29 settembre 2017 – Ancora una lettera inutile

Udine 29 settembre 2017
Gentile signora sottosegretaria Maria Elena Boschi,
le scrivo usando la formula della lettera aperta perché così potrò diffondere questa lettera che forse qualcuno leggerà.
Leggo questa sua non smentita dichiarazione a una coppia di immigrati: «So di avervi dato un dolore questa sera ma, purtroppo, le cose stanno così. I numeri non ci sono, mi spiace molto. Speriamo nella prossima legislatura».

Un po’ di esegesi: «Non ci sono i numeri. Mi dispiace.». E’ l’espressione di cortesia che si usa quando si urta inavvertitamente qualcuno in uno spazio affollato e capita frequentemente di sentirsi rispondere: «Non si preoccupi». Non credo che questa sarà la risposta che le daranno il 13 ottobre i promotori del “cittadinanza day”.
Con tutta la solidarietà purtroppo non posso assicurare la mia partecipazioni fisica, “non ho più l’età” per le manifestazioni che impongono una presenza in piazza.
Per chiarezza quando avevo nove mesi di vita, il 5 settembre 1938, accadde che venisse approvato il “Regio Decreto Legge 5 settembre 1938-XVI, n. 1390,.Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista. Convertito in legge senza modifiche con L 99/1939”.
Fu una porta sbattuta insieme ad altre porte, prima che si aprissero orrendi cancelli.
Oggi le porte non si sbattono si chiudono accompagnandole con cura e se fanno un po’ di rumore si dice “Mi dispiace”.

Sottopongo ancora ad esegesi il suo: «Speriamo nella prossima legislatura».
Forse quello “speriamo” indica un minimo di timore e tremore perché quel nos (che non mi sembra sia maiestatis) per lei può significare «Non so se io e i miei sodali ci saremo la prossima volta» e quindi fa attenzione al consenso dei ‘numeri’ che le assicurino una presenza anche dopo le prossime elezioni.

Comunque sia facciamo un po’ di storia perché abbiamo con noi il nostro passato; non ci capita di nascere ogni mattina, salvo che non siamo soggetti a dolorose patologie.
Tanti cittadini (italiani e non) tra il settembre 2011 e il marzo 2012 si erano adoperati nella bella campagna ‘L’Italia sono anch’io’ e avevano raccolto più di 200mila firme su due proposte di legge di iniziativa popolare sulla riforma della cittadinanza e il riconoscimento del diritto di voto amministrativo dei cittadini stranieri.
Il parlamento si adoperò per trasformare quelle proposte a iniziativa popolare in proposta a iniziativa parlamentare e il 13 ottobre 2015, la Camera licenziò in prima lettura le “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza” che approdarono in Senato, note sbrigativamente come ius soli.
Il 15 giugno 2017 furono occasione di una indecorosa manifestazione orchestrata dalla accorta e accuratamente organizzata regia della Lega Nord (intramoenia) e Casa Pound (extramoenia) e così, con qualche altro penoso passaggio, si arriva al suo ineffabile «Speriamo nella prossima legislatura».

Cosa possiamo sperare nella prossima legislatura?
Anche qui avrei qualche cosa da dire, che dirò più avanti perché prima voglio ricordare l’intreccio con un’altra storia, un’altra storia che non vi fa onore.
Il 15 luglio 2009, fu approvata la legge n. 94 “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” le cui norme vengono citate anche nel Testo Unificato “Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”.
Quella legge (nota anche come ‘pacchetto sicurezza’) fu approvata con un articolo che imponeva la presentazione del permesso di soggiorno per la registrazione degli atti di stato civile, cioè chi volesse sposarsi e chi dovesse registrare la nascita del proprio figlio in Italia, era ed è obbligato a presentare il permesso di soggiorno, esponendosi quindi all’espulsione.
Lasciamo perdere la foglia di fico salvifica di una poco nota circolare (n.19/2009 – Ministero dell’interno).
Quindi i neonati diventavano spie dell’irregolarità dei loro genitori.
Per questa matta bestialità non posso riferirmi solo a voi perché ricordo che al quarto governo Berlusconi (cui si deve in prima battuta questa trovata sostenuta dall’allora ministro Maroni) hanno fatto seguito i governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e su questo punto nulla è cambiato.

Anzi no qualche cosa cambiò. Nel 2011 la Corte Costituzionale intervenne (a seguito di regolare procedura promossa dal Tribunale di Catania) con la sentenza n. 245 che escludeva le registrazioni delle ‘pubblicazioni di matrimonio’ dalla presentazione del permesso di soggiorno.

E i neonati? I neonati sono spie silenti dei loro genitori e quindi tacciono, gli uni per naturale impossibilità, gli altri per paura.
E poi possono essere usati come una specie di linea del Piave o altro ¡No pasarán! di storica memoria o meglio come ossa da buttare a un cane per zittirne l’abbaiare.
A nome di chi si ricorda che le norme internazionali (da noi ratificate) impongono di considerare nel costruire leggi “il superiore interesse del minore”, nel 2013 alla Camera e nel 2014 al Senato furono presentate due proposte di legge (rispettivamente n. 740 e n. 1562) per escludere la presentazione del permesso di soggiorno in connessione alla richiesta del certificato di nascita.
Secondo la consuetudine di sornioni silenzi non se ne fece nulla (anche se i Presidenti delle due assemblee le avevano affidate alle rispettive commissioni di competenza) fino al 2015 quando la norma fu inserita nelle “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza” e diventò il comma 3 dell’art. 2 nel testo che venne approvato alla Camera e inviato al Senato.
Qui accadde un qualche cosa di inaspettato (e tralascio le migliaia di emendamenti presentati dal costume beffardo dell’on. Calderoli) perché otto senatori del FI PdL chiesero co n proposta di emendamento l’abrogazione di quel comma facendoci assistere all’incredibile spettacolo di otto adulti che si uniscono per dire a un neonato «tu non devi avere esistenza legale». Penso a loro con le parole di Primo Levi «Voi che vivete sicuri // Nelle vostre tiepide case, // Voi che trovate tornando a sera //Il cibo caldo e visi amici: »…. Avranno gli otto eroi della guerra ai neonati il coraggio di dirci che il ‘superiore interesse del minore’ è compatibile con la loro inesistenza legale?.

E infine (last but not least) concludendo la mia esegesi torno al suo, gentile sottosegretaria, «Speriamo nella prossima legislatura».
Cosa lasciate all’attenzione della prossima legislatura, fermo restando che le leggi non approvate anche se presentate come proposte alla fine di un lavoro impegnativo scompaiono?
Resterà la proposta di legge a iniziativa popolare (se ben ricordo queste norme non vengano cancellate) e la lettera g, del comma 2 dell’art. 1 della legge 94/2o09 (o, se si preferisce questa modalità di citazione, il comma 2 dell’art. 6 del testo unico 286/1998), quella che impone la presentazione del permesso di soggiorno per la registrazione delle dichiarazione di nascita (e solo di quelle grazie alla Corte Costituzionale che ha escluso sei anni fa le pubblicazioni di matrimonio).
Questa legge – che avete mantenuto ben salda per otto anni – è in vigore.

Una spregevole eredità gentile Sottosegretaria
Se lei ha o avrà figli (non conosco la sua biografia) avrà offerto loro un contributo a riconoscersi privilegiati che possono calpestare i ‘figli degli altri’.
Se ciò può rassicurarla è in compagnia della Conferenza Episcopale Italiana che, pubblicando il 24 ottobre 2015 la Relatio Synodi “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, si è fermamente (e correttamente) associata a proposte di attenzione alla famiglia e autorevolmente disinteressata di coloro che, pur se nascono in famiglia, non possono averne una perché non esistono.
Forse questa autorevole compagnia la consola, gentile signora, a me provoca solo disprezzo, sfiducia e dolore ma io conto solo uno: il mio voto che ci tengo ad esprimere per rispetto di me stessa, ché almeno quello mantengo.

Augusta De Piero

 

 

29 Settembre 2017Permalink

26 settembre 2017 – Vengo anch’io! No, tu no. Ma perché? Perché no!

Perché no? Te lo spiega il governo e non da solo

Se è vero ciò che leggo nell’articolo che ho ricopiato di seguito (comunque corredato da link per eventuali controlli) non posso che rafforzare la mia ipotesi: il minore persona non esiste, né per il governo, né per la chiesa cattolica, né per le chiese protestanti.
La cosa non mi meraviglia e aggiungo un aspetto che è la mia cartina al tornasole in questo argomento
Unisco alle famiglie gay e adottive i nati in Italia, figli di migranti non comunitari irregolari.
Dal 2009 il pacchetto sicurezza (legge 94/2009) impone (art. 1 comma 22 lettera g) la presentazione del permesso di soggiorno per registrare la nascita di un figlio inducendo quindi, chi è privo di quel documento – quale che ne sia la ragione – ad evitare la registrazione che potrebbe essere causa di espulsione.
Di conseguenza si creano bambini-fantasma per legge, cui la famiglia è negata.
A differenza delle categorie penalizzate nella Terza Conferenza Nazionale sulla famiglia, questi – che famiglia non hanno – non hanno neppure voce.
Anche la chiesa cattolica ha accettato che fossero cancellati dalle persone di cui segnalare i disagi al fine di creare forme dovute di protezione. Ha evitato accuratamente di nominarli nel Sinodo sulla famiglia dal 2015 e lo stesso silenzio hanno mantenuto le chiese protestanti.

26 settembre 2017 Famiglie gay e adottive fuori dalla Conferenza nazionale: “Per il governo siamo fantasmi”

L’appuntamento, organizzato dalla Presidenza del Consiglio, è in programma per il 28 settembre a Roma e servirà a fare il punto sulle politiche di sostegno famigliare. Ma le associazioni insorgono di MARIA NOVELLA DE LUCA
ROMA – Era un appuntamento atteso da anni, continuamente annunciato e poi rinviato. Ma la Terza Conferenza Nazionale sulla Famiglia organizzata dal Governo che si aprirà il 28 settembre a Roma fa già discutere non tanto per i contenuti quanto per una serie di esclusioni eccellenti.

A cominciare da quella, macroscopica, del mancato inviato alle associazioni di genitori omosessuali. “Per il governo italiano, gay e lesbiche vanno tenuti fuori dalla porta quando si discute di politiche per la famiglia”. Eppure soltanto un anno fa in Italia sono state approvate le unioni civili, ormai nel nostro decine di sentenze di stepchild adoption hanno di fatto riconosciuto “legalmente” i bambini nati in coppie con due mamme e due papà, addirittura diversi comuni hanno accettato di trascrivere la nascita di piccoli venuti al mondo con genitori dello stesso sesso. “Noi esistiamo, ci siamo, ma lo Stato italiano continua a considerarci fantasmi” dicono le Famiglie Arcobaleno.

La conferenza organizzata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il supporto dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, sarà aperta al Campidoglio dalla sindaca di Roma Virginia Raggi, seguita dalla presidente della Camera Laura Boldrini e dall’intervento del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Un evento istituzionale per fare il punto sulle politiche per la famiglia in Italia.

Non però famiglie gay. Mentre Agedo, associazione che rappresenta genitori eterosessuali di ragazzi Lgbt, è stata invitata a partecipare (ma non a intervenire) le due associazioni che rappresentano le coppie gay con figli sono state escluse. Rete Genitori Rainbow, in particolare, l’associazione che riunisce i genitori omosessuali che hanno avuto figli da precedenti relazioni, ha chiesto di aderire all’iniziativa, ma la sua richiesta è stata rifiutata. Il messaggio è: l’Italia non riconosce a livello istituzionale i bambini nati da relazioni omosessuali.

Durissimo il comunicato dei rappresentanti delle tre associazioni: Marilena Grassadonia (Famiglie Arcobaleno), Alessandra Forani e Gabriele Faccini (Rete Genitori Rainbow) e Fiorenzo Gimelli (Agedo): “L’esclusione delle associazioni rappresentative del mondo Lgbt è grave, e il solo fatto che si parli di ‘famiglia’, e non di di ‘famiglie’ come sarebbe più corretto, è altamente significativo. Il Governo non può farsi promotore di un evento che si rifiuta di prendere in considerazione le istanze sia delle famiglie omoparentali di nuova costituzione, cioè che hanno avuto figli all’interno della coppia omosessuale, sia delle numerose famiglie ricomposte in cui un componente della coppia omosessuale abbia avuto figli da relazione etero precedente, tutte realtà in cui sono presenti bambini e ragazzi che vanno tutelati”.

“Chiediamo ai rappresentanti delle istituzioni e del Governo più sensibili alle istanze del mondo Lgbt – continuano – di intervenire per andare oltre questa esclusione, o in alternativa di disertare un appuntamento che, così congegnato, è inaccettabilmente discriminante”. Una situazione che sta già creando imbarazzo nel Governo, tanto che, dice Marilena Grassadonia, “domani siamo stati convocati ad un incontro con la sottosegretaria Maria Elena Boschi, un incontro però, non certo un invito a partecipare alla Conferenza”.

Da sottolineare anche che l’esclusione della Famiglie Omosessuali è forse il dato più eclatante, ma diversi famosi enti che si occupano ad esempio di adozioni internazionali, come il Cifa o il Ciai, lamentano un mancato invito.

Scrive in un comunicato il Cifa di Torino: “Ancora una volta l’adozione internazionale viene snobbata dalle istituzioni. La nostra richiesta di partecipazione è stata rifiutata con una motivazione che ci pare decisamente discutibile. La manifestazione sarebbe infatti riservata ai soggetti istituzionali e ai rappresentanti delle organizzazioni nazionali della società civile presenti negli organismi collegiali a supporto delle politiche in materia di famiglia. Da decenni Cifa è l’Ente Autorizzato che in Italia porta a termine il maggior numero di adozioni e abbiamo contribuito a formarne più di cinquemila, di famiglie. Il fatto che si tratti di famiglie adottive significa forse che le ‘nostre’ famiglie valgono di meno rispetto a quelle biologiche?”.

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/09/26/news/famiglie_gay_e_adottive_escluse_dalla_conferenza_nazionale_scoppia_la_protesta_per_il_governo_siamo_fantasmi_-176529582/?ref=RHPPLF-BH-I0-C4-P6-S1.4-T1

 

 

26 Settembre 2017Permalink

23 settembre 2017 – Appelli per le Disposizioni in materia di cittadinanza (cd ius soli)

Questa mattina nella casella di posta ho trovato una segnalazione de ‘ildialogo – at – org’ (link in calce).
Non so se gli intellettuali firmatari dell’appello abbiano la credibilità che li può fare leader di un movimento di civiltà
Per quel che capisco se le Disposizioni in materia di cittadinanza (cd ius soli) passeranno con voto di fiducia sarà nel testo approvato dalla camera nel mese di ottobre 2915 e caratterizzato dal lungo sonno in senato.
Quindi saranno salvati (a norma dell’art.2 comma 3) anche i nati in Italia, figli di sans papier condannati dal 2009 (quarto governo Berlusconi, allora ministro dell’interno on Maroni) ma lo saranno per una felice casualità perché i firmatari degli appelli (per quanto ho potuto controllare) non se ne sono mai occupati.
Capisco che associarsi a un bel movimento intelligente, competente, coraggioso e visibile possa piacere e assicurare visibilità anche a chi lo sostiene.
Capita però che i diritti che segnano una civiltà vengano occultati anche nelle pieghe oscure della storia dove le vittime ci sono e non si vedono. e se queste vittime –ben identificabili in legge perché una legge le ha costruite – non si vedono è un segnale, secondo me, di degrado di civiltà.
Spero che gli appelli abbiano successo ma nel quadro -mio- di una grande delusione per un silenzio distratto di chi ha gli strumenti per capire e dire..

Repubblica.it Politica
Ius soli, gli appelli degli intellettuali: “Il governo ponga la fiducia”
21 settembre 2017 Due diversi appelli di esponenti del mondo della cultura – da Luigi Manconi a Furio Colombo e Luciana Castellina fino a Carlo Ginzburg e Goffredo Fofi – per chiedere alle istituzioni uno scatto sulla legge pel la cittadinanza Lucrezia Clemente

LO SPECIALE Le leggi da non tradire
Continua la battaglia di intellettuali e professori per l’approvazione, prima della fine della legislatura, dello Ius soli, la riforma della legge sulla cittadinanza italiana. In mattinata il senatore democratico Luigi Manconi, insieme a Ginevra Bompiani, Furio Colombo, Luigi Ferrajoli, Luciana Castellina e il professor Franco Lorenzoni, ha presentato al presidente del Senato Pietro Grasso due appelli rivolti ai cittadini italiani e alle istituzioni. “La partita non è definitivamente chiusa, i tempi della legislatura consentono l’approvazione della legge” ha dichiarato Manconi, presidente della commissione per la tutela dei diritti umani al Senato. “Chiedo al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che su questo tema importante venga posta la questione di fiducia, ne vale della dignità del Parlamento”.
Ius Soli, Manconi: ”La partita non è chiusa, Gentiloni ponga la fiducia”

I due appelli, lanciati nei giorni scorsi hanno già raccolto oltre 6 mila adesioni tra cui quelle di prestigiosi intellettuali italiani, da Carlo Ginzburg a Goffredo Fofi, da Moni Ovadia a Erri De Luca. Il primo, “Appello Ius Soli” è stato proposto dall’editrice Ginevra Bompiani e fatto circolare successivamente in Senato da Manconi. “Ci sono due immaginari oggi, uno fatto di diffidenza e paura, su cui non si costruisce niente e l’altro di apertura e creatività. Si tratta di scegliere a quale dare voce” ha detto Bompiani, “lo ius sanguinis è come un dialetto che si appoggia alla lingua madre, lo ius soli invece è la lingua comune, approvarlo è una questione in primo luogo d’onore per l’Italia”.

Il secondo appello, che ha come primo firmatario il professor Franco Lorenzoni si rivolge invece direttamente agli insegnanti che il 3 ottobre, in occasione della giornata dedicata alla memoria delle vittime dell’emigrazione, cominceranno una mobilitazione di un mese per fare pressioni sull’approvazione della riforma. “Settecento insegnanti entreranno in uno sciopero della fame simbolico, già in 3 mila hanno aderito all’appello” racconta Lorenzoni, “i bambini che ho di fronte in classe ogni giorno hanno tutti la stessa dignità. La scuola è l’epicentro di una battaglia che riguarda tutti”.

La legge, bloccata al Senato da un anno e mezzo, dopo l’approvazione alla Camera, è fortemente contestata dalle forze di destra. Gli oltre 40 mila emendamenti presentati dalla Lega obbligano il Governo a porre la questione di fiducia per blindare la legge, ma i numeri per ottenerla ancora non ci sono, dopo il “no” dei senatori di Ap. “I numeri possono essere cambiati con la pressione dell’opinione pubblica” ha ricordato Luciana Castellina. E proprio alla destra nazionalista si è rivolto il giurista Luigi Ferrajoli, firmatario dell’ ”Appello Ius soli”: “voglio ricordare che la tradizione propria del diritto romano è quella dello Ius soli, mentre lo Ius sanguinis è di tradizione barbarica. E’ la stessa sicurezza che richiede la cittadinanza, evitando che si crei negli animi un senso di ingiustizia”. Presente a palazzo Madama anche il giornalista Furio Colombo che ha dichiarato: “Non c’è alcuna argomentazione logica in base alla quale lo Ius soli comporti dei pericoli. Non riconoscere la cittadinanza a dei bambini cresciuti in Italia è una condanna disumana, stupida e contro la storia”.

Sul tema della ius soli, secondo il senatore Manconi, è stata fatta una campagna di disinformazione che ha deformato il senso della legge, dividendo l’opinione pubblica. “La legge va nella direzione di coloro che sono regolarmente in Italia, non di chi sbarca. L’appello è uno dei molti atti che intendiamo portare avanti. Ancora non è troppo tardi
http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/elezioni/Rassegna_1506143814.htm

23 Settembre 2017Permalink

25 agosto 2017 – Fra ricordi e testimonianze sbuca anche il nemico di sempre, i bambini

“Se tirano qualcosa spaccategli il braccio”.
Frase registrata pronunciata da un poliziotto durante la carica contro i migranti a stazione Termini.

La frase che ascolto scatena molti miei ricordi. Ne riporto due frammenti:

• Ricordo che durante la prima intifada (1987) Yitzhak Rabin aveva dato l’ordine di rompere le mani ai rivoltosi palestinesi. Ricordo che allora molte vittime erano ragazzini.
Quando da Primo Ministro di Israele scelse la strada della pace (accordi Oslo 1993) entrò nel tunnel della violenza subita e la sera del 4 novembre del 1995 a Tel Aviv, alle 21.30 fu assassinato da un fanatico religioso ebreo alla fine di una manifestazione in sostegno agli accordi di Oslo;

• 25 agosto 1989 Jerry Masslo profugo sudafricano venne assassinato nelle campagne di Villa Literno. Fuggiva dall’apartheid, cercava uno “spazio di vita”, trovò sfruttamento e violenza

Per ciò che riguarda la descrizione dell’evento fra i tanti di questo orrendo agosto riprendo la descrizione datane dall’UNICEF

ROMA – “Questa mattina all’alba in piazza Indipendenza è avvenuto lo sgombero dei rifugiati che vivevano nel palazzo occupato di via Curtatone, sotto gli occhi terrorizzati dei bambini che erano stati lasciati al primo piano insieme alle loro famiglie”. “Questi bambini, dopo aver assistito a scene di guerriglia urbana, sono stati caricati sui pullman delle forze dell’ordine e portati in Questura” dice Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. “Continuavano a gridare e battere le mani sui vetri durante tutto il tragitto, in preda al terrore”.
È una situazione “molto triste” continua, “parliamo di 800 persone con status di rifugiato, sopravvissute a guerre, persecuzioni o torture che in alcuni casi hanno anche ottenuto la cittadinanza italiana, buttate in strada in condizioni disumane senza una alternativa sostenibile (non il meno peggio) da parte del Comune di Roma che abbiamo invano atteso in piazza. Non è un problema migratorio, è un problema storico di Roma. Malgrado le soluzioni offerte dal Comune, 80 posti Sprar in due strutture diverse, e dal privato, alcune villette in provincia di Rieti, ci sembra che nessuno abbia riflettuto sul destino di queste persone – spiega – bambini vanno a scuola a Roma e molti degli adulti lavorano qui, segno di un percorso di integrazione ed emancipazione dal sistema di accoglienza che verrebbero interrotti di netto. Egli 80 posti Sprar sarebbero sottratti ai nuovi arrivati titolari di protezione o in attesa di riconoscimento”.
“La verità va detta tutta: questa situazione non è legata alla cosiddetta emergenza migratoria, è una situazione storica di Roma, sintomo dell’assenza di politiche adeguate e lungimiranti. Si continua con interventi emergenziali quando sarebbe stato possibile valutare soluzioni strutturali” conclude l’Unicef.

All’Unicef fanno seguito altre testimonianze
Le reazioni allo sgombero che oggi a Roma è sfociato in una vera guerriglia urbana sono tante. A parlare sono soprattutto le associazioni. La politica resta in silenzio, lontana e non commenta, se non per alcuni casi circoscritti.
Anche Save the children esprime la sua preoccupazione per il il futuro dei quasi 40 minori che abitavano lo stabile di via Curtatone: “Gravi violazioni dei diritti dell’infanzia. I bambini sono stati esposti a continue tensioni e violenze e non sono stati garantiti i loro diritti – dichiara Francesca Bocchino, responsabile del Dipartimento Protezione minori della Ong, “chiediamo alle istituzioni di individuare delle soluzioni che tengano in attenta considerazione i bisogni dei minori e delle loro famiglie, nel rispetto dell’integrità del nucleo familiare e in grado di assicurare la continuità scolastica”.
Lascia “interdetti” il modo in cui è avvenuto lo sgombero di Palazzo Curtatone, dice la Caritas. Tutto “senza alcuna programmazione e in una logica emergenziale che non può far altro che portare all’escalation cui abbiamo assistito stamane”. Un intervento di sgombero di questo tipo, con bambini e nuclei familiari, “richiedeva interventi sociali mirati e programmati”, alloggi popolari e strutture di accoglienza di emergenza. “Purtroppo queste politiche, come hanno dimostrato i fatti di Mafia Capitale, sono assenti da anni nella nostra città. La Caritas chiede l’istituzione di un tavolo permanente presso la Prefettura, con Comune e Regione, per il monitoraggio e la gestione delle occupazioni, fenomeni così complessi non possono infatti essere lasciati gestire alla magistratura e alle forze dell’ordine”.
Intanto l’equipe di Medici Senza Frontiere sul posto ha trattato in poche ore 13 persone, “la maggior parte donne”, dicono in una nota. “Abbiamo chiamato le ambulanze per cinque persone ferite. Altri avevano fratture e lacerazioni causate dalle forze dell’ordine, una donna è stata colpita dal getto d’acqua di un idrante, è caduta e svenuta. È una vergogna che la mancanza di soluzioni abitative alternative abbia portato a una situazione di violenza. Urge garantire alle persone sgomberate un’alternativa dignitosa, a partire dai casi più vulnerabili”, dichiara Tommaso Fabbri, capo missione dei progetti di MSF in Italia.
Gli idranti, secondo l’Arci, “sono il simbolo di una pulizia violenta e forzata che non ha alcun interesse a salvaguardare i principi costituzionali e di umanità che dovrebbero condizionare ogni atto pubblico. “Cosa pensa di fare la sindaca Raggi? Pensa di gestire il disagio abitativo e quello sociale di cittadini italiani e stranieri delegandolo agli idranti e alla polizia?. Se è questo il nuovo che dicono di rappresentare gli amministratori penta stellati – conclude la nota – a noi sembra vecchio come qualsiasi deriva autoritaria e la capitale d’Italia poteva davvero farne a meno, esattamente come avremmo voluto fare a meno dei decreti legge e degli interventi securitari del ministro degli Interni”.
“Bottiglie e sassi contro la Polizia questa mattina all’alba da parte di un centinaio di immigrati accampati abusivamente nei giardini di Piazza Indipendenza a Roma. Forza ragazzi, sgomberi, ordine, pulizia ed espulsioni! Gli italiani sono con voi” scrive su Facebook e Twitter il segretario della Lega Matteo Salvini.
Diversi deputati del gruppo di Articolo 1 – Movimento democratico e progressista presenteranno un’interrogazione al Ministro dell’Interno Minniti a prima firma Martelli-Speranza per sapere “quali azioni abbia intrapreso per la collocazione temporanea delle persone coinvolte nello sgombero” dell’edificio di via Curtatone “e quali azioni intenda intraprendere nei confronti del Comune di Roma per la soluzione alloggiativa definitiva delle persone regolarmente soggiornanti”. Nell’interrogazione i deputati segnalano, inoltre, “come riportato da alcune agenzie di stampa, l’allontanamento dell’Unhcr dall’ufficio immigrazione di via Volturno” e l’allarme lanciato da numerose associazioni umanitarie internazionali “per l’assenza di soluzioni alternative al grave disagio in cui vivono i rifugiati tra cui numerose famiglie con bambini”.
“Cacciano e caricano i rifugiati eritrei, li prendono a colpi di idranti e manganello, li mettono per strada, con gli ultimi pochi averi che hanno come fossero roba vecchia, da buttare. Nel silenzio generale di istituzioni e buona parte della politica che non prende parte, non propone, non si indigna, non cerca soluzioni” afferma Nicola Fratoianni segretario nazionale di Sinistra Italiana.
Nei giorni scorsi presente in piazza per il vescovo delegato Migrantes della Conferenza episcopale del Lazio, monsignor Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma, “è arrivato il momento di stabilire politiche di convivenza pacifiche per una integrazione reale. Gli sgomberi, come quello di oggi, non sono certamente una risposta adeguata”.

FONTI:
Unicef               –    http://www.ilpost.it/2017/08/24/sgombero-rifugiati-roma/
Testimonianze:
http://www.repubblica.it/politica/2017/08/24/news/sgombero_migranti_roma_reazioni-173776071/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T2
Rabin                 –   https://diariealtro.it/?p=4077   
Jerry Masslo      –   https://diariealtro.it/?p=3285

25 Agosto 2017Permalink

21 agosto 2017 – Julian Cadman è morto


Julian, il piccolo anglo-australiano che si trovava a Barcellona è morto.

E’ rimasto sulla strada dove il camion lo aveva travolto strappandolo alla sua mamma.
Ciò che mi colpisce sono le circostanze in cui è mancato
Harry Athwal, 44 anni, cittadino britannico presente in quella zona, si è avvicinato al piccolo caduto, si è reso conto che era morto e non ha voluto abbandonarlo nonostante gli inviti degli agenti ad allontanarsi: «Gli ho accarezzato i capelli e piangendo mi sono messo vicino a lui – ha raccontato-. Non volevo lasciare da solo un bambino in mezzo alla strada».
E ancora ha scritto alla moglie: «Lo guardo e non riesco a smettere di piangere. Era figlio di qualcuno. Era mio figlio»
Non so se il signor Athwal conosca la tragedia di Antigone certamente ne ha ripetuto il gesto che si colloca alle radici della nostra civiltà, quello dell’umana pietà che nulla può fermare, né a Barcellona il rischio, né altrove l’imposizione di leggi ingiuste.
«Io non potevo, per paure di un uomo arrogante, attirarmi il castigo degli dei» dice Antigone al tiranno sapendo che la sua vicenda finirà con la condanna a morte.
In Italia, uomini arroganti hanno imposto la dichiarazione di inesistenza dei piccoli figli dei sans papier (“figli nostri” dice il signor Athwal ma per quei tali “figli degli altri”) approvando otto anni fa una legge che nega loro il certificato di nascita.
Ristabilendo l’ordine che vuole quel certificato come diritto di ogni bambino non correvano nessun rischio eppure hanno resistito per otto anni nella tana dell’odio gli uni, nel bunker dell’indifferenza gli altri. Agli uni e agli altri il conforto anestetico del pregiudizio.
E ora qualcuno riuscirà a risvegliare Antigone fino a far approvare le disposizioni in materia di cittadinanza (cd ius soli) compreso l’articolo che vuole bambini e non fantasmi?

Intanto ho inviato questo sms a Prima pagina (3355634296)
«Nel rispetto del diritto universale ad una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita»
E’ l’appello del papa per la giornata del rifugiato del 2018.
Lo si ascolti e si rimuova l’ostacolo che dal 2009 nega il certificato di nascita ai figli dei migranti senza permesso di soggiorno
Augusta De Piero Udine

21 Agosto 2017Permalink

21 agosto 2017 – da ATTUALITA’, DI LUIGI MANCONI

Guidata dalla notizia pubblicata su facebook da un amico (che ringrazio per la segnalazione) ne ho trovato la fonte.
Inserisco di seguito le mie considerazioni trascrivendo il link alla fonte alla fine

ATTUALITA’, DI LUIGI MANCONI
MANCONI: PERCHÉ LO SGOMBERO DEI PROFUGHI DI PIAZZA INDIPENDENZA?
All’alba dell’ultimo giorno della settimana di ferragosto, è iniziato lo sgombero dello stabile di Piazza Indipendenza, a Roma, dove da anni vivono centinaia e centinaia di profughi, in prevalenza di nazionalità eritrea, nella stragrande maggioranza titolari dello status di rifugiato e beneficiari della protezione internazionale.
Dunque persone e interi nuclei familiari, regolarmente residenti nel nostro paese e per le quali, evidentemente, una città come Roma, con tre milioni di abitanti, non è stata in grado di trovare una più dignitosa collocazione.
Una situazione ben conosciuta da anni, e nota a tutte le autorità e all’amministrazione comunale, che si è deciso di affrontare e risolvere proprio il 19 agosto del 2017. Ma chi ha preso una decisione così tempestiva, accorta e lungimirante?
Lo sgombero è attualmente in corso e avviene con le modalità proprie di ogni sgombero e, di conseguenza, con la sbrigatività e le maniere ruvide che colpiscono i pochi beni di cui dispongono i profughi, i loro effetti personali, i loro documenti. Allo stato attuale, si ignora la destinazione di queste persone e la loro sorte futura. Sarebbe oltre modo importante e urgente che le autorità comunicassero le ragioni dell’operazione e dove pensano di alloggiare persone che non hanno commesso alcun crimine e verso le quali l’Italia ha un dovere di tutela solennemente sancito dalla nostra Costituzione

MIE OPINIONI
Posso azzardare l’ipotesi di una opportunistica alleanza fra alti livelli dell’amministrazione dello stato, il governo a maggioranza Pd e l’amministrazione capitolina?
Interessantissimo il silenzio delle forze politiche e non solo.
Unisco questo silenzio – e ci ragiono su – a quello sulla legale negazione ad esistere dei neonati in Italia, figli dei migranti senza permesso di soggiorno su cui politica ‘militante’ (o militarizzata che sia) e persino le chiese mantengono dal 2009 un rigoroso silenzio.
Ieri, quando il Presidente del Concilio ha rivendicato a Rimini la decisione del suo governo a portare a compimento l’iter delle norme sulla modifica della legge sulla cittadinanza, è riuscito a non dire una parola sull’art. 2 comma 3 che, se la legge fosse approvata come uscita dalla commissione Affari Costituzionali della camera, salverebbe l’esistenza giuridica dei bambini che nascono in Italia, figli dei migranti irregolari senza permesso di soggiorno, dal 2009 condannati a non avere il certificato di nascita.
Per ciò che riguarda la gerarchia della chiesa cattolica mi autocito mettendo in calce il link alla mia recente lettera al presidente della CEI
Si delinea un quadro sconfortante e oscuro. Mi spaventa

FONTI
– per l’articolo del sen. Manconi

https://alganews.wordpress.com/2017/08/19/manconi-perche-lo-sgombero-dei-profughi-di-piazza-indipendenza/

-12 agosto – mia lettera al presidente della CEI. Opinioni e relativa documentazione

https://diariealtro.it/?p=5193

21 Agosto 2017Permalink

15 agosto 2017 – Provo a far arrivare una lettera al giornalista che conduce Prima Pagina

Al giornalista Marco Bracconi
conduttore di Prima Pagina e
giornalista di La Repubblica
SUA SEDE

Egregio giornalista
quando ho chiamato Prima Pagina questa mattina prevedevo che non sarei stata passata. L’argomento su cui mi documento e che cerco di diffondere è noioso, non emoziona, non è rappresentabile con foto, video capaci di far rabbrividire, emozionare, commuovere.
E’ solo un pezzo di carta, il certificato di nascita, di cui tutti disponiamo, di cui dispongono i nostri figli eccezion fatta per i ‘figli degli altri’, categoria identificata per la prima volta con una legge fortemente voluta dall’allora Ministro Maroni ai tempi del quarto governo Berlusconi (legge 94/2009 art. 1, comma 22, lettera g).
Certamente l’on Ministro non li chiamò ‘figli degli altri’ ma figli nati in Italia da genitori non comunitari privi di permesso di soggiorno.
La finalità: mostrare politici burocratici muscoli ad amici ed estimatori facendo sì che una persona che voglia registrare la nascita del proprio figlio per assicurargli come dovuto il certificato di nascita si esponga al rischio dell’espulsione manifestandosi irregolare.
A questo punto, per ragioni di sicurezza della famiglia tutta il genitore ‘irregolare’ potrebbe essere indotto a nascondere il piccolo. Lo facevano anche i nostri emigrati in Svizzera cui, se ‘stagionali’, era negata la presenza dei figli (che però avevano potuto registrare regolarmente all’anagrafe in Italia).
Le pongo ora la domanda che non ho potuto farle in viva voce: ieri (14 agosto) lei ha parlato a lungo della interessante proposta di legge “Disposizioni per la formazione alla genitorialità e per il sostegno alla responsabilità educativa dei genitori” (prima firmataria on. Iori –Pd).
Si presume che in questa attività educativa i genitori siano edotti anche dell’opportunità di educare i figli al rispetto delle leggi (un esempio banale: non attraversare col rosso, usare con prudenza la bicicletta, gettare l’immondizia nei cassonetti appositi …).
Purtroppo c’è il rischio che possano spiegare ai loro figli che, disponendo del certificato che apre loro la scuola, la sanità e quant’altro è diritto dei cittadini, debbano sapersi legalmente privilegiati, diversi dai loro coetanei cui tutto ciò è negato perché legalmente inesistenti in quanto ‘non nati’. Possono aggiungere che un loro compagno di giochi può essere un fantasma?
Ora è previsto che quella norma sia cancellata dall’articolo 2 comma 3 dalla proposta “Disposizioni in materia di cittadinanza” (cd ius soli) ma – ammesso che questa legge sia approvata prima della fine della legislatura – otto senatori hanno già proposto la cancellazione dell’articolo che riporterebbe i piccoli fantasmi alla condizione di bambini. Si tratta di Paolo Romani, Bernini, Gasparri, D’Alı, Malan, Pelino, Floris, Fazzone – FI-PdL.
Se l’emendamento citato fosse approvato e di conseguenza la norma “Disposizioni in materia di cittadinanza”(cd ius soli) fosse approvata così mutilata manterremmo i fantasmi immaginati otto anni fa e genitori che ne fossero informati potrebbero educare i loro figli all’accettazione di un’esclusione che può sembrare a fondamento razzista.
Che fare?
Augusta De Piero – Udine

15 Agosto 2017Permalink

7 agosto 2017 – Un appello probabilmente inutile

LA NOTIZIA – ANSA 6 AGOSTO
“Chi è di sinistra e di centrosinistra evidentemente non può avere dubbi sull’esigenza di approvare la legge dello Ius soli entro la fine della legislatura”.
Lo ha detto l’ex sindaco di Milano e leader di Campo Progressista, Giuliano Pisapia, appena giunto alla festa nazionale di Legambiente.
PERSONALMENTE NON POSSO CHE CONDIVIDERE L’ESIGENZA ESPRESSA DA PISAPIA MA CREDO NECESSARIA UN’ATTENZIONE PUNTUALE AL PROBLEMA

COMMENTI – Molti commenti coincidono sul fatto che la legge non piace agli italiani e che (ricopio il commento esplicito che ho trovato in un articolo de La Repubblica): “La via della legge, però, è difficile e stretta: I CENTRISTI HANNO CHIESTO MODIFICHE AL TESTO. Se non ci saranno, senza i loro voti, un’eventuale fiducia è praticamente impossibile”.

MODIFICHE AL TESTO. QUALI?
Lascio perdere le migliaia di emendanti di Calderoli (evidentemente intesi a creare ostacoli insormontabili all’approvazione della legge senza alcun ragionamento sui contenuti) e mi fermo sull’emendamento soppressivo dell’art. 2 comma 3 che – se approvato –manterrebbe l’infamia imposta con voto di fiducia nel 2009 per la negazione del certificato di nascita ai figli dei migranti irregolari (legge 94 art. 1 comma 22 lettera g).
Lo avevano proposto, nel contesto dei lavori della Commissione Affari Costituzionali del Senato, otto senatori di FI-PdL, oggettivamente finalizzato a mantenere la condanna all’inesistenza giuridica dei nati in Italia, figli di migranti non comunitari senza permesso di soggiorno.
Una specie di nuovo ‘sacrificio di Isacco’ sull’altare del consenso al pregiudizio e all’odio.
E’ ancora in vigore.
SARÀ QUESTO IL PREZZO DA PAGARE PER FAR APPROVARE LE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI CITTADINANZA’ (cd ius soli)?

7 Agosto 2017Permalink

20 luglio 2017 – Da Ilham alla CEI

Sventolando lo ius soli come una minaccia
Ogni volta che scrivo delle Disposizioni in materia di cittadinanza (senato ddl 2092) aggiungo “cd ius soli” rovesciando la vulgata corrente che con questa semplificazione linguistica diffonde una informazione falsa.
Infatti lo ius soli – il diritto ad avere automaticamente la cittadinanza del paese in cui si nasce – esiste solo negli USA e in Brasile.
Da noi il principio che informa la legge sulla cittadinanza in vigore (n.91/1992) è lo ius sanguinis che – sia pur temperato e arricchito dello ius culturae – informerebbe anche la norma già approvata dalla camera e che si giace al senato dal mese di ottobre 2015.
Dopo la gazzarra abilmente organizzata a Palazzo Madama e fuori il 15 giugno scorso, il dibattito sulle “Disposizioni in materia di cittadinanza” è scivolato fino ad essere previsto dopo la pausa estiva (eufemismo per sine die?).
Sostenuta anche da esibizioni di boxe non professionale l’ignoranza ha trionfato.
Ce lo ricorda anche Ilham Mounssif. Ne riprendo le parole da la Repubblica del 18 luglio;
«Da quando la legge è approdata in Senato è scoppiato il caos più totale: articoli, post su Facebook, foto del profilo pro o contro. Sui social festeggiano solo le destre e il M5S, ho letto tweet disgustosi. Sembra l’Italia di quaranta anni fa alle prese con la legge sul divorzio. Il linguaggio mediatico ha deciso per noi: “ius soli” non è il giusto modo di chiamare questa riforma. Sarebbe più appropriato parlare di ius soli temperato, ius culturae o semplicemente riforma della cittadinanza, che non prevede alcuno diritto di nascita automatico ma una sua forma temperata da rigidi criteri, proprio come avviene nel resto d’Europa. Un compromesso al ribasso, ma che salverebbe me e tanti come me.

Ilham non è italiana(!?)
Ne ho raccontato la storia anche nel mio blog del 19 marzo scorso.
Ilham è una ragazza venuta in Italia da Marrakesh quando aveva due anni. Da allora risiede con la sua famiglia, da Bari Sardo, provincia di Nuoro, e lì ha fatto tutte le scuole, fino a laurearsi con 110 e lode in Relazioni Internazionali .Lo scorso mese di marzo è stata scelta per rappresentarci al Rome Mun 2017 (Rome Model United Nations), un’iniziativa delle Nazioni Unite che simula una sessione dell’Onu mettendo insieme studenti di tutto il mondo. Nell’occasione è stata anche premiata. Dopo la cerimonia desiderava visitare Montecitorio Però non è italiana. I suoi genitori sono marocchini e, come vuole la legge è marocchina anche Ilham. Così all’ingresso è stata respinta: con il passaporto di un paese non europeo non si entra nell’aula del Parlamento italiano

Fra sangue e territorio, pregiudizio e paura trionfa l’ignoranza
A questo punto l’uso costante della espressione ius soli per indicare ciò che ius soli non è, e contemporaneamente diffondendo e lasciando diffondere il pregiudizio che equipara gli stranieri a una totale indiscriminata minaccia, affossa le Disposizioni in materia di cittadinanza (norma sintetizzata nel mio blog il 28 giugno).
Come fare per diffondere la consapevolezza del concetto di ius culturae?
Aiuterebbe i cittadini italiani ad essere coscienti di ciò che significherà l’affossamento delle ‘Disposizioni’.
E non dimentichiamo che quando ciò capiterà sarà ribadita la condanna dei figli dei sans papier che dal 2009, se nascono in Italia, non hanno diritto ad esistere giuridicamente.
Se ne ricordino anche i vescovi italiani improvvisamente loquaci in merito alla cittadinanza ma incapaci di dire una parola di dovuta solidarietà per questi piccoli cui è negata la famiglia che le loro eccellenze dicono di doversi sostenere. Appunto non possono avere famiglia sono solo persone senza possibilità di parola. Perché farsene carico?

FONTI
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/07/18/aspetto-da-ventanni-anche-lonu-mi-ha-premiata-e-tradita02.html?ref=search

19 marzo 2017 https://diariealtro.it/?p=4901

20 Luglio 2017Permalink

16 luglio 2017 – Fra ignoranza, razzismo e pratica della violenza –

continua – prima puntata: 13 luglio

Non sono Arianna ma il mio filo rosso non si spezza
Mentre in Senato la norma sulle “Disposizioni in materia di cittadinanza” (più nota come ius soli) è diventata un oggetto importante del contendere, pur se umiliata in un balletto fatto di scivolate verso un orizzonte che continuamente si sposta in avanti (e non dimentichiamo mai che si trova in Senato dal mese di ottobre 2015), mi aggancio al mio pezzo del 13 scorso per continuare con il mio ragionamento.
Registro poche partecipazioni a un possibile dialogo ma al mio confronto con me stessa ci tengo: è il mio filo rosso dal 2009 e i nuovi nati la cui esistenza è da allora è ostacolata per legge sono la mia cartina al tornasole.

Il filo non si spezza ma è strattonato
Il 16 novembre 2011 finiva il quarto governo Berlusconi, primo della XVI legislatura (era iniziato l’8 maggio 2008); gli sarebbe succeduto il governo Monti ( a sua volta uscito di scena il 27 aprile 2013).
Fra le tante decisioni del periodo lego- berlusconiano ne ricordo una: il riuscito peggioramento della legge Bossi Fini (che mi ha coinvolto e ancora mi coinvolge, per la questione dei nuovi nati in Italia da allora senza certificato di nascita per legge).
E’ stata una decisione che fa parte del sistema dell’uso vigliacco e protervo dei deboli come strumento per distruggere altri senza sporcarsi le mani. Infatti secondo l’iniziale progetto lego-berlusconiano i malati e gli infortunati sarebbero stati arma per provocare espulsioni assicurate da medici spia per legge se la dignità degli ordini professionali non avesse imposto la cancellazione di questa misura.
Purtroppo nel 2009 passò la legge 94 che condannò matrimoni misti e neonati (la presentazione imposta del permesso di soggiorno con la lettera g del comma 22 art. 1 faceva scattare il meccanismo di espulsione senza scomodare controlli ulteriori). Due anni dopo l’intervento della Corte Costituzionale – che si pronunciò quando il governo Berlusconi era ancora in carica – salvò la possibilità di registrare senza rischi le pubblicazioni di matrimonio.
Solo nel 2013 – governo Monti in carica – ci si ricordò (fuggevolmente e non a livello governativo) del nostro dovere nei confronti del principio del “superiore interesse dei minori” e – fra il 2013 e il 2014 – furono presentate due proposte di legge che avrebbero sanato la questione (senza oneri di spesa) se qualcuno si fosse impegnato per il loro dibattito: il che non avvenne.

L’Italia sono anch’io
Già nel 2011 era stata promossa la campagna l’Italia sono anch’io, per la modifica della legge sulla cittadinanza al fine di migliorare il percorso di chi la chiede. La campagna fu sostenuta anche autorevolmente finché si trattava di andare in piazza in compagnia dei molti onesti e convinti partecipanti, usandone per esserne ripagati (forse o forse io sono maligna) dell’immagine che parecchi dei ‘promotori’ potevano costruirsi in belle piazze affollate.
Eccoli qui i promotori, elencati con una firma finale che leggo, Graziano Del Rio allora sindaco di Reggio Emilia, amante all’epoca delle piazze, oggi dei più discreti uffici del suo ministero. Comunque ecco l’elenco dei promotori
La Campagna L’Italia sono anch’io per i diritti di cittadinanza è promossa da :
Acli, Arci, Asgi-Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza, Comitato 1° Marzo, Comune di Reggio Emilia, Comunità di Sant’Egidio, Coordinamento Enti Locali Per La Pace, Emmaus Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Legambiente, Libera, Lunaria Fondazione Migrantes, Il Razzismo Brutta Storia, Rete G2 – Seconde Generazioni, Tavola della Pace, Terra del Fuoco, Ugl Sei, UIL, UISP e dall’editore Carlo Feltrinelli. Presidente del Comitato promotore è il Sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio.

Nel 2015, prima che le ‘Disposizioni in materia di cittadinanza’ passassero al senato, fu aggiunto al testo poi approvato dalla Camera dei deputati il comma 3 dell’art. 2 che salverebbe i neonati dalla condanna a non esistere se venisse votato insieme alla legge reperibile con la sigla ‘senato ddl 2092’. Ma c’è anche la possibilità che nuovi cittadini e nuovi nati vengano rottamati insieme alla norma cui la toscana non limpida chiarezza di un nuovo linguaggio, rozzo ma efficace, offre il termine che può classificarli come oggetti da discarica.
Preciso ancora una volta che la ‘salvezza’ dei neonati comporta la loro esistenza giuridicamente riconosciuta attraverso il certificato di nascita non la cittadinanza italiana: nel certificato risulterebbe quella dei genitori, come vuole la legge in vigore.

E qui casca l’asino o meglio cascano gli asini
La Lega – con i sui seguaci ed estimatori forzitalici – ha capito che bisogna agire dentro le istituzioni (nel caso loro con operativo e sempre più condiviso disfattismo messo in opera da molti anni) e contemporaneamente fuori, mobilitando i simpatizzanti a diffondere i ritornelli che in un circolo vizioso subiscono e provocano paura nell’opinione pubblica (e mezzi di informazione compiacenti soccorrono con impegno costante pur se non ammirevole).
Un atteggiamento altrettanto determinato e consapevole, e opposto nei contenuti, non caratterizza però l’azione della cd sinistra, si qualifichi moderata, di centro o oltre tutto ciò.
Infatti in tutti questi anni nulla ha fatto nel caso specifico per diffondere non solo la conoscenza dei reali contenuti del cd ius soli ma anche la consapevolezza dei danni che intervengono per i nuovi nati privi del certificato che li rende giuridicamente esistenti.
L’impegno più significativo che la cd sinistra nel suo variegato panorama si è presa è stato di carattere quantitativo: la previsione del numero di seggiole che poteva assicurarsi assumendo l’una o l’altra delle ondivaghe decisioni via via emergenti. In ciò è stata validamente supportata dal sistema elettorale promosso dalla legge porcellum che, assicurando all’elettorato liste predisposte, incatenate dalle segreterie dei partiti, promuove l’elezione a norma di fedeltà, cancellando la responsabilità dell’eletto che la Costituzione vorrebbe ‘senza vincolo di mandato’ (art. 29). Così chi si mette in gioco per essere eletto può trovarsi incatenato, fino a lasciarsi privare di ogni senso di responsabilità, dal mandato della segreteria del suo partito che lo limita nella funzione di responsabile rappresentanza dei cittadini. Ci sono certo eccezioni che, da parte mia, ho cercato di conoscere e ho documentato più volte nel mio blog ma la linea dominante è quella che ho descritto.
Chi si aspettasse stimoli di consapevolezza dalla cd. società civile ormai sa che, soprattutto nelle forme associative in cui questa si organizza, è solo cassa di risonanza quale che sia, fosse pur quella efficacemente descritta da Dante Alighieri in un’espressione qui irripetibile (Inferno canto 21, v.139)

Quando ci si mettono i vescovi
Nel 2015 vi si riunì il Sinodo dei vescovi che discusse e approfondì i problemi della famiglia, “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”, proponendo poi, il 24.10.2015, le conclusioni  del  proprio approfondimento e dibattito.
Il tema del capitolo terzo delle conclusioni era “Famiglia, inclusione e società”.
Nel documento finale gli aspetti problematici e critici per chi appartenesse a una famiglia vennero così elencati:
– in riferimento alle ‘persone con bisogni speciali’: Le persone non sposate, Migranti, profughi, perseguitati
– e in riferimento ad alcune ‘sfide peculiari’: i bambini, la donna, l’uomo, i giovani
Le criticità erano considerate solo all’essere in famiglia di questi soggetti con manifesto silenzio verso quei bambini cui la famiglia era negata.
Qualcuno mi spiegò che ciò riguardava una legge e che di leggi, strumenti della società civile, le organizzazioni ufficiali della Chiesa cattolica come tale non si occupano. Quel ‘qualcuno’ (lo si legga al plurale) oggi è ancora una volta smentito dato che i vescovi della CEI si sono espressi anche pubblicamente a favore delle ‘Disposizioni in materia di cittadinanza’.

Una fugace comparsa di vescovo eticamente responsabile e del quotidiano della CEI
Poiché già durante il dibattito del Sinodo avevo avuto sentore che la dichiarata inclusione per i piccoli figli dei sans papier si concretasse in esclusione, quando scoprii che il papa aveva nominato segretario speciale del Sinodo mons Bruno Forte, vescovo di Chieti e Vasto e teologo noto e stimato gli scrissi e, in pochi giorni comparve un suo articolo nel merito, pubblicato dal Sole 24 ore, quotidiano su cui ancora mons Forte regolarmente interviene.
L’articolo (datato 28 giugno 2015) si può leggere nel mio blog. Afferma tra l’altro
«La cecità di fronte al fenomeno migratorio tocca a volte vertici che, se non fossero drammatici, rasenterebbero il ridicolo: per limitarsi a un solo esempio, che è di estrema gravità, si potrebbe citare il caso del rifiuto della registrazione della dichiarazione di nascita in Italia dei figli di migranti privi di permesso di soggiorno! Su questo fatto c’è stato a lungo un assordante silenzio (con poche eccezioni, come ad esempio la raccomandazione proposta nel congresso del 2014 dalla Società Italiana di Medicina delle Migrazioni). Eppure, da diversi anni, nei rapporti firmati anche dalla Caritas Nazionale, il gruppo Convention on the Rights of the Child (CRC) segnala questo problema e ne raccomanda una soluzione a livello istituzionale»
Rassicurata da quell’articolo (era il mese di giugno. Le conclusioni non erano ancora pubblicate: lo sarebbero state tre mesi dopo) mi rivolsi al quotidiano dei vescovi, Avvenire, uscendone vittima di una grottesca operazione di sfruttamento. Mi recai a Milano per un colloquio accettato da una giornalista di Avvenire (a mie spese, nulla ho mai avuto ne avrei accettato per il sostegno che da cittadina responsabile cerco di dare ai piccoli condannati ad essere fantasmi).
Fra il 30 agosto e il primo settembre 2015 uscirono tre documentati articoli (anche questi leggibili nel mio blog): la giornalista che li firmò a mia richiesta mi assicurò il sostegno del direttore.
Pensavo ne uscisse una indicazione per affrontare civilmente il problema.
Nulla: un lampo di responsabilità e poi il silenzio.

Purtroppo devo dire che il mancato ordine dall’alto (garanzia di sicurezza nella ‘verità’?) assicura nelle parrocchie il silenzio dei fedeli, amanti dei propri bambini e cinicamente indifferenti a quelli degli altri soprattutto se figli di ‘poveracci’, ridotti al silenzio per il circolo perverso che ho cercato di descrivere tenendomene fuori.
Devo però onestamente considerare che su questo problema c’è una piena consonanza ecumenica (anche le chiese protestanti tacciono) e la garanzia di non essere colpevolmente silenti deriva dalla possibilità di sparire nell’oceano di una società (in)civile che di tanto si disinteressa dal livello politico, all’informazione, alla base.
Tacciono anche le donne delle commissioni pari opportunità per cui le madri, cui è negato essere tali, non sono soggetti da essere riconosciuti pari almeno nelle opportunità.
Eppure anche l’oscurità imposta può essere violenza.

FONTI
13 luglio – puntata precedente https://diariealtro.it/?p=5082

Determinazioni in materia di cittadinanza.
testo   ddl2092 senato
sintesi        https://diariealtro.it/?p=5047

15 luglio: ultimo –ma non l’ultimo – scivolamene senatoriale registrato:
http://www.repubblica.it/politica/2017/07/15/news/ius_soli_il_pd_frena_per_il_rischio_crisi-170819771/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1

2008 L’ordine dei medici dice no https://diariealtro.it/?p=4831

21 luglio 2011 – La corte costituzionale salva i matrimoni:
http://www.guidelegali.it/sentenze-in-immigrazione-diniego-sanzioni-e-processo/corte-costituzionale-sentenza-n-245-del-25-luglio-2011-illegittimita-costituzionale-dell-articolo-116-primo-comma-del-co.aspx

Un saggio sul ‘superiore interesse dei minori’
http://www.cde.unict.it/sites/default/files/files/N_%20Di%20Lorenzo_%20Il%20principio%20del%20superiore%20interesse%20del%20minore%20all%27inetrno%20delle%20relazioni%20familiari.pdf

Proposte legge non considerate né dal parlamento né dalla società più o meno civile:

17 giugno 2013 – Forse qualcuno ha visto i bambini fantasma


https://diariealtro.it/?p=3401

L’Italia sono anch’io   http://www.litaliasonoanchio.it/index.php?id=521

Synod15 – Relazione Finale del Sinodo dei Vescovi al Santo Padre Francesco.  24.10.2015
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2015/10/24/0816/01825.html

29 giugno 2015 – risposta mons Forte https://diariealtro.it/?p=3863

2015 Link articoli avvenire https://diariealtro.it/?p=4045

 

16 Luglio 2017Permalink