15 febbraio 2014 – Se ci si mette anche il sindaco di New York

A New York carte di identità agli Undocumented …

Si legge su diversi quotidiani di un’iniziativa del poco più che cinquantenne nuovo sindaco di New York che porta per sua scelta (legalmente registrata parecchi anni fa) il cognome della mamma la cui nonna veniva dall’Italia.
Così si è rivolto Bill de Blasio ai cittadini di New York:
«A tutti i miei concittadini che sono degli immigrati senza documenti: questa città è casa vostra».
Il sindaco non si limita a un’espressione di emozioni ma, da competente responsabile amministratore, indica lo strumento che rende cittadini de la Grande Mela.
La città di New York rilascerà carte d’identità anche agli immigrati clandestini. Undocumented, senza documenti, è l’espressione che il sindaco preferisce perché non implica una criminalizzazione. Insieme con l’altra proposta sul salario minimo vitale, l’offerta agli stranieri conferma che de Blasio non ha paura di suscitare controversie.
Fin qui la cronaca.
L’articolo cui faccio riferimento si può leggere integralmente anche da qui io però voglio consentirmi qualche commento.

 .. e i loro figli resi fantasma in Italia.
In mezzo all’indifferenza generale due sono le linee prevalenti di approccio alla presenza di stranieri senza permesso si soggiorno.
La prima è quella furbesca e abilmente diffusa in maniera capillare dalla Lega Nord già dai tempi in cui si chiamava Padania: creare il nemico per scatenare su ogni piano – dal personale al politico – reazioni xenofobe e razziste.
La seconda è quella dei ‘buoni’, dei donatori in spirito di gratuità, dei ‘benefattori’.
Fra costoro c’è chi coerentemente impegna la propria vita, erogando servizi, assistendo, tendenzialmente presente dove si esprime una necessità, ma in fuga appena si parli del diritto fondamentale di esistere, in maniera giuridicamente riconosciuta.
Mi chiedo se non sia una nuova forma di cultura neocoloniale.
Una spiegazione può esserci: siccome la possibilità di gestire situazioni di assistenza dipende anche dal consenso istituzionale e le istituzioni, dai comuni al parlamento, non vogliono misurarsi col dissenso nazional-popolare,  allora anche i buoni organizzati tacciono, obbedienti alla consegna della tranquillità. Pochi affrontano la fatica del dissenso.
Da cinque anni mi occupo della questione della registrazione anagrafica negata per legge ai figli dei sans papier, gruppo discriminato che fa saltare – proprio nel momento fondante del riconoscimento giuridico dell’esistenza di un nuovo nato – il principio di uguaglianza.
La registrazione dell’atto di nascita comporta l’assegnazione del codice fiscale che consente l’accesso a una serie di servizi altrimenti negati (come si fa, ad esempio ad assicurare cure a chi non esiste, ad accogliere in un asilo nido chi non c’è?)
E’ quel codice condizione per acquisire più avanti la carta di identità, quella che il sindaco de Blasio vuole garantire ai suoi concittadini Undocumented e che i ‘nostri’ bambini non potranno avere al momento opportuno.
O meglio l’avranno se funzionerà il ‘trucco’ immaginato dai nostri eroici legislatori, combattenti di neonati. Il trucco è concedere con strumento amministrativo ciò che si nega per legge.

 Il rischio ‘de Blasio’
Così una circolare consente ciò che la legge nega ma funziona finché il governo lo desideri e – come ogni atto amministrativo – può essere ritirata, modificata senza il coinvolgimento democratico del parlamentò.
E’ vero che scrivere queste cose nella giornata in cui si srotola una crisi di governo  extraparlamentare suscita un qualche imbarazzo.  Però che l’esistenza di una persona dipenda non da una norma ma da un volatile pezzo di carta – ad alcuni concesso, ad altri no – suscita un turbamento profondo, sempre che uno ci pensi, e crea i padroni (arcigni o buoni e compassionevoli è la stessa cosa) della vita altrui
A questo punto ecco il ‘rischio de Blasio’: offrire ai ‘buoni’ un altro slogan, un’altra icona chiacchierando della quale si possa svicolare dal dovere di riconoscere l’esistenza di tutti i nuovi nati.
Così l’omaggio al bravo sindaco di New York sarà un altro strumento da esibire per assicurarsi consensi e nello stesso tempo per manifestare la propria indifferenza di fronte alla necessità di modificare una legge.

15 Febbraio 2014Permalink