CIE GRADISCA! – scrive Serena Pellegrino
È finito un ciclo d’emergenza. Domani gli ultimi trasferimenti.
Dopo quasi tre mesi in cui mi sono battuta con tutta me stessa, il CIE più “scandaloso” d’Italia, quello di Gradisca, chiude i battenti.
Non è stata un’operazione facile ma il risultato mi toglie tutta la fatica di questi mesi.
Si è conclusa una fase d’emergenza, comincia oggi la fase più importante perché dobbiamo intervenire su tutti gli altri CIE ma soprattutto sulla normativa che li regola.
Per Sel oggi è una conquista importante.
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Stamattina 36 persone che ancora stanotte hanno tentato con fatica di sentirsi esseri umani al CIE di Gradisca d’Isonzo si imbarcano su un aereo alla volta del Centro di Trapani. Notizia che per me e molti altri, pur attenuando parzialmente il senso di vergogna provato finora nei confronti di una situazione incivile, non rappresenta il punto d’arrivo ma il punto di partenza. Vorremmo il Centro chiuso per sempre, ma non è oggi realistico immaginare che ciò avvenga immediatamente e in via definitiva. Quindi la discussione sull’esistenza dei CIE non può fermarsi qui, deve anzi sostenere il percorso parlamentare di revisione delle norme sull’immigrazione, ribadendo in ogni modo il concetto che i fenomeni migratori dei popoli e le situazioni di clandestinità stanno dentro, e non fuori, il sistema di garanzia dei diritti fondamentali dell’uomo.
Dietro le mura dell’ex caserma Polonio è probabile si avvieranno una serie di lavori di ristrutturazione: evitiamo assolutamente di ripristinare tal quali le strutture esistenti, rimettendo a nuovo una prigione, ma realizziamo un progetto completamente diverso, fuori dalla illegittima concezione carceraria del trattenimento, destinato come i CARA ad accogliere persone per tempi molto brevi , in condizioni abitative ed igieniche che tutelino i loro diritti e rispettino la loro dignità, e consentano agli operatori e alle forze dell’ordine di gestire la struttura e affrontare le problematiche in maniera efficace e sicura.
Nota mia
La numerazione che ho aggiunto al titolo collega questo articolo alla serie che avevo scritto fra agosto e settembre sul CIE di Gradisca, l’ultimo – che si può leggere anche da qui – il 15 settembre.
E’ un punto importante, una conquista per tutti, non solo per SEL che – attraverso Serena – ne è stato strumento per realizzarla..
Serena capirà e mi perdonerà la precisazione.
Io spero di poter – e vorrei fosse presto – ricollegarmi anche alla serie che ho intitolato CIE di carne per sottolineare l’attribuzione ai neonati figli di sans papier.,
L’ultimo risaleall’8 ottobre scorso – e si può leggere anche da qui – ma molto in proposito si trova con il tag anagrafe e, per quella strada, si arriva al 2009