24 ottobre 2012 – Lettera di don Maurizio Patriciello al Prefetto di Napoli [Sua Eccellenza il dott. Andrea De Martino]

Speravo di poter lasciare in primo piano, visibile ad apertura di diariealtro, la notizia commentata ieri. Ma non posso trascurare questa lettera che ho ripreso dal sito Ildialogo.org che, a sua volta, l’ha riportata dall’edizione napoletana de La Repubblica.

Se a me, prete di periferia, è concesso di ignorare che chiamare semplicemente signora la signora prefetto di Caserta fosse un’offesa tanto grave, non penso assolutamente che fosse concesso a lei arrogarsi il diritto di umiliare un cittadino italiano colpevole di niente, presente in Prefettura come volontario per dare il suo contributo alla lotta contro lo scempio dei rifiuti industriali interrati e bruciati nelle nostre campagne”.

Alla fine dell’incontro, sottolinea Patriciello, “ho ricevuto la solidarietà di tante persone presenti all’increscioso episodio e la rassicurazione da parte della signora prefetto di Caserta che non si era sentita per niente offesa da me nell’essere chiamata signora. Forse le sarà sfuggito che lei non era e non è un mio superiore”. Il prelato si dice molto dispiaciuto da quanto avvenuto ma soprattutto “addolorato” dal “constatare che tante volte è propria la miopia delle istituzioni, la pigrizia di tanti amministratori, il cattivo esempio di tanti politici che fanno man bassa di denaro pubblico, a incrementare la sfiducia e la rabbia in tanti cittadini
“Personalmente – scrive don Maurizio Patriciello – sono convinto che la camorra in Campania non la sconfiggeremo mai. Lo dico non perché sono un pessimista. Al contrario. Non la sconfiggeremo perché il pensare camorristico ha messo radici profondissime in tutti. Quel modo di pensare e poi di agire che diventa il terreno paludoso nel quale la malapianta della camorra attecchisce. Come ho potuto dirle in corridoio, io alle mortificazioni sono avvezzo. Spendo la mia vita di prete nella terra del clan dei Casalesi. La mia diocesi, Aversa, è quella di Don Peppino Diana. Ma io dei camorristi non ho paura. Lo so, potrebbero uccidermi e forse lo faranno. Io l’ho messo in conto fin dal primo momento in cui sono stato ordinato prete. Io spendo i miei giorni insegnando ai bambini, ai ragazzi, ai giovani che non debbono temete niente e nessuno quando la loro coscienza è pulita. Ma aggiungo che bisogna sradicare il fare camorristico sin dai più piccoli comportamenti”.

“Perché tutto ciò che uno pretende in più per sé e non gli appartiene, lo sta rubando a un altro. Perché ogni qualvolta che una persona si appropria di un diritto che non ha, sta usurpando un potere che non gli è stato dato. Tutti possiamo cadere in queste sottili forme di antidemocrazia. Ecco, signor prefetto, glielo dico con le lacrime agli occhi, lei stamattina mi ha dato proprio questa brutta impressione. Lei ha calpestato la mia dignità di uomo”.
Martedì 23 Ottobre,2012 Ore: 07:28

 

24 Ottobre 2012Permalink