10 agosto 2014 – In Italia i nuovi nati non sono tutti uguali – 1

Neonati probabilmente amati, certamente non rispettati

L’analogia di due situazioni specularmente contrapposte – quella dei gemelli contesi fin dall’embrione – e quella dei figli dei migranti privi di permesso di soggiorno – è sconvolgente.

Ai primi è stato giustamente e doverosamente assicurato un nome e segnato sul certificato di nascita di cui hanno rimediatemene avuto certezza, ai secondi tutto questo è negato.

Per oggi mi limito a citare alcuni articoli che credo sufficienti per far conosce  la situazione. In seguito cercherò di ragionarci.

Il Sole 24 Ore  –  8 agosto

Ho letto su Il Sole 24 Ore dell’8 agosto un articolo importante che non voglio riassumere e di cui sottolineo un  passaggio che comunque ho ritrovato anche nei commenti di altri quotidiani. L’evidenziazione in grassetto è mia.

Nati e già registrati all’anagrafe i gemelli contesi  di S.Bio.

Sono nati già da alcuni giorni, lontano da Roma e con un parto cesareo, i due gemelli contesi da quattro genitori (genitori genetici e coppia gestante), a causa dello scambio di embrioni avvenuto nel dicembre 2013 durante un processo di fecondazione assistita nel reparto di Infertilità dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. I bambini, un maschio e una femmina – sono stati registrati all’anagrafe con il cognome del marito della donna che li ha dati alla luce e ciò, secondo la legge italiana, sancisce a tutti gli effetti il loro «status filiale».

«Siamo contenti. Molto contenti: i nostri figli sono nati, stanno bene e li abbiamo già registrati all’anagrafe. Nessuno potrà più toglierceli», dice al quotidiano la donna che ha partorito. «Ci rendiamo conto della sofferenza» dell’altra coppia «e questo ci fa male, ma noi eravamo stati disponibili ad incontrarli. C’è una email che dimostra come avessimo chiesto di conoscere il motivo dell’incontro, e invece non ci hanno neppure risposto».
Intanto inizierà comunque questa mattina alle ore 11 al Tribunale civile di Roma la prima udienza sul caso dei due gemelli, che era stata anticipata di 10 giorni dal giudice Silvia Albano proprio per arrivare a una deliberazione prima della nascita dei bambini, prevista per metà agosto.

Erano stati i genitori biologici a presentare ricorso.

Intanto il giudice, Silvia Albano, della I sezione del Tribunale civile di Roma, si è riservato di decidere in merito al ricorso con il quale si sollecitava di bloccare le pratiche di iscrizione all’anagrafe dei due gemelli nati il 3 agosto a seguito dello scambio di embrioni avvenuto all’ospedale Sandro Pertini. Lo ha riferito l’avvocato Michele Ambrosini al termine dell’udienza durante circa un’ora e mezza. Il giudice della I Sezione Civile dovrà esprimersi in merito a tutte le questioni sollecitate nel ricorso presentate dai genitori biologici dei due gemelli che avevano chiesto di bloccare l’iscrizione all’anagrafe in vista del parto che sarebbe dovuto avvenire a metà agosto.

«Il giudice non ha dato un termine per sciogliere la riserva – ha spiegato l’avvocato Michele Ambrosini – Certamente ora la sua decisione terrà conto anche del fatto che, essendo avvenuta già alla nascita dei due gemelli, la richiesta viene meno».
Ai giornalisti, che chiedevano se è possibile ordinare la cancellazione all’anagrafe già compiuta, l’avvocato Ambrosini ha spiegato che si tratterebbe di un fatto contro la legge».
«Indubbiamente la richiesta di risarcimento verrà fatta anche se sarà problematico stabilire le varie voci» ha poi detto il legale della coppia di genitori che ha dato alla luce i due gemelli. Entrando nel Tribunale civile, l’avvocato Ambrosini ha aggiunto che «la decisione di partorire da parte della mia assistita è stata cooptata da due elementi: il primo è quello della volontà di dare alla vita i bambini che aveva in grembo e il secondo dal fatto che le norme la tutelano. La mia assistita è infatti tutelata dall’art.236 del diritto di famiglia, dalle sentenze della Corte europea e da ultimo dalla sentenza della Corte costituzionale 2014. Ci sono delle leggi di riferimento anche se si è verificato un errore umano (lo scambio di embrioni, ndr) ma la coppia ha fatto una scelta che la tutela».

Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2014 alle ore 09:47.

La stampa  –  9 agosto

Su La Stampa del 9 agosto, c’è un articolo di Vladimiro Zagrebelsky magistrato italiano, giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo dal 2001 al 2010.
Purtroppo non ne ho trovato il link per trasferirlo interamente, quindi mi limito a ricopiarne alcuni tratti.
L’evidenziazione in grassetto è mia.

La legge mette comunque i bambini la primo posto

Nella nuova situazione venutasi a creare con la nascita dei due gemelli e la formazione del loro atto di nascita per effetto della dichiarazione della madre che li ha partoriti, essi hanno un nome, un cognome e una famiglia in cui crescere.
<…>
Si è da più parti detto che questa vicenda sarebbe caduta in un vuoto giuridico, nell’assenza di una legge regolatrice. Non è così. Non è mai così. Potrà talora essere difficile ricostruire la disciplina legislativa di una data situazione , traendola da tante leggi divere, da convenzioni internazionali, dai principi generali, dalla Costituzione.
Ma il giudice non può rinunciare a decidere. D’altra parte, come stiamo vedendo, il Codice civile contiene le norme che assicurano subito ai nati il lro stato di filiazione <…>

Una fotografia crudele

In un quotidiano che non nomino (perché potrebbe essere il solo) c’è – in testa a un articolo – la foto di due neonati accostati.
Sono gemelli? Sono quei gemelli?
L’identificazione da parte di chi legge può essere automatica.
Se la fotografia appartiene ad altri è un inopportuno specchietto per l’allodola lettore, e comunque assenza di rispetto nei confronti dei piccoli usati per suscitare emozioni, se è dei gemelli discussi è un’indecenza priva di ogni umana dignità, una violenza a quei bambini già vittime di un  errore umano.

10 Agosto 2014Permalink