15 novembre 2013 – Spigolando nella vita della ministra Cancellieri

Poiché la ministra Cancellieri in questi giorni è piuttosto chiacchierata riporto, con qualche giorno di anticipo sull’uscita di Ho un Sogno del mese di novembre, un mio articoletto.
Ricorda un intervento della signora prefetto che ha coinvolto anche il CIE di Gradisca

Chiuso il CIE di Gradisca. Questione risolta?

Il 7 novembre l’agenzia ASCA pubblicava la dichiarazione che integralmente riportiamo:
Roma, 7 nov – ”Finalmente il Cie di Gradisca d’Isonzo è stato chiuso come più volte richiesto dalla Commissione diritti umani in questi mesi, evitando così il riprodursi di una grave situazione di ingiustizia e di disumanità”. Lo dichiara il Presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato, Luigi Manconi. ”Il provvedimento di chiusura temporanea diventi presto di chiusura definitiva – continua – e quegli spazi vengano utilizzati, una volta adeguatamente ristrutturati, per ampliare il centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara-Cda) situato a pochi metri. In questo modo si verrebbe incontro alle richieste di posti e di spazi per una migliore gestione del Cara e una più adeguata accoglienza per gli ospiti. Inoltre – conclude Manconi – essendo stati chiusi ormai metà dei centri esistenti è evidente la necessità di ripensare radicalmente l’intero sistema dei Cie nel nostro Paese”.
Il senatore, quale Presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, aveva presentato una interpellanza urgente, documentando lo stato intollerabile dei CIE, sia dal punto di vista materiale che per la durata e le caratteristiche del trattenimento degli ‘ospiti’. Da parte sua la deputata Serena Pellegrino, che è stata la prima parlamentare ad entrare al CIE di Gradisca durante la rivolta dello scorso agosto, ha ricordato anche i lavoratori della cooperativa che gestisce i servizi al CIE, privi di stipendio dal mese di maggio.
I Cie come luogo che rifiuta ogni dimensione di civiltà rispettosa dei diritti di chi vi è trattenuto e di chi vi lavora?
La Rete FVG contro i CIE ha previsto una mobilitazione per il 16 novembre proponendo un appello cui aderiscono anche Luigi Ciotti e il Gruppo Abele. Non è certamente una situazione che possa considerarsi chiusa: sarà necessario seguire quello che accadrà e forse ci può essere utile qualche traccia delle vicende precedenti. 

Anni fa  la ministra
La ministra Cancellieri nella sua funzione del Ministro dell’Interno (governo Monti) aveva emanato nel 2011 ben tre direttive concernenti i CIE, ripristinando alla fine la direttiva Amato del 27 aprile 2007 (governo Prodi) in cui, si prevedevano ulteriori decisioni poi ampiamente disattese e si affermava: “Sarà consentito l´accesso in tutti i Centri di accoglienza, identificazione e permanenza temporanea ai rappresentanti delle organizzazioni umanitarie internazionali e nazionali, come l´Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), l´Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e la Croce Rossa Italiana. Saranno anche accolte le richieste di accesso provenienti da Sindaci, Presidenti di Provincia e Presidenti di Giunta e di Consiglio Regionale. I soggetti del privato sociale, in relazione alle proprie finalità, saranno ammessi a svolgere specifiche attività di assistenza sulla base di convenzioni con gli enti locali o con i Prefetti”. La ministra però nel 2011, riferendosi ai prefetti, precisava “le SS,LL., oltre che per motivi di ordine pubblico, potranno differire l’accesso nei centri anche per ragioni di sicurezza nei casi in cui la struttura sia interessata a lavori di ristrutturazione o comunque dalla esecuzione di rilevanti lavori di manutenzione straordinaria”.
Paradossalmente proprio ragioni di ordine pubblico resero necessario in agosto l’ingresso di parlamentari e rappresentanti del consiglio regionale e del comune che erano riusciti ad attivare quella garanzia indispensabile di sicurezza che è l’informazione della società civile..
Sappiamo che a fine luglio erano entrati alcuni consiglieri regionali che avevano segnalato in una interpellanza gravissime situazioni anche dal punto di vista igienico-sanitario (ne abbiamo parlato nei numeri di settembre e ottobre di Ho un sogno). Ora ci chiediamo perché negli anni precedenti non si era manifestata un’attenzione dovuta della Regione a un disagio così clamorosamente presente sul territorio.

15 Novembre 2013Permalink