Un paio di giorni fa mi è stato girato un comunicato stampa del Comune di Udine che si può raggiungere nel relativo sito anche da qui. (http://www.udin-e.it/cittadinanza-italiana-necessaria-riforma-per-riconoscerelo-ius-soli/)
Lo pubblico privandolo delle citazioni dei nomi dei singoli assessori che hanno portato a questo risultato che potrete trovare nel testo di cui ho trascritto l’indirizzo..
Chi legge questo blog e volesse confontarsi con la documentazione già raccolta può andare nei tag alla voce anagrafe.
A seguito del testo del comunicato alcune mie considerazioni.
COMUNICATO STAMPA
Riconoscere la cittadinanza italiana per ius soli (diritto del suolo, per il fatto di essere nato sul territorio dello stato) ai figli nati in Italia da genitori stranieri regolarmente residenti e ai ragazzi arrivati in Italia adolescenti, figli di cittadini italiani regolarmente residenti, che abbiano compiuto un ciclo scolastico: la giunta del Comune di Udine ha espresso la convinzione della forte necessità di riformare in tempo rapidi la legge di cittadinanza n.91 del 5 febbraio 1992 (che prevede la cittadinanza per ius sanguinis, ovvero il diritto di sangue), votando all’unanimità una delibera in cui viene dato mandato al sindaco di procedere con gli atti necessari al sostegno di questa azione. E l’azione di Honsell non si è fatta attendere: in questi giorni, il sindaco del capoluogo friulano ha inviato una lettera con allegata la delibera al presidente del Consiglio, Mario Monti, al presidente del Senato, Renato Schifani e al presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini.
Non solo. Nella stessa delibera si è sostenuta la necessità di modificare la norma che vuole la presentazione del permesso di soggiorno per la registrazione degli atti di nascita. Questa norma, nel violare la Convenzione Onu sui diritti dei minori, ratificata dall’Italia (legge n. 176 del 27 maggio 1991 ), promuove l’apolidia, condizione che danneggerà tutta la vita del bambino che sia stato costretto a questo status. La Giunta quindi auspica che il Parlamento possa mettere in atto una rapida procedura per garantire con una legge il diritto inalienabile alla registrazione anagrafica per tutti i neonati nel rispetto della Costituzione italiana, tornando alle norme precedenti la legge 94/2009. Quello della Giunta comunale di Udine è il primo intervento istituzionale in Italia in questa materia. “Un Paese civile dovrebbe tutelare l’infanzia in modo da garantire i pieni diritti di chi viene al mondo – sottolinea il sindaco Honsell -. Trovo vergognoso e indice di barbarie strumentalizzare l’infanzia per punire la possibile non regolarità della posizione dei genitori
Udine, 28 novembre 2012 Ufficio stampa
Che dire?
Avevo pubblicato il testo della delibera cui il comunicato fa riferimento il 23 ottobre (la si può leggere anche da qui). Poi non ne avevo saputo nulla fino all’invio del comunicato che consente a chi lo voglia leggere (è stato pubblicato anche su un quotidiano locale) di formarsene un’opinione.
Ora spero (esagero?) in una reazione consapevole del consiglio comunale che svegli forze politiche indifferenti al tema (esagero!) e in un interesse da parte delle associazioni che si dicono attente ai diritti dei soggetti deboli (ma che evidentemente non considerano tali i neonati o almeno tali non li hanno considerati finora).
Alcuni ringraziamenti
Mi rendo conto che di questo problema mi occupo da quattro anni e da quasi due ne scrivo costantemente in questo blog.
E’ stata un’esperienza frustrante e difficile da accettare ma credo di dover segnalare le persone che mi hanno consentito di non mollare.
Ricordo l’assessore che, negando il rischio dell’apolidia conseguente il pacchetto sicurezza, mi ha scritto essere io persona che quando sbaglia non si corregge, quello che si è dichiarato annoiato dagli scritti con cui cercavo di documentarlo e soprattutto il segretario regionale della CGIL che, a seguito di un mio intervento in merito alla fine di un convegno che presiedeva, ha pensato di fingere che non fosse stato pronunciato.
Purtroppo a questi atteggiamenti storicamente maschili (ma ci si stanno adeguando anche molte donne) di far conto sul potere del dominio e non della ragione reagisco convincendomi di averli spaventati e di assistere a una loro fuga dal confronto, valorizzata dall’incapacità – sempre loro – a dialogare. E perciò continuo.
Sbaglio? Qualcuno me lo spieghi.
Ma se in tutti questi anni nessuno ha tentato di spiegarmi perché sbaglio nel preoccuparmi del problema della registrazione anagrafica (che molti di loro signori pensono essere automatica conseguenza della cittadinanza) non credo si preoccuperanno di spiegarmi l’eventuale errore nella interpretazione del loro comportamento.
Chissà che l’intervento del sindaco di Udine non sia finalmente efficace.