Il mio ‘diariealtro’, nato come blog, trasformato in sito web, ridiventa blog senza modificare il proprio nome.
Le due fotografie che inserisco in questo articolo illustrano l’immagine che apre questo blog e che riprende l’ombra de ‘Il guerriero di Montauban’ (Bourdelle. 1898),
statua che si trova nell’Art Garden del Museo Nazionale di Gerusalemme
La gestione del sito si era rivelata complicata per il mio livello di abilità e il perfezionamento dell’offerta di blog automaticamente organizzati con archivi, categorie, tag (perché non scrivono ‘indici analitici’?), possibilità di ricerca interna e di accesso ai blog precedenti, mi offre l’opportunità di continuare a scrivere con minor fatica.
In questa trasformazione tenterò anche –alla ricerca di lettori con cui mi piacerebbe aprire un dialogo – di praticare il collegamento con facebook, questione che mi intriga non poco.
Infatti un paio di anni or sono o poco meno ho cominciato a ricevere messaggi che mi offrivano di corrispondere su facebook a richieste di amicizia. L’ho fatto sia per curiosità sia perché mi sembrava villano non corrispondere a una dichiarata richiesta di amicizia di persone di cui, tra l’altro, ero già amica.
Poco dopo ho avuto un brusco scossone, tale da provocarmi, allora, un rigetto totale di facebook.
Infatti, mentre mi occupavo della negazione della registrazione anagrafica dei neonati figli di immigrati senza permesso di soggiorno, avevo scritto al sindaco di Udine, dato che a Udine vivo, anche se il problema ha un carattere generale.
Non ricevetti risposta ma ne ebbi invece una, a mio parere sconcertante, da un assessore dello stesso comune. Una persona cui erano note la questione, la mia delusione e la mia indignazione mi inviò una richiesta di adesione a un gruppo di sostenitori del sullodato sindaco silente. Allora ebbi l’impressione di finire in un groviglio inestricabile di gruppi, adesioni, amicizie che mi avrebbero impedito di esprimere chiaramente le mie scelte o peggio mi avrebbe coinvolto in scelta improponibili.
Poi sono stata costretta a convenire che facebook ormai è un luogo di comunicazione cui, se voglio essere letta (ma non è detto che ciò avvenga) mi devo adeguare, cercando di non essere coinvolta nel balbettio di brevi battute proprio del linguaggio di facebook che, a mio parere, non aiuta a comunicare.
Così provo anche a praticare anche questo spazio.
Segnalo, per chi volesse documentarsi sulla questione registrazione anagrafica dei figli dei sans papier (non sarà certo il lega-dipendente di turno ad indurmi a chiamarli clandestini) l’indirizzo dell’articolo (10 novembre 2009) che sintetizza la questione:
http://diariealtro.altervista.org/blog/10-novembre-2009-i-sans-papier-ditalia-e-i-corollari-della-sicurezza/