18 aprile 2012 – Spagna – Lo scandalo dei bambini rapiti: tombe vuote e una monaca zitta.

Il 15 aprile, durante la trasmissione Radio3 mondo, ho ascoltato la presentazione di un articolo di Time che ho ritrovato e tradotto (ringrazio Laura per la revisione).
Qui ne riporto il titolo originale: Spain’s Stolen-Babies Scandal: Empty Graves and a Silent Nun By Lisa Abend / Madrid Friday, Apr. 13, 2012.
Più sotto ho inserito il link che porta a Time.
Per ora mi limito a pubblicarne il testo ma a giorni proporrò il mio commento sperando che altri intervengano.
Infatti è una testimonianza che aiuta a costruire il quadro per inserire il problema dei ‘bambini fantasma’ di cui mi occupo da anni.

Traduzione dal Time

La donna anziana che lunedì mattina ha lasciato il tribunale di Madrid era curva e spettrale, ma né l’ovvia debolezza né il semplice abito blu che indossava hanno impedito alla piccola folla di spettatori di  contestarla clamorosamente. Una donna gridava ”Vergogna! Come hai potuto causare tanto dolore?”
Si pensava che lunedì sarebbe stato il giorno che avrebbe dato una risposta a coloro che si ritengono vittime di decenni di rapimenti di bambini in Spagna. La religiosa chiamata a testimoniare, suor María Gómez Valbuena, é la prima persona formalmente accusata per il suo presunto coinvolgimento in un piano che si dice abbia sottratto migliaia di neonati alle loro madri per venderli a genitori adottivi.
Ma una volta davanti al giudice Gómez ha esercitato il suo diritto a non parlare.
E più tardi quello stesso giorno in un incontro con i rappresentanti delle associazioni delle vittime esponenti ufficiali del governo spagnolo hanno ammesso che, sebbene volessero impegnare mezzi dell’amministrazione per cercar di riunire i neonati alle loro madri, le probabilità di assicurare alla giustizia chi aveva diviso   famiglie erano deboli.
Qualcosa come 1500 accuse di rapimento di bambini, collocabili dai tardi anni ’50 alla metà degli anni ’80, sono state presentate in Spagna negli ultimi due anni. La maggior parte segue lo stesso agghiacciante racconto: una madre sola o una donna sposata che avesse giù parecchi bambini partoriva un piccolo in evidente buona salute ma subito le veniva detto – spesso da una suora che lavorava come infermiera- che il piccolo era morto. Sebbene i genitori adottivi avessero spesso pagato consistenti somme di denaro per i loro bambini, l’ideologia più che l’avidità sembra essere stata il movente dei ladri. “Quelli sono suore e preti che credevano fermamente che il bambino sarebbe stato meglio   con una famiglia più tradizionale o più ‘morale’”, spiega la giornalista Natalia Junquera che ha condotto l’investigazione sui rapimenti per conto del giornale El Pais. “Pensavano onestamente di fare la cosa giusta”.
Da quando, più di un anno fa, i primi casi cominciarono ad attrarre l’attenzione, i test del DNA hanno riunito sei madri con i loro bambini che credevano morti. Dozzine di genitori hanno scoperto che le tombe in cui credevano di aver sepolto i loro bambini di fatto erano vuote, o che i registri dello stato civile non contenevano i certificati di morte dei bambini che loro pensavano fossero morti alla nascita.
E fino a suor Maria nessuno era stato realmente incriminato. I tribunali avevano chiuso molti casi per mancanza di prove.
 “Gli accusatori sono frustrati” dice Junquera. “Hanno evidenziato qualche cosa di sbagliato – cosa può esserci di più chiaro di una tomba vuota? – ma nulla che possa essere dimostrato in tribunale”.
Le vittime avevano sperato che le accuse contro Suor Maria avrebbero cambiato tutto questo. La suora era stata imputata dopo che i test del DNA avevano riunito Maria Luisa Torres a sua figlia Pilar che lei non aveva più visto dalla nascita.
Secondo quanto da lei testimoniato in tribunale, nel 1982 Torres aveva 24 anni e si era separata dal marito quando era rimasta incinta di un altro uomo. Aveva sentito di una suora della clinica Santa Cristina che aiutava le donne nella sua situazione e si era incontrata con suor Maria, e poi, entrata in clinica, una volta iniziato il travaglio, l’aveva avvicinata di nuovo. “Dopo il parto mi disse che mia figlia era morta” ha spiegato Torres alla stampa. “Poi mi disse che la piccola era stata data a un’altra famiglia. E mi minacciò che se me ne fossi ancora occupata  avrebbe detto alle autorità che ero un’adultera e loro mi avrebbero strappato anche l’altro mio bambino”.
Venerdì il padre adottivo della figlia che Torres aveva perduto testimoniò che lui e sua moglie avevano pagato la loro figlia a suor Maria, sebbene allora ritenessero di sostenere le spese di una giovane donna in difficoltà. “Suor Maria era una donna molto forte. Ora la vedo e non la riconosco.  Era una donna terribilmente fredda, ma io le ero immensamente grato perché mi aveva dato una figlia”.
Negando tutto, lo stesso giorno in cui era comparsa in tribunale suor Maria rese nota una pubblica lettera affermando che l’idea di separare una bambina dalla sua madre biologica per lei era “ripugnante”. Sebbene rimanga sotto investigazione giudiziaria, senza prove che confermino che aveva esercitato una coercizione nei confronti di Torres per farsi dare la sua piccola, la possibilità che lei – o qualcuno degli altri dottori, infermiere, suore e preti a quanto si dice coinvolti in questo caso – vengano giudicati, è minima.
Richiesta di cosa provi a proposito del procedimento di lunedì Inés Madrigal ha risposto con una sola parola: ‘indignazione’. La 42enne lavoratrice delle ferrovie aveva capito che c’era qualche cosa di sbagliato nella sua adozione quando ne aveva visto la documentazione che le era risultata falsificata. Il medico che aveva assistito alla sua nascita al Santa Caterina era evidentemente uno con cui suor Maria lavorava spesso ed è offesa da quello che chiama ‘il tremendo cinismo’ della suora.
Come molti altri spagnoli che ora sospettano di essere stati bambini venduti si è sottoposta al test del DNA e sta facendo il possibile per identificare la sua madre biologica.
“Abbiamo dovuto diventare detectives” dice Madrigal, “confrontare i registri di stato civile, riportare alla luce tombe. Sapevo che c’era qualche cosa di sbagliato nella mia adozione perché me lo sentivo. Ma la legge è indifferente ai sentimenti.”

Chi volesse risalire alla trasmissione Radio3 mondo può farlo da qui.

20 Aprile 2012Permalink