1 luglio 2017 – Calendario di luglio

.1 luglio 2002  –  Entra in vigore il tribunale Penale Internazionale . [nota 1]
.2 luglio 2016  – Strage di Dacca [nota 2]
.2 luglio 2016  –  Morte di Elie Wiesel
.3 luglio 1995  – Morte di Alexander Langer
.4 luglio 1976  –  Dichiarazione dei Diritti dei Popoli del Tribunale Russel
.5 luglio 1963  –  Algeria: Indipendenza dalla Francia . Festa nazionale.
.5 luglio 2016  –  Fine del mese di Ramadan (anno islamico 1437)
.6 luglio 1415  – Morte sul rogo di Jan Hus
.6 luglio 1967  –  Inizio della guerra civile nigeriana ,(o guerra del Biafra)
.6 luglio 2016  –  Pubblicazione del rapporto Chilcot [nota 3]
.6 luglio 2016  –  Assassinato a Fermo Emmanuel, nigeriano richiedente asilo
.7 luglio 1535  – Morte di Tommaso Moro
.7 luglio 1960  –  Morti di Reggio Emilia
.8 luglio 1978  – Sandro Pertini Presidente della Repubblica
.9 luglio 2002  – Nasce a Durban l’Unione Africana
.9 luglio 2011  –  Indipendenza del Sud Sudan
10 luglio 1940  – Nascita del governo collaborazionista di Vichy
10 luglio 1976  –  Nube tossica a Seveso
11 luglio 1979 –  Assassinio Ambrosoli –Milano
11 luglio 1995 –  Strage di Srebrenica
12 luglio 1973 – Giovanni Franzoni si dimette da abate di San Paolo
13 luglio 1936 – Inizio della guerra civile spagnola
13 luglio 2014  – Muore Nadine Gordimer, sudafricana, attivista contro l’apartheid,
………………………….Nobel per la Letteratura nel 1991
13 luglio 2016  – Morte di Bernardo Provenzano
13 luglio 2017  – Muoiono Giovanni Franzoni e Liu Xiaobo,
………………………….premio Nobel per la pace 2010
14 luglio 1789  – Parigi – presa della Bastiglia
14 luglio 2016  – Strage di Nizza
15 luglio 2016  – Tentato colpo di stato in Turchia
16 luglio 1945  – New Mexico. primo esperimento nucleare USA
17 luglio 1566  – Morte di Bartolomeo de Las Casas
18 luglio 1546 – Morte di Martin Lutero
19 luglio 1943 – Primo bombardamento anglo-americano su Roma
19 luglio 1992 – Strage del giudice Borsellino e della scorta
20 luglio 1944  – Attentato militare fallito vs Hitler
20 luglio 1969  – Allunaggio Apollo 11
20 luglio 2001   – Genova- Uccisione di Carlo Giuliani durante il G8
20 luglio 2001  – Genova – Assalto alla scuola Diaz durante il G8
21 luglio 2015  – Strage di Suruç (Turchia)
22 luglio 2011 – Utoeya – Norvegia. Il neonazista Breivik uccide 76. persone.
22 luglio 2016  – Strage di Monaco
23 luglio 1929 – Il fascismo bandisce l’uso delle parole straniere
23 luglio 2016 – Strage di Kabul durante manifestazione di Hazara sciiti
24 luglio 2014 – Gaza – bombardamento e strage scuola Unrwa
24 luglio 1783  – Nascita di Simon Bolivar
25 luglio 1943 – Caduta del fascismo – Arresto Mussolini .Governo Badoglio
25 luglio 1968 – Paolo VI pubblica l’enciclica Humanae vitae
26 luglio 1960  – Fine del governo Tambroni
26 luglio 1992  – Morte di Rita Atria
27 marzo 1993 – Attentati mafiosi a Milano e Roma – 5 morti
28 luglio 1914  – L’Austria dichiara guerra alla Serbia
28 luglio 1993  – Esplodono due autobombe a Milano e una a Roma
29 luglio 1976  – Tina Anselmi diventa ministro del lavoro
………………… …Prima donna in Italia ad assumere un incarico di governo.
29 luglio 1983  – Omicidio del giudice Rocco Chinnici – Palermo
29 luglio 2013  –  Scomparsa di p. Paolo Dall’Oglio
31 luglio 1941  – Hermann Göring inizia a pianificare la soluzione finale

[Nota 1]    ICC: International Criminal Court, Corte penale Internazionale Permanente, basata su trattato, corte penale internazionale. Pattuita a Roma il 17 luglio 1998 è entrata in vigore il 1º luglio 2002. Indipendente dalle organizzazioni internazionali (ONU). Si occupa di genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra, crimine di aggressione e gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra.
https://www.icc-cpi.int/
https://www.hrw.org/topic/international-justice/international-criminal-court

[Nota 2] http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/02/news/dacca_blitz_delle_forze_armate_nel_bar_attaccato_dall_is-143243979/

[nota 3]  http://www.lastampa.it/2016/07/06/esteri/cos-il-rapporto-chilcot-e-cosa-dice-in-breve-a2Csy7LAHV0Hmw5ZjbyXJP/pagina.html
Il rapporto Chilcot è un documento redatto da una commissione d’inchiesta pubblica presieduta da sir John Chilcot. L’inchiesta è stata voluta dall’ex primo ministro laburista Gordon Brown nel 2009, con lo scopo di ricostruire gli scenari e l’origine del coinvolgimento dell’esercito di Londra in Iraq.

1 Luglio 2017Permalink

28 giugno 2017 – Sedute … di boxe e poco più.

Corre voce che il presidente del Senato indossi ormai solo scarpe adatte alla corsa per tenere il passo con se stesso o almeno provarcisi.. Infatti, dopo essersi impegnato a portare in aula la proposta sulle “Disposizioni in materia dei cittadinanza” entro il 15 giugno (e tanto si legge  nella prima parte dell’articolo che segue), la bizzosa norma è scappata via e il povero presidente, inseguendola, ha fatto in tempo a sussurrare “spero entro l’anno”. Spero entro l’anno di far approvare le “Disposizioni in  materia di cittadinanza”  dichiarava l’imprudente non ancora messo di fronte ai risultati dei ballottaggi di domenica 25 che avrebbero cambiato tutto. Bisogna render onore alla diligenza senatoriale: pur travolti dall’affanno dei commenti politici, delle analisi, dei battibecchi interni … gli uni hanno mantenuto la diligente attenzione a far fuori ragazzini (“vuoi essere cittadino italiano? non  farmi ridere che non ho tempo”) e neonati (“ti accorgerai da grande cosa vuol dire non esistere! Intanto ci penso io”) e gli altri sono rimasti fermi nella sperimentata indifferenza che non consente di occuparsi di chi non può costituire una lobby. Staremo a vedere. Intanto ricopio il testo pubblicato dal periodico udinese  Ho un sogno. I pro memoria tornano sempre utili.

Dal n. 248 di Ho un sogno

IUS “SOLA”

Scriviamo queste note il 18 giugno ben sapendo che nel tempo che intercorre fra la stesura dell’articolo e la sua pubblicazione potrebbero accadere molte cose, ma sembra opportuno fare il punto della situazione, per quanto precario possa essere. Cominciamo dalla posizione presa nella nostra regione da 22 consiglieri regionali di maggioranza (prima firmataria Silvana Cremaschi) alla fine dello scorso maggio con un comunicato dove si afferma che, se il riconoscimento della cittadinanza italiana ai bambini stranieri nati in Italia è un atto di civiltà, «per diventare cittadine/i di qualsivoglia stato bisogna esistere, non solo in virtù della propria presenza fisica ma anche per il riconoscimento della propria esistenza giuridica, garantita dal certificato di nascita».
Per capire il senso di questo richiamo bisogna fare un passo indietro.
La proposta di legge “Disposizioni in materia di cittadinanza”, già approvata dalla Commissione Affari costituzionali della Camera, è rimasta ignorata alla commissione Affari Costituzionali del Senato dal mese di ottobre del 2015, finché il dibattito è stato reso impossibile dalla presentazione di più di 7.000 emendamenti di cui uno specifico, presentato da otto senatori di FI-PdL che propone la cancellazione del comma 3 dell’art. 2. Si tratta della norma per cui dal 2009 viene negato il certificato di nascita ai figli dei migranti non comunitari senza permesso di soggiorno, una questione di cui Ho un sogno, purtroppo in scarna compagnia, si occupa da allora. Se la legge sulla cittadinanza fosse votata nel testo approvato dalla Camera nel mese di ottobre 2015, compresa quindi l’affermazione inequivoca del diritto al certificato di nascita, ne conseguirebbero due effetti importanti: sarebbe superato il discrimine che da otto anni cancella l’universalità del diritto alla certificazione della nascita e nello stesso tempo verrebbe assicurata a tutti una data per attivare l’iter previsto per l’eventuale acquisizione della cittadinanza italiana che un punto di partenza deve avere.
Il 13 giugno, nel corso di una conferenza tenuta davanti ai rappresentanti dell’associazione “Italiani senza cittadinanza”, il partito democratico, Sinistra italiana e Movimento democratico e progressista dichiaravano che il ddl che riconosce la cittadinanza italiana ai figli di stranieri nati in Italia «arriverà in Aula giovedì 15 giugno anche senza relatore e sarà approvato». I senatori Doris Lo Moro (Mdp), relatrice del provvedimento in commissione Affari costituzionali del Senato, Loredana De Petris (SI) e Giorgio Pagliari (Pd) affermavano che «dopo un anno e sette mesi al Senato» si punta all’approvazione del testo uscito dalla Camera senza modifiche altrimenti «si insabbia e non se ne parla più».
Quel che è successo nell’aula del senato il 15 giugno è stato ampiamente diffuso dai mezzi di informazione: Lega Nord con tutti i gruppi di destra in aula e Casa Pound in piazza si erano assicurati la concorde regia dell’incivile sceneggiata. Il Movimento 5 stelle, uso a sottolineare la propria esclusiva singolarità, in questo caso non ha rifiutato il suo appoggio a una causa evidentemente condivisa. Ancora una volta gli eroici senatori hanno eretto un muro contro l’invasore, identificato in scolari e studenti desiderosi di essere pari nei diritti ai loro compagni di scuola e di giochi e, con spregiudicatezza ancora maggiore, in neonati, ridotti, in un’operazione di abuso collettivo, a strumenti per colpire i loro genitori, costretti a scegliere fra la garanzia dovuta ai loro piccoli del certificato di nascita e l’espulsione.

Aggiornamento del 21 giugno.
Destreggiandoci fra le sabbie mobili della politica italiana.
Il 13 giugno il presidente del senato aveva detto a proposito delle “disposizioni in materia di cittadinanza”: «arriverà in Aula giovedì 15 giugno». Gli era stata segnalata la necessità di salvare l’articolo che assicura il certificato di nascita (nascita che non significa immediata, automatica cittadinanza) a tutti i bambini che vengono al mondo in Italia (comma 3 dell’art. 2) e aveva risposto a un sollecito del segretario nazionale del Movimento di Cooperazione Educativa: «Grazie per la segnalazione, comunque seguo personalmente l’iter del disegno di legge e si vedrà di evitare di approvare l’emendamento soppressivo che metterebbe nel nulla la conquista di un importante diritto». Parole al vento. Il 20 giugno il presidente del Senato avrebbe dichiarato alla trasmissione Rai, Un giorno da pecora: Il via libera per lo Ius soli? “Spero entro l’anno”. Nel calendario dei lavori del Senato del mese di giugno (www.senato.it/2768) non c’è traccia dell’argomento mentre veniamo a sapere che gli emendamenti ai ddl n.2304 e connesso (Celebrazione duemila anni dalla morte di Ovidio) dovranno essere presentati entro le ore 13 di giovedì 22 giugno.
Questo Ius rischia di essere una “sola”.

28 Giugno 2017Permalink

28 giugno 2017 –L a proposta di legge sulla cittadinanza – per saperne di più.

Il  19 giugno  avevo trascritto lo schema costruito da Domenico Stimolo oggi aggiungo quello del sen. Gianpiero Della Zuanna, che ho trovato nella newsletter  del sen. Ichino

LA LEGGE SULLO IUS SOLI ALL’ESAME DEL SENATO
Una legge equilibrata, che su questa materia allinea il nostro ordinamento a quelli tedesco, britannico e francese, ma più restrittiva rispetto agli ordinamenti statunitense e brasiliano

Nota sul disegno di legge in tema di cittadinanza per i minori immigrati (testo approvato dalla Camera e attualmente in discussione al Senato) a cura del senatore Gianpiero Dalla Zuanna..

Ora: secondo la legge 91/1992, lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data.

È una delle leggi più restrittive d’Europa. Per non parlare di Paesi come USA e Brasile, dove la cittadinanza si acquisisce, automaticamente, con la nascita.

La legge 91/1992 viene modificata per accelerare la concessione della cittadinanza ai bambini e ai giovani secondo due diverse procedure.

Primo canale: ius soli temperato.
La cittadinanza italiana può essere concessa al nato in Italia con almeno un genitore con permesso di soggiorno permanente (che si ottiene dopo almeno 5 anni di soggiorno continuativo).

Secondo canale: ius culturae, secondo due modalità
La cittadinanza italiana può essere concessa:

  1. al minore straniero nato in Italia o che vi ha fatto ingresso entro i 12 anni che, ai sensi della normativa vigente, ha frequentato regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno cinque anni, uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale, acquista la cittadinanza italiana. Nel caso in cui la frequenza riguardi il corso di istruzione primaria, è altresì necessaria la conclusione positiva del corso medesimo.

    – Esempio 1: bambino entrato a 3 anni, che completa con successo il ciclo elementare, può ottenere la cittadinanza a 10 anni, dopo aver finito le elementari.
    – Esempio 2: bambino entrato a 8 anni, che frequenta regolarmente le scuole, può ottenere la cittadinanza a 13 anni.

2. allo straniero che ha fatto ingresso nel territorio nazionale prima del compimento della maggiore età, ivi legalmente residente da almeno sei anni, che ha frequentato regolarmente, ai sensi della normativa vigente, nel medesimo territorio, un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo, presso gli istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione, ovvero un percorso di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale con il conseguimento di una qualifica professionale»;

– Un ragazzo entra in Italia a 16 anni, frequenta un corso triennale di formazione professionale e consegue il titolo a 20 anni, può ottenere la cittadinanza a 22 anni.
Con queste regole, l’Italia si allinea – con alcune sfumature – alla legislazione attualmente vigente nei grandi Paesi dell’Europa occidentale: Francia, Germania, Regno Unito, Spagna.

Alcuni miti da sfatare

Non è vero che la cittadinanza verrà concessa in modo incondizionato.
Anche per le fattispecie previste da questo d.d.l. resta in vigore il comma 1 dell’articolo 6 della legge 91/1992, secondo cui precludono l’acquisto della cittadinanza:

a) la condanna per uno dei delitti previsti nel libro secondo, titolo I, capi I, II e III, del codice penale;

b) la condanna per un delitto non colposo per il quale la legge preveda una pena edittale non inferiore nel massimo a tre anni di reclusione; ovvero la condanna per un reato non politico ad una pena detentiva superiore ad un anno da parte di una autorità giudiziaria straniera, quando la sentenza sia stata riconosciuta in Italia;

c) la sussistenza, nel caso specifico, di comprovati motivi inerenti alla sicurezza della Repubblica.

Ovviamente ciò avrà poca rilevanza per i bambini, ma potrà averne molta per l’acquisizione della cittadinanza di adolescenti e maggiorenni grazie al conseguimento di un titolo di studio.

Inoltre, sempre alla luce della legge 91/1992, la cittadinanza viene in ogni caso concessa con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell’interno, ossia con una procedura che rende effettivi i controlli.

Non è vero che i genitori stranieri acquisiscono automaticamente la cittadinanza una volta che il figlio l’ha ottenuta. Infatti l’Art. 14 della citata legge 91/1992 recita:

  1. I figli minori di chi acquista o riacquista la cittadinanza italiana, se convivono con esso, acquistano la cittadinanza italiana (…)
    ma non si dice nulla sul caso opposto! Quindi per gli adulti resta il requisito di 10 anni di permanenza continuativa, oltre ai requisiti del comma 1 dell’articolo 6 (no condanne e no rischio per l’ordine pubblico).

Considerazioni conclusive

Negli ultimi anni è molto cresciuto il numero di stranieri che ha ottenuto la cittadinanza italiana (202 mila nel solo 2016). Molti sono minori, che l’hanno ottenuta grazie all’appena citato art. 14 della legge 91/1992. Perché c’è bisogno di queste nuove disposizioni?

Perché si sono accumulati moltissimi adolescenti “italiani senza cittadinanza”. Si sentono italiani, parlano spesso solo l’italiano, non hanno praticamente contatti con il loro paese di origine. La cittadinanza è una cosa seria, e proprio per questo non è bene la mancata coincidenza fra status di fatto e status giuridico;
Perché la condizione di straniero dà al giovane tutta una serie di seccature e di limitazioni. Ad esempio per andare all’estero (gite scolastiche …). Inoltre il giovane deve rinnovare ogni anno il suo permesso di soggiorno, con la relativa perdita di tempo e di denaro;
Perché l’appesantimento burocratico per le questure è enorme. La legge del 1992 è stata scritta quando i minori stranieri in Italia erano un numero minimo rispetto a oggi …
Un’ultima cosa. La propaganda contraria a questa legge dice che – concedendo con più larghezza la cittadinanza ai bambini e ai giovani – acceleriamo in modo artificiale il processo di integrazione, costruendo integrazione posticcia, addirittura rischiosa, evocando spettri terroristici. In realtà, tutto fa pensare che con questa legge si favorisca l’integrazione vera, perché la cittadinanza non viene affatto concessa in modo incondizionato. Non si tratta affatto di uno ius soli simile a quello degli USA o del Brasile.

Va infatti ribadito che con questa legge la cittadinanza NON viene concessa …

A chi nasce in Italia “per caso”: quindi non viene concessa ai figli partoriti dalle donne appena arrivate sui barconi;
ai bambini stranieri appena arrivati in Italia (sui barconi o in altro modo);
ai giovani ritenuti pericoloso per la sicurezza pubblica;
ai nati di genitori che non lavorano (condizione necessaria per il permesso di soggiorno permanente);
ai giovani che non frequentano con profitto la scuola;
se il giovane e/o i suoi genitori non sono in Italia da almeno cinque/sei anni
Insomma, questa è una legge equilibrata. Che accelera l’integrazione vera, dei figli di chi sta in Italia per lavorare e di chi in Italia studia con profitto. I tempi e i modi di concessione della cittadinanza sono tali da garantire che ciò accada.

FONTI:

http://www.pietroichino.it/?p=45659   –  la newsletter

https://diariealtro.it/?p=5032                  –  schema di Domenico Stim

28 Giugno 2017Permalink

23 giugno 2017 – Quel che non fece il vescovo di Firenze lo fa il vescovo di Roma

20 giugno 2017 Papa Francesco: don Mazzolari e don Milani, due preti per una “Chiesa in uscita”
di M.Michela Nicolais s

Papa Francesco a Bozzolo e Barbiana per pregare sulla tomba e rendere omaggio a don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani. Il tributo al “parroco d’Italia” e il riconoscimento del vescovo di Roma alla fedeltà al Vangelo e alla rettitudine dell’azione pastorale del priore di Barbiana

Don Lorenzo Milani voleva essere “riconosciuto e compreso nella sua fedeltà al Vangelo e nella rettitudine della sua azione pastorale”. Lo aveva scritto, più volte ma invano, al suo vescovo. “Oggi, lo fa il vescovo di Roma”. Si è conclusa con questo atto solenne, compiuto e pronunciato al termine di una visita privatissima che lo ha portato, dopo la chiesa, nel cortile con la scritta “I care” e accanto alla piscina dove i ragazzi di don Lorenzo hanno imparato a nuotare nelle acque della vita, la visita di Papa Francesco a Barbiana. “Prima di concludere, non posso tacere che il gesto che ho oggi compiuto vuole essere una risposta a quella richiesta più volte fatta da don Lorenzo al suo vescovo, e cioè che fosse riconosciuto e compreso nella sua fedeltà al Vangelo e nella rettitudine della sua azione pastorale”, le parole del vescovo di Roma, che nel tributare il suo atto di omaggio al prete “trasparente e duro come un diamante”, ha fatto proprio lo sguardo di sua madre Alice. La mattinata di Papa Francesco è cominciata di buon ora a Bozzolo, per un tributo al “parroco d’Italia”, don primo Mazzolari, “parroco dei lontani” e antesignano della sua “Chiesa in uscita”. Il 18 settembre, ha annunciato il vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, salutando Francesco, inizierà il processo di beatificazione del parroco di Bozzolo. Sia a Bozzolo sia a Barbiana, tutto è iniziato con la preghiera silenziosa sulle tombe dei due sacerdoti.

“I parroci sono la forza della Chiesa in Italia”, esordisce a Bozzolo il Papa assicurando che il magistero dei parroci – non solo quello di don Mazzolari, parroco d’Italia – fa tanto bene a tutti. Il fiume, la cascina e la pianura, le tre immagini scelte da Francesco per ripercorrerne l’attualità del messaggio, in un discorso molto ampio e infarcito di citazioni del sacerdote della “Bassa”: il fiume, la cascina e la pianura. Don Primo non si è tenuto al riparo dal fiume della vita. Amare il proprio tempo è stata la sua profezia:

“Don Mazzolari non è stato uno che ha rimpianto la Chiesa del passato, ma ha cercato di cambiare la Chiesa e il mondo attraverso l’amore appassionato e la dedizione incondizionata”. Non ha mai ceduto alla tentazione di “balconare la vita”, dice Francesco a braccio.

“Abbiamo del buon senso! Non dobbiamo massacrare le spalle della povera gente”. Cita don Mazzolari, il Papa, e ripete il suo invito, a braccio, “a tutti i preti dell’Italia e anche del mondo”, per spiegare come don Primo fosse il parroco dei lontani, non di un apostolato a tavolino. La cascina, la casa, ci dicono che per camminare bisogna uscire e preoccuparsi dei bisogni degli uomini. Poi c’è la grande pianura, quella della Chiesa che non fa proselitismo ma sa ascoltare il mondo, per “diventare Chiesa povera per e con i poveri”. Come don Primo, che “ha vissuto da prete povero, non da povero prete”. E c’è una bella differenza. Don Mazzolari era un prete che sapeva mettersi davanti, in mezzo e dietro al gregge: lui, e molti altri preti come lui, “hanno visto lontano, e seguirli ci avrebbe risparmiato sofferenze e umiliazioni”.

Quando arriva a Barbiana, Francesco usa subito la parola “dignità” per far capire il senso e la portata della buona battaglia condotta da don Lorenzo. Mentre parla, ha davanti i suoi ex allievi, trenta sacerdoti – dai più anziani, suoi compagni di seminario, fino ai più giovani ordinati l’anno scorso – e una rappresentanza delle 200 case di accoglienza delle diocesi di Firenze.

“Ridare ai poveri la parola, perché senza la parola non c’è dignità e quindi neanche libertà e giustizia: questo insegna don Milani. Ed è la parola che potrà aprire la strada alla piena cittadinanza nella società, mediante il lavoro, e alla piena appartenenza alla Chiesa, con una fede consapevole”.

Nel pronunciare queste parole, indicate come sintesi della passione educativa del priore di Barbiana, diretta conseguenza della sua missione di prete, Francesco auspica anche per il nostro tempo – a partire dalla parola – la “piena umanizzazione che rivendichiamo per ogni persona su questa terra, accanto al pane, alla casa, al lavoro, alla famiglia”. Un “grazie” anche agli educatori, quelli che insegnano che la cosa essenziale è la crescita di una coscienza libera. Come scrive don Lorenzo in “Lettera a una professoressa”:

“Ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia”. È un appello alla responsabilità, sottolinea Francesco, a vivere la libertà come ricerca del vero, del bello e del bene. “E senza compromessi”, aggiunge a braccio.

In don Lorenzo, tutto nasce dal suo essere prete, e prima ancora dalla sua fede profonda e totalizzante. Quella di uomo “trasparente e duro come un diamante”, come lo ha definito il suo padre spirituale, don Raffaele Bensi. Nelle parole di sua madre, don Lorenzo era dominato dalla sete di assoluto, senza la quale “si può essere buoni funzionari del sacro, ma non si può essere preti”, ammonisce Francesco. E proprio del desiderio di Alice il Papa si fa esecutore, quando da vescovo di Roma riconosce la fedeltà al Vangelo e la rettitudine dell’azione pastorale di questo figlio della Chiesa: “Mi preme soprattutto che si conosca il prete, che si sappia la verità, che si renda onore alla Chiesa anche per quello che lui è stato nella Chiesa e che la Chiesa renda onore a lui”. Oggi, questo desiderio si è compiuto.

“Il prete trasparente e duro come un diamante continua a trasmettere la luce di Dio sul camino della Chiesa”. “Prendete la fiaccola e portatela avanti”, la consegna a braccio del Papa da Barbiana.

Fonte (dove si trovano anche fotografie)

https://agensir.it/chiesa/2017/06/20/papa-francesco-don-mazzolari-e-don-milani-due-preti-per-una-chiesa-in-uscita/

 

 

23 Giugno 2017Permalink

20 giugno 2017 – Due anni fa per le strade di Roma – il family day,

20 giugno 2015   Voci soffocate –ignorate dal 2009

Oggi si è svolto il family day che unisce società laica e cattolicesimo tradizionali nella proclamazione di un’immagine di famiglia declinata rigorosamente al singolare. Ne è stato araldo il ministro dell’interno Alfano che ha proclamato: “Donne, uomini e bambini: in parlamento faremo sentire la loro voce” e, aggiungo io, nella continuità del 2009 quando sono stati creati i bambini inesistenti per legge.

Ai partecipanti al family day non interessava il certificato di nascita dei figli … altrui

A piccoli fantasmi per legge nessuno ha fatto riferimento né certamente i manifestanti al family day ne hanno sentito l’assenza. A due anni di distanza nulla è cambiato e il trascorrere del tempo non fa che incancrenire una vergogna nazionale: il rifiuto del certificato di nascita a chi nasce in Italia, figlio di migranti non comunitari irregolari. La norma ripugnante verrebbe cancellata se passasse nel testo approvato alla Camera nel mese di ottobre 2015 la legge ‘Disposizioni in materia di cittadinanza’ (nota come ius soli).

Cittadinanza facilitata e insieme nascita riconosciuta. Il caso ha voluto questo prezioso accostamento di due obiettivi alti, politicamente ed eticamente.

Quella legge ora è all’attenzione del Senato che ci ha già illustrato il 15 giugno il livello della irresponsabilità che si gioca avendo a principali ‘nemici’ ragazzini e neonati. Fra le mani dei senatori che si scontrano senza pudore ci sono loro. Li massacreranno?

Due anni fa avevo trovato una poesia che sarebbe interessante fosse data in lettura ai senatori in un  momento di sosta della loro manesca baruffa. La ricopio

Poesia di Warsan Shire (poetessa britannica di origine somala, nata nel 1988 in Kenia da genitori somali in fuga dalla guerra civile. E’ arrivata a Londra a sei mesi)

La pubblico di nuovo perché ritengo che la poesia abbia capacità di sintesi fulminee e imperdibili e che la scrittura sia fondamentale nella costruzione della storia. E’ difficile confrontare ‘Casa’ di Warsan Shire con gli squallidi proclami di chi ha costruito abilmente paura fino a insabbiare la viltà che gli appartiene nella smemoratezza della propria storia. Non lo volevo fare e poi mi sono detta che se gli eventi dei nostri giorni diventeranno, non so quando, memoria anche questi versi potranno essere una delle guide per capire. Primo Levi ci aveva concesso di conoscere un tempo oscuro del nostro passato e non ci ha permesso di rimuoverlo, ci ha dato le parole per dire quello che sembrava indicibile. Warsan Shire ce ne ripete il messaggio. Servirà?

CASA  (traduzione di Paola Splendore)

Nessuno lascia la casa a meno che
la casa non sia la bocca di uno squalo
scappi al confine solo
quando vedi tutti gli altri scappare
i tuoi vicini corrono più veloci di te
il fiato insanguinato in gola
il ragazzo con cui sei andata a scuola
che ti baciava follemente dietro la fabbrica di lattine
tiene in mano una pistola più grande del suo corpo
lasci la casa solo
quando la casa non ti lascia più stare

Nessuno lascia la casa a meno che la casa non ti cacci
fuoco sotto i piedi
sangue caldo in pancia

qualcosa che non avresti mai pensato di fare
finché la falce non ti ha segnato il collo
di minacce
e anche allora continui a mormorare l’inno nazionale
sotto il respiro/a mezza bocca
solo quando hai strappato il passaporto nei bagni di un aeroporto
singhiozzando a ogni boccone di carta
ti sei resa conto che non saresti più tornata.

devi capire
che nessuno mette i figli su una barca
a meno che l’acqua non sia più sicura della terra

nessuno si brucia i palmi
sotto i treni
sotto le carrozze
nessuno passa giorni e notti nel ventre di un camion
nutrendosi di carta di giornale a meno che le miglia percorse
non siano più di un semplice viaggio

nessuno striscia sotto i reticolati
nessuno vuole essere picchiato
compatito

nessuno sceglie campi di rifugiati
o perquisizioni a nudo  che ti lasciano
il corpo dolorante

né la prigione
perché la prigione è più sicura
di una città che brucia
e un secondino
nella notte
è meglio di un camion pieno
di uomini che assomigliano a tuo padre

nessuno ce la può fare
nessuno può sopportarlo
nessuna pelle può essere tanto resistente

II

andatevene a casa
neri  rifugiati
sporchi immigrati
richiedenti asilo
che prosciugano il nostro paese
negri con le mani tese
e odori sconosciuti
selvaggi
hanno distrutto il loro paese e ora vogliono
distruggere il nostro

come fate a scrollarvi di dosso
le parole
gli sguardi malevoli

forse perché il colpo è meno forte
di un arto strappato
o le parole sono meno dure
di quattordici uomini
tra le cosce
perché gli insulti sono più facili
da mandare giù
delle macerie  delle ossa
del corpo di tuo figlio
fatto a pezzi.

voglio tornare a casa
ma casa mia è la bocca di uno squalo
casa mia è la canna di un fucile
e nessuno lascerebbe la casa
a meno che non sia la casa a spingerti verso il mare

a meno che non sia la casa a dirti
di affrettare il passo
lasciarti dietro i vestiti
strisciare nel deserto
attraversare gli oceani

annega
salvati
fai la fame
chiedi l’elemosina
dimentica l’orgoglio
è più importante che tu sopravviva

nessuno se ne va via da casa finché la casa è una voce soffocante
che gli mormora all’orecchio
vattene
scappa lontano  adesso
non so più quello che sono
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è più sicuro di qua

20 Giugno 2017Permalink

19 giugno 2017 – IUS SOLI _Per saperne di più

IUS SOLI … giù la maschera, e a ciascuno il suo! di Domenico Stimolo

Dopo quasi venti mesi dall’approvazione alla Camera dei Deputati -ottobre 2015 – ( il disegno di legge era stato presentato nel corso del 2013), finalmente la deliberazione sullo “Ius soli temperato” è approdata al Senato. Bontà del Governo, ieri presieduto da Renzi , oggi da Gentiloni. Le novità altre prodotte lungo questo percorso temporale, considerate assolutamente prioritarie sono sonoramente fallite: riforma costituzionale (battuta con grande maggioranza al referendum), tentativo di intesa su una nuova legge elettorale di stampo “centralista”, avevano determinato un potente rallentamento dell’iter legislativo della proposta di legge.

Da parte dei “manovratori” I diritti di cittadinanza erano stati messi abbandonatamente in coda. Ora, improvvisamente, la fase politica è cambiata. Sembra proprio che le elezioni non siano più alle porte, quindi lo “ius soli”, che correva il grandissimo rischio di essere definitivamente accantonato ( elezioni anticipate!?), è stato ripescato e messo in buona e giusta evidenza.

Ovviamente, bene così!

Ci sono le potenziali condizioni, finalmente, riguardo fondamentali diritti di civiltà democratica, di fare uscire il nostro Paese dai vincoli di rilevante oscurantismo che lo caratterizzano nell’ambito del contesto europeo, specie per il riconoscimento della cittadinanza ai minorenni nati in Italia da genitori non italiani. Si tratta alfine di modificare in maniera strutturale una regola di stampo antico, plateale nel richiamo linguistico, rimasta in auge, pur nel procedere dei secoli. Tecnicamente identificata in maniera astrattamente naturalista “ ius sanguinis”, letteralmente diritto di sangue. L’ultima legge in materia, n°92 del 5 febbraio 1992, sancisce che il riconoscimento della cittadinanza Italiana è dovuta solo se si fa parte dell’intreccio contenente il “prezioso” liquido comune. Una vera e propria discendenza di sangue, quasi un retaggio della famosa fascista stirpe italica, di non lontana memoria, procacciatrice di enormi devastazioni umane e materiali.

Stante i requisiti delle vigente normativa all’atto di nascita acquisiscono il diritto di cittadinanza i bambini i cui genitori sono italiani, con l’esclusiva eccezione di genitori apolidi ( privi di qualunque cittadinanza) o ignoti.

La legge in oggetto prevede inoltre lo “ ius domicilii”. La cittadinanza italiana viene concessa a coloro che raggiungono il 18° anno di età, sul presupposto che abbiano maturato 10 anni di residenza continuativa ( persone non comunitarie); l’ istanza deve essere effettuata entro 1 anno, pena la decadenza. La richiesta di cittadinanza per naturalizzazione ( adulti e residenti) è vincolata dagli anni di residenza ( almeno 10 per extra comunitari, 4 comunitari, 5 per apolidi e rifugiati; etc. ), con adeguato livello di integrazione e conoscenza della lingua italiana, reddito idoneo, senza carichi penali. In ogni caso, pur avendo i requisiti ( eccetto per matrimonio) il riconoscimento può essere rifiutato.

Sul piano generale con lo “ius soli” ( diritto del suolo) si intende l’acquisizione della cittadinanza vigente nel luogo della nascita, senza altre condizioni. Nei fatti, nel contesto territoriale a noi più vicino, cioè l’ambito degli Stati europei, si distingue il riconoscimento alla nascita o dopo la nascita. Nell’Unione Europea costituita dai 15 Stati di adesione storica: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, vengono applicate normative che complessivamente riconoscono la cittadinanza ( adulti e minori) in un quadro articolato e differenziato di condizioni. Per approfondimenti actionaid.org.

Nell’area cosiddetta occidentale lo “ius soli” senza condizioni viene applicato negli Stati Uniti, Canada, e nella quasi totalità degli Stati del Sud America.

Nel nostro paese i progetti di merito di cambiamento della legge 92/1992, riconoscimento della cittadinanza, sono al confronto del Parlamento già dal lontano 2003. Il testo di proposta di legge in discussione al Senato è derivante dalle ampie modifiche precedentemente apportate dalla Camera dei Deputati. Nella versione originaria si individuava la “residenza legale”. Quindi, la proposta prevedeva il riconoscimento della cittadinanza italiana ai nati in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno fosse residente legalmente nel territorio italiano da almeno cinque anni, senza interruzioni, antecedenti alla nascita.

Il testo in discussione prevede esclusivamente lo “ius soli temperato” e lo “ius soli culturae”.

Nella prima condizione il diritto di cittadinanza viene riconosciuto ai figli degli immigrati nati in Italia da genitori ( almeno uno) con permesso di soggiorno permanente/tempo indeterminato ( per extracomunitari) o se comunitari con permesso di lungo periodo, residente in maniera continuativa da almeno 5 anni . Nell’ipotesi “ culturae” la cittadinanza viene concessa ai minori arrivati in Italia prima dei 12 anni di età e che abbiano frequentato un corso formativo scolastico per almeno 5 anni, oppure chi, venuto in Italia minorenne, residente da almeno sei anni, abbia acquisito titolo di studio/qualifica da ciclo scolastico/ istruzione professionale.

Uno studio della fondazione Leone Moresca prevede che i soggetti interessati siano circa ottocentomila, di cui oltre seicentomila in quando nati in Italia.

E’ utile aggiungere che nel 2015 i cittadini extracomunitari che, stante i requisiti della legge 92/1992, hanno ottenuto la cittadinanza italiana sono 159.000 ( dati Istat); i comunitari sono stati 19.000. Le cittadinanze italiane ottenute per matrimonio sono complessivamente marginali, poco meno del 10 per cento.

E’ questa, pur in una forma riduttiva, una primaria “battaglia” sui diritti civili. Una legge sulla cittadinanza, per riconoscere operativamente l’articolazione complessiva dei fondamentali diritti di libertà individuali e democratici espressi dai valori fondamentali costituenti il nucleo vitale della Costituzione. Vitali, così come avvenuto con l’approvazione del divorzio, dell’interruzione della gravidanza, delle Unioni civili.

Quindi, come già verificatosi in quegli eventi, serve chiarezza e piena condivisione, senza distorsioni e mascheramenti. Le valutazioni dei Soggetti politici e le motivazioni ideologiche sono bene chiare nelle dichiarazioni di voto contrarie o di astensione; quest’ultime per i meccanismi di voto al Senato sono chiara espressione di rifiuto per l’estensione dei diritti civili.

Come già avvenuto in quelle occasioni serve una forte e decisa mobilitazione della società civile, a supporto di questa prioritaria evoluzione dei diritti civili. Le differenziazioni non si possono misurare solo nell’Aula parlamentare o lasciando le iniziative esterne solo ai razzisti o a chi ancora si richiama ai dettami della dittatura fascista.

Quindi, giù le maschere che da lungo tempo ormai offuscano la chiarezza civile e politica in Italia……e a ciascuno il suo, per trasparenza e incisività, antirazzismo e pratiche di libertà e giustizia. I cittadini sono tutti eguali tra loro, senza discriminazioni contro gli odi verso gli Umani che inquinano la nostra comune Società.

Domenico Stimolo

Domenica 18 Giugno,2017 Ore: 22:25

FONTE

«Il Dialogo – Periodico di Monteforte Irpino» Prima Pagina/Home Page: www.ildialogo.org Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi Registrazione Tribunale di Avellino n.337 del 5.3.1996

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/editoriali/autorivari_1497817939.htm

NOTA MIA

2 giugno, le ultime  considerazioni sul certificato di nascita
https://diariealtro.it/?p=5017

 

19 Giugno 2017Permalink

9 giugno 2017 – Antisemitismo, risoluzione del parlamento Europeo (1 giugno 2017)

 

Lotta contro l’antisemitismo

Risoluzione del Parlamento europeo del 1° giugno 2017 sulla lotta contro l’antisemitismo (2017/2692(RSP))

Il Parlamento europeo,

– visto il trattato sull’Unione europea (TUE), in particolare il preambolo, il secondo, quarto, quinto, sesto e settimo considerando, nonché l’articolo 2, l’articolo 3, paragrafo 3, secondo comma, e l’articolo 6,

– visto l’articolo 17 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea,

– vista la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, del 7 dicembre 2000,

– vista la decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio, del 28 novembre 2008, sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale1,

– vista la direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato e che sostituisce la decisione quadro 2001/220/GAI2,

– vista l’adozione, nel 2015, dell’Agenda europea sulla sicurezza,

– vista la risoluzione n. 2106 (2016) del Consiglio d’Europa, del 20 aprile 2016, su un rinnovato impegno nella lotta contro l’antisemitismo in Europa,

– viste le conclusioni del primo convegno annuale sui diritti fondamentali organizzato dalla Commissione, tenutosi l’1 e il 2 ottobre 2015 a Bruxelles sul tema “Tolleranza e rispetto: prevenire e combattere l’odio antisemita e antislamico in Europa”,

– vista la nomina, nel dicembre 2015, di un coordinatore della Commissione per la lotta contro l’antisemitismo,

1 GU L 328 del 6.12.2008, pag. 55.

2 GU L 315 del 14.11.2012, pag. 57.

– vista l’istituzione, nel giugno 2016, del Gruppo ad alto livello dell’Unione europea sulla lotta contro il razzismo, la xenofobia e le altre forme di intolleranza,

– visto il codice di condotta per contrastare l’illecito incitamento all’odio online concordato il 31 maggio 2016 tra la Commissione e le principali aziende informatiche nonché altre piattaforme e società del settore dei media sociali,

– vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2016 sulla situazione dei diritti fondamentali nell’Unione europea nel 20151,

– visti gli atti di violenza e gli attentati terroristici mirati contro membri della comunità ebraica verificatisi negli ultimi anni in vari Stati membri,

– vista la responsabilità primaria dei governi di garantire la sicurezza e la protezione di tutti i loro cittadini, e pertanto la loro responsabilità primaria di monitorare e prevenire la violenza, inclusa la violenza antisemita, e di perseguirne gli autori,

– visto l’articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

  1. A. considerando che negli ultimi anni il numero degli episodi di antisemitismo verificatisi negli Stati membri dell’Unione europea è significativamente aumentato, come segnalano tra gli altri l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA);
  2. B. considerando che i dati indicano che l’introduzione di misure di sicurezza mirate contribuisce a prevenire e ridurre il numero di aggressioni antisemite violente;
  3. considerando che combattere l’antisemitismo è responsabilità dell’intera società;
  4. sottolinea che l’incitamento all’odio e ogni forma di violenza contro i cittadini europei ebrei sono incompatibili con i valori dell’Unione europea;
  5. invita gli Stati membri e le istituzioni ed agenzie dell’Unione europea ad adottare e applicare la definizione operativa di antisemitismo utilizzata dall’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA)2, al fine di sostenere le autorità giudiziarie e di contrasto nei loro sforzi volti a identificare e perseguire con maggiore efficienza ed efficacia le aggressioni antisemite, e incoraggia gli Stati membri a seguire l’esempio del Regno Unito e dell’Austria in proposito;
  6. invita gli Stati membri a prendere tutti i provvedimenti necessari per contribuire attivamente a garantire la sicurezza dei propri cittadini ebrei e degli edifici religiosi, scolastici e culturali ebraici, in stretta consultazione e in stretto dialogo con le comunità ebraiche, le organizzazioni della società civile e le ONG impegnate contro la discriminazione;
  7. plaude alla nomina del coordinatore della Commissione per la lotta contro l’antisemitismo e sollecita la Commissione a predisporre tutti gli strumenti e il sostegno necessari affinché tale funzione sia espletata con la massima efficacia possibile;

1 Testi approvati, P8_TA(2016)0485.

2 http://ec.europa.eu/newsroom/just/item-detail.cfm?item_id=50144

  1. invita gli Stati membri a nominare coordinatori nazionali per la lotta contro l’antisemitismo;
  2. incoraggia i membri dei parlamenti nazionali e regionali e gli esponenti politici a condannare sistematicamente e pubblicamente le affermazioni antisemite e a confutarle con argomentazioni di segno opposto, nonché a istituire gruppi parlamentari interpartitici contro l’antisemitismo per intensificare la lotta trasversalmente all’intero spettro politico;
  3. pone in evidenza l’importante ruolo delle organizzazioni della società civile e dell’istruzione nel prevenire e contrastare ogni forma di odio e intolleranza e sollecita un maggior sostegno finanziario;
  4. invita gli Stati membri a incoraggiare i mezzi di comunicazione a promuovere il rispetto per tutte le fedi e il riconoscimento della diversità, nonché la formazione dei giornalisti rispetto a tutte le forme di antisemitismo, in modo da combattere possibili pregiudizi;
  5. invita gli Stati membri in cui l’invocazione di motivi fondati sulla razza, l’origine nazionale o etnica, la religione o il credo non costituisce ancora un’aggravante di reato a rimediare quanto prima a questa lacuna, e ad adoperarsi per far sì che la decisione quadro del Consiglio sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale sia integralmente e correttamente recepita e applicata, in modo da garantire che gli atti di antisemitismo siano perseguiti dalle autorità degli Stati membri dell’Unione sia online che offline;
  6. insiste sulla necessità di fornire alle autorità incaricate dell’applicazione della legge una formazione mirata in merito al contrasto dei reati d’odio e della discriminazione e di istituire in seno alle forze di polizia, qualora ancora non esistano, unità speciali per il contrasto dei reati d’odio, e invita le agenzie dell’UE e le organizzazioni internazionali ad assistere gli Stati membri nel predisporre tali misure di formazione;
  7. incoraggia la cooperazione transfrontaliera, a tutti i livelli, nel perseguimento dei reati d’odio, soprattutto per quanto riguarda il perseguimento dei reati gravi, come le attività terroristiche;
  8. invita l’Unione europea e i suoi Stati membri a intensificare gli sforzi per garantire che sia posto in essere un sistema esaustivo ed efficiente che consenta di raccogliere sistematicamente dati affidabili, pertinenti e comparabili sui reati d’odio, disaggregati in base alla motivazione, inclusi gli atti di terrorismo;
  9. invita gli Stati membri, in relazione al codice di condotta concordato tra la Commissione e le principali aziende informatiche, a sollecitare gli intermediari online e le piattaforme dei media sociali ad agire prontamente per prevenire e contrastare l’incitamento all’odio antisemita online;
  10. sottolinea che la scuola costituisce un’opportunità unica per trasmettere i valori della tolleranza e del rispetto, dal momento che si rivolge a tutti i bambini sin dalla più tenera età;
  11. incoraggia gli Stati membri a promuovere l’insegnamento sull’Olocausto (la “Shoah”) nelle scuole e a garantire che gli insegnanti siano adeguatamente formati a tale compito e dispongano degli strumenti per affrontare in classe la questione della diversità;

incoraggia inoltre gli Stati membri a prendere in considerazione una revisione dei libri di testo per far sì che la storia ebraica e la vita ebraica contemporanea siano presentate in modo esaustivo ed equilibrato, evitando qualsiasi forma di antisemitismo;

  1. invita la Commissione e gli Stati membri a potenziare il sostegno finanziario per attività mirate e progetti educativi, a sviluppare e consolidare partenariati con le comunità ed istituzioni ebraiche e a incoraggiare gli scambi tra bambini e ragazzi di fedi diverse mediante attività in comune, varando e sostenendo campagne di sensibilizzazione in proposito;
  2. invita la Commissione a collaborare strettamente con attori internazionali quali l’UNESCO, l’OSCE, il Consiglio d’Europa e altri partner internazionali per combattere l’antisemitismo a livello internazionale;
  3. invita la Commissione a richiedere uno status consultivo in seno all’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto;
  4. incoraggia ogni Stato membro a celebrare ufficialmente il 27 gennaio il Giorno internazionale della memoria dell’Olocausto;
  5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell’Unione europea e dei paesi candidati, al Consiglio d’Europa, all’OSCE e alle Nazioni Unite.

P8_TA-PROV(2017)0243

http://barbara-spinelli.it/wp-content/uploads/Risoluzione-del-Parlamento-europeo-del-1%C2%B0-giugno-2017-sulla-lotta-contro-lantisemitismo.pdf

 

9 Giugno 2017Permalink

2 giugno 2017 – Diritto di tutti i nuovi nati al certificato di nascita

Speriamo di trovare presto negli organi di informazione il comunicato del Gruppo Consiliare del Partito Democratico FVG, diffuso dall’Ufficio Stampa del gruppo stesso, che la consigliera Silvana Cremaschi ci ha cortesemente inviato. Il comunicato illustra l’iniziativa di invio al Presidente del Senato del testo della lettera in  cui alle nostre firme si uniscono quelle assolutamente autorevoli di consiglieri regionali del FVG (si veda allegato pdf, Appello al Presidente del Senato). Sappiamo anche che molte persone (di cui non abbiamo l’elenco completo; vogliamo però ricordare la presenza del Segretario nazionale del Movimento di Cooperazione Educativa) hanno accettato la nostra proposta di inviare a loro volta la lettera al Presidente Senatore Pietro Grasso e questa presa di coscienza di una partecipazione democratica a tutela di un diritto umano inalienabile non può che farci piacere.

Testo del comunicato:

TRIESTE (30.05.17). «Il riconoscimento della cittadinanza italiana ai bambini stranieri nati in Italia è un atto di civiltà. Il presidente del Senato, Grasso fermi l’emendamento del centrodestra che ci farebbe fare un netto passo indietro nel campo dei diritti».  A dirlo è la consigliera regionale del Pd, Silvana Cremaschi, prima firmataria di una lettera rivolta al presidente del Senato, Pietro Grasso, sottoscritta da tutta la maggioranza consiliare. Il documento riprende l’appello inviato da un gruppo di donne attive nel campo di diritti sociali, tra cui Augusta De Piero, già vice presidente del Consiglio regionale.

«Ci è noto che ora è all’attenzione della Commissione Affari Costituzionali del Senato – si legge nella lettera al presidente Grasso – la norma già approvata dalla Camera “Disposizioni in materia di cittadinanza” che – oltre ad agire positivamente sulla possibilità di acquisizione della cittadinanza – con il comma 3 dell’art. 2 garantirebbe, se approvata, la cancellazione della norma che condanna alcuni nuovi nati in Italia all’inesistenza». I consiglieri regionali esprimono «preoccupazione per la proposta di un emendamento soppressivo del comma 3 dell’art. 2, firmato da esponenti appartenenti a FI-PdL, che, se approvato, manterrebbe efficace l’atroce volontà di negare l’esistenza giuridica di alcuni neonati, vanificando per costoro anche il significato della volontà da espressa a Milano dallo stesso presidente Grasso».

Testo della lettera aperta al sen. Pietro Grasso, Presidente del Senato

Egregio Presidente del Senato “Chi nasce e studia qui è italiano”. Abbiamo ascoltato con vivo apprezzamento  quanto da Lei dichiarato il 20 maggio alla marcia di Milano e perciò vogliamo proporLe una nostra considerazione cominciando da una ovvietà: per diventare cittadine/i di qualsivoglia stato bisogna esistere, non solo in virtù della propria presenza fisica ma anche per il riconoscimento della propria esistenza giuridica, garantita dal certificato di nascita.. Purtroppo dal 2009, a seguito della approvazione della legge 94/2009, ci sono persone cui la lettera g del comma 22 dell’art.1 di quella legge nega il certificato di nascita. Il mezzo con cui ciò avviene non è diretto ma obliquo: l’imposizione  al genitore che voglia registrare la nascita di un figlio della presentazione del permesso di soggiorno, documento di cui non dispone se migrante non comunitario irregolare. Per evitare questo vulnus di civiltà che, per essere affermato in legge tutti ci umilia, basterebbe tornare al regime precedente al 2009 nel rispetto di un diritto umano sancito anche dalla legge 176/1991, ratifica della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989) Ci è noto che ora è all’attenzione della Commissione Affari Costituzionali del Senato la norma già approvata dalla Camera “Disposizioni in materia di cittadinanza”  che – oltre ad agire positivamente sulla possibilità di acquisizione della cittadinanza  – con il comma 3 dell’art. 2 garantirebbe, se approvata, la cancellazione della norma che condanna alcuni nuovi nati in Italia all’inesistenza. Sperando che il Senato riesca per tempo ad approvare quella norma così conforme, ci sembra, allo spirito di quanto da Lei affermato alla marcia di Milano, Le segnaliamo con viva urgenza e preoccupazione, la proposta di un emendamento soppressivo del comma 3 dell’art. 2, firmato da esponenti appartenenti a FI-PdL, che, se approvato, manterrebbe efficace l’atroce volontà di negare l’esistenza giuridica di alcuni neonati, vanificando per costoro anche il significato della volontà da Lei espressa a Milano. Non sia superfluo ricordare che la mancata registrazione anagrafica di neonati comporta  una violazione multipla dei diritti umani, in quanto, oltre a negare il loro diritto alla registrazione al momento della nascita (art. 7 legge 176/1991), li rende particolarmente vulnerabili, esponendoli  alla apolidia e a varie forme di sfruttamento e crimini, tra cui la tratta di esseri umani nelle sue varie forme.  Contiamo su di lei Augusta De Piero  -Valentina Degano  -Daniela Rosa   -Chiara Gallo   -Eugenia Benigni 

Ma anche se occultata la vicenda ha una storia che non vogliamo dimenticare.

Non dimentichiamo la Mozione 48 (31 maggio 2016), il cui testo si deve all’impegno della consigliera comunale Chiara Gallo, approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Udine che, con argomentazioni analoghe a quelle del comunicato già trascritto impegnava “Il Sindaco e la Giunta a sollecitare i Presidenti delle competenti commissioni consiliari Affari Costituzionali di Camera e Senato a calendarizzare le proposte di legge suindicate, favorendone il sollecito iter al fine di ripristinare la certezza delle situazioni giuridiche riconoscendo ai bambini il diritto a un nome, all’appartenenza familiare e all’identità”.
Se ne può leggere sia la sintesi che l’intero testo con il link
https://diariealtro.it/?p=4424.

Invece il plumbeo silenzio dei mezzi di informazione segnò la sorte del comunicato inviato lo scorso mese di aprile alla commissione Affari Costituzionali del Senato con le firme di un gruppo di cittadini fra cui consiglieri e assessori del Comune di Udine.Si può leggere nella parte finale del testo raggiungibile con il link
https://diariealtro.it/?p=4944.

In precedenza se ne era fatto carico il consigliere Pustetto, Diritto di tutti i nuovi nati al certificato di nascita primo firmatario di  una mozione presentata al consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia nel lontano 23 ottobre 2013 e approvata in aula il 26 febbraio 2014  (allegato Mozione 21) e se ne era validamente occupata nel suo congresso del 2014 la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni
Mozione 21_Registrazione figli immigrati
https://diariealtro.it/?p=3110

Infine la questione era stata posta in un incontro ospitato nella sede del Centro Balducci il 9 0ttobre 2015 (presenti anche l’on. Rosato e Fabia Mellina Bares, valida Garante regionale dei diritti della persona della Regione Friuli Venezia Giulia).

Non sappiamo come finirà questa tristissima, lunga vicenda ma ci è sembrato doveroso darne puntuale informazione a chi ne sia interessato, senza negarci la speranza nell’efficacia dell’intervento del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia.

Augusta De Piero –

Chiara Gallo
Daniela Rosa  (anche come presidente dell’associazione ‘le Donne resistenti’)Eugenia Benigni
Valentina Degano

PS: Per chiarezza di lettura si trascrivono i nomi dei Consiglieri Regionali firmatari

Agnola Enio; Bagatin Renata; Boem Vittorino; Codega Franco; Cremaschi Silvana; De Giau Chiara; Gabrovec Igor; Gerolin Daniele; Liva Renzo; Marsilio Enzo; Martines Vincenzo; Moretti Diego; Rotelli Franco; Ukmar Stefano; Zecchinon Armando; Paviotti Pietro; Gregoris Gino; Edera Emiliano; Lauri Giulio; Gratton Alessio; Pustetto Stefano;  Travanut Mauro

 

 

2 Giugno 2017Permalink

1 giugno 2017 – Calendario di giugno

.2 giugno            –  Festa della Repubblica
.2 giugno 2016   –  Il parlamento tedesco riconosce il genocidio armeno
.3 giugno 1963   –  Muore Giovanni XXIII
.3 giugno 2016   –  Muore il pugile Cassius Clay – Muhammad Ali
.3 giugno 2016   –  Corleone – La processione del santo locale si inchina alla casa di
…………………………Salvatore Riina
.4 giugno 1989   –  Strage di piazza Tienanmen
.5 giugno            –  Giornata mondiale in difesa dell’ambiente
.5 giugno 1967   –  Inizio  della guerra dei 6 giorni
.6 giugno 2015   –  Visita papa Francesco a Sarajevo
.7 giugno 1929   –  Il Vaticano pubblica la legge fondamentale che ne fa uno stato
…………………………..sovrano come previsto nel Trattato di febbraio. (Nota 1)
10 giugno 1924  –  Assassinio di Giacomo Matteotti
10 giugno 1940  –  L’Italia dichiara guerra alla Francia e all’Inghilterra
11 giugno 1984  –  Morte di Enrico Berlinguer
12 giugno 1964  –  Condanna all’ergastolo di Nelson Mandela. ………………………….L’ergastolo si concluderà l’11 febbraio 1999)
14 giugno 1966  –  Il concilio Vaticano annuncia l’abolizione dell’indice dei libri proibiti
15 giugno 2007  –  Morte di Giuseppe Alberigo
16 giugno 1976  –  Sudafrica: massacro di Soweto
16 giugno 2016  –  Assassinio della deputata laburista Jo Fox
17 giugno 1991  –   Fine dell’apartheid in Sudafrica
18 giugno 1982  –   Londra: ritrovamento del cadavere di Roberto Calvi
18 giugno 2015  –  Papa Francesco promulga l’Enciclica Laudato si’
19 giugno           –  Giornata mondiale del rifugiato
19 giugno1945   –  Nascita di Aung San Suu Kyi
19 giugno 2013  –  Viene approvata la legge di ratifica della Convenzione di Istanbul …………………………. (L.27 .giugno 2013, n. 77)
20 giugno 1979  –  Nilde Jotti è eletta presidente della Camera dei deputati, …………………………prima donna nella storia della Repubblica
22 giugno 1633 –   Galileo è costretto all’abiura
22 giugno 2015  –   Papa Francesco visita il Tempio valdese di Torino
23 giugno 1858  –  Papa Pio IX fa rapire il bambino ebreo Edgardo Mortara
23 giugno 2016  –   Il referendum decreta la Brexit
24 giugno 2013  –  Sentenza processo Ruby. (nota 2)
25 giugno 1946  –  Inizio dei lavori dell’Assemblea Costituente
25 giugno 2017  –   Fine del mese di Ramadan 1438
26 giugno 1967  –   Morte di don Lorenzo Milani
27 giugno 1980  –  Ustica: esplosione del DC9. Muoiono 81 persone
28 giugno 1914  –   Sarajevo Assassinio di Francesco Ferdinando e della moglie.
28 giugno 1919  –  Trattato di Versailles. Fine della prima guerra mondiale
29 giugno 1934 –    Germania: notte dei lunghi coltelli (nota 3)
29 giugno 2013 –    Muore Margherita Hack
30 giugno 2005 –    Spagna: il Parlamento riconosce il matrimonio omossessuale
30 giugno 2017 –    Muore Simone Veil
30 giugno 2017 –    Muore Ettore Masina

Nota 1 http://www.vatican.va/roman_curia/secretariat_state/archivio/documents/rc_seg-st_19290211_patti-lateranensi_it.html

Nota 1 http://www.vatican.va/news_services/press/documentazione/documents/sp_ss_scv/informazione_generale/legge-fondamentale_it.html

nota 2 Il tribunale di Milano condanna in primo grado Silvio Berlusconi a 7 anni e alla interdizione perpetua dai pubblici uffici per il reato di concussione e prostituzione minorile

nota 3 http://www.raistoria.rai.it/articoli/hitler-e-la-notte-dei-lunghi-coltelli/13461/default.aspx

1 Giugno 2017Permalink

29 maggio 2017 – Ai minori fantasma si aggiungono i minori che non si vedono ma si contano

Ricopio da la Repubblica

29 maggio 2017 Migranti, l’accusa di Strasburgo ai Paesi Ue: “Ricollocato un solo minore dei cinquemila approdati in Italia”

L’Europarlamento denuncia: trasferito solo l’undici per cento dei richiedenti: “Finlandia e Malta rispettano le regole, gli altri no”  di GOFFREDO DE MARCHIS

ROMA – Uno è il numero del cinismo europeo. L’Italia ha bisogno di 5000 posti nell’Unione per ricollocare i minori non accompagnati arrivati sulle nostre coste. Ma i paesi europei hanno accolto finora “soltanto un minore non accompagnato”, scrive nero su bianco il Parlamento di Strasburgo. Così come il milite ignoto è il simbolo della ferocia della guerra, l’anonimo e unico bambino senza genitori coinvolto nel programma di accoglienza è l’emblema della mancata solidarietà della Ue, della sua disunione e della sua crisi.

Uno stavolta non si riferisce al deficit, alle correzioni di bilancio ma alla stitica capacità di condivisione dei nostri partner. È il numero più significativo, un puntino scandaloso nella statistica del fenomeno migratorio e dei richiedenti asilo. L’intero piano di ricollocazione però sta fallendo. E la risoluzione approvata a larghissima maggioranza il 18 maggio dall’Europarlamento mette in chiaro le cifre di questo fallimento.

SOLO L’11 PER CENTO – Al 27 aprile erano stati ricollocati 17.903 richiedenti asilo: 12.490 dalla Grecia e 5.920 dall’Italia. “Un dato – scrivono i promotori della mozione – che equivale ad appena l’11 per cento degli obblighi assunti”. Cioè, 18410 persone su 160 mila previste.

CHI FA LA PROPRIA PARTE – Il programma di accoglienza solidale naturalmente esclude Italia, Grecia e Germania che fanno già il possibile nella gestione del fenomeno. In quanto paesi di arrivo sono loro a dover essere aiutati nel controllo dei flussi da tutti gli altri. Ma questa solidarietà si limita a pochissimi stati. Soltanto la Finlandia e Malta rispettano gli obblighi. E la sola Finlandia lo fa “sistematicamente” per il capitolo doloroso dei “minori non accompagnati”.

CHI DISERTA – Praticamente tutti gli altri. Alcuni più degli altri. Ungheria e Slovacchia rifiutano la ricollocazione e hanno portato la commissione Ue davanti alla Corte europea di giustizia. Austria, Polonia e Repubblica Ceca sono fra i Paesi che fanno di meno. “Ma la maggior parte degli stati membri è ancora molto in ritardo, sebbene si siano registrati alcuni progressi”.

L’ITALIA – Il paradosso è che nel 2016 il nostro Paese ha ricollocato più richiedenti asilo di quanti sia riuscita a dirottarne negli altri stati Ue. Lo scorso anno sono arrivati da noi 181.436 persone, il 18 per cento in più rispetto al 2015. Il 14 per cento di loro erano minori. Tra i richiedenti asilo sono stati ammessi gli eritrei e 20.700 sono sbarcati sulle nostre coste. In questo caso, l’Italia è indietro nella loro registrazione, necessaria a inserirli nel programma di solidarietà.

CHI FA IL FURBO – Alcuni Stati membri utilizzano criteri restrittivi e discriminatori nel rifiutare le quote di accoglienza. Ricollocano soltanto le madri sole o escludono richiedenti di alcune nazionalità, ad esempio gli eritrei. Al 7 maggio scorso la Grecia si era vista respingere 961 persone che avevano i requisiti per essere trasferiti altrove.

L’OBIETTIVO – Il Consiglio europeo si è impegnato a garantire il traguardo di 160 mila ricollocazioni. Siamo lontanissimi dal risultato. L’Europarlamento invita gli stati a dare la priorità ai minori non accompagnati e ad altri “richiedenti vulnerabili”. Si chiede quindi almeno di cancellare dalle statistiche lo scandaloso “1” che riguarda la drammatica situazione dei bambini giunti in Italia. La Grecia sta meglio di noi, almeno in questa classifica. Invece di 5.000 posti, al momento ha bisogno di altri 163 “visti” per il trasferimento di altrettanti minori.

PROCEDURE D’INFRAZIONE – Strasburgo chiede alla commissione di partire davvero con le sanzioni. Così come scattano per i decimali di sforamento del deficit (la manovra correttiva chiesta da Bruxelles all’Italia è per l’0,2 per cento), la procedura d’infrazione adesso va avviata anche per chi non rispetta il programma sui migranti. “Se i paesi non incrementeranno rapidamente le loro ricollocazioni, i poteri della commissione vanno usati senza esitazione”, si legge nella mozione. “Un largo fronte europeista chiede ora a Juncker di battere un colpo”, scrive il vicepresidente dell’Europarlamento David Sassoli nel suo blog su Huffpost. Ieri a Ventotene, al festival dell’associazione “La nuova Europa”, Laura Boldrini ha detto che “l’Unione avrà un futuro solo senza muri e senza paura”. E da Malta il segretario del Pd Matteo Renzi ha invitato il Continente “a non voltarsi dall’altra parte” davanti alla spinta migratoria.

http://www.repubblica.it/politica/2017/05/29/news/migranti_l_accusa_di_strasburgo_ricollocato_un_solo_minore_dei_cinquemila_approdati_in_italia_-166686725/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1

29 Maggio 2017Permalink