20 gennaio 2025 – Lettera trascurata che pubblico il 22 gennaio

Gentile padre Enzo Fortunato
ho letto con il piacere di poter far riferimento a un testo chiaro ed esplicito,
qual è il Suo scritto alla pag. 17 de Il sole 24ore di ieri (venerdì 17), “le parole
sferzanti di Papa Francesco sui diritti dei bambini” che Lei riporta.
Sono perciò confortata nella speranza di poter trovare attenzione a un
problema che reputo grave ma costantemente ignorato, quello di bambini che
nascono in Italia ma non vengono registrati all’anagrafe.
Sono una vecchia cittadina italiana , nata nel 1938 con un passato di
insegnante e successivamente di consigliera regionale in Friuli Venezia Giulia
dove vivo ma, soprattutto, sono una madre di figli ormai sessantenni , una
madre che si onora di aver fatto propri i principi di uguaglianza e solidarietà,
pilastri della nostra convivenza che voglia essere civile.
Spero avrà la pazienza di leggermi e mi spiego.
Nel 1991 venne approvata la legge 176, “Ratifica ed esecuzione della
Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembr1989”. In
quella norma leggiamo l’articolo 3, stella polare da allora di ogni discorso sui
minori: «In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle
istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle
autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del
fanciullo deve essere una considerazione preminente».
Il conseguente art. 7 è perciò una indicazione vincolante quando afferma che
« Il fanciullo è registrato al momento della sua nascita e da allora ha diritto a
un nome , ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile a
conoscere i suoi genitori e ad essere allevato da essi» .
Tale è la forza di questo articolo che nel 1998 la legge 40
(cd Turco Napolitano) , che aveva istituito il permesso di soggiorno a
garanzia della regolarità degli immigrati non comunitari, aveva escluso
proprio lo strumento che aveva istituito da quelli che devono essere
presentati al momento di registrare la nascita di un proprio figlio in Italia.
E’ evidente che tale norma assicura anche il rispetto dell’art. 3 della
Costituzione che afferma « Tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge ,
senza distinzioni di [… ] condizioni personali e sociali».
Purtroppo nel 2009 tutto cambiò. Venne approvata la legge 94 che,
coacervo di norme disparate , all’art. 1 comma 22 lettera g include il
permesso di soggiorno fra i documenti che in quella circostanza devono venir
richiesti e presentati. Lo fa con un’abile forma di discriminazione indiretta ma
il risultato è sempre lo stesso: il nato da genitori non comunitari irregolari si
fa spia minacciosa della irregolarità di chi l’ha generato , irregolarità che, se
nota , diventa ragione di gravi penalizzazioni per i neo genitori che possono
così dover affrontare anche il rischio di espulsione. Da allora la neghittosità a
360 gradi del Palmento , il silenzio dell’opinione pubblica che spesso significa
indifferenza , hanno fatto sì che questa norma restasse significativamente
collocata, come titola la legge 94, fra le “Disposizioni in materia di sicurezza

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pubblica”, riducendo questi nati a oscuri invisibili che non saranno raggiunti
neppure dalla accorate richiesta del Santo Padre di amore e protezione. E’ una
protezione, ce lo dice papa Francesco, che dal cuore si concreta nell’azione e
fra le tante azioni possibili segnalo quella di una piccola modifica di legge che
cancelli lo sfregio che il legislatore volle nel 2009.
La garanzia della iscrizione nel registro di stato civile è diritto del nato che
non deve essere inficiato dalla possibile situazione di irregolarità di
colei/colui che lo ha generato. Un nato in Italia che si trovasse privo di quel
certificato non avrebbe esistenza giuridica e per lui le parole forti di papa
Francesco che Lei cita nell’articolo di ieri suonerebbero vane: come introdurre
un nato che c’è ma non esiste al godimento di ciò che gli è dovuto? Davanti a
quella inesistenza per legge «potremmo sentirci impotenti , ma ogni gesto,
ogni scelta consapevole , è una goccia che può contribuire a formare un mare.
Dobbiamo anche richiamare le istituzioni, le imprese, le organizzazioni
ecclesiali alla loro responsabilità » .
Perché ciò avvenga occorre una parola forte, autorevole, ascoltata .
Attendo : non so dichiararle un numero di ‘casi’.
Il caso è la legge…
Cordialmente
Augusta De Piero

22 Gennaio 2025Permalink

22 gennaio 2015 _ Una vescova davanti al presidente degli USA

Quanto trascrivo dal Corriere della sera  (link più sotto) dovrebbe essere preso in considerazione, secondo me in un  quadro ecumenico,  dalle chiese cristiane anche in Italia .,
Ha officiato la cerimonia interreligiosa post-Inauguration Day (meglio sarebbe scrivere ecumenica)  la  vescova episcopale  Mariann Edgar Budde   . La cerimonia si è svolta presso la Washington National Cathedral davanti al neo presidente Trump  , vistosamente irritato.
La vescova della diocesi episcopale di Washington Mariann Edgar Budde stava per concludere il suo sermone durante la preghiera inaugurale della nuova presidenza Trump  quando, guardando il 47esimo presidente degli Stati Uniti, ha dimostrato di non aver apprezzato gli ordini esecutivi firmati
ai danni di alcune categorie della popolazione.
«Ci sono gay, lesbiche e bambini transgender in famiglie democratiche, repubblicane e indipendenti, alcuni dei quali temono per la propria vita», ha proseguito.
Il tono usato da Budde è pacato, fermo, quasi indulgente. Come se si stesse rivolgendo a un fedele che si è smarrito in un luogo solenne quale è la cattedrale di Washington  Le sue parole non hanno il sapore di un monito, ma di un consiglio per ritrovare la strada giusta. Il New York Times lo ha definito «uno straordinario atto di resistenza». La vescova ha proseguito poi con il tema migranti: «La stragrande maggioranza degli immigrati non sono criminali – ha fatto notare -.Le chiedo di avere pietà, signor presidente, delle persone i cui figli temono che i loro genitori vengano portati via, e di aiutare coloro ch fuggono da zone di guerra e persecuzioni nelle loro stesse terre a trovare compassione e accoglienza qui».
Parole che fanno eco a quelle pronunciate da Papa Francesco.

Mariann Edgar Budde, vescova di Washington, chiede a Trump di avere «pietà per gay, immigrati e transgender» | Corriere.it

Il presidente Trump non aveva perso tempo e  aveva già firmato l’ordine esecutivo  che  obbliga il Dipartimento di Giustizia non solo a richiedere la pena di morte nei casi federali appropriati ma anche a contribuire a preservare la pena capitale negli stati che hanno avuto difficoltà a mantenere scorte adeguate di farmaci per l’iniezione letale.
Al di là di una possibile attrazione che costui possa esercitare  sarebbe cosa  giusta e corretta che la difesa dei diritti civili fosse praticata anche con attenzione a situazioni locali a partire dalla iscrizione  dei nati in Italia  nel  registro di stato civile senza che ciò comporti la presentazione del permesso di soggiorno, obbligatoria in Italia dal 2009. (legge 94 art. 1 comma 22 lettera g,) .E’ un fatto su  cui  la sciatteria  parlamentare  si accompagna al  ” silenzio degli onesti”,  se la voce di Martin Luther King riuscirà ancora ad essere ascoltata..
E, visto che con una vescova ho aperto questa nota, ricordo che la Conferenza Episcopale Italiana  nel 2015 concluse  il sinodo sulla famiglia senza ricordare  che i nati nel nostro stato  potevano e possono trovarsi  privi del certificato di nascita, senza identità, senza famiglia , invisibili come fantasmi condannati a vivere nei sotterranei della storia.

22 Gennaio 2025Permalink

20 gennaio 2025 — Parla una storica israeliana

Ho copiato questo articolo dal sito di un amico che l’ha ripreso a sua volta da una comunicazione del giornalista e scrittore Massimo Chierici.
L’articolo proviene dalla pagina della scrittrice e storica  Fania Oz-Salzberger., professoressa emerita di storia presso la Facoltà di diritto della Università di Haifa
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Possiamo mantenere viva la speranza per due stati pur essendo realisti
Ci sono momenti nella storia umana in cui la pressione dall’alto cambia la geografia politica in meglio, quando le superpotenze prendono le decisioni. Questo potrebbe essere uno di quei momenti.
Sto scrivendo appena prima di enormi cambiamenti nella storia della guerra Hamas-Israele: un possibile accordo di ostaggi e cessate il fuoco, e l’insediamento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Entrambe queste eventualità potrebbero ribaltare gran parte dell’attuale stallo, ma non è probabile che allevieranno l’abisso tra la destra (ora quasi interamente dominata da Netanyahu, Smotrich e Ben-Gvir) e il centro-sinistra liberale.
Quel baratro è emerso circa un decennio fa, e non ha mai riguardato i palestinesi. Riguarda la Corte Suprema e il procuratore generale, che sono diventati nemici di Netanyahu dopo che è stato incriminato per tre capi d’imputazione per corruzione. I tentativi di demonizzare il ramo giudiziario del governo israeliano sono iniziati un decennio fa, ma l’attuale coalizione è finalmente riuscita a indebolirlo e politicizzarlo. Così, un anno dopo il 7 ottobre, la Knesset ha ripreso il suo blitz legislativo contro la magistratura.
La guerra di Gaza ha inferto un colpo mortale alla solidarietà israeliana. La maggior parte delle vittime del 7 ottobre, molti kibbutznik e partecipanti al festival Nova, appartenevano al movimento pro-democrazia e alcuni di loro appartenevano al campo della pace. Molti israeliani sono ora convinti che questo spieghi il trattamento meschino da parte del governo dei kibbutz distrutti (Netanyahu deve ancora visitarne uno o incontrare le loro comunità), così come il trattamento incredibilmente maleducato delle famiglie degli ostaggi da parte di alcuni ministri e membri della Knesset, per non parlare della violenza contro di loro da parte della polizia di Ben-Gvir.
Inoltre, un numero significativo di israeliani è disgustato dalla guerra condotta a Gaza in nostro nome. Quella che è iniziata come una guerra eminentemente giusta si è trasformata in un bagno di sangue di innocenti palestinesi, con un prezzo orribile anche per le vite dei soldati israeliani. Solo una piccola, seppur crescente, minoranza di ebrei israeliani si preoccupa della prima, ma quasi tutti sono profondamente addolorati per la seconda. L’opinione pubblica è pronta per un cessate il fuoco e il ritorno del maggior numero possibile di ostaggi.
In che modo questo momento influenzerà la cosiddetta riforma giudiziaria? Io sono tra coloro che la chiamano crisi costituzionale o colpo di stato, e vedo l’attuale legislazione come una mossa per cambiare la nostra forma di governo distruggendo la separazione dei poteri. Chiaramente, Trump condivide il copione di Netanyahu quando si tratta di politicizzare unilateralmente la Corte Suprema. La crisi costituzionale israeliana dovrà essere risolta dagli israeliani, probabilmente nelle prossime elezioni previste per la fine del 2026, e si spera prima.
E il futuro israeliano/palestinese? Suggerisco di restare sintonizzati e di aspettarci l’inaspettato. Subito dopo il 7 ottobre 2023, mi sono imbattuto in ritornelli inquietantemente simili dalla destra israeliana e dalla sinistra anti-israeliana globale sul mio account Twitter e durante conferenze pubbliche: la soluzione dei due stati è morta, schernivano.
I destri pensavano di aver vinto la loro causa per il Grande Israele. Dopotutto, la frase “dal mare al Giordano” faceva parte del credo politico del Likud fin dagli anni ’70. Fin dal primo giorno, ci fu qualche brutto scherno contro i kibbutznik massacrati perché erano “di sinistra” che credevano nella pace.
Sul fronte opposto, gli odiatori di Israele in tutto il mondo hanno respinto senza mezzi termini un compromesso territoriale, dicendo agli ebrei di andarsene al diavolo dalla terra che avevano colonizzato. Sono stata personalmente diffamato da gente come Owen Jones per essere un sionista di sinistra e per aver mantenuto la mia convinzione che Israele e Palestina possano un giorno diventare vicini pacifici.
Una versione più soft chiedeva in modo surrealista “uno Stato, laico e liberale, per arabi ed ebrei”, senza spiegare esattamente come laicità e liberalismo possano attualmente provenire da Gaza o dalla Cisgiordania.
E tuttavia, sotto gli imprevedibili auspici di Trump e la pressione dei regimi arabi, un compromesso territoriale potrebbe ancora materializzarsi. In Israele, i pacifisti sono traumatizzati ma non capitolano. Le dimostrazioni antigovernative lasciano spazio a slogan umanisti e in cerca di pace. Gli oratori menzionano la difficile situazione degli innocenti abitanti di Gaza. Nei grandi raduni di Tel Aviv e in alcune proteste regionali, un cerchio crescente di ebrei e arabi chiede la pace. ONG come “Standing Together” e “Women Wage Peace” hanno notevolmente ampliato la loro portata.
Un compromesso territoriale non è ancora pace. Per anni, la sinistra sionista è stata accusata di promuovere un riavvicinamento illusorio e sognante tra israeliani e palestinesi. Ma questo era in gran parte un argomento fantoccio. Come diceva il mio defunto padre, lo scrittore Amos Oz, “Fate la pace, non l’amore!”. Nessun futuro accordo tra due stati includerebbe una clausola d’amore o una clausola di fiducia cieca. Sarà graduale, cauto e amaramente sospetto. Come dovrebbe essere.
Sono abbastanza fiducioso da credere che la maggior parte degli israeliani lo sosterrebbe se condotto in modo responsabile.
Tuttavia, non sono abbastanza ottimista da credere che un campo di pace palestinese possa emergere a breve. Ci sono momenti nella storia umana in cui una pressione opprimente dall’alto deve cambiare la geografia politica in meglio, quando imperi o superpotenze prendono le decisioni. Probabilmente stiamo entrando in una di queste congiunture.
Cosa può offrire la società civile israeliana a questo punto? Non molto, se non la promessa che una volta che un accordo di pace responsabile sarà sul tavolo, e una leadership palestinese non genocida sarà in grado di firmarlo, milioni di israeliani si alzeranno in piedi per sostenerlo. Il nostro DNA politico include ancora una volontà di compromesso che i nostri nemici non hanno mai mostrato. E abbiamo speranza. Una speranza gravemente ferita, una speranza spezzata ma speranza. Siamo quindi pronti a versare il nostro cucchiaino di umanità civica nel calderone delle mega-potenze egoiste che il 2025 probabilmente porterà a ebollizione.
20 Gennaio 2025Permalink

17 gennaio 2025 – Israele e Hamas firmano l’accordo, il gabinetto di sicurezza israeliano lo approva

I primi ostaggi verrebbero liberati domenica. Netanyahu: “Se la fase due fallisce la guerra riprende”. Antonio Guterres (Onu): Unifil ha trovato cento depositi di armi di Hezbollah

16:30 17 Gennaio
Israele: domenica alle 16 liberi 95 detenuti palestinesi

Dopo la riunione del gabinetto, il ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato l’elenco dei detenuti palestinesi il cui rilascio è previsto nel primo round dell’accordo, soggetto all’approvazione del governo. L’elenco comprende 95 detenuti e, secondo il piano, la loro liberazione non sarà effettuata prima delle 16,00 (ora locale) di domenica. La maggior parte dei detenuti palestinesi nell’elenco sono donne e solo uno, con meno di 18 anni, condannato per omicidio.

16:27 17 Gennaio
Hamas: l’accordo è stato reso possibile da Trump

L’accordo di cessate il fuoco con Israele non sarebbe stato possibile senza il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump e il suo inviato Steve Witkoff. Lo ha detto il responsabile delle relazioni politiche e internazionali di Hamas, Basem Naim, in un’intervista al network saudita Al Arabiya. Secondo Naim l’intesa non sarebbe stata raggiunta “senza la pressione dell’amministrazione entrante guidata dal presidente Trump, perché il suo inviato nella regione, Witkoff, è stato qui negli ultimi giorni” e “prendeva nota di tutti i dettagli e di tutti gli ostacoli ed esercitava pressione, soprattutto sul governo israeliano”. L’esponente di Hamas ha quindi attribuito il ritardo di mesi nel raggiungere l’accordo “alla riluttanza, forse complice, dell’amministrazione Biden, e al sostegno illimitato e incrollabile al governo di Israele, alla guerra contro i palestinesi, al continuo investimento in questa guerra militarmente, diplomaticamente e politicamente”.

16:25 17 Gennaio
Ben Gvir: sono inorridito, gli ergastolani liberi torneranno a uccidere

“Se fino a ieri ero inorridito da questo accordo, oggi quando viene rivelato che terroristi con l’ergastolo vengono rilasciati a Gerusalemme, in Cisgiordania, quando tutti sanno che cercheranno di fare di nuovo del male e a uccidere di nuovo, mi prende l’ansia”, ha scritto su X il ministro di ultradestra israeliano Itamar Ben Gvir, che ha votato contro l’accordo nella riunione di gabinetto e ieri ha annunciato che si dimetterà. “Mi rivolgo agli amici del Likud e del sionismo religioso, non è troppo tardi, questo accordo può essere fermato”, ha aggiunto.

 

17 Gennaio 2025Permalink

14 dicembre 2024 – Conclusione dell’ultimo blog di Giancarla Codrignani

 LE GUERRIERE                                                  

La Scala ha inaugurato con la Forza del Destino, un’opera di Verdi che dimostra come la guerra, la vendetta, il pregiudizio dell’onore siano lombrosionamente fisiologici negli uomini. Ma la protagonista, vittima dell’odio del fratello per il fidanzato, figlio di re precolombiani ma ritenuto “un meticcio”, è una donna che reagisce alla violenza non solo ribellandosi al padre e diventando eremita quando il destino la condanna, ma letteralmente “combatte” con l’esercito in cui si è intruppata per ritrovare l’uomo che ama e che insegue nonostante la presunta uccisione di suo padre, vestita da soldato per potersi muovere in sicurezza. La stupenda Anna Netrebko impersona una donna che è donna, ma che sa comportarsi “come un uomo” in mezzo alle truppe o ai frati che non l’accettano in quanto femmina a cui una donna impone la sua sofferta autonomia.
Non si sa com’è, ma in questa stagione di guerre la pubblicistica racconta qua e là storie di donne “guerriere”, come se le storiche che vanno per archivi in cui giacciono i documenti “di genere” lasciati ignorati non ce ne avessero presentate parecchie. O come se le donne fossero “per natura” esenti da aggressività e da ricerca di parità pericolose come fare le soldate non solo per carriera ma “passione”. Kamala Harris si vanta di possedere una pistola e di saperla usare se incontrasse un aggressore.
I problemi – in tempo di guerre – sono di altro genere. E’ che le donne, proprio per essere state emarginate, hanno conosciuto il potere molto da vicino. E lo ritengono inadeguato alle loro esigenze biologiche, psicologiche, morali e politiche: sanno che fa male anche all’uomo che sceglie sempre la guerra anche contro di loro. Ma non hanno ancora elaborato una politica che non solo cambi il potere, ma ne cambi così tanto i connotati da doverlo chiamare in altro modo, forse “convivenza”. O, vedendo l’orizzonte attuale, “sopravvivenza”. Il veterofemminismo anni Settanta/Ottanta aveva fatto analisi diverse e non superficiali sulla pace, che oggi sono irrecuperabili e senza particolari innovazioni o proposte nelle attuali denunce online.
Comunque, a conclusione, una notizia sul solito clima regressivo che non solo questo governo (che se ne avvale alla grande) ci propone. In Lombardia un regolamento regionale del 2007, modificato nel 2022, ordinava il seppellimento o la cremazione degli esiti di aborti (spontanei o volontari) che hanno prodotto convenzioni con le aziende ospedaliere per “funerali” che dovrebbe essere comunicati alle interessate e non sempre lo sono. Il quotidiano Domani pubblicizza il podcast “Venti settimane”, uno strumento prodotto da un’inchiesta sostenuta dai lettori. Ci vogliono madri o – perché no? È sempre un posto di lavoro – soldate.
A proposito: forse in Siria sono arrivati dei “talebani”: c’è stata una domanda, una sola relativa a come tratteranno le donne? Eppure sarebbe stato il più valido strumento esplorativo di un futuro incerto (comodo far conto di niente).

Giancarla Codrignani  Noi Donne, 11 dic. 2024

14 Dicembre 2024Permalink

1 dicembre 2024 — Calendario di novembre

Il 20 novembre 1989 L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Convezione internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che l’Italia ha ratificato con legge 176/1991, affermando il diritto assoluto di ogni nato alla registrazione della nascita.
Con aggressiva, devastante indifferenza l’Italia nel 2009 con legge 94 ha escluso dalla dovuta certezza di questo diritto i nati in  Italia se figli di sans papier.
Lo fece, con voto di fiducia, un Parlamento  capace di far precedere la più opportunistica e abbietta convenienza al diritto e all’etica.

Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne,
E’  una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999.
Il 18 novembre2024 , si è svolta la “Presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin “, nella Sala della Regina di Montecitorio , in collegamento con il Parlamento Europeo e le scuole. Indirizzo di saluto del vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè

Anno ebraico 5785   2 ottobre a venerdì 4 ottobre:
Capodanno  Rosh Ha ShanàAnno islamico 1445/46  Capodanno islamico  1° di Muharram 1446
7 luglio 2024

 

Il calendario del mese
.1 novembre 1911 –   Primo bombardamento aereo italiano in Libia e
…………………………………primo .bombardamento aereo della storia

.1 novembre 2009 –  Morte della poetessa Alda Merini

.1 novembre 2016 –  Morte di Tina Anselmi, prima donna ministro
………………………………….nella storia  della  Repubblica        [Nota 1]

.2 novembre 1975   -Assassinio di Pier Paolo Pasolini

.3 novembre 1970     Salvador Allende diventa presidente del Cile.

.4 novembre 1966  . Alluvione di Firenze

.4 novembre 1995     Assassinio di Yitzhak Rabin

.6 novembre 1962     Risoluzione ONU contro l’apartheid in
Sudafrica

.6 novembre 2024    Donald Trump vince le elezioni.
47mo presidente USA

.7 novembre 1917     Rivoluzione d’Ottobre

.8 novembre 1960    USA: elezione alla presidenza di J.F.Kennedy

.8 novembre 2016   USA: elezione alla presidenza di D. Trump

.9 – 10 novembre 1938   Germania: “notte dei cristalli”   [Nota 2]

.9 novembre 1989   Germania: abbattimento del muro di Berlino

.9 novembre 1993   Distruzione del ponte di Mostar

10 novembre 1483…Nascita di Martin Lutero

11 novembre 1821     Nascita di Dostoevskij

11 novembre 1992    La chiesa anglicana inglese ammette le donne
………………………………….pastore                                           [Nota 3]

11 novembre 2021      Morte di Frederick de Klerk                [Nota 4]

13 novembre 354…-   Nascita di Agostino di Ippona

13 novembre 2015    Attentati dell’ISIS a Parigi – strage del Bataclan

15 novembre 1988    L’ANP annuncia la nascita dello stato palestinese

16 novembre 1989    Salvador – strage dell’UCA –
…………………………….(Universidad centroamericana Simeón Cañas)

17 Novembre 1938    REGIO DECRETO LEGGE n. 1728
…………………………….Provvedimenti per la difesa della razza italiana
,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,[Nota 5]

18 novembre 1626    Consacrazione della basilica di San Pietro.

19 novembre 1975    Spagna: morte del dittatore Francisco Franco

20 novembre 1945   Inizio del processo di Norimberga

20 novembre 1989   L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
…………………………….approva la Convenzione  internazionale dei
…………………………….diritti dell’infanzia e dell’adolescenza  [Nota  6

23 novembre 1971    La Cina sostituisce Taiwan nel Consiglio
dell’ONU.
23  novembre  2023  .Inizio restituzione ostaggi presi  dopo l’attacco
terroristico Hamas – Israele

25 novembre              ONU: giornata internazionale l’eliminazione.
della violenza contro le donne

25 novembre 1973     Grecia: golpe militare

25 novembre 1992 – Il Parlamento vota la divisione fra Repubblica
Ceca e..Slovacca

25 novembre 2016    Morte di Fidel Castro

26 novembre 1915     Einstein presenta la teoria della relatività
generale

26 novembre 1954    Ritorno di Trieste all’Italia

27 novembre 1941     Resa di Gondar: l’Italia lascia l’Africa
orientale.

29 novembre             ONU: giornata internazionale di solidarietà con
il popolo palestinese                                                           [Nots 7]
29 novembre 2024   Siria, offensiva lampo dei ribelli filo-turchi ad
Aleppo

30 novembre 1780  Muore Maria Teresa d’Austria

30 novembre 1786  Il granduca di Toscana abolisce la pena di morte

30 novembre 1943  Morte di Etty Hillesum ad Auschwitz

30 novembre 1999   Seattle: prima mobilitazione del movimento
no-global

 

NOTE:

[Nota 1]  Il 29 luglio del 1976 Tina Anselmi viene nominata
ministro: è la prima donna in Italia. Occuperà il dicastero
del Lavoro e delle previdenza sociale fino all’11 marzo 1978, data in cui passerà al
ministero della Sanità, rimanendovi fino al 4 agosto dell’anno
successivo e contribuendo a far approvare tre leggi che rivoluzionarono
la sanità italiana:
la legge 180, per la riforma dell’assistenza psichiatrica, quella che istitutiva
il Servizio Sanitario Nazionale e la legge 194 per l’interruzione volontaria
della gravidanza.. Firmò il testo della legge 194 da ministra perché questo imponeva l
a sua carica, nonostante le fortissime pressioni contrarie dalle gerarchie ecclesiastiche

[Nota 2]   La Notte dei Cristalli | Enciclopedia dell’Olocausto        ((ushmm.org)

[Nota 3]  Dicembre 2014: consacrazione della prima vescova

[Nota 4]  vedi anche 18 settembre 2018 –     LEGGI RAZZIALI, 1938-2018. (diariealtro.it)

[Nota 5]  muore Frederick de Klerk – Il presidente del Sudafrica
che liberò Nelson Mandela.
Premio Nobel per la pace 1993.insieme e a Mandela

[Nota 6]  Legge 27 maggio 1991, n. 176.  Ratifica ed esecuzione
della   Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a
New York il  20 novembre 1989
Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare
la convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York
il 20 novembre 1989.

[Nota 7] L’elenco delle giornate internazionali celebrate dalle
Nazioni Unite  si raggiunge con
https://unric.org/it/calendario-giornate-internazionali/

 

1 Dicembre 2024Permalink

27 settembre 2024_ Gad Lerner Il Libano oggi

Gad Lerner a La7: “Mi spaventa la posizione dell’Occidente che lascia fare a Israele il ‘lavoro sporco’ convinto di trarre benefici” – Il Fatto Quotidiano

di F. Q. | 27 Settembre 2024

La posizione dell’Occidente è quella di lasciar fare a Israele il ‘lavoro sporco’, pur nella consapevolezza che non c’è mai stata una carneficina di civili tanto grande, in tutto il secolo scorso, quanto quella di questi 11 mesi. Ma lo sta facendo anche per noi, è il ragionamento. E le operazioni militari, che in pubblico non possiamo approvare, speriamo ci convengano”. Gad Lerner, ospite di Corrado Formigli a PiazzaPulitasu La7, ha analizzato ciò che sta facendo Israele in Medio Oriente e la posizione dei principali Paesi occidentali in relazione sia alla guerra a Gaza sia alle recenti operazioni militari in Libano. “C’è chi addirittura pensa di dare il colpo all’Iran. A me tutto ciò spaventa molto” ha aggiunto Lerner, “gli israeliani rispetto a un anno fa si sentono molto meno sicuri. E l’idea che con la forza militare si risolva la situazione in Libano è un’illusione”.

La7 – 27 Settembre 2024

 

27 Settembre 2024Permalink

16 settembre 2024 _ Una poesia di Bertolt Brecht a proposito del ‘tempo insensibile

 

“A coloro che verranno” di Bertolt Brecht:.

Davvero, vivo in tempi bui!
La parola innocente è stolta. Una fronte distesa
vuol dire insensibilità. Chi ride,
la notizia atroce
non l’ha saputa ancora.

 

Quali tempi sono questi, quando
discorrere d’alberi è quasi un delitto,
perché su troppe stragi comporta silenzio!
E l’uomo che ora traversa tranquillo la via
mai più potranno raggiungerlo dunque gli amici
che sono nell’affanno?

 

È vero: ancora mi guadagno da vivere.
Ma, credetemi, è appena un caso. Nulla
di quel che fo m’autorizza a sfamarmi.
Per caso mi risparmiano. (Basta che il vento giri,
e sono perduto).

 

“Mangia e bevi!”, mi dicono: “E sii contento di averne”.
Ma come posso io mangiare e bere, quando
quel che mangio, a chi ha fame lo strappo, e
manca a chi ha sete il mio bicchiere d’acqua?
Eppure mangio e bevo.

 

Vorrei anche essere un saggio.
Nei libri antichi è scritta la saggezza:
lasciar le contese del mondo e il tempo breve
senza tema trascorrere.
Spogliarsi di violenza,
render bene per male,
non soddisfare i desideri, anzi
dimenticarli, dicono, è saggezza.
Tutto questo io non posso:
davvero, vivo in tempi bui!
Nelle città venni al tempo del disordine,
quando la fame regnava.
Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,
e mi ribellai insieme a loro.
Così il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.

Il mio pane, lo mangiai tra le battaglie.
Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.
Feci all’amore senza badarci
e la natura la guardai con impazienza.
Così il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.

 

Al mio tempo le strade si perdevano nella palude.
La parola mi tradiva al carnefice.
Poco era in mio potere. Ma i potenti
posavano più sicuri senza di me; o lo speravo.
Così il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.

 

Le forze erano misere. La meta
era molto remota.
La si poteva scorgere chiaramente, seppure anche per me
quasi inattingibile.
Così il tempo passò
che sulla terra m’era stato dato.

 

Voi che sarete emersi dai gorghi
dove fummo travolti
pensate
quando parlate delle nostre debolezze
anche ai tempi bui
cui voi siete scampati.

Andammo noi, più spesso cambiando paese che scarpe,
attraverso le guerre di classe, disperati
quando solo ingiustizia c’era, e nessuna rivolta.

 

Eppure lo sappiamo:
anche l’odio contro la bassezza
stravolge il viso.
Anche l’ira per l’ingiustizia
fa roca la voce. Oh, noi
che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,
noi non si poté essere gentili.

 

Ma voi, quando sarà venuta l’ora
che all’uomo un aiuto sia l’uomo,
pensate a noi
con indulgenza.

 

Bertolt Brecht affermava di vivere in un “tempo insensibile”, privo di innocenza, ostile e senza rispetto verso i sentimenti.
La poesia che trascrivo venne pubblicata nel  1939 :  in Germania imperversava la dittatura di Adolf Hitler, si presagiva  la guerra e il peggio  doveva ancora arrivare

16 Settembre 2024Permalink

11 settembre 2024 – 11 settembre 1973 Ultimo discorso di Salvador Allende

Ultimo discorso di Salvador Allende

ultimo discorso di salvador allende (11 settembre 1973, radio magallanes) (youtube.com)

 

:10 A.M.

“Sicuramente questa sarà l’ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi.

La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Magallanes.

Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno.

Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l’ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell’Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri.

Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: Non rinuncerò! Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo. E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente.

Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza. La storia è nostra e la fanno i popoli.

Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, per la fiducia che avete sempre riservato ad un uomo che fu solo interprete di un grande desiderio di giustizia, che giurò di rispettare la Costituzione e la Legge, e cosi fece.

In questo momento conclusivo, l’ultimo in cui posso rivolgermi a voi, voglio che traiate insegnamento dalla lezione: il capitale straniero, l’imperialismo, uniti alla reazione, hanno creato il clima affinché le Forze Armate rompessero la tradizione, quella che gli insegnò il generale Schneider e riaffermò il comandante Ayala, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando, con aiuto straniero, di riconquistare il potere per continuare a difendere i loro profitti e i loro privilegi.

Mi rivolgo a voi, soprattutto alla modesta donna della nostra terra, alla contadina che credette in noi, alla madre che seppe della nostra preoccupazione per i bambini.

Mi rivolgo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che hanno continuato a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni di professionisti, dalle associazioni classiste che hanno difeso anche i vantaggi di una società capitalista.

Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all’allegria e allo spirito di lotta.

Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l’obbligo di procedere. Erano d’accordo. La storia li giudicherà.

Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più. Non importa. Continuerete a sentirla. Starò sempre insieme a voi. Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.

Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi. Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.

Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore.

Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!

Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento.”

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Visualizza anteprima video YouTube ultimo discorso di salvador allende (11 settembre 1973, radio magallanes)

 

11 Settembre 2024Permalink

2024 settembre 04 La Repubblica – “E’ Bobbio il nostro Socrate” 

 Su La Repubblica  di oggi 4 settembre è comparo un articolo troppo ghiotto  perché potessi lasciarlo perdere.  Così l’ho ricopiato parola per parola , compreso l’annuncio  della pubblicazione di un libro dello stesso autore dell’articolo.

Il dubbio e il dialogo di Gustavo Zagrebelsky (Einaudi, pagg. 96, euro 13)

In un momento in cui le idee sembrano confrontarsi per il peso di chi le esprime, a prescindere dal significato culturale  di questa  espressione di solito ancorata al ruolo visibile (quale che ne sia la ragione)  di parlatori, chiacchieroni e ameni   soggetti vari leggere un testo del genere fa bene.

… Una delle caratteristiche dei discorsi e degli scritti del professor Bobbio è stata la brevitas o breviloquenza. Per esplicito riconoscimento, preferiva i saggi brevi su questioni specifiche alle teorie onnicomprensive alle quali si dedicano di solito i filosofi del diritto, della giustizia, della politica, anche se non è affatto impossibile cogliere i nessi e organizzarli in “sistema”.
… A parte i corsi universitari, la dimensione dei suoi scritti, funzionale alla limpidezza del discorso e dell’esposizione delle idee con le quali si confrontava e invitava a confrontarsi, corrispondeva al cruccio costante in lui, proprio in lui che riconosciamo maestro di precisione e comprensibilità, di mescolare temi eterogenei che avrebbero influito sulla chiarezza. Solo quando si è giunti a chiarire le idee per se stessi, si può essere brevi e non tediosi nell’esporle. Avrebbe potuto riconoscersi nel Socrate che, sfiancato dalla prolissità del suo interlocutore, un sofista (Protagora  335-36) che mena il can per l’aia sconclusionatamente – la questione era l’unità o la divisibilità della virtù: una questione, s’intende, cruciale – preferisce, come si dice, ,prendere cappello e andarsene via accompagnato dall’autoironia che gli era propria: «Iosono uno smemorato, e se uno va per le lunghe, dimentico di che si stia parlando. Come dunque, s’io fossi un po’ sordo, a voler ragionare con me crederesti necessario d’alzar la voce più che con gli altri, così anche ora, poiché ti sei imbattuto in uno smemorato, compendia le risposte e falle brevi, se vuoi ch’io ti segua». «Io ritenevo», aggiunge, «che fossero due cose distinte il discutere insieme conversando e il parlare dinanzi a un’assemblea». Davanti a una «assemblea» può essere una tecnica utile tirare «in lungo fino a che la maggior parte degli uditori si scordino del punto a cui si riferiva la dimanda» e, nella confusione, ci si possa lasciar andare a «bisticciarsi gli uni con gli altri» come fa l’«infinita […] turba degli sciocchi». «Ho capito», dice Socrate, non Bobbio ch’era una persona molto educata, «che per me non c’era più ragione di rimanere in quel convegno» e, «detto ciò, mi son levato per andarmene».
… Il pensiero dicotomico, al di là di quel che si potrebbe dire circa il suo fondamento ontologico o teologico, cioè circa l’anzidetto omnia duplicia biblico, è uno strumento importante, forse essenziale, del «pensar chiaro». Anzi, spesso, è «l’altra faccia della medaglia», quella che ci consente di vedere meglio, più chiaramente rispetto al nostro personale e più facile punto di vista. Ma, affidarsi ad esso non è cosa da farsi con superficialità. Si tratta di mettere a raffronto idee bene costruite che possano dirsi “rivelatrici” dell’essenziale del concetto.
… Ma, come sanno coloro che operano con le idee e, prima di tutti, gli ideologhi e i facitori di idee, non c’è nulla di più volatile delle idee. Possono disperdersi in molti rivoli, frivolezze e sentieri illusori. Verso le metafore, le immagini, le similitudini che possono colpire la fantasia e l’emozione ma spesso ostacolano l’intelligenza e il ragionamento, occorre essere sospettosi e usarle con parsimonia solo quando chiariscono, non quando sembrano poetiche e seduttive. Le idee rivelatrici sono quelle che colgono il punto principale, da cui logicamente dipendono tutti i discorsi che ruotano attorno a quel certo punto, senza intromissioni, oscurità, adulterazioni dettate da preconcetti teorici, dottrinali e metodologici. E sono, altresì, le idee che servono alla costruzione dicotomica di un discorso ben fondato.
… Nel campo del diritto, le idee non sono mai evidenti e chiare in sé. Non sono le idee che compongono il vasto campo delle realtà oggettive che si offrono alle intuizioni evidenti o alle speculazioni ontologiche dei metafisici. Sono costrutti concettuali di origine culturale che stanno alla confluenza di tanti apporti, storici, filosofici, esperienziali, eccetera, entro la quale occorre sapere scendere per cogliere quanto c’è di profondo ed essenziale e quanto di superficiale e accessorio.
… Ma questa ricerca non ha a che vedere con la ricerca della verità. Ha a che vedere con l’intelligenza fedele delle posizioni che si confrontano dicotomicamente, vere o false che siano rispetto a criteri di verità esterni alle posizioni ideali che sono in gioco.
… In breve, ciò che importa a prima vista non è che cosa è il diritto o la politica, ma che idee ne hanno coloro che si confrontano o si scontrano dicotomicamente.  Non si tratta di scoprire chissà cosa, né di ricevere illuminazioni di sorta, né di farsi ragionamenti chiari e sicuri” per penetrare nella verità profonda delle “cose che sono”. Si tratta di comprendere le “cose pensate” per poterle mettere a confronto veritieramente, rispettosamente e onestamente.
… Insomma, la metodologia di Bobbio non è il metodo di Cartesio anche se l’espressione «ragionamenti chiari e sicuri» del secondo sarebbe probabilmente piaciuta assai al primo, ma non nel senso della via per tentare «e avanzare per quanto possibile nella conoscenza della verità, seguendo il metodo che mi ero prescritto».
… Al contrario, il metodo dicotomico presuppone che, per sua natura, la conoscenza «per quanto possibile» si svolga muovendo strutturalmente entro un binario a due rotaie. Colui al quale ci rivolgiamo come il massimo estimatore della chiarezza, nemico bensì delle «illuminazioni» e amico dei «ragionamenti chiari e sicuri», era convinto dell’esistenza della Verità e della sua capacità di raggiungerla, fino al punto di credere, nel suo intellettualismo estremo, di poter arrivare dimostrativamente all’esistenza di Dio, non un dio interiore, ma un dio della ragione per così dire meccanica, né stoico né neoplatonico, che lavora nel mondo  naturalisticamente tramite evidenze, deduzioni, induzioni, inferenze, eccetera, accessibili all’intelletto umano.

4 Settembre 2024Permalink