un pezzo dal titolo “Bambini fantasma e l’obbligatorietà non obbligatoria dei vaccini” dove si trova l’articolo della scienziata, senatrice Elena Cattaneo (l’avevo ricopiato manualmente non potendone fare un copia incolla perché lo giudico un punto fermo essenziale e confortante per essere chiaro e razionale).
Elena Cattaneo è senatrice a vita e quindi può corrispondere al dettato dell’art. 67 della Costituzione senza i lacci e lacciuoli in cui viene ridotta spesso la disciplina del gruppo di appartenenza che, anziché svolgersi all’interno del mandato parlamentare, è affidata alla gestione di un sistema digitale eterodiretto. Il che non la salva da essere ondivaga in maniera sconfortante.
Ricordo a me stessa il testo dell’art. 67:  “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

Torno al 22 giugno, ricordando un articolo allora pubblicato di cui trascrivo la conclusione (come sempre metto me stessa e chi abbia la pazienza di leggermi in grado di risalire all’intero testo – [ Fonte 1])
Mentre la ministra di competenza guizza fra appartenenza di gruppo e competenza professionale (non oso la parola deontologia he potrebbe finire umiliata in un ossimoro) il leader o ministro che sia (io non riesco mai a capire in che ruolo parli) conclude:

Riconoscimento democratico dei padroni della salute dei bambini
Io ritengo che la salute dei bambini spetti alla mamma ed al papà e quindi alcuni vaccini sono fondamentali; troppi rischiano di far male. Nessun bambino può essere escluso dalla scuola e dall’asilo. Su questo c’è un programma nella Lega, questo c’è nel contratto di governo. Dal morbillo ci si deve salvare, altri vaccini mi sembrano assolutamente superflui”.

Era giugno, ora è agosto. –
Norma passa al senato con 149 sì, un’astensione e 110 no
Salute garantita dal ‘democratico’ risultato del voto in parlamento o dalla scienza e competenza?

«No al rinvio di un anno dell’obbligo di presentare i certificati vaccinali per l’iscrizione alla scuola dell’infanzia e ai nidi».
È la posizione espressa dal presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, una citazione che sarà più ampiamente trascritta fra poco.
E’ agosto e in senato si è discusso e chi cerca di informarsi non può ignorare la dichiarazione, finalmente esplicita, dell’Ordine dei medici.
L’oggetto del contendere è l’obbligo di iscrivere ai nidi e alla scuola dell’infanzia bimbi vaccinati ( a tutela della salute loro e dei loro compagni di scuola, soprattutto dei più fragili)

Ne parlano vari quotidiani:

♦ Il Corriere della sera – Vaccini, l’Ordine dei Medici.  [fonte 2]

Il presidente della federazione critico sull’emendamento approvato in Parlamento che, afferma, «non risponde all’evidenza scientifica circa la necessità delle vaccinazioni» e chiede si rispetti la scienza di Redazione Online

«No al rinvio di un anno dell’obbligo di presentare i certificati vaccinali per l’iscrizione alla scuola dell’infanzia e ai nidi». È la posizione espressa dal presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, in merito all’emendamento approvato con il decreto Milleproroghe che fa slittare di un anno l’obbligo vaccinale come condizione per l’ingresso alle scuole dell’infanzia e ai nidi. L’emendamento, afferma, «non risponde all’evidenza scientifica circa la necessità delle vaccinazioni. Lanciamo un appello al Parlamento perché rispetti la scienza». E poi aggiunge: «L’articolo 32 della nostra Costituzione tutela la Salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Al Ministro il compito di attuare tale tutela, attraverso politiche sanitarie che si fondino sulle migliori evidenze scientifiche a nostra disposizione».

♦ Il Sole 24 ore    L’appello al Parlamento
«Sulle vaccinazioni lanciamo un appello al Parlamento, perché, nelle sue decisioni, rispetti sempre la scienza e metta il ministro della Salute, Giulia Grillo, nelle migliori condizioni per lavorare», ha sottolineato Anelli all’indomani dell’approvazione al Senato dell’emendamento al decreto Milleproroghe che fa slittare di un anno l’obbligo vaccinale come condizione per l’ingresso alle scuole
dell’infanzia e ai nidi. [Fonte 3]

♦ Lega: in contratto bimbi no- vax a scuola [fonte 4]
(ndr: nel contratto si prevede che i bimbi no-vax vadano a scuola)
‘Su parole di Salvini polemiche pretestuose?
(ANSA) – Roma, 22 giugno Sui vaccini polemiche pretestuose dopo le parole del Ministro Matteo Salvini. L’inclusione scolastica dei bimbi non vaccinati (per necessità o per scelta) è sia nel contratto della Lega che nel contratto di governo.
Così una nota dell’ufficio stampa della Lega

Deontologia, scienza e competenza o conta ‘democratica’?
Norma passa al senato con 149 sì, un’astensione e 110 no
Un voto che ha provocato la forte protesta delle opposizioni secondo cui questo rinvio «mette a rischio la salute degli italiani». Ma che ha causato anche qualche tensione all’interno del fronte no-vax, tradizionalmente granitico, tra gli esponenti dei Cinque Stelle. La senatrice pentastellata Elena Fattori ha infatti votato contro l’emendamento dopo aver ricordato i bambini immunodepressi che oggi Iss definisce «a rischio di esclusione scolastica».
Una presa di posizione che ha ragioni strettamente personali: «Rispetto la scelta del mio gruppo ma per mia storia personale, professionale e dolorosamente di madre – ha detto Fattori in Aula – non posso fare altro che dissociarmi dal mio gruppo e esprimere un indignato voto contrario».

Chiedo ai signori senatori forse interrogati dall’art. 67 della Costituzione:
Dove eravate quando nel movimento di Grillo, Casaleggio e quant’altri e nei relativi gruppi parlamentari discutevate della piattaforma Rousseau, garanzia superiore, quanto i rosari e i Vangeli sventolati e abusati dal leader/ministro Salvini?
La fedeltà a quella linea ha aiutato la vostra elezione e ora?
Fra deontologie, competenza e conoscenza come la mettete con la disciplina che avevate accettato?

Nota aggiuntiva. – mattina del 5 agosto
leggo su facebook: La Ministra replica alle critiche e aggiunge: “Bambini con poche difese immunitarie andranno in classi dove c’è copertura vaccinale”
Un commento intelligente
quindi si ammette che c’è un pericolo per i bambini immunodepressi, si ammette che la soluzione è l’immunità di gregge, ma non si obbligano i cittadini a garantirla.

Puntualizzo
Condivido quanto scritto sopra ma al posto dei cittadini dico: “gli operatori nelle strutture sanitarie e a tanto vincolate”.
Però aggiungo: la creazione di classi con copertura vaccinale non trasformerà una parte degli edifici scolastici in lazzaretti di lontana memoria (credevo fino a un momento fa)?
E la testardamente ottusa fedeltà al contratto e alle promesse elettorali non esporrà l’organizzazione dichiarata al ridicolo? Inoltre le strutture sanitarie – in accordo con i nidi e le scuole dell’infanzia – avranno il personale per fare tutto questo?
Faranno un altro contrattino in deroga all’umana intelligenza?

Fonte 1 http://www.repubblica.it/cronaca/2018/06/22/news/salvini_dieci_vaccini_inutili_e_pericolosi_se_non_dannosi_-199704879/

Fonte 2
https://www.corriere.it/cronache/18_agosto_04/vaccini-l-ordine-medici-no-rinvio-dell-obbligo-l-iscrizione-scuola-4ad3904c-980a-11e8-ae28-97e0df16be12.shtml

Fonte 3
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-08-04/vaccini-ordini-medici-no-rinvio-dell-obbligo-le-scuole-200100.shtml?uuid=AEUPKKXF

[fonte 4]
http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2018/06/22/lega-in-contratto-bimbi-no-vax-a-scuola_781b0f57-005d-4f99-b12d-0f6457b2a17d.html

5 Agosto 2018Permalink

4 agosto 2018 – Bambini fantasma e l’obbligatorietà non obbligatoria dei vaccini.

Volevo continuare con le mie riflessioni sui bambini fantasma per legge che mi portano sempre più in là nell’esplorazione della malafede (travestita da follia: metodo comodo perché esime chi lo usa dall’affaticarsi su verifiche logiche), quando mi sono resa conto che il problema dell’obbligatorietà-non obbligatoria (non so come meglio definirla) dei vaccini che io credevo uno sporco giochino elettorale, a beneficio di cretini chic, è invece praticato con l’ostinazione di chi affida la soluzione dei problemi a una pseudostatistica affine alla conta sul pallottoliere.
D’altra parte la gravità della negazione del certificato di nascita è analoga alla negazione della prevenzione primaria assicurata dai vaccini: in entrambi i casi si tratta di negare la certezza dell’esistenza riconosciuta e garantita, per quanto possibile, dalla tutela della salute.
Nell’intreccio fra questi due elementi emerge la figura del bambino che può ricavare un danno dalle necessarie relazioni con i suoi simili e coetanei, danno tanto più significativo se si tratta di un soggetto debole.
Mi sembra una sintesi adeguata per descrivere la situazione attuale di soggetti che, essendo indifesi, possono essere privati di beni essenziali da decisioni innominabili, assicurate dal consenso – e questo è tragico – più diffuso di quanto si possa immaginare.
Poiché la funzione dei vaccini potrebbe essere argomento di più immediato interesse di quella del certificato di nascita, per ora mi fermo ai vaccini e ricopio un articolo della scienziata senatrice a vita Elena Cattaneo.

03 Agosto 2018 – Caso vaccini, il buon senso dimenticato nelle scelte del governo di Elena Cattaneo
Lo slittamento di un anno dell’obbligo per l’iscrizione a nidi e materne è un incomprensibile “bilanciamento politico” tra diritto alla salute e all’inclusione scolastica
Domani compirà un anno, nella sua versione definitiva, la legge che ha reintrodotto in Italia l’obbligo vaccinale venuto meno nel 1999. A ‘farle la festa’ ci ha pensato la nuova maggioranza di governo. Uno dei più importanti provvedimenti di sanità pubblica della scorsa legislatura è stato minato d’efficacia: le vaccinazioni, che la stessa ministra grillo ha definito «un presidio fondamentale di prevenzione primaria», infatti non saranno più obbligatorie per l’iscrizione alla scuola dell’infanzia. Tutto rinviato di un anno. Sempre che l’annunciata riforma della legge sui vaccini, nel frattempo, non elimini l’obbligo per sempre.
Con un emendamento al Decreto Milleproroghe in versione balenare, approvato due giorni fa in commissione Affari Costituzionali, il nuovo esecutivo ha perseguito l’annunciato scopo di “bilanciare” il diritto all’inclusine scolastica e il diritto alla tutela della salute. Ma così facendo ha perso di vista l’obiettivo di migliorare subito le prospettive di salute dei cittadini e mettere in sicurezza il Paese da epidemie che la scienza ci permette di debellare e prevenire in sicurezza. Oltretutto, l’obbligo stabilito dalla legge vigente non è eterno.
E’ già previsto, infatti, che ogni te anni le autorità sanitarie valutino le coperture raggiunte per morbillo, rosolia, parotite e varicella: è poi compito del ministro della Salute, acquisiti i pareri parlamentari e della conferenza Stato-Regioni, disporre l’eventuale cassazione dell’obbligatorietà di tali vaccinazioni. Una scelta responsabile, fatta con la consapevolezza (e speranza) che ciò che era necessario ieri –ristabilire in modo duraturo l’immunità di gregge di fronte a un’epidemia di morbillo e rispondere agli allarmi dell’Organizzazione mondiale della sanità – possa non esserlo domani, quando, consolidata la soglia di sicurezza per ciascuna patologia, tutti i cittadini saranno protetti.
La scelta della maggioranza risulta ancor più incomprensibile alla luce delle dichiarazioni della stessa ministra della Salute che, non più di dodici ore prima dell’approvazione dell’emendamento, aveva illustrato alle commissioni competenti di Camera e Senato i dati delle coperture vaccinali del 2017, evidenziando che i risultati migliori si sono registrati proprio «nelle prime fasce d’età, dove il decreto ha minacciato l’esclusione dall’asilo nido ». Questi numeri suggeriscono che l’obbligo stava funzionando. Perché quindi accanirsi contro una buna legge con circolari ministeriali, emendamenti e annunci di Ddl di riforma? Perché introdurre una proroga che, di fatto, realizza l’elusione di un obbligo di legge?
Nel 2015 la California, uno degli Stati più liberali al mondo, con una delle percentuali di vaccinazioni più bassa degli Stati Uniti, dopo un’epidemia di morbillo iniziata nel parco di Disneyland, non solo ha introdotto l’obbligo, ma una volta raggiunta la soglia si è guardata bene dal toglierlo. In Italia, invece, al posto del buon senso che, visti i numeri –difficilmente contestabili- suggerirebbe di lasciare che la legge faccia il proprio corso, sembra si sia preferita la “strategia di Penelope”. Si fila e si disfa la tela legislativa, con il rischio di disorientare i cittadini, già in balia di un sistema sanitario nazionale articolato in 20 “repubbliche sanitarie”.
Il “bilanciamento politico” promesso dal governo del cambiamento non esiste in biologia. Quando un patogeno infetta un organismo, non c’è più nulla di “bilanciato”.
Lo scorso 22 giugno la ministra Grillo dichiarava: «Le valutazioni di tipo scientifico non competono alla politica». Concordo. Virus e batteri non fanno politica né sono in cerca di consenso.

https://rep.repubblica.it/pwa/commento/2018/08/03/news/caso_vaccini_il_buon_senso_dimenticato_nelle_scelte_del_governo-203328872/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P3-S1.8-T2

4 Agosto 2018Permalink

02 agosto 2018 – Uova, arma impropria o no? Spreco di alimenti o no? ……………Per finire su un aspetto serio che esce dal labirinto disinformatico

Domandina. Il fatto che i lanciatori di uova siano ‘goliardi’ li esonera dal pagamento – almeno materiale – del danno a Daisy e a chi l’ha preceduta ?

Presi gli aggressori di Daisy Osakue, l’atleta ferita due giorni fa “L’abbiamo fatto per goliardia”. di OTTAVIA GIUSTETTI E CARLOTTA ROCCI
Denunciati a piede libero. Sono tre ragazzi italiani che usavano l’auto del padre consigliere comunale del Pd.
Identificati gli autori dell’aggressione, avvenuta nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Daisy Osakue, colpita ad un occhio da un uovo, lanciato dagli occupanti di un’auto in corsa. Si tratta di tre ragazzi italiani abitanti a Vinovo, La Loggia e Moncalieri – comuni della cintura di Torino – che hanno utilizzato una Fiat Doblò, intestata al padre di uno di essi. I tre sono stati denunciati per lesioni e omissione di soccorso. Il padre di uno dei ragazzi è consigliere comunale del Pd a Vinovo. Immediata la reazione del ministro degli Interni Matteo Salvini: “Se verrà dimostrato che il razzismo non c’entra niente e che addirittura, come pare, il primo di questi cretini è il figlio di un consigliere comunale del Pd, c’è qualcuno che deve chiedere scusa e fare silenzio per il prossimo mese”. [fonte 1]

Dalla ministerial ‘cagnara’ alla caccia dei padri. Come ti affogo una notizia
E ancora: Daisy Osakue travolta da una nuova ondata razzista: “ipocrita, fai le valigie e tornatene in Africa”
L’atleta aggredita presa di mira sui social: “di azzurro hai solo la maglia, non ci sono neri italiani” mentre un noto leader/ministro proclama in testa a un ‘intervista ascoltabile con il link di sotto: “Chi ha montato cagnara chieda scusa” [fonte 2]
Per una specie di par condicio si indaga sul padre di Daisy.
Ho trovato un articolo che fa capo a Il Giornale e si può leggere dal link (Il giornale è proprio il quotidiano diretto dal giornalista Alessandro Sallusti, non un’indicazione generica)   [fonte 3]

Resto ai figli maggiorenni, tutti maggiorenni quindi responsabili
Con tutta la mia solidarietà a Daisy, la cui affermazione come atleta italiana riceve un colpo duro che a mio parere le goliarde creature devono pagare, come legge prevede
Si dichiarano goliardi: termine generico per indicare un giocherello in alto loco o sono iscritti all’Università? Oppure usano il termine proprio di giocherelloni non di criminali come si usa la variante ‘armi ad aria compressa’, quale fosse un’attenuante degli sparapallini (ne ho scritto nel mio blog il 29 luglio e a quello rimando) [fonte 4]

Una notizia che mi fa fare un salto all’indietro
Erano ancora i tempi del servizio militare obbligatorio senza alternative e l’impegno per arrivare alla legge 15 dicembre 1972, n. 772 fu lungo e pesante.
Ma allora l’Associazione per la pace ci si impegnò a fondo e non trascurò l’attenzione ai casi di nonnismo. Non ricordavo più il nome ma avevo memoria del caso Scieri.
Ho ancora nelle orecchio la voce di autorevoli signori he blateravano, riferendosi agli obiettori in servizio civile ‘vigliacchi’.
Ne provavo e ne provo disgusto, simile a quello che provo per chi manipola le notizie e ne fa uso per addolcire la violenza oggi, riportandola a una simpatica birichinata [fonte 6 ]

CORRIERE DELLA SERA   CRONACHE
2 agosto 2018
Morte del parà Scieri, un arresto dopo 19 anni. «Un caso di nonnismo»
Fermato un ex commilitone del militare morto nel 1999 alla caserma «Gamerra» di Pisa. La ricostruzione della commissione parlamentare d’inchiesta e l’omertà dei militari di Marco Gasperetti

Clamorosa svolta nell’inchiesta sulla morte Emanuele Scieri, il paracadutista di 26 anni morto nella caserma Gamerra di Pisa dopo una caduta da una torre utilizzata per asciugare i paracadute. Dopo 19 anni di indagini, è scattato un arresto. E’ un ex paracadutista, probabilmente uno dei «nonni» che Emanuele incontrò prima della tragedia. Alessandro Panella, di origini romane, ha negato ogni addebito. Altre persone sarebbero indagate a piede libero e sono state compiute perquisizioni. Il procuratore della Repubblica di Pisa, Alessandro Crini e gli investigatori della squadra mobile di Firenze e dei poliziotti della sezione di polizia giudiziaria di Pisa che hanno condotto le indagini, stanno svelando una nuova verità. Che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe molto vicina alle conclusioni della commissione parlamentare d’inchiesta che hanno recentemente ribaltano completamente anni e anni di indagini contraddistinte da omertà e forse anche depistaggi. Anche il ministro della Difesa Elisabetta Trenta è intervenuto sul caso, dichiarando che «sul caso Emanuele Scieri bisogno arrivare alla verità».

Elementi incompatibili
«Alla Gamerra, si legge, c’era un’altissima, sorprendente tolleranza verso comportamenti di nonnismo», si legge nella relazione finale e dunque Emanuele fu aggredito e picchiato. «La consulenza cinematica di tecnici specializzati – spiegò Sofia Amoddio (Pd) – ha accertato che la presenza di una delle scarpe di Scieri ritrovata troppo distante dal cadavere, la ferita sul dorso del piede sinistro e sul polpaccio sinistro, sono del tutto incompatibili con una caduta dalla scala e mostrano chiaramente che il giovane è stato aggredito prima di salire sulla scaletta». Adesso anche le indagini della procura di Pisa avrebbero individuato falle e le distorsioni di un sistema disciplinare in quegli anni fuori controllo ed ha rintracciato elementi di responsabilità depositandoli presso la Procura della Repubblica di Pisa.

«Scieri non accettava soprusi»
Anche l’ex ministro Stefania Prestigiacomo (Fi), vice presidente della commissione d’inchiesta, aveva parlato di diffusa omertà tra i testi ascoltati. Secondo la deputata qualcosa sarebbe accaduto mentre Scieri veniva trasferito sul pullman alla caserma pisana il 13 agosto insieme ad altre reclute. «Sappiamo che i ragazzi sono stati fatti viaggiare in pieno agosto con i finestrini chiusi ed il riscaldamento al massimo nella posizione della sfinge. – aveva spiegato Prestigiacomo -. Lui non era accettato perché era più grande rispetto alle reclute diciottenni, era laureato, faceva già l’avvocato. Probabilmente non accettava questi atti di sopruso». E dunque potrebbe essere stato punito.

Il muro del «nonnismo»
A Pisa, quel 13 agosto del 1999, Emanuele era arrivato insieme a settanta commilitoni nel pomeriggio dopo un breve periodo di addestramento reclute alla caserma Gonzaga di Scandicci, vicino a Firenze. Alle 21.30, durante la libera uscita trascorsa con alcuni commilitoni, aveva chiamato con il telefono cellulare la mamma in Sicilia: «Stai tranquilla, sto passeggiando in Piazza dei Miracoli, davanti alla Torre Pendente, sto facendo il turista». Poi era rientrato in caserma. La “Gamerra”, a quel tempo, aveva un’area di 144 mila metri con 35 palazzine e decine di aree per l’addestramento, il parcheggio e il rimessaggio di vecchi materiali. In quella scuola di paracadutismo in quegli anni il nonnismo non era una novità. Un anno prima, nel 1998, un alto ufficiale, già comandante del 9 battaglione incursori del Col Moschin, era stato rimosso dall’incarico perché sospettato di episodi di nonnismo.

La denuncia del padre e il commento del fratello
I familiari del giovane hanno sempre puntato il dito contro il muro di omertà dentro la «Gamerra». Corrado Scieri (il padre di Emanuele, un funzionario della Dogana morto nel 2011) e la madre Isabella Guarino, insegnante, pubblicheranno poi un libro sulla vicenda del figlio, nel 2007, («Folgore di morte e di omertà»), accusando la caserma pisana dei parà di essere stata prima «un mattatoio» e poi «una centrale di omertà da fare impallidire “Cosa nostra”». «Ancora una volta la giustizia italiana – scriveranno i due – ha dimostrato di essere una pseudo-giustizia all’italiana: delitti senza colpevoli, casi irrisolti, archiviazioni invece di verità, fantasmi al posto di imputati, generiche ipotesi invece di accertamenti». «Sono incredulo, è stata un’emozione fortissima…», dice oggi il fratello Francesco Scieri.
[fonte 5]

[fonte 1] http://torino.repubblica.it/cronaca/2018/08/02/news/presi_gli_aggressori_di_daisy_osakue_l_atleta_ferita_due_giorni_fa_a_orbassano-203241766/
[fonte 2]
http://www.ansa.it/sito/videogallery/italia/2018/08/02/daisy-salvini-chi-ha-montato-cagnara-chieda-scusa_88c27900-b7f3-4b84-a99e-544533441fc6.html
[fonte 3]
http://www.ilgiornale.it/news/politica/pap-daisy-minaccia-noi-dallitalia-ora-spuntano-due-arresti-e-1561287.html
[fonte 4] https://diariealtro.it/?p=5961
Diariealtro. it. 29 luglio 2018 – Fucili ad aria compressa contro migranti. Un dubbio e forse non solo uno
[fonte 5]
https://www.corriere.it/cronache/18_agosto_02/morte-para-scieri-arresto-19-anni-un-caso-nonnismo-be8a06d8-9620-11e8-8193-b4632fd4d653.shtml
[fonte 6] Onoriamo don Milani nella sua lettera ai Cappellani militari ma non dimentichiamo tuti gli altri – 1965
http://storiaefuturo.eu/lobiezione-di-coscienza-al-servizio-militare-in-italia-una-retrospettiva-storico-giuridica/

3 Agosto 2018Permalink

2 agosto 2018 – 2 agosto 1980

La commemorazione del Due agosto  si snoda, come ogni anno, attraverso momenti simbolo: i lunghi applausi che accompagnano il corteo dei parenti delle vittime e dei gonfaloni da tutta Italia lungo via Indipendenza alla volta della stazione, e a fare da contraltare il minuto di silenzio in piazza Medaglie d’oro, alle 10.25. Quest’anno a commuovere è stato il passaggio dell’autobus 37, simbolo della strage (fu il bus che trasportò le salme dei morti estratte dalle macerie fino all’obitorio), in corteo, fino al luogo dell’orrore.

L’AUTISTA DELL’AUTOBUS 37
Le parole escono a fatica. Ancora. Difficile raccontare quelle immagini, quegli odori, le sensazioni. Eppure «il ricordo di quel giorno resta indelebile. Quasi come una fotocamera che mi impone di non cancellare nulla». Nonostante «non sia facile portarsi dentro tutto». La mattina del 2 agosto 1980 Agide Melloni, autista di autobus a Bologna, stava arrivando al lavoro con un collega. «Dovevo prendere servizio su una linea che aveva una fermata in centrale», ricorda a Lettera43.it. «Ero a Ponte Galliera quando un autobus si fermò davanti a noi aprendo le porte. Il collega era agitato e ci disse solo: ”È saltata in aria la stazione”». All’inizio Melloni pensò si trattasse di una battuta. Cinquanta metri dopo capì che non era così e che la stazione era saltata in aria per davvero, portandosi con sé 85 vite. Essendo donatore di sangue, la prima cosa che fece fu di correre alla sede Avis, vicino al piazzale. «Visto che mi dissero che al momento non avevano bisogno e che comunque il mio contatto ce l’avevano, feci l’unica cosa che potevo fare: guidare un autobus».

«O TI TIRI INDIETRO O FAI QUELLO CHE PUOI»
Al momento dell’esplosione erano tre i mezzi nelle vicinanze della stazione, tra cui il 37. Subito partirono verso il Maggiore per portare i feriti all’ospedale. Al loro ritorno, Melloni, un vigile del fuoco e un tecnico dell’azienda di trasporti Atc pensarono di utilizzare il 37 per trasportare i morti. «Non ci fu una programmazione, agimmo e basta», continua Melloni. «Davanti a una tragedia del genere hai due possibilità: o ti tiri indietro o fai quello che puoi. E io ho fatto il mio mestiere». Vedendo che i feriti erano molti, sul momento si decise che fosse «obbligatorio destinare a loro le ambulanze», a chi era ancora vivo. «Era impossibile caricare le barelle», ricorda l’autista all’epoca 31enne, «non passavano a causa del mancorrenti, le sbarre a cui ci si aggrappa per salire, così li tagliammo a mano, con la sega».
Da mattina alle 3 di notte Melloni continuò, sempre accompagnato da un poliziotto e da un infermiere e scortato, a trasportare i corpi verso gli obitori della città a bordo di quel 37, a cui dopo pochi viaggi vennero messi lenzuoli bianchi ai finestrini. Un’ultima forma di rispetto per quei morti. Un rispetto che oggi, nel bombardamento dai video e dalle foto di ben altre stragi, manca. «Occorre mettere un freno», mette in chiaro Melloni. «Non dovrebbe nemmeno essere imposto. Chiunque, soprattutto in Rete, dovrebbe sapere che c’è un limite da non oltrepassare». Ogni volta per Melloni è come tornare indietro a quel 2 agosto. «Preferisco non parlarne, ma ogni immagine di morte, terrore e distruzione mi riporta lì. Un flash che collega la storia all’oggi. Rivivo la stessa rabbia, impotenza, la sensazione di subire una ingiustizia». Anche le domande si ripetono, sempre uguali. «Perché è accaduto, chi è il colpevole, chi il mandante».

BOLOGNA SI SCOPRÌ UNITA
Ma in quella tragedia che Sandro Pertini in lacrime arrivò a definire «l’impresa più criminale che sia avvenuta in Italia», Melloni toccò con mano «la compattezza della città». Perché «per ore e ore», tiene a sottolineare, «Bologna mise da parte tutte le differenze, si strinse intorno alla necessità di dare una risposta a ciò che era accaduto. Spontaneamente. Fa sempre bene parlare di questo…». E ancora: «Io era solo uno in mezzo ai tanti che reagirono in mille modi. In quelle ore diventammo amici tra sconosciuti. È stato un onore collaborare con persone distanti da me, anche per modo di pensare, ma in completa sintonia col mio stato d’animo. Era lo stato d’animo di tutti».
Per anni Agide Melloni di quel giorno che aveva portato l’inferno nell’agosto di Bologna non parlò con nessuno. «Nemmeno con la mia fidanzata…», dice. Poi, aggiunge, «mi resi conto che il tempo passa, le persone passano, molte muoiono. Ma i ragazzi no, loro continuano a nascere e a crescere». Per non correre il rischio che il 2 agosto «si trasformasse in un buco nella memoria», ha cominciato a raccontare. «A provare a fare quello che si può». Così ha deciso di andare nelle scuole, «per cercare un contatto con i più giovani che non hanno memoria visiva della strage». Gli studenti, dopo aver visto i filmati, gli chiedono spesso: «E io cosa posso farci?». E lui, ogni volta, risponde che la prima cosa è «combattere l’indifferenza». «Li invito a parlare, a spiegare cosa li ha colpiti, amareggiati», spiega. «Solo così è possibile assestare un colpo all’indifferenza». L’unico modo per «vincere chi ha causato tutto questo».

QUEL FILO TRA PASSATO E PRESENTE
Questi ragazzi, sottolinea Melloni, «devono capire che c’è un filo che collega ciò che è accaduto e ciò che accade, tra il passato e il presente».
Per questo «devono studiare, utilizzando le potenzialità enormi di cui oggi sono in possesso, dal computer a internet». Per illuminare quei «buchi neri» di cui la storia recente è zeppa. «La strage non deve essere dimenticata», aggiunge scandendo bene le sillabe. «Chi ha avuto il destino di esserci deve raccontare, al di là delle strumentalizzazioni e delle manipolazioni affinché non siano cancellati i drammi, i gesti, i volti, le immagini, le grida. Per creare come un suono nella testa di chi non era ancora nato». A distanza di tanti anni, però, ci sono ancora cose che fanno arrabbiare Agide Melloni. Per esempio le «notizie fatte uscire ad hoc e che tendono a deviare le responsabilità accertate dai processi». Ventate di novità che lui vive come «una ulteriore ingiustizia per chi ha avuto la vita spezzata quel 2 agosto». Così come i tentativi di mitigare la portata della strage. «Tempo fa si discusse molto dell’opportunità di avere monumenti in stazione, del senso di tenere l’orologio fermo sulle 10 e 25… non fa piacere».

UNA TESTIMONIANZA DI VITA E DI MORTE
Per lo stesso motivo quando venne avanzata la proposta di togliere dal servizio il 37, perché «dopo aver trasportato le vittime non poteva trasportare i vivi», Melloni si schierò contro. «Credevo fosse profondamente ingiusto», spiega. «Attraverso il trasporto urbano la città vive, si muove. Quell’autobus era la testimonianza di vita e di morte. Toglierlo dal servizio avrebbe significato dare ragione a chi aveva voluto colpire Bologna». Alla fine quel 37 giallo e rosso restò attivo fino a quando l’azienda cambiò i modelli per poi essere esposto in un museo. «Lo guidai molte volte ancora», dice Melloni. «E mi creava sempre una certa emozione». Ma le sensazioni, quello che uno si porta dentro, sono difficili da trasformare in parole.  [nota 1]

    LE MASTECTOMIZZATE IN OSPEDALE
Questa mattina a Prima Pagina una signora ha ricordato l’arrivo in ospedale dei feriti e degli ustionati. Lei stessa – e le altre che come lei erano ricoverate dopo aver subito un intervento di mastectomia – si adoperarono a non lasciarli soli..[nota 2]
il link che trascrivo consente di arrivare al programma, poi – per ascoltare la testimonianza che ho ricordato – bisogna darsi un po’ da fare.

[nota 1]§
https://www.lettera43.it/it/articoli/cronaca/2016/08/02/strage-di-bologna-lautista-melloni-e-la-storia-del-suo-37/200228/

.[nota 2]
https://www.raiplayradio.it/audio/2018/07/PRIMA-PAGINA-del-2-agosto-2018-6237db41-5a33-4c48-896f-16282ce30c6c.html

2 Agosto 2018Permalink

2 agosto 2018 – Una nave riportata in Libia. Qualche informazione

L’Unhcr, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha aperto un’indagine sul caso di un rimorchiatore italiano, l’Asso Ventotto, che secondo alcune fonti avrebbe riportato in Libia (i cui porti sono giudicati “non sicuri”) 108 persone soccorse nel Mediterraneo. L’account ufficiale twitter dell’Unhcr ha infatti scritto: «Stiamo raccogliendo tutte le informazioni necessarie sul caso del rimorchiatore italiano Asso 28 che avrebbe riportato in Libia 108 persone soccorse nel Mediterraneo. La Libia non è un porto sicuro e questo atto potrebbe comportare una violazione del diritto internazionale». [Nota 1]

Dichiara la Parlamentare europea Elly Schlein:
Alcuni concetti molto semplici che ho avuto il piacere di ribadire stamattina ad Omnibus al collega leghista in studio:
1) La Libia non è un Paese sicuro, lo dicono tutti, dall’UNHCR alla Commissione europea, come anche le autorità giudiziarie italiane;
2) La contraddizione sta nel fatto che la Libia ha dichiarato un’area di ricerca e soccorso pur non avendo i requisiti per essere considerata un Paese sicuro, tra cui la firma della Convenzione di Ginevra sui rifugiati;
3) L’unico risultato della politica del nuovo governo è aver fatto aumentare i morti (in un solo mese si sono registrate oltre la metà di tutte le morti dall’inizio dell’anno) e probabilmente di far condannare nuovamente l’Italia per violazione del principio di non respingimento, come già fece Maroni nel 2009;
4) Non si può dire “ho visto solo ragazzotti muscolosi che vengono a cercare lavoro” quando il 41% delle persone che hanno chiesto protezione internazionale in Italia nel 2017 l’hanno ottenuta;
5) Non c’è soluzione che non passi dalla solidarietà europea, a partire dalla riforma di Dublino, e la Lega deve ancora spiegarci perché in 22 riunioni di negoziato su una riforma fondamentale per l’Italia non si è mai fatta vedere e poi si è astenuta. E magari ci spieghi anche perché Salvini sacrifica gli interessi italiani su questa importante questione per compiacere Orban e i suoi amici nazionalisti.

[Nota 1]
http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-07-31/unhcr-indagine-nave-italiana-avrebbe-riportato-108-migranti-libia-porto-non-sicuro-104427.shtml?uuid=AEaTl4UF

[Nota 2]
https://www.facebook.com/ellyschlein1/

2 Agosto 2018Permalink

1 agosto 2018 – Calendario di agosto

.1 agosto 1944 – Scoppio della rivolta del ghetto di Varsavia contro l’occupazione tedesca.
.1 agosto 1990 – L’Iraq invade il Kuwait
.1 agosto 2014 – Entra in vigore la Convenzione di Istanbul (testo in nota 1)
.2 agosto          – Giornata europea in memoria del genocidio ROM
.2 agosto 1980 – Strage alla stazione di Bologna
.3 agosto 1940 – L’Italia invade la Somalia britannica
.4 agosto 1974 – Bomba sul treno Italicus vicino a Bologna
.5 agosto 1938 – In Italia viene pubblicato il Manifesto della razza (testo in nota 2)
.6 agosto 1945 – Gli USA sganciano la bomba atomica su Hiroschima
.6 agosto 1978 – Morte di Paolo VI.8 agosto 1945 – Gli USA sganciano la bomba
………………………………atomica su Nagasaki
.8 agosto 1956 – Tragedia nella miniera di Marcinelle
12 agosto 1944 – Strage nazista a Sant’Anna di Stazzema
13 agosto 1961 – Inizia costruzione muro di Berlino
14 agosto 1945 – Resa del Giappone e fine della seconda guerra mondiale
14 agosto 1947 – India – Dichiarazione di indipendenza
14 agosto  2018 – Genova. Crollo del ponte Morandi.
15 agosto 1867 – Regno d’Italia – Legge 15 agosto 1867, n. 3848
…………                   .Legge per la liquidazione dell’asse ecclesiastico  .(nota 3)
15 agosto 2009 – Approvazione della legge “15 luglio 2009, n. 94
……………………………….”Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”
15 agosto 1917 – Nascita del vescovo Romero
16 agosto 1924 – Ritrovamento del corpo di Giacomo Matteotti
17 agosto 1893  – Strage di Aigües Mortes             [nota 4]
17 agosto 1945 – L’Indonesia si proclama indipendente dai Paesi Bassi
18 agosto 1936 – Assassinio di Federico Garcia Lorca
18 agosto 2015 – Assassinio di Khaled Asaad – direttore del sito archeologico
…………………..……………… di Palmira
19 agosto 1954 – Morte di Alcide De Gasperi
20 agosto 1960 – Dichiarazione di indipendenza del Senegal
21 agosto 1940 – Assassinio di Lev Trotsky
21 agosto 1964 – Morte di Palmiro Togliatti
21 agosto 1968 – L’URSS invade la Cecoslovacchia      [nota 5]
21 agosto 2018 –  Aïd-el-Kébir o al-adha. Dalla sera del 21 fino alla sera del 25
…………………………anno 1440    [nota 6]
23 agosto 1923 – Assassinio di don Minzoni ad Argentea (FE)
23 agosto 1927 – USA esecuzione di Sacco e Vanzetti
24 agosto 2004 – Assassinio di Enzo Baldoni in Iraq
24 agosto 2016 – Colombia. accordo governo-Farc
24 agosto 2016 – Terremoto in centro Italia
25 agosto 1900 – Morte di Friedrich Nietzsche
25 agosto 1989 – Assassinio di Jerry Masslo a Villa Literno (Caserta)
26 agosto 1769 – Francia: Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino
26 agosto 1978 – Elezione di papa Luciani (Giovanni Paolo I)
26 agosto 2018 – Apertura del Sinodo Valdese
27 agosto 1999 – Morte di Helder Camara – Brasile7
28 agosto 1963 – Martin Luther King guida la marcia su Washington
………………………………..per i diritti civili.
29 agosto 1991 – La mafia uccide l’imprenditore Libero Grassi a Palermo
31 agosto 1994 – Irlanda – L’IRA dichiara la cessazione di tutte le operazioni
…………………………… militari
31 agosto 2018 –  Il procuratore di Agrigento deposita a Palermo l’atto d’accusa
relativo al ministro dell’interno    [nota 7]

NOTE:
[nota 1] Convenzione di Istanbul – contenuti
https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DOSSIER/0/750635/index.html?part=dossier_dossier1-sezione_sezione2-h2_h22

[nota 2] Manifesto della razza:
http://www.deportati.it/archivio/manifesto_razza.htm

[nota 3]
Il termine si trova adoperato nella legge 28 giugno 1866, n. 2987, che all’art. 2 dà facoltà al governo di pubblicare ed eseguire come legge le disposizioni già votate dalla camera elettiva sulle corporazioni religiose e sull’asse ecclesiastico, e questo di Legge sulla soppressione delle corporazioni religiose e sull’asse ecclesiastico è il titolo dato al susseguente decreto legislativo 7 luglio 1866, n. 3036. Legge per la liquidazione dell’asse ecclesiastico s’intitola quella 15 agosto 1867, n. 3848, che costituisce col detto decreto legislativo il caposaldo della legislazione italiana in materia di soppressione di enti ecclesiastici e di norme sul patrimonio ecclesiastico. Giunta liquidatrice dell’asse ecclesiastico di Roma era il nome dell’organo governativo istituito con l’art. 9 della legge 19 giugno 1873, n. 1402.

[nota 4[
17 agosto 1893 dieci operai italiani delle saline vennero uccisi a Aigues-Mortes, in Camargue, perché si era diffusa la falsa notizia che avevano ucciso 4 francesi. L’odio per gli emigrati italiani che “rubavano il lavoro” scatenò il massacro e così un paese intero si scatenò contro gli operai italiani.

[nota 5]
Il 21 agosto del 1968 le truppe del Patto di Varsavia entrarono nella Cecoslovacchia per soffocare la stagione della Primavera di Praga che era iniziata  5 gennaio 1968, quando il riformista slovacco Alexander Dubček salì al potere, proseguendo fino al 20 agosto dello stesso anno, quando un corpo di spedizione dell’Unione Sovietica e degli alleati del Patto di Varsavia (ad eccezione della Romania) invase il paese.

[nota 6]
21 agosto: Origine d’Aïd-el-Kébir https://www.feiertagskalender.ch/islamic.php?geo=0&hl=it

L’Aïd-el-Kébir (aussi nommée Aïd-el-Adha, Aïd al-Kebir ou encore Eïd el-Adha), qui signifie « la Fête du sacrifice », est l’une des célébrations les plus importantes liées à la foi musulmane. Il s’agit d’une commémoration de la soumission d’Abraham (Ibrâhîm en arabe) à la volonté de Dieu lorsque celui-ci lui demanda de sacrifier son fils Ismaël. Certaines interprétations considèrent qu’il s’agit plutôt d’Isaac, le Coran ne mentionnant pas le nom du fils. Pour en savoir plus, consultez cet article d’Éric Geoffroy.

[nota 7]  . Agrigento. L’atto d’accusa contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini passa a Palermo. Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio ha consegnato questa mattina un plico sigillato con il fascicolo d’inchiesta a un ufficiale della Guardia Costiera, perché lo consegni al procuratore della Repubblica di Palermo Francesco Lo Voi. Il primo passaggio, verso il tribunale dei ministri che dovrà valutare le accuse contro Salvini per il blocco di 177 migranti sulla nave Diciotti, rimasti dieci giorni al porto di Catania.

 Patronaggio contesta cinque ipotesi di reato: sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio. Lo Voi ha quindici giorni di tempo per valutare tutto l’incartamento e decidere se confermare o ridimensionare l’impianto accusatorio. Quindi, il caso sarà ufficialmente nelle mani dei tre giudici che compongono il tribunale dei ministri di Palermo, entro 90 giorni potranno fare altri accertamenti e ascoltare le “parti interessate”.

 Il ministro Salvini ha già annunciato che vorrà essere interrogato. Potrebbero chiedere un’audizione anche le “parti offese” dei reati, ovvero i migranti. “Alcuni vogliono costituirsi parte civile contro il ministro dell’Interno – dice l’europarlamentare Eleonora Forenza (gruppo Gue-Ngl) che ieri è entrata nell’hotspot di Messina dove sono ospitati 38 migranti”.

Le contestazioni
Il fascicolo d’inchiesta trasmesso alla procura di Palermo è accompagnato da una memoria che sintetizza le contestazioni ipotizzate nei confronti di Salvini e del suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi. Queste:

Articolo 289 ter del codice penale. “Sequestro a scopo di coazione”. Secondo la ricostruzione del procuratore Luigi Patronaggio, il ministro dell’Interno avrebbe tenuto in ostaggio 177 persone per “costringere” l’Unione Europea alla redistribuzione dei migranti contro la conversione di Dublino.

Articolo 605. “Sequestro di persona”. Per aver tenuto 177 migranti ristretti per dieci giorni, senza alcuna ragione secondo l’accusa, sulla nave Diciotti della Guardia Costiera.

Articolo 606, “Arresto illegale”. Il trattenimento illegittimo dei migranti sull’imbarcazione della Guardia Costiera configura per il pm anche una forma di arresto non autorizzato.

Articolo 328. Omissione di atti d’ufficio. Per non avere indicato il porto di sbarco (il cosiddetto “Port of safety”) alla Guardia Costiera, che lo chiedeva dopo il salvataggio. Catania era solo uno scalo tecnico.

Articolo 323. Abuso d’ufficio. Per aver violato, in almeno otto casi, disposizioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e altre norme internazionali, articoli della Costituzione e del Testo unico sull’immigrazione.

“L’abuso d’ufficio”
Ecco le norme violate, che secondo l’accusa fanno configurare il reato di abuso d’ufficio.

Articolo 5 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. “Nessuno può essere privato della sua libertà”. Peraltro nel nostro ordinamento non è previsto l’arresto dell’immigrato clandestino. Salvini avrebbe violato l’articolo 13 della Costituzione (“La libertà personale è inviolabile”). E anche l’articolo 10 comma tre della Costituzione, che prevede il diritto di asilo allo straniero “al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche”.

Al ministro dell’Interno viene contestata dalla procura di Agrigento anche la violazione del Regolamento di Dublino del 2013, che stabilisce i criteri per le richieste di “protezione internazionale”. Sulla Diciotti, questo diritto è rimasto sospeso persino per i minori non accompagnati e per le donne vittime di stupri.

Sarebbe stato violato anche l’articolo 10 ter del Testo unico sull’immigrazione: prevede che i migranti vengano “tempestivamente informati” del diritto all’asilo.

Il procuratore Patronaggio ipotizza pure la violazione dell’articolo 47 della legge 7 aprile 2017 (Legge Zampa), che prevede il rilascio del permesso di soggiorno ai minori non accompagnati. I 29 della Diciotti hanno potuto lasciare la nave solo dopo l’ispezione del procuratore.

Contestata anche la violazione dell’articolo 60 della Convenzione di Istanbul e l’articolo 7 del decreto legislativo del 19/11/2007, numero 251: norme che prevedono la massima tutela per le donne che hanno subito violenza. Le 11 eritree abusate nei campi libici potevano avere subito lo status di rifugiati.

Infine, l’ottava violazione contestata a Salvini: non aver indicato subito il porto di sbarco. E’ previsto da norme internazionali, come il “Safety of life” del 1974, ma anche dalla procedura di coordinamento fra Viminale e Guardia costiera (la “Sop 009/2015”).

https://palermo.repubblica.it/cronaca/2018/08/31/news/diciotti_l_atto_d_accusa_contro_salvini_al_tribunale_dei_ministri_il_pm_patronaggio_i_migranti_tenuti_in_ostaggio_sulla_-205302422/

 

1 Agosto 2018Permalink

29 luglio 2018 – Fucili ad aria compressa contro migranti. Un dubbio e forse non solo uno

Caso o progetto?
Dato il ripetersi di notizie di feriti da fucili ad aria compressa, con una comune caratteristica di dichiarata (dallo sparatore che risulta essere maschio banco) futile casualità, ho scritto nella casella di google: “feriti fucili aria compressa”. Poco più avanti l’elenco che ne è venuto fuori.
Mi chiedo: l’elemento che lega gli episodi che ho ricopiato (e collegati con link presenti in calce) è casuale o fa parte di un surrettizio progetto per impaurire le vittime potenziali, simili a chi ha già subito lo sparo?
Potrebbe essere interessante verificare la data di acquisto di queste armi che sono praticamente in vendita libera non richiedendo porto d’armi. Sono un normale ammennicolo delle abitazioni di riferimento, presenti in famiglia da chissà quanto, o sono state acquistate di recente?
Se vale la seconda ipotesi il mio dubbio di uso preciso e progettato si rafforza.
Infatti con quell’arma nessuno può essere accusato di intenzione omicida: un pallino non ammazza.
E allora come la mettiamo con la piccola rom (punto 6 della scheda), opportunamente ricordata dal presidente Mattarella nella cerimonia del Ventaglio? Un incidente di percorso?

1. 27 luglio 2018 [R.it] Immigrato ferito al volto con una pistola aria compressa
“…Il giovane ha raccontato di essere stato avvicinato da due ragazzi in moto, che hanno poi fatto fuoco con l’arma ad aria compressa, colpendolo al volto.
Qualche settimana fa un episodio simile avvenne a Caserta, denunciato da due immigrati africani, uno dei quali rimasto ferito mentre due giorni fa, nel vicino comune di Villa di Briano, un gruppo di cittadini manifestò per strada contro l’arrivo di un gruppo di immigrati.”

2. 27 luglio 2018 [Redazione TPI] Caserta, migrante denuncia di essere stato ferito al volto con una pistola ad aria compressa. E’ l’ottavo caso …

3. 27 luglio 2018 [Corriere della sera/cronache] Migranti feriti a colpi di pistola: sei più uno casi (più uno) in un mese.

4. 27 luglio 2018 [Il Post 17 ore fa] A Cassola, in provincia di Vicenza, un operaio straniero è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco, sparato da un condominio vicino.

5. 27 luglio 2018 [Rep] La Scheda: Immigrati feriti in strada, sette casi in 45 giorni.
Da Forlì a Caserta la serie di colpi esplosi contro stranieri

Testo integrale n. 5
LA SCHEDA – Immigrati feriti in strada, sette casi in 45 giorni
Da Forlì a Caserta la serie di colpi esplosi contro stranieri
Il precedente che torna subito alla mente è quello del sabato di orrore di Macerata. Dove il 3 febbraio scorso un uomo a bordo di un’Alfa 147 nera attraversa la città sparando all’impazzata, e ferendo nel raid sei persone, tutte di origine straniera. Lo sparatore è Luca Traini, 28enne di Tolentino. Dopo aver seminato la paura in tutta la città ferma la sua corsa davanti al monumento ai caduti, e scende dall’auto con la bandiera tricolore al collo, gridando “Viva l’Italia” e facendo un saluto romano prima di arrendersi. Dirà in seguito di aver agito per “vendicare Pamela”, la 18enne trovata morta in una valigia del cui omicidio è stato accusato il nigeriano Innocento Oseghale. Un atto, quello di Traini, che ha alzato i toni della campagna elettorale spostandoli in modo massiccio sui temi dell’immigrazione.

E chi si ricorda di Idy Diene, il senegalese ucciso il 4 marzo scorso a colpi di pistola su Ponte Vespucci, a Firenze, da Roberto Pirrone, pensionato 65enne che poi dichiarerà di essere uscito di casa con l’intenzione di suicidarsi ma di non averne trovato il coraggio, e aver quindi rivolto la sua furia sul primo passante? Fino a Soumayla Sacko, il sindacalista maliano ucciso a colpi di fucile la sera del 2 giugno, nelle campagne calabresi. Appena 29 anni, una figlia di 5, Soumayla viveva in una baraccopoli a San Ferdinando: quando è stato ammazzato con un colpo alla testa stava aiutando alcuni connazionali a prendere delle lamiere da una fabbrica in disuso. Soumayla nell’Italia che si è scoperta razzista è diventato un simbolo dei diritti dei lavoratori invisibili.

La scia di violenza che da Macerata porta ai migranti sfruttati nei campi del Sud sembra essersi riaccesa nelle ultime settimane, con una serie impressionante di aggressioni a matrice razziale. Alcune inizialmente passate sotto silenzio, molte con un elemento in comune: gli spari – che non hanno fatto morti – esplosi tutti con pistole ad aria compressa. I bersagli, sempre, stranieri. Che avevano l’unica colpa di trovarsi a passare di lì. Ecco gli episodi più recenti.

1 – Caserta, 11 giugno
Intorno alle 22 Daby e Sekou, due ragazzi del Mali ospiti di una struttura Sprar del Comune, vengono investiti da una raffica di colpi di pistola ad aria compressa sparati da una Panda nera in corsa, che già per tre volt e li ha avvicinati. Daby viene ferito all’addome. In questura racconta che i tre aggressori, durante la scorribanda in stile Traini, inneggiavano a Matteo Salvini.

2 – Napoli, 20 giugno
Lo chef Konate Bouyagui, maliano di 22 anni, da quattro in Italia con regolare permesso di soggiorno, mentre torna a casa dalle parti di Corso Umberto si prende un piombino nella pancia sparato da due ragazzi a bordo di una macchina. Racconterà: “Credevo di morire”. “C’è un clima di intolleranza contro le persone di colore per colpa della campagna elettorale basata sulla propaganda contro gli immigrati, si sfoga contro i poliziotti.

3 – Forlì, 2 luglio
Una giovane donna nigeriana viene ferita a un piede. “Ho sentito un dolore alla gamba, non so cosa sia successo”. Inizialmente la donna ha paura, solo alcuni giorni più tardi si decide a sporgere denuncia ai carabinieri.

4 – Forlì, 5 luglio
Un ivoriano di 33 anni in bicicletta viene affiancato da un’auto, qualcuno dall’interno allunga fuori dal finestrino una pistola modello softair e gli buca la pancia.
5 – Latina, 11 luglio
Stavolta le vittime sono due nigeriani di 26 e 19 anni che aspettavano l’autobus a Latina Scalo. Dinamica identica alle precedenti, con una serie di colpi esplosi da bordo di un’auto scura. “Sembra chiara la matrice discriminatoria”, commenta il sindaco Damiano Coletta.

6 – Roma, 17 luglio
Il signor Marco, ex dipendente del Senato, alle due del pomeriggio “per provare l’arma” spara dal suo terrazzo al settimo piano di una palazzina in zona Cinecittà. Una bambina rom di 13 mesi finisce in ospedale. L’uomo dirà di non aver mirato a nessuno in particolare, e di non essersi accorto che il colpo era andato a segno.

7 – Vicenza, 26 luglio
Un operaio di origine capoverdiana, dipendente di una ditta di impianti elettrici, è al lavoro su una pedana mobile a 7 metri di altezza quando sente un dolore alla schiena. A colpirlo un uomo che ha sparato dal suo terrazzo, che spiega ai carabinieri di aver sbagliato mira mentre tentava di prendere un piccione.

Link:
1 http://napoli.repubblica.it/cronaca/2018/07/27/news/migrante_denuncia_ferito_con_pistola_aria_compressa-202815435

2 https://www.tpi.it/2018/07/27/migrante-ferito-caserta/

3   https://www.corriere.it/cronache/18_luglio_27/migranti-feriti-colpi-pistola-cinque-casi-piu-uno-un-mese-905b84aa-91af-11e8-9a85-e773adbfcd34.shtml

4.https://www.ilpost.it/2018/07/27/cassola-vicenza-capo-verde-sparo-immigrati/

5. http://www.repubblica.it/cronaca/2018/07/27/news/la_scheda_-_immigrati_feriti_in_strada_sette_casi_in_45_giorni-202786053/

29 Luglio 2018Permalink