14 gennaio 2023 –   Quando Lino Di Gianni …

Quando Lino Di Gianni entra nelle mie giornate.
Nel 2003, durante il mio primo soggiorno lungo a Betlemme come insegnante di Italiano alle guide turistiche dell’International Center (link in calce per chi lo volesse conoscere), mandavo una lettera con le informazioni che ritenevo significative a un’amica che la diffondeva a una sessantina di amici comuni. Non so come capitò in mano a Lino Di Gianni  che mi telefonò e mi aiutò a costruire il mio primo blog. Non ci siamo mai incontrati ma lo considero un amico prezioso nella condivisione  di ciò che leggo nel suo blog e in ciò che ci differenzia
Lo trovate anche su facebook e su facebook ho trovato e ricopio (non è prevista la condivisione)  questo indimenticabile testo del grande giornalista Luigi Pintor.
Nella trascrizione evidenzio con  il grassetto la frase con cui Lino presenta questo testo prezioso e colgo l’occasione per suggerirvi una visita all’home page di Lino
Ancora una volta grazie Lino

Ragione e sentimento

DALL’ARCHIVIO  Pubblicato il 12/10/2013  Edizione del 12/10/2013  PINTOR LUIGI, ━

Se reagisco emotivamente alla sentenza Priebke provo un senso di pianto. Penso alle vittime come a persone vive e incredule, come se le conoscessi tutte e non una soltanto. Se toccasse a me di informarle, portar loro la notizia nel fondo delle cave, che parole troverei?
Più che sofferenza sento però vergogna personale. Che cosa ho fatto in questi cinquant’anni? Sono uno di quelli che debbono a un certo punto domandarsi, secondo Thomas Mann, se gli resti il diritto di noverarsi tra le persone rispettabili.
Provo anche dell’odio e altri pessimi sentimenti. So che non si deve. Ma se alla fine di quel processo, qualcuno si fosse abbandonato a un gesto estremo, l’avrei compreso come un fratello. So che non si deve.
Se invece reagisco alla sentenza Priebke razionalmente, con un criterio politico, allora resto freddo e persuaso. La trovo logica, e contro la logica si indignano i farisei. La trovo un segno dei tempi, e perciò un segno di verità.
Da molti anni i fascismi, tutti i fascismi, sono stati rivalutati. Sottilmente nelle accademie europee, nelle nostre aule parlamentari, nel senso comune. Ora grossolanamente anche nei tribunali. Norimberga non fu che un’ipocrisia dei vincitori.
Non è una rivalutazione storica, è una rivalutazione politica. Non riguarda il passato, riguarda il presente. Non è una memoria cancellata, è una memoria ritrovata. I fascismi sono stati un’incarnazione del potere e una teoria del dominio a cui si riconosce un merito e si restituisce un onore. Perché su di essi si può fare assegnamento futuro.
Così ci parla nella sua miseria la sentenza Priebke, anche se preferiamo non sentire. E ci dice coerentemente che ogni strage, ogni crimine contro l’umanità, ogni guerra, trova legittimità e giustificazione in quanto è un esercizio del potere. Questo esercizio insindacabile non è più un’eccezione ma una consuetudine, è la nostra normale frequentazione televisiva. Se condannassimo quel passato, come potremmo assolvere questo presente?
Lasciamo dunque che il buon soldato muoia nel suo letto con la donna che gli ha scritto lettere d’amore. E apriamo subito anche noi, come ad Auschwitz, un supermercato esemplare al posto dell’ossario in disuso, anticipando giubilei e nuove costituzioni.

Questo editoriale di Luigi Pintor è stato pubblicato sulla rima pagina del manifesto il 3 agosto 1996. Il primo agosto Erich Priebke era stato prosciolto dal Tribunale militare di Roma al termine del processo per la strage delle Fosse Ardeatine. I giudici militari avevano riconosciuto all’imputato le attenuanti, ragione per cui il reato era stato dichiarato prescritto. Alla lettura della sentenza una rivolta popolare, in prima fila le famiglie delle vittime della strage, aveva assediato l’aula del Tribunale.

https://enjoybethlehem.com/see/the-international-center-of-bethlehem-dar-annadwa-adduwaliyya

 

14 Gennaio 2023Permalink

11 gennaio 2023 – Leggendo le pagine ebraiche

11 Gennaio 2023 – 18 Tevet 5783

Pagine Ebraiche info@paginebraiche.net tramite gmail.mcsv.net

L’INTESA SIGLATA DA MINISTERO DELL’ISTRUZIONE E UCEI

L’ebraismo italiano e le ferite del passato,  un protocollo per la Memoria

“Promuovere la conoscenza della bimillenaria presenza ebraica in Italia e delle comunità ebraiche, con riferimento alla storia, al pensiero e alla cultura dell’ebraismo italiano dalle sue origini ai tempi d’oggi; promuovere la conoscenza dei luoghi della persecuzione razziale, deportazione e sterminio nel nostro Paese; promuovere la conoscenza degli accadimenti, attraverso testimonianze e fonti documentali relative alla storia del ventennio fascista in Italia, di tutte le vittime del nazifascismo e di coloro che si sono adoperati per salvare vite umane (‘I Giusti tra le Nazioni’); promuovere ogni forma di contrasto alla distorsione, alla banalizzazione, alla minimizzazione e all’abuso della storia e della memoria della Shoah; promuovere i valori del rispetto e della convivenza tra popoli e dell’incontro tra culture e religioni diverse; condividere progetti di ricerca e approfondimento storico e didattico inerenti alla trasmissione della memoria”.

Sono gli obiettivi cui tende la carta d’intenti siglata a Cracovia dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e dalla presidente UCEI Noemi Di Segni durante il Viaggio della Memoria istituzionale in svolgimento in Polonia alla presenza della Testimone della Shoah Tatiana Bucci.

La cerimonia della firma alla sinagoga Remuh, cui è intervenuto anche il rabbino capo di Torino Ariel Finzi, è stata l’occasione per parlare di Memoria e di corretta trasmissione alle nuove generazioni. “Per l’Italia e le sue istituzioni l’appello è quello di assumersi le responsabilità per quanto accaduto. La Shoah non è solo qui nei luoghi dello sterminio, perpetrata dai nazisti. È avvenuta anche a casa nostra, nei nostri uffici, dimore, piazze, valli e montagne”, le parole della presidente Di Segni in sinagoga. Parole di condanna rispetto alle responsabilità del fascismo sono arrivate anche dal ministro Valditara. “Quest’anno – il suo ulteriore messaggio agli studenti – ricorrono i 75 anni della Costituzione, è un’occasione per ricordare che la nostra Carta mette davanti a tutto la persona umana, al cui servizio si pone lo Stato. Questo è il nostro faro, che ci deve illuminare la via per impedire che queste tragedie si ripetano”.

Il Viaggio della Memoria è proseguito quest’oggi ad Auschwitz e Birkenau. Con i ragazzi anche l’assessore alle Politiche educative UCEI Livia Ottolenghi e l’assessore alle Politiche giovanili Simone Mortara.

 

L’INTERVENTO DELLA PRESIDENTE UCEI A CRACOVIA

“Shoah, l’Italia e le sue istituzioni  si assumano la responsabilità”

Di seguito l’intervento della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in occasione della firma del Protocollo d’intesa siglato dall’UCEI con il ministero dell’Istruzione:

È un’emozione stare assieme a voi tutti in questo luogo, così significativo. Ogni luogo ha una destinazione d’uso. Case, edifici scolatici, sinagoghe, chiese. A noi sembra normale oggi viverli così, ma non lo è stato per chi si è trovato a dover fuggire, nascondersi, essere rinchiuso, veder dissacrati o svanire i luoghi più cari.

Avraham Shlonski. Poesia. Le mura di casa mia. Le mura di casa mia non sono come una separazione tra me e il mondo. C’è la grazia della crescita che ascolta l’interno. Perché chi ascolta tutto non sente nulla. Solo chi fa tacere il suo rumoroso agire al suono del silenzio, sente tutto e tutti. Le mura della mia casa non sono una separazione tra me e il mondo. Sono il chiudere gli occhi di chi vede una cosa fino in fondo; perché chi vede tutto, non vede più nulla. Solo chi guarda verso l’unico e l’eterno riesce a vedere le cose tutte. Le mura della mia casa non sono una separazione tra me e il mondo. Sono il segreto della rivelazione per dire anche senza parole che chi sta sul portone non si rivolge a nessuno. Solo chi parla con la propria anima parla con tutti.

Allora, cosa divennero i muri delle nostre case nel ‘38? Nel ‘43? Quando fuggimmo, quando ci rinchiusero nei ghetti? Quando eravamo qui nei campi così lontani dalle nostre terre e dalle nostre case. Desidero ringraziare tutti voi per essere qui, noi tutti assieme, ad affrontare un percorso non facile. Avete attraversato in due ore chilometri e chilometri che centinaia di migliaia, anzi milioni di persone, hanno attraversato con i treni, in un viaggio terribile. Un percorso che conoscete sicuramente dai libri di storia e di geografia, che forse inizierete a comprendere meglio in questi due giorni, dopo aver tradotto le pagine del libro in esperienza vissuta. Conoscere – questo il vero viaggio – quanto drammaticamente avvenuto solo pochi decenni fa nel cuore d’Europa. Un viaggio nei luoghi di sterminio e di morte, nei quali si è giunti entro pochi anni dal varo di poche leggi; poche ma esplicite formalizzazioni di quella assolutezza del pregiudizio, da anni propagandato alle masse, ignoranti o indifferenti.

Noemi Di Segni, Presidente UCEI

Mi regalo lo spazio per  un commento
La presidente dellUCEI  ha parlato della assolutezza del pregiudizio
Oggi io leggo quella feroce assolutezza nella memoria tradita, nei conti non fatti con il nostro passato che consentono di accettare  nella tranquillità di una soporifera indifferenza  che in Italia nascano bambini cui viene negata ogni identità perché figli di migranti non comunitari privi di permesso di soggiorno.
Dal 2009 quando è stata approvata con voto di fiducia la legge 94 , che in un caos di argomenti affastellati contiene l’art.1 comma 22 lettera G per  imporre la presentazione del permesso di soggiorno allo sportello del comune dove si registra la nascita dei figli, si sono succeduti 7 governi con le più variegate maggioranze parlamentari
In questo mondo variegato l’infamia negazionista non ha trovato validi oppositori  e i parlamentari indifferenti sono stati ben sostenuti da una società civile pur essa indifferente.
Gli sportelli dei comuni sono divettati muri … oggi per pochi, domani chissà

 

11 Gennaio 2023Permalink

9 gennaio 2023 – Intitolazione corretta della biblioteca nazionale di Napoli

Mi sembra interessante  la proposta di modifica dell’intitolazione della biblioteca nazionale di Napoli:
Nulla hanno fatto i Savoia  –  che ancora  si fanno sentire con pretese dinastiche –   per dissociarsi da una delle malefatte di un loro antenato regnante

 

L’ISTANZA PRESENTATA A NAPOLI DAL COMITATO 9 GENNAIO

“Biblioteca Nazionale, si ponga fine allo scempio: via il nome di Vittorio Emanuele III” 

È giunto il momento che il nome di Vittorio Emanuele III, firmatario nel ’38 delle leggi razziste, cessi di essere abbinato alla Biblioteca nazionale di Napoli a lui intitolata dal 1925. A chiederlo, in un’istanza congiunta presentata quest’oggi nel corso di una conferenza stampa, gli enti e le realtà aderenti al “Comitato 9 gennaio”. E cioè l’Associazione Memoriæ – Museo della Shoah di Napoli, l’Associazione Nazionale ex Deportati (ANED), l’Associazione Progetto Memoria, la Comunità ebraica di Napoli, la Federazione delle Associazioni Italia-Israele, la Fondazione Valenzi, il Sindacato Unitario Giornalisti Campania (SUGC), l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI). L’appello, portato all’attenzione del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, si apre con questa premessa: “Ottantacinque anni fa, nel novembre del 1938, Vittorio Emanuele III promulgava le leggi razziste, il più infamante dei provvedimenti legislativi e amministrativi voluti dal fascismo. A pagarne le conseguenze non furono solo gli 8.564 ebrei deportati dall’Italia e dai territori occupati dai nostri militari (sud della Francia e isole di Rodi e Kos), ma anche le decine di migliaia di nostri connazionali di religione o discendenza ebraica che, pur non avendo vissuto il dramma della deportazione e dell’internamento, per anni furono privati dei più elementari diritti”. Ciò nonostante, a colui “che è stato uno dei protagonisti della più infelice delle stagioni del Novecento, a cui vanno certamente addebitate anche le sofferenze patite da centinaia di migliaia di militari italiani abbandonati al loro infausto destino dopo l’8 settembre 1943, Napoli continua a mantenere intitolata una tra le più importanti istituzioni culturali”. In questo senso rimuovere il nome di Vittorio Emanuele III “da un così importante e significativo luogo di cultura, per sostituirlo con quello del filosofo Benedetto Croce, che all’istituzione di piazza del Plebiscito riservò sempre costante e devota attenzione”, non rappresenterebbe solo “un tardivo atto di giustizia nei confronti delle vittime” della legislazione antisemita ma anche un modo “per incasellare nel giusto ordine i tasselli della storia”. Pertanto i firmatari si rivolgono al ministro “affinché si adoperi a porre fine a un siffatto e insopportabile scempio”.

https://moked.it/blog/2023/01/09/biblioteca-nazionale-di-napoli-si-tolga-il-nome-di-vittorio-emanuele-iii/

Ho trovato qualche notizia sul comitato 9 gennaio
https://www.comune.modena.it/salastampa/archivio-comunicati-stampa/2005/1/9-gennaio-1950-una-data-da-non-dimenticare

 

9 Gennaio 2023Permalink

5 gennaio 2023 – Nel giorno dei funerali di Joseph Ratzinger

Benedetto XVI è stato il più grande interprete del cristianesimo del Novecento. L’ultimo grande difensore della civiltà occidentale. Colui che meglio di tutti ha svegliato i laici mostrando con chiarezza che i valori di cui si dicono orgogliosi e che sono iscritti nelle nostre carte fondamentali sono in realtà quelli cristiani. E infine il grande intellettuale che sapeva coniugare fede e ragione”. Lo afferma l’ex presidente del Senato, Marcello Pera.

Morte del papa emerito Joseph Ratzinger, Marcello Pera: “Ultimo grande difensore della civiltà occidentale” – Il Fatto Quotidiano

Nota biografica:
Marcello Pera , professore di filosofia della scienza all’Università di Pisa,
Senatore della Repubblica nella XIII, XIV, XV e XVI legislatura
Nella XIV legislatura (2001-2006) è stato presidente del senato

È di nuovo presente in Senato nella XIX legislatura, proclamato l’1 ottobre 2022 .

Potremmo anche chiudere con la nota biografica a seguito della prima paginetta ma desidero assicurarmi un  riferimento per me importante

14 dicembre 2021-  Copio un solo passo ma il link può garantire a chiunque l’intero articolo
“Pera era il candidato patriota del centro destra, ateo devoto a Ratzinger”
L’editoriale del direttore Nico Perrone

 L’ateo devoto Marcello Pera è molto vicino a Benedetto XVI, e lo ha sempre difeso nei confronti degli attacchi degli estremisti islamici dopo il suo discorso di Ratisbona, dove lanciò un allarme sull’Islam. Ma non venne ascoltato… “Lei è buono, perché non solo non venne ascoltato, ma persino insultato. Quel discorso – disse Pera intervistato da la Fede quotidiana.it – andrebbe studiato, fu profetico. Venne duramente attaccato dal mondo islamico con violenti proteste e questo era prevedibile. Ma ci fu un vergognoso silenzio da parte di chi conta in Europa, lo lasciarono solo e sconcerta un certo basso profilo della Chiesa cattolica che non lo difese come sarebbe stato giusto. Insomma, Ratzinger non venne tutelato”.

Pera il candidato patriota del centrodestra, ateo devoto a Ratzinger – DIRE.it

Quando gli eventi si rincorrono e l’accostamento, pur casuale, può avere un significato –  oppure  no

23 GIUGNO 2021

Questo è il documento recapitato all’ambasciatore italiano presso la Santa Sede Sebastiani per chiedere al governo italiano di modificare il ddl contro l’omofobia perché violerebbe il Concordato

La Segreteria di Stato, sezione per i Rapporti con gli Stati, porge distinti ossequi all’Ecc.ma Ambasciata d’Italia e ha l’onore di fare riferimento al disegno di legge N.2005, recante “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale,
sull’identità di genere e sulla disabilità”, il cui testo è stato già approvato dalla Camera dei Deputati il 4 novembre 2020 ed è attualmente all’esame del Senato della Repubblica.

Al riguardo la Segreteria di Stato rileva che alcuni contenuti dell’iniziativa legislativa – particolarmente nella parte in cui si stabilisce la criminalizzazione delle condotte discriminatorie per motivi “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere” – avrebbero l’effetto di incidere negativamente sulle libertà assicurate alla Chiesa cattolica e ai suoi fedeli dal vigente regime concordatario. Ci sono espressioni della Sacra Scrittura e delle tradizioni ecclesiastiche del magistero autentico del Papa e dei vescovi, che considerano la differenza sessuale, secondo una prospettiva antropologica  che la Chiesa cattolica non ritiene disponibile perché derivata dalla stessa Rivelazione divina.
Tale prospettiva è infatti garantita dall’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica italiana di Revisione del concordato lateranense, sottoscritto il 18 febbraio 1984.
Nello specifico, all’articolo 2, comma 1, si afferma che “la Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale, nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica”. All’articolo 2, comma 3, si afferma ancora che “è garantita ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
La Segreteria di Stato auspica pertanto che la Parte italiana possa tenere in debita considerazione le suddette argomentazioni e trovare una diversa modulazione del testo normativo in base agli accordi che regolano i rapporti tra Stato e Chiesa e ai quali la stessa Costituzione Repubblicana riserva una speciale menzione.

Allora il testo venne riportato da Repubblica . Immediatamente mi diedi da fare
per trovare il link all’originale secondo la mia abitudine  e lo trascrivo

Testo integrale della Nota Verbale – Vatican News

Il ddl Zan venne  bocciato in senato il 28  ottobre 2021  –  Stato Laico?  BOH

Ripresentato nel mese di maggio 2022 fu nuovamente bocciato in prossimità del 17 maggio, quando si celebra la giornata mondiale contro l’omotransfobia.
Questa data è stata scelta perché è l’anniversario della decisione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) si rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella Classificazione internazionale delle Malattie.
La decisione  risale al 17 maggio 1990.

Fra laici devoti e credenti succubi del senso comune

3  dicembre 2022
In Friuli  Venezia Giulia si boccia l’ultimo tentativo di cancellare la legge che dal 2009 ostacola , con un  efficace raggiro, la registrazione anagrafica dei nati in Italia, se figli di migranti irregolari.  Ne tace anche un gruppo di sacerdoti nella consueta Lettera di Natale .
Forse era loro nota la storia del DDL Zan?

Nulla da dire – almeno di pubblico – da parte di cattolici obbedienti, tutti insieme – laici e chierici – a silenziare  il cap.1, 20-22 del Vangelo secondo Matteo c he quest’anno è lettura  liturgica della  chiesa cattolica.
“Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù”.
In un territorio che conosceva la feroce occupazione romana era pur possibile riconoscere un figlio. Oggi basterebbe assicurare  il funzionamento corretto dello sportello dei comuni , dove si registrano le nascite MA…

5 Gennaio 2023Permalink

31 dicembre 2022. Cerco di poter sperare nel nuovo anno

Fine anno  con sgomento, senza trascurare un’attenzione positiva

Il 31 gennaio ho cercato di mitigare il mio scoraggiamento cercando esperienze positive. Le ho trovate e le elencherò
E’ chiaro che non si tratta di recuperare le ‘opere buone’ che ci sono e vedono l’impegno di molti ma di identificare atteggiamenti importanti per affrontare il problema per me politicamente essenziale del rispetto del principio della universalità  del diritto ad esistere che si manifesta con la certezza dell’iscrizione di ogni nato  in Italia nei registri di stato civile.
Il principio è stato ferocemente violato nel 2009, escludendo dalla certezza dell’esistenza giuridicamente riconosciuta i figli dei migranti non comunitari irregolari.
Ho tentato disperatamente di sostenere  questo problema in regione , identificando  nell’impegno per la modifica della legge l’unica soluzione che ci consente di uscire dalla vergogna di una norma  che, mentre  devasta la vita delle vittime,  fa di noi cittadini capaci, nel silenzio,  di accettare un principio razzista, riportandoci a una cultura  dell’indifferenza condivisa che, nel 1938, fu la base dell’orrore condiviso.
E’ mio convincimento che questo verme maligno introdotto dall’esistenza di una legge di fatto negazionista ci obblighi almeno , per rispetto di noi stessi , a dire no.
I miei contatti  con l’associazionismo in regione (associazionismo registrato e organizzazioni non registrate) sono stati irrimediabilmente deludenti: il no alla legge negazionista non è stato pronunciato con chiarezza fatta eccezione della posizione presa dal consigliere regionale Furio Honsell , di cui ho scritto ieri e di cui riporto ancora il link
https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/IterLeggi/IterLeggiDettaglio.aspx?Leg=5&ID=19-m17

Altri segni positivi  per augurare buon anno

Alla proposta di legge Honsell (che invito ad esaminare con il link che ho trascritto) aggiungo, riprendendoli come pubblicati nel  mio blog diariealtro.it,  segni positivi

20 dicembre 2022

20 dicembre 2022 – Le conclusioni della commissione Segre vanno rese operative

27  dicembre  2022.  Copia del documento “Costituzione quanti anni veramente hai?” , pubblicato da Noemi Di Segni, presidente della Unione delle Comunità ebraiche italiane

27 dicembre 2022. Conferimento della cittadinanza italiana che il sindaco di Caorle ha consegnato al  medico dott. Florin Nganso  Fenjiep.
L’intervento del medico era stato rifiutato da un cittadino italiano  per motivazioni di tipo razzista.

29 dicembre 2022. Testimonianza di Zakia Seddiki, una donna di statura eccezionale, vedova dell’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in Africa nell’esercizio del suo lavoro

31 Dicembre 2022Permalink

27 dicembre 1947 _ Una data intrigante 2

 

Un articolo che non voglio perdere: L’autrice è  la  presiedente dell’Unione delle Comunità  Ebraiche Italiane  

 

 Costituzione quanti anni veramente hai? 75 anni fa veniva promulgata la nostra Costituzione dall’allora Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, pubblicata sempre il 27 dicembre nella Gazzetta di edizione straordinaria n. 298. Evidente che l’Assemblea costituente, presieduta da Umberto Terracini, affrontava l’ardua sfida di proporre – all’indomani della devastazione italiana e della guerra mondiale – un articolato impianto che potesse restituire all’Italia dignità di nazione e di popolo.

Come cittadina e come presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane desidero offrire una riflessione sul significato di questa sfida per il domani dei nostri figli e dell’Italia nel suo insieme. Un domani che è impossibile scegliere e assicurare se non si fa chiarezza sul passato e sul significato che oggi continuano ad avere le norme nel loro insieme, sul concetto di memoria collettiva, sostanzialità dei diritti e principio di legalità.

Quello che traspare dalla Costituzione è un insieme di valori che oggi ci appaiono “ovvi” e irrinunciabili. Per me gli enunciati e le disposizioni prescrittive non sono solo una rivendicazione scritta con la penna sanguinante del Dopoguerra, ma sono la traccia del millenario pensiero ebraico, di fondamenti biblici che si rivolgono tanto al singolo cittadino quanto a chi governa, al magistrato come al reo, al datore di lavoro quanto al contribuente, al genitore e all’educatore, a chi è chiamato a difendere confini e di monito a chi progetta massacri.

Tracce di sapere antico e condiviso nei secoli che nell’alternanza tra sovranità, persecuzione e isolamento ha tramandato l’imperativo della memoria che assicura tutela allo straniero, cura degli emarginati e rispetto ai disabili, che responsabilizza l’uomo per la cura dell’ambiente e il bene anche degli animali. Queste palpitazioni di pensiero ebraico leggo nella Carta costituzionale che proprio per questo mi sta così a cuore e l’ovvietà non può tradursi nell’indifferenza o nella selettività dei moniti e delle responsabilità.

Nell’anniversario dei 75 anni dalla promulgazione di quel testo che respiriamo e consideriamo alla base del nostro sistema di vita privata e pubblica ci dobbiamo interrogare su cosa è maturato e consolidato, cosa invece è ancora inafferrato o mal proposto. Anzitutto in merito al principio di legalità e il perimetro di quella sovranità che il popolo è chiamato ad esercitare nei limiti della Costituzione.

Legalità oggi, con riferimento alle libertà costituzionali, significa l’uso e non l’abuso della norma costituzionale, avendo ben chiara la genesi di queste disposizioni. Libertà di parola, di manifestazione, di stampa, di associazione sono la risposta al totalitarismo e al fascismo che ha soffocato l’Italia. Non sono libertà riacquistate per assegnare oggi presidi di potere sconfinato e strumento per diffondere odio e discriminazione, distorsione della verità e falsi nemici.

Se eguaglianza e libertà furono negate 85 anni fa ai cittadini italiani di religione ebraica con la decretazione d’urgenza e la persecuzione legalizzata va chiarito che questo è stato solo l’apice delle nefandezze del regime fascista.

La condanna delle leggi razziali come male assoluto che abbiamo ascoltato in questi giorni con grande attenzione non può essere selettiva e avulsa dalla considerazione di ciò che il regime fascista ha compiuto nell’intero ventennio e dal primo giorno in cui gli furono affidati i “pieni poteri”.

La condanna che attendo di ascoltare – se di legalità e di principi costituzionali si vuole vivere e governare – è del fascismo nel suo insieme fino alla sua formale caduta, così come di chi ne ha cercato la disperata sopravvivenza: prima con la Repubblica di Salò, poi nelle nicchie dell’amnistia concessa nel ’46, che non ha solo impedito ai responsabili di crimini fascisti (che oggi definiremmo con la medesima ovvietà crimini contro l’umanità) di non essere chiamati a processo, ma anche consentito ad autorevoli personaggi di primo piano del regime fascista di riciclarsi nel sistema democratico, raggiungendo in alcuni casi ruoli apicali di primissimo piano istituzionale.

La condanna che attendo è quella di un regime – con il suo Duce, i suoi motti propagandistici, le sue opere glorificanti e simboli – al quale oggi in molti – singoli e aggregati di vario genere – esprimono nostalgia e desiderio di ritorno, dimenticando che quel male eccentrico ha devastato non solo dal ’38 in poi quell’1 per mille di cittadini ebrei, ma l’intero popolo italiano, con le stragi nazi-fasciste le cui tonnellate di fascicoli secretati, ancora oggi, dopo 75 anni restano in attesa di risposte.

Anche gli storici e i giuristi esperti offriranno oggi una significativa lettura di questo anniversario che si accosta all’avvio di un anno che sarà scandito da anniversari, eventi e cerimonie in nome di una Memoria collettiva. La mia vuole essere una semplice riflessione sull’origine dei valori che tutti siamo chiamati a difendere e un accorato invito alla coerenza.

Noemi di Segni è Presidente UCEI Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

fonti: la repubblica    La Repubblica martedì 27 dicembre

“Responsabilità istituzionale e coerenza costituzionale impongono la rinuncia a ogni sentimento nostalgico” – Moked

Il blog di Pierluigi Piccini

 

28 Dicembre 2022Permalink

27 dicembre 1947 – Una data intrigante 1

27 dicembre 1947  viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
che  sarebbe entrata in vigore l’1 gennaio 1948

Mi piace ricordare questa data nell’anniversario di solito ignorato.
Qualcuno, ma sempre meno, a volte ricorda il 1 gennaio  1948,
Nella prassi   consolidata della promozione  dell’indifferenza a me sembra di vivere un trasloco di cui si approfitta per buttare le anticagli inutili

Alla fine dell’anno si tirano i conti  e i miei sono decisamente squallidi

Certo ci sono anche notizie buone:
Il Centro pace Ivrea  si dice felice per la prima coppa del mondo palestinese.
Conosco il loro impegno: li avevo incontrati durante il mio soggiorno a Betlemme nel 2003 e non hanno mai  rinunciato alla loro opera di sostegno al popolo palestinese .
Leggo della cittadinanza italiana che il sindaco di Caorle ha consegnato al  medico dott. Florin Nganso  Fenjiep.
L’estate scorsa, mentre stava operando per la stagione estiva al pronto soccorso di Lignano Sabbiadoro (Udine)un paziente si rifiutò di farsi curare da lui per il colore della sua pelle.
Sono lieta di averlo  come concittadino.

Ma vengo al ‘locale’  dove riesco ancora a muovermi e ad esprimermi.

Leggo, ma non ho partecipato  perché non posso più permettermi di stare in piedi all’aperto, di una manifestazione di donne in nero per le donne dell’Iran,
Leggo del impegno del  Gris  per assicurare le cure dovute anche ai più fragili.
Leggo sulla piccola pubblicazione Ho un Sogno nel numero 270 (e siamo al trentunesimo anno di  attività):

“L’inquinamento mediatico e il rinascere di pulsioni nazionaliste stanno  creando una cognizione distorta dei diritti umani “  e, precisandone le caratteristiche fondanti,  arriva a segnalare quanto accaduto in dicembre in  consiglio  regionale:
Il Consiglio Regionale ha respinto il progetto di legge nazionale  per assicurare a chi nasce in Italia , senza eccezione alcuna, il diritto alla registrazione nei registri di stato civile e ha approvato quello  per innalzare i requisiti richiesti ai lavoratori stranieri in Italia per ottenere il ricongiungimento  familiare”.

Voglio ricordare a me stessa che un gruppo significativo  di associazioni registrate si riconosce sotto l’ombrello protettivo di Rete Dasi, una organizzazione non registrata   ma molto attiva  e,  per quel  che vedo, autorevole.
Fra queste associazioni  che per lungo tempo si erano espresse in favore della registrazione  di ogni nato , secondo il criterio di uguaglianza  che appartiene ai diritti fondamentali , ce ne sono alcune  che ora sembrano risucchiate nel mondo dell’indifferenza silenziosa (o forse silenziata?)
Per essere dal 2008  attenta  allo svolgersi di questa triste storia,  mi chiedo perché un impegno –  che richiede solo di pronunciarsi nel rispetto della Costituzione e segnatamente dell’art.  3, che non richiede  spesa alcuna da nessuna parte –  venga silenziato.
Vedo con preoccupazione  che,  come ogni anno, alcuni sacerdoti e laici loro devoti firmano una Lettera  di Natale in cui, come ogni anno, non c’è parola per i nati in Italia classificati con legge per non esistere. Perché trovare parola per c hi non  c’è?
Mi viene in mente che il Sinodo sulla famiglia del 2015 (che doveva segnalare al papa le criticità dell’istituzione)  evitò di nominare i nati in Italia  cui  la famiglia è negata per legge: i fantasmi non hanno legami.
L’unico che se ne accorse e capì fu il teologo mons. Bruno Forte, vescovo di Chieti e Vasto  che ne scrisse su  Il sole 24 ore.
Ho conservato l’articolo nel mio blog e ne segnalo il link per chi lo volesse leggere.
https://diariealtro.it/?p=3863
Mi permetto di annotare che l’identità fra la politica della Lega (la legge negazionista appartiene al voto di fiducia  imposto  nel 2009 dall’allora ministro Maroni) e la gerarchia cattolica che arriva  ai sacerdoti locali mi suggerisce pensieri poco natalizi.

 

 

 

27 Dicembre 2022Permalink

26 ottobre 2022    –   Una segnalazione alLA Presidente Meloni

Gentile Signora
da due giorni Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana.
Le scrivo dopo aver scoperto il suo indirizzo ufficiale ma non so se il mio messaggio per quella strada le arriverà e per questo  ne farò l’uso più  pubblico che sia possibile a una vecchia signora in pensione.
Lei ha parlato del suo passato personale con leggerezza che voleva essere sincerità  nei confronti della sua storia personale “ non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici; per nessun regime, fascismo compreso, esattamente come ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre”.
Tralascio altri passaggi interessanti e mi limito a un altro passo : “Da allora, la comunità politica da cui provengo ha compiuto sempre passi in avanti, verso una piena e consapevole storicizzazione del Novecento, ha assunto importanti responsabilità di Governo, giurando sulla Costituzione Io mi limito a segnalarle repubblicana, come abbiamo avuto l’onore di fare ancora poche ore fa”.
A questo punto potrei concludere con un augurio di buon lavoro.
E invece no..
Voglio segnalarle una legge in vigore, la legge 94/del 2009, un coacervo confuso e in cui evidenzio un solo articolo dalla scrittura criptica: arti. 1 comma 22 lettera G.
Quella legge fu voluta dall’allora Ministro dell’Interno on Roberto Maroni (espressione della Lega allora Nord) che volle blindarla con la certezza del voto di fiducia e appartiene quindi al tempo del IV governo del suo predecessore Silvio Berlusconi (oggi senatore della Repubblica).
Quella legge dice che chi si presenti allo sportello del comune di pertinenza per assicurare la registrazione della nascita di una figlia/di un figlio nei registri di stato civile , registrazione che ne farà persona giuridicamente riconosciuta ,  debba presentare il permesso di soggiorno.
È ben chiaro che chi non ne disponga può essere indotto dalla paura di scoprirsi irregolare di fronte a un Ufficiale di Stato Civile ad evitare quel passaggio e, umiliato nella sua dignità di persona, a non garantire al suo nato, alla sua nata di questo atto fondante dell’esistenza.
Ben poco è stato fatto a livello di scelta politica dai parlamenti trascorsi dalla approvazione di quella legge che lo scorso mese di agosto ha compiuto 13 anni e quel non onorevole poco è stato cancellato dall’avvento della XIX legislatura che si apre con il  governo che Lei presiede.
Personalmente ritengo (e se scrivo qualche cosa che possa essere legalmente improponibile me ne assumo la responsabilità)  che quella norma sia razzista, pur se espressa nella forma di una discriminazione indiretta.
Mentre un suo ministro si scatena contro chi arriva dai paesi della violenza, della sete e della fame, nulla è stato fatto di visibile nei confronti dei nati che non ci sono: basti il non esserci per non vederli, clandestini per volontà dello stato italiano.
Ma è davvero accettabile e opportuno per uno stato avere nel suo territorio persone invisibili ma pur vive?
So bene che potrà rispondermi che il governo non è legislatore: io ho voluto solo segnalarle qualche cosa che  temo possa permettersi di non sapere .
Non posso augurarle buon lavoro, né compiacermi  del suo essere prima donna in  Italia  Presidente del Consiglio finché ci sarà quella norma , un disonore per tutte noi umiliate/i a  una memoria storica che è diventata paurosamente banale.
Augusta De Piero

26 Ottobre 2022Permalink

20 settembre 2022 – Edith Bruck. una donna sopravvissuta alla shoah vs Orban

Viktor Mihály Orbán, (31 maggio 1963) è un politico ungherese,
Primo ministro dell’Ungheria dal 2010, carica che ha anche ricoperto precedentemente tra il 1998 e il 2002.
È leader del partito Fidesz – Unione Civica Ungherese.
Fidesz è un partito politico di destra, nazional-conservatore, populista e illiberale.  Dal 2018 ha la maggioranza assoluta alla Assemblea nazionale.

20 Settembre 2022Permalink

11 settembre 2022 – Sicurezze: i bambini garantiti invisibili alla prossima legislatura

Premessa / Sfogo

Quando mi capita di svegliarmi di notte  –  e capita tutte le notti – ho imparato a non affannarmi.
Guardo il cellulare  vado sulla G che presumo indichi google e, fra tante scemenze,  trovo cose interessanti. Poi torno a dormire.
Questa notte ho trovato un articolo del giornalista Marco Politi, tratto da Il Fatto Quotidiano.
Invita all’abbonamento  – tutti i quotidiani ormai invitano all’abbonamento on line,  capita che lo facciano con offerte accattivanti  che non accetto per paura di trovarmi in trappola quando cesserà il tempo del vantaggio proposto. Così cerco di esercitare l’arte piratesca della copia.
Questa notte un conforto enorme.  Parecchie delle  osservazioni  autorevoli che trovo nell’articolo del vaticanista Marco Politi corrispondono ad osservazioni mie che avevo fatto ragionando sulla legge che nega il certificato di nascita ai figli dei sans papier . (Grazie in particolare al riferimento di Hitler – 1933, me lo tengo –mia certezza  ignorata – da qualche anno).
Tentando di comunicare con chi si dice attento ai diritti – e aver constatato che sono i diritti di chi si vede da cui è escluso chi è occultato – mi sono presa sberle varie a partire dal ridicolo del testo da scartare perché troppo lungo a .. ma lasciamo perdere.
Io mi aggrappo alla mia doverosa utopia che vuole  sostenere il diritto degli invisibili per legge per constatare che fra scemenze, sostegni impropri  anche a on. furbastri  caratterizzati da silenzi colpevoli e parole ambigue che piacciono, di fatto la legge infame che nel 2009 ha insozzato  il nostro panorama di regole democraticamente  inaccettabili passa alla prossima legislatura intatta,  beffarda  e indiscussa.
E’ una certezza  che non viene incrinata  neppure   da un lavoro critico che pure nella società civile c’è stato ma è stato soffocato, messo in disparte, estraniato dal dibattito  politico e dall’informazione che conta.
Così i bambini invisibili si fanno innominabili nella beffa sostenuta da chi se lo permettere  e asservisce altri a  scelte crudeli.
Così alla copia dell’articolo di Marco Politi premetto  l’articolo 6/2 del  Testo Unico sull’immigrazione  (dlgs 286/1998) dove i nati in Italia che non possono essere registrati nei registri di stato civ ile brillano per la loro assenza fra le eccezioni  previste per la presentazione del permesso di soggiorno 

  1. Fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attività sportive e ricreative a carattere temporaneo, per quelli inerenti all’accesso alle prestazioni sanitarie di cui all’articolo 35 e per quelli attinenti alle prestazioni scolastiche obbligatorie,(2) i documenti inerenti al soggiorno di cui all’articolo 5, comma 8, devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati.
    (2) Parole inserite dalla Legge 15 luglio 2009, n. 94.

E ORA FINALMENTE L’ARTICOLO DI MARCO POLITI

Marco Politi  Scrittore e giornalista

Papa Francesco e l’allarme contro i sovranisti: così ha scelto di non restare a guardare

E’ una stagione di elezioni cruciali in varie parti del mondo, una stagione di scelte radicali, e papa Bergoglio lancia l’allarme contro i “salvatori” sovranisti. Il pontefice argentino, contrariamente a quanto affermato nel comunicato emesso per rabbonire il governo ucraino, continua a produrre messaggi politici, a fare politica, perché come molti suoi illustri predecessori (da Paolo VI a Giovanni Paolo II) è consapevole che la Santa Sede non vive in un vuoto pneumatico e i suoi moniti etici – si tratti della decolonizzazione o dell’invasione americana dell’Iraq – riguardano situazioni geopolitiche o sociali precise.

Si profilano importanti appuntamenti elettorali in Italia, Brasile e Stati Uniti. In tutti e tre i paesi i sovranisti autoritari sono all’attacco: la Lega di Salvini e l’aspirante premier neofascista Meloni in Italia, il presidente reazionario Bolsonaro che cerca la rielezione in Brasile, il fronte sovranista e suprematista di Trump mobilitato in America per le elezioni midterm con la speranza di controllare il Congresso. Francesco non resta a guardare passivamente l’evolversi della situazione.

La sua messa in guardia l’ha infilata nell’omelia per la beatificazione di Giovanni Paolo I e lì per lì pochi se ne sono accorti. Di papa Luciani Francesco ha lodato un pontificato, che ha presentato una Chiesa dal volto sorridente, non arcigno, non lamentosa. Ma spiegando il Vangelo il pontefice argentino è entrato nel vivo dell’attuale stagione politica. “Gesù – ha detto – attirava una folla numerosa ma non si comportava da astuto leader manipolatore”. Capita invece oggi, “specialmente nei momenti di crisi personale e sociale, quando siamo più esposti a sentimenti di rabbia o siamo impauriti da qualcosa che minaccia il nostro futuro”. E’ il momento in cui si diventa più vulnerabili, “e così, sull’onda dell’emozione, ci affidiamo a chi con destrezza e furbizia sa cavalcare questa situazione…”. In questa congiuntura – ammonisce Bergoglio – qualcuno si presenta “promettendoci di essere il ‘salvatore’ che risolverà i problemi mentre in realtà vuole accrescere… il proprio potere… la propria capacità di avere le cose in pugno”.

Da tempo Francesco ha colto il pericolo di crisi delle democrazie nell’emisfero occidentale. Era il 32 febbraio 2020, la pandemia del Covid si stava rapidamente espandendo, e a Bari – al convegno dei vescovi cattolici del Mediterraneo – il pontefice esclamava di ascoltare con paura gli slogan del populismo reazionario così simili “ai discorsi che seminavano paura e odio nel decennio ’30 del secolo scorso”. Cambiano i capri espiatori, ieri ebrei e rom, oggi i migranti o gli islamici. Il segno distintivo del populismo sovranista è di spaccare la società e indicare obiettivi di odio.

E’ da cinque anni che Bergoglio denuncia l’onda nera del sovranismo populista. Nel 2017, in un’intervista al quotidiano spagnolo Pais ammonì a non trascurare gli effetti dei messaggi di paura diffusi nelle società ad opera di partiti e movimenti. Negli anni Trenta del Novecento, sottolinea, di fronte alla crisi sociale e psicologica della società tedesca si presenta Adolf Hitler e proclama “Io posso”. E succede che coglie la vittoria alle elezioni del 1933. Hitler – ricorda Bergoglio – non rubò il potere, fu votato dal suo popolo… (e poi) distrusse il suo popolo”.

Parve a tanti uomini di Chiesa e del mondo politico che l’allarme lanciato da Francesco
a  Bari fosse una riflessione solitaria, tanto che nessun cardinale o arcivescovo tornò sull’argomento in appoggio al papa.

Poi, neanche un anno dopo, il presidente Trump aizzò la folla a Washington agitando la grande menzogna della “vittoria elettorale” rubata e si vide l’assalto brutale a Capitol Hill per impedire la proclamazione del nuovo presidente Biden. L’impensabile – nella più antica democrazia dell’Occidente – era accaduto. E improvvisamente si capì che nulla era al sicuro per sempre. Non si tratta dell’avvento di camicie nere o brune, ma di classi dirigenti che distorcono la democrazie.

L’Unione europea, negli ultimi anni, ha già conosciuto l’avvento di democrazie illiberali e nazional-clericali: Polonia e Ungheria. Ora in Italia, per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale – unico caso in Europa – sta per affacciarsi al governo un partito (FdI) impregnato di cultura neofascista. Messa sotto schiaffo dalla stampa straniera Giorgia Meloni ha condannato da “soppressione della democrazia” durante il Ventennio, ma non ha ripudiato il simbolo della fiamma che scaturisce dalla tomba di Mussolini. Né ha avuto il coraggio di dichiarare che tra la Repubblica sociale e la rivolta partigiana, la parte giusta era dalla parte dei partigiani. Per non parlare della cultura dell’odio che traspare da molti suoi interventi.

Draghi, nel suo discorso al Meeting di Cl, è sembrato disinteressarsi della questione. Gli interessa solo l’allineamento atlantico e il rispetto dei patti economici europei. Francesco guarda più lontano. Parlando per grandi linee, avverte che i “salvatori”, di qua e di là dell’Atlantico, vogliono solo afferrare il potere. Bartolomeo Sorge, un celebre gesuita che ha segnato il cattolicesimo postconciliare italiano, rimarcava che il populismo – e specie il populismo sovranista – mitizza e idolatra il popolo ma in realtà cela il “dominio dei pochi” e non tutela affatto il bene comune. Peggio di tutti, nell’ottica bergogliana, è il “teopopulismo” che ammanta di religiosità la voglia di dominio. I crocifissi branditi da Salvini come l’aggressiva proclamazione di “cristiana” da parte di Meloni sono segnali evidenti.

 

11 Settembre 2022Permalink