19 settembre 2011 – Dalle memorie al presente

Ricordi e dimenticanze.
Sono trascorsi otto giorni da quando l’11 settembre delle ‘torri gemelle’ è stato celebrato e ricordato. Se quella fu una tragedia che cambiò la storia del mondo l’altra tragedia dell’evento dell’11 settembre 1973, la morte di Allende, la fine della sua ‘via cilena al socialismo’ e l’inizio della dittatura di Pinochet non ha avuto rilievo.
Anche la memoria richiede stimoli e sostegno.
Pochi giorni dopo, il 16, si sarebbe potuto ricordare l’eccidio perpetrato nel 1982 dai falangisti libanesi, con il sostegno delle truppe di Israele, nel campo profughi di Sabra e Chatila, se l’evento non fosse stato caratterizzato dal silenzio quasi totale.
Evidentemente Stati Uniti e occidente di sentono minacciati solo da ciò che le ‘torri gemelle’ significano .
Il meno che si possa dire è che non voler ricordate è sciocco.
Da una memoria, rivisitata con umanità e spirito critico, potrebbero sorgere antidoti contro il fanatismo che ci avvelena e ci minaccia.

Due rapporti.
Uno è il rapporto del “Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia ed intolleranza” e l’altro è una critica diretta a noi tutti dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa perché “Le misure adottate dalle autorità italiane nei confronti dei Rom non sono in linea con gli standard internazionali ed europei in materia di diritti umani”.
Ho ormai constatato che l’interesse per i diritti umani, a livello di società civile oltre che politica, è quasi nullo. C’è qualche fibrillazione se chi è colpito può costituire una entità visibile, garanzia di visibilità e successo per chi presta soccorso ma il problema dei diritti –e quindi il rapporto critico e determinato con le istituzioni che li possono garantire – sfugge.
Ciò non significa indifferenza alla beneficenza, tutt’altro. Ma anche la garanzia del diritto è solidarietà.
Chi volesse saperne di più potrà raggiungere le fonti attraverso i siti collegati con link e interamente espressi con il loro indirizzo nella premessa.

Una informazione che non può essere trascurata.
Da quando l’Italia, pur se obtorto collo, ha accettato di ospitare profughi provenienti dalla Libia, questi sono stati sparsi sul territorio a piccoli gruppi in attesa che il loro status di rifugiati venga o meno riconosciuto.
Finora non era stata data alcuna disposizione in merito alle modalità del loro provvisorio soggiorno. Ora è stata finalmente firmata la Convenzione con la Protezione civile per fornire entro il 31 dicembre 2011 adeguata assistenza a 600 stranieri e promuovere il rientro assistito. L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) offrirà l’assistenza necessaria per la realizzazione del progetto.
I sindaci dei piccoli comuni dove si trovano questi richiedenti asilo saranno stati informati?.

19 Settembre 2011Permalink