29 ottobre 2010 – Fra il Presidente del Consiglio e il Presidente della Conferenza Episcopale … non c’é spazio per tutti.

Eminenze ed Eccellenze

Mentre il Presidente del Consiglio soccorre, pietoso e benevolo, una ragazzina ora da pochi giorni maggiorenne, minacciata (??) dalla questura (altrimenti perché se ne sarebbe fatto carico?), il presidente della Conferenza Episcopale presenta gli Orientamenti Pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, un documento pontificio in cui ci spiega ciò che minaccia la famiglia.

Meglio lasciare la descrizione alle sue parole

“La famiglia, a un tempo, è forte e fragile. La sua debolezza non deriva solo da “motivi interni alla vita della coppia e al rapporto tra genitori e figli. Molto più “pesanti sono i condizionamenti esterni: il sostegno inadeguato al desiderio di “maternità e paternità, pur a fronte del grave problema demografico; la difficoltà a “conciliare l’impegno lavorativo con la vita familiare, a prendersi cura dei soggetti “più deboli, a costruire rapporti sereni in condizioni abitative e urbanistiche “sfavorevoli.
“A ciò si aggiunga il numero crescente delle convivenze di fatto, delle separazioni “coniugali e dei divorzi, come pure gli ostacoli di un quadro economico, fiscale e “sociale che disincentiva la procreazione. Non si possono trascurare, tra i fattori “destabilizzanti, il diffondersi di stili di vita che rifuggono dalla creazione di legami “affettivi stabili e i tentativi di equiparare alla famiglia forme di convivenza tra “persone dello stesso sesso”.

Ho letto e riletto le 42 pagine dell’intero documento ma non ho trovato quello che cercavo.
Già perché fra le minacce io cercavo quella della paura: la paura che impedisce a un genitore privo di permesso di soggiorno di dire ‘questo bambino è mio figlio’ per non scoprirsi, affrontando il rischio dell’espulsione (ne ho parlato tante volte nel mio blog, comunque chi volesse una sintesi della questione può farlo da qui)

Famiglie e non

Gli Orientamenti Pastorali danno grande spazio alla proclamazione dell’importanza dell’educazione fino a dichiarare: “Avvertiamo infine la necessità di educare alla cittadinanza responsabile”.
Ma evidentemente c’è famiglia e non famiglia e gli irregolari –a parere di Sua Santità, di Sua Eminenza e dei legislatori italiani dominati da un Presidente del Consiglio pietoso anche se forte di presenze dichiaratamente razziste nel suo governo- non costituiscono soggetti capaci di unirsi ad altri per formare famiglie e quindi i loro figli non sono soggetti da amare né da educare alla ‘cittadinanza responsabile’. Fin qui nulla potrebbe meravigliarmi. In Europa abbiamo già conosciuto poteri diversi intrecciati solidamente fra loro per devastare in nome di scelte di razza o di guerra.
Quello che mi turba sono i cittadini indifferenti quando non complici di tutto questo, ignari che i bambini sono soggetti di diritto che non dipende dalla razza né da ciò che la burocrazia conseguente a questa deriva riconosce ai loro genitori.
E lo sono i singoli e le associazioni, i partiti, le parrocchie (tanto esaltate nel documento di cui sopra come luoghi deputati ad attività educative, compresa la formazione alla cittadinanza responsabile nell’esclusione mirata?).
Criticare avversari politici, contemplare sofferenze lontane garantisce la consolazione della catarsi per chi ci riesce. E ci riescono in molti perché il luogo di esibizione di dolore, indignazione o altro che sia genera, a chi ne sa far uso, un consenso quantitativamente verificabile e visibile.  E i neonati non producono nulla, non vanno in piazza e non partecipano a trasmissioni televisive, sono inutili nella ricerca di quella popolarità che nasce dall’uso ampio e reciproco del voto di scambio.

 Consenso e svendita dei figli.

E’ un altro problema di cui gli Orientamenti Pastorali, ben sostenuti dall’opinione pubblica,   non dicono nulla.
Alla televisione capita spesso di vedere corpi di bambini usati per pubblicità: non è un bello spettacolo e forse nemmeno decente, ma, a mio parere, esistono casi intollerabili per le contraddizioni interne che presentano.
Ci sono due signore che praticano con successo internazionalmente riconosciuto lo sport loro congeniale che, attraverso ciò che propinano ai loro figli e figlie impietosamente esibiti in attività masticatorie, traggono un reddito aggiuntivo.
A me consta che quando si fanno campagne contro l’obesità infantile uno dei cibi indicati come pericolosi siano le merendine che le due sventate propinano alle loro redditizie creature.
E si tratta di signore che per la loro attività hanno cura del proprio corpo ben conservato e anche i loro figli non sono obesi.
Forse nella  vita privata non faranno ingurgitare ai graziosi piccini ciò che danno loro davanti alla macchina da presa.
Come spiegheranno la contraddizione?
Diranno – o lasceranno intendere- che ci sono bambini di qualità, che devono avere rispetto per la loro salute e altri, di qualità inferiore, cui tanto non è dovuto?
Di qui all’accettazione dei bambini di razza il passo non è poi così lungo.
A questo punto mi vengono in mente le critiche ai rom che mandano i loro figli a mendicare.
Non so perché mi frullino per la testa queste strane idee.
Qualcuno me lo sa spiegare?

29 Ottobre 2010Permalink