31 dicembre 2022. Cerco di poter sperare nel nuovo anno

Fine anno  con sgomento, senza trascurare un’attenzione positiva

Il 31 gennaio ho cercato di mitigare il mio scoraggiamento cercando esperienze positive. Le ho trovate e le elencherò
E’ chiaro che non si tratta di recuperare le ‘opere buone’ che ci sono e vedono l’impegno di molti ma di identificare atteggiamenti importanti per affrontare il problema per me politicamente essenziale del rispetto del principio della universalità  del diritto ad esistere che si manifesta con la certezza dell’iscrizione di ogni nato  in Italia nei registri di stato civile.
Il principio è stato ferocemente violato nel 2009, escludendo dalla certezza dell’esistenza giuridicamente riconosciuta i figli dei migranti non comunitari irregolari.
Ho tentato disperatamente di sostenere  questo problema in regione , identificando  nell’impegno per la modifica della legge l’unica soluzione che ci consente di uscire dalla vergogna di una norma  che, mentre  devasta la vita delle vittime,  fa di noi cittadini capaci, nel silenzio,  di accettare un principio razzista, riportandoci a una cultura  dell’indifferenza condivisa che, nel 1938, fu la base dell’orrore condiviso.
E’ mio convincimento che questo verme maligno introdotto dall’esistenza di una legge di fatto negazionista ci obblighi almeno , per rispetto di noi stessi , a dire no.
I miei contatti  con l’associazionismo in regione (associazionismo registrato e organizzazioni non registrate) sono stati irrimediabilmente deludenti: il no alla legge negazionista non è stato pronunciato con chiarezza fatta eccezione della posizione presa dal consigliere regionale Furio Honsell , di cui ho scritto ieri e di cui riporto ancora il link
https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/IterLeggi/IterLeggiDettaglio.aspx?Leg=5&ID=19-m17

Altri segni positivi  per augurare buon anno

Alla proposta di legge Honsell (che invito ad esaminare con il link che ho trascritto) aggiungo, riprendendoli come pubblicati nel  mio blog diariealtro.it,  segni positivi

20 dicembre 2022

20 dicembre 2022 – Le conclusioni della commissione Segre vanno rese operative

27  dicembre  2022.  Copia del documento “Costituzione quanti anni veramente hai?” , pubblicato da Noemi Di Segni, presidente della Unione delle Comunità ebraiche italiane

27 dicembre 2022. Conferimento della cittadinanza italiana che il sindaco di Caorle ha consegnato al  medico dott. Florin Nganso  Fenjiep.
L’intervento del medico era stato rifiutato da un cittadino italiano  per motivazioni di tipo razzista.

29 dicembre 2022. Testimonianza di Zakia Seddiki, una donna di statura eccezionale, vedova dell’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in Africa nell’esercizio del suo lavoro

31 Dicembre 2022Permalink

30 dicembre 2022 – Se il Natale era triste,  questo Capodanno in arrivo è desolato

Alla fine d’anno si tirano i conti e i miei fanno capo alla memoria, intristita da tante vicende  testimoniate anche dal mio blog .
La più significativa, grondante di inutili narrazioni , è il tentativo di affrontare la questione della registrazione di tutti i nati in Italia nei registri di stato civile, un atto dovuto e tradito che ha una  storia da non dimenticare.

Nel 1998  fu approvata la legge 40 (così detta Turco Napolitano)  che fu base per la formazione del   “Decreto Legislativo 25 luglio  1998  n. 286
Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”.
Inutile entrare nei particolari, tante volte narrati e comunque reperibili nel mio blog, diariealtro.it,  con  le  parole chiave  : anagrafe, bambini, nascite, razzismo. In questo mio tristissimo tirar le somme, mi limiterò ai problemi concernenti chi nasce  ma chi volesse documentarsi sui matrimoni può
servirsi  del termine stesso come parola  chiave per  far ricerche anche in questo campo.
E’ chiaro che il testo unico raccoglie le norme che via via si pongono nella materia che gli è propria e, nella prima fase, il legislatore  testimoniò una misura saggia: ferma restando l’importanza del permesso di soggiorno in tante situazioni dell’esistenza, stabiliva che per la richiesta di accesso agli atti di stato civile il permesso non dovesse venir richiesto.
E’ ben evidente  che, chi non possa presentare il permesso essendone privo, si dichiara con ciò stesso irregolare  e tanto può indurlo a non registrare la nascita di un figlio in Italia

Certamente questa ovvietà non sfuggì all’occhiuta presenza del Ministro  dell’interno Roberto Maroni che nel 2009  (siamo nei tempi del quarto governo Berlusconi) ,  modificando la norma precedente , impose il voto di fiducia su una legge costituita da un coacervo di norme confusamente ammucchiate  che attribuisce la funzione di autodenuncia ai genitori non comunitari privi di permesso di soggiorno quando si presentino in comune a registrare (come deve essere fatto) la nascita di un  figlio in Italia, un neonato dal 2009 ridotto a spia.
Quindi è legittimo temere che vi siano neonati non registrati nei registri di stato civile e quindi inesistenti.                                                                                                                  [Link 1]

Purtroppo nonostante un impegno realizzato nella società civ ile  a diffondere la conoscenza di questo gioco, per quanto legale,  incivile e perverso, nulla avvenne nelle istituzioni salvo un caso recente che documenterò più avanti

Particolarmente interessante un caso accaduto a Trieste nel quadro di una attività scuola/lavoro dove una classe del liceo Petrarca documentò la cacciata  da scuola di due studentesse ebree con un  lavoro emozionante e di assoluta chiarezza.  Ancora una volta il mio blog si fa memoria                                                                                                                                                       [Link 2]

Mi fa piacere illustrare ancora una volta questo evento, che non ebbe l’onore che meritava anche per una inadeguata informazione e una scarsa disponibilità dei comuni a replicare la mostra  (se ben ricordo ciò avvenne a Milano).

Mi chiedo se, una condivisione aperta e consapevole di quella mostra non avrebbe potuto aiutarci allora e non potrebbe aiutarci oggi a identificare il virus maligno che nel secolo scorso portò all’orrore di ciò che mente umana non avrebbe potuto prevedere  e invece avvenne

Un passo  avanti importante sarebbe potuta essere l’approvazione delle legge regionale  proposta dal consigliere Honsell con una  procedura insolita ma ineccepibile per garantire il principio di universalità  nella registrazione degli atti di nascita.                                                                                                   [Link 3]

 

Link 1  Legge 94/2009. Disposizioni in materia di sicurezza pubblica.
note: Entrata in vigore del provvedimento: 8/8/2009
Art. 1, comma 22, lettera G
all’articolo 6, comma 2, le parole:  “e  per  quelli  inerenti agli atti di stato civile o  all’accesso  a  pubblici  servizi”  sono  sostituite dalle seguenti: “, per quelli  inerenti  all’accesso  alle  prestazioni sanitarie di cui all’articolo 35 e per  quelli  attinenti  alle prestazioni scolastiche obbligatorie”;che così si legge nel testo unico Testo unico sull’immigrazione (aggiornato al 2022)
Decreto legislativo, testo coordinato, 25/07/1998 n° 286, G.U. 18/08/1998
Articolo 6 Facoltà ed obblighi inerenti al soggiorno.
(Legge 6 marzo 1998, n. 40, art. 6; R.D. 18 giugno 1931, n. 773, artt. 144, comma 2, e 148)
art. 6/
2. Fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attività sportive e ricreative a carattere temporaneo, per quelli inerenti all’accesso alle prestazioni sanitarie di cui all’articolo 35 e per quelli attinenti alle prestazioni scolastiche obbligatorie, (2) i documenti inerenti al soggiorno di cui all’articolo 5, comma 8, devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati.
(2) Parole inserite dalla Legge 15 luglio 2009, n. 94.
In questo testo è scomparsa la citazione degli atti di stato civile come situazioni in cui non debba essere richiesto di presentate il permesso di soggiorno  e quindi ne sia cinicamente ovvia la richiesta di presentazione .

Link 2
17 maggio 2019 – La memoria del presente: ieri a Trieste oggi a Palermo (diariealtro.it)

Link 3

https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/IterLeggi/IterLeggiDettaglio.aspx?Leg=5&ID=19-m17

30 Dicembre 2022Permalink

29 dicembre 2022 – Zakia Seddiki, moglie di un ambasciatore

Il 22 febbraio 2021 fu ucciso Luca Attanasio, ambasciatore  italiano in Congo.
Con lui morì il carabiniere Vittorio Iacovacci che l’accompagnava.
Tanto avvenne in un tentativo di rapimento presso il villaggio  Kibumba.

Il 27 dicembre scorso la moglie Zakia Seddiki – che insieme a lui , nell’ottobre 2020, aveva ricevuto il premio Internazionale Nassiriya per la Pace –
ha concesso una intervista,  firmata da Niccolò Carratelli,  a La Stampa.

Ne ricopio  il testo

«Luca ave va la forza di unire le persone e sta continuando a farlo».
Zakia Seddiki cerca  invano di non commuoversi ,  mentre davanti agli ambasciatori italiani riuniti alla Farnesina ricorda il marito,  «uno di voi», ucciso a 43 anni in un agguato in Congo, nel febbraio 2021.
Nel nome di Luca Attanasio sono state attivate 40 borse di studio per altrettanti giovani in 12 diversi paesi, quasi tutti africani:  dal Congo al Niger, dalla Somalia all’Etiopia.  Un progetto della fondazione Mama Sofia, di cui  Seddiki è presidente , in collaborazione con l’Università telematica eCampus e lo stesso ministero degli esteri. I ragazzi saranno individuati dalle nostre ambasciate attraverso dei bandi specifici , poi frequenteranno corsi di lingua italiana  per prepararsi a seguire quelli  universitari veri e propri.
«Luca amava ripetere che essere ambasciatori è una missione  – ricorda Zakia di fronte ai colleghi del diplomatico –  significa non lasciare indietro nessuno in qualsiasi parte del mondo».
A lei, invece, Attanasio ha lasciato tre bellissime bambine (la più grande ha 5 anni, le due gemelline quasi 4): «Le cresco pensando a lui , ai valori che condividevamo, e in loro rivedo il suo amore ».
Cosa significa per lei presentare questa iniziativa alla Farnesina?
«Mi commuove riuscire a fare qualcosa di concreto insieme a tutti questi colleghi di Luca, condividere questo impegno con loro, che fanno lo stesso lavoro e sanno cosa significa.  Luca era una persona concreta, voleva aiutare gli altri in modo tangibile  ed è bello dare continuità alle sue idee con questo progetto».
E’ un progetto di cui avevate parlato fra voi?
«Con Luca  abbiamo  vissuto la realtà  delle scuole e del sistema di istruzione  in alcuni Paesi e abbiamo capito che l’unico modo per cambiare davvero il futuro di quei ragazzi è puntare all’educazione: farli studiare perché possano prendere in mano la loro vita.  E’ uno dei tre obiettivi per cui è nata la nostra   fondazione  Mama Sofia, gli altri sono le cure sanitarie  e l’accesso all’acqua potabile».
Perseguire questi obiettivi è un modo per sentire Luca ancora vicino?
«Per quello ci sono le nostre figlie, mi basta guardare loro per  sentire che lui c’è. Ma  per me è molto importante  continuare la strada intrapresa insieme, provare a realizzare alcune nostre idee. E’ anche un modo per  cercare di calmare il dolore che mi accompagna tutti i giorni ».
Sono passati quasi due anni da quel tragico giorno di febbraio, ma forse a voi sembra ieri…
«E’  così,  è  ancora  molto complicato per noi, la ferita è fresca e fa male. Le bambine chiedono sempre del loro papà, lo ricordiamo tutti i giorni. La verità è che non riusciamo ad accettare quello  che è successo ».
Come riesce a crescere le vostre tre figlie da sola, senza il papà?
«Ancora più dei progetti della fondazione , la famiglia che abbiamo costruito rappresenta la continuità della vita con lui. Il mio primo pensiero è essere una buona madre, cerco di essere presente e per fortuna ho la mia di mamma che mi aiuta. Voglio  far crescere le bambine  secondo i valori che io e Luca condividevamo: la pace, l’umanità, il rispetto dei diritti umani.  Così sento di onorare la memoria anche di Luca, di dare loro anche il suo amore ».
Lei ha chiesto in più occasioni verità e giustizia. C’è un processo in corso a Kinshasa, ma il rischio è che ne esca una verità di comodo. Cosa spera?
«A chiedere verità e giustizia non siamo solo noi familiari , ma un intero paese. L’Italia quel giorno ha perso due suoi figli , l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci che voglio ricordare in questo momento. Ecco, visto che Luca era un uomo delle istituzioni , io posso solo dire che mi fido delle istituzioni italiane e spero che tutti si impegneranno per arrivare a una verità vera  e all’accertamento delle responsabilità ».
Due anni dopo, cosa resta di Luca Attanasio?
«Luca può essere un esempio per i giovani, a loro dobbiamo trasmettere la memoria di quello che ha fatto nella sua vita, il suo messaggio di umanità. Con Mama Sofia proviamo a onorarlo realizzando i suoi profetti . Mi diceva sempre che era orgoglioso di me  per il mio impegno nella fondazione. Ho bisogno di pensare che Luca sia sempre orgoglioso di me, ovunque si trovi , e per questo non mi fermo ».

29 Dicembre 2022Permalink

27 dicembre 1947 _ Una data intrigante 2

 

Un articolo che non voglio perdere: L’autrice è  la  presiedente dell’Unione delle Comunità  Ebraiche Italiane  

 

 Costituzione quanti anni veramente hai? 75 anni fa veniva promulgata la nostra Costituzione dall’allora Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, pubblicata sempre il 27 dicembre nella Gazzetta di edizione straordinaria n. 298. Evidente che l’Assemblea costituente, presieduta da Umberto Terracini, affrontava l’ardua sfida di proporre – all’indomani della devastazione italiana e della guerra mondiale – un articolato impianto che potesse restituire all’Italia dignità di nazione e di popolo.

Come cittadina e come presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane desidero offrire una riflessione sul significato di questa sfida per il domani dei nostri figli e dell’Italia nel suo insieme. Un domani che è impossibile scegliere e assicurare se non si fa chiarezza sul passato e sul significato che oggi continuano ad avere le norme nel loro insieme, sul concetto di memoria collettiva, sostanzialità dei diritti e principio di legalità.

Quello che traspare dalla Costituzione è un insieme di valori che oggi ci appaiono “ovvi” e irrinunciabili. Per me gli enunciati e le disposizioni prescrittive non sono solo una rivendicazione scritta con la penna sanguinante del Dopoguerra, ma sono la traccia del millenario pensiero ebraico, di fondamenti biblici che si rivolgono tanto al singolo cittadino quanto a chi governa, al magistrato come al reo, al datore di lavoro quanto al contribuente, al genitore e all’educatore, a chi è chiamato a difendere confini e di monito a chi progetta massacri.

Tracce di sapere antico e condiviso nei secoli che nell’alternanza tra sovranità, persecuzione e isolamento ha tramandato l’imperativo della memoria che assicura tutela allo straniero, cura degli emarginati e rispetto ai disabili, che responsabilizza l’uomo per la cura dell’ambiente e il bene anche degli animali. Queste palpitazioni di pensiero ebraico leggo nella Carta costituzionale che proprio per questo mi sta così a cuore e l’ovvietà non può tradursi nell’indifferenza o nella selettività dei moniti e delle responsabilità.

Nell’anniversario dei 75 anni dalla promulgazione di quel testo che respiriamo e consideriamo alla base del nostro sistema di vita privata e pubblica ci dobbiamo interrogare su cosa è maturato e consolidato, cosa invece è ancora inafferrato o mal proposto. Anzitutto in merito al principio di legalità e il perimetro di quella sovranità che il popolo è chiamato ad esercitare nei limiti della Costituzione.

Legalità oggi, con riferimento alle libertà costituzionali, significa l’uso e non l’abuso della norma costituzionale, avendo ben chiara la genesi di queste disposizioni. Libertà di parola, di manifestazione, di stampa, di associazione sono la risposta al totalitarismo e al fascismo che ha soffocato l’Italia. Non sono libertà riacquistate per assegnare oggi presidi di potere sconfinato e strumento per diffondere odio e discriminazione, distorsione della verità e falsi nemici.

Se eguaglianza e libertà furono negate 85 anni fa ai cittadini italiani di religione ebraica con la decretazione d’urgenza e la persecuzione legalizzata va chiarito che questo è stato solo l’apice delle nefandezze del regime fascista.

La condanna delle leggi razziali come male assoluto che abbiamo ascoltato in questi giorni con grande attenzione non può essere selettiva e avulsa dalla considerazione di ciò che il regime fascista ha compiuto nell’intero ventennio e dal primo giorno in cui gli furono affidati i “pieni poteri”.

La condanna che attendo di ascoltare – se di legalità e di principi costituzionali si vuole vivere e governare – è del fascismo nel suo insieme fino alla sua formale caduta, così come di chi ne ha cercato la disperata sopravvivenza: prima con la Repubblica di Salò, poi nelle nicchie dell’amnistia concessa nel ’46, che non ha solo impedito ai responsabili di crimini fascisti (che oggi definiremmo con la medesima ovvietà crimini contro l’umanità) di non essere chiamati a processo, ma anche consentito ad autorevoli personaggi di primo piano del regime fascista di riciclarsi nel sistema democratico, raggiungendo in alcuni casi ruoli apicali di primissimo piano istituzionale.

La condanna che attendo è quella di un regime – con il suo Duce, i suoi motti propagandistici, le sue opere glorificanti e simboli – al quale oggi in molti – singoli e aggregati di vario genere – esprimono nostalgia e desiderio di ritorno, dimenticando che quel male eccentrico ha devastato non solo dal ’38 in poi quell’1 per mille di cittadini ebrei, ma l’intero popolo italiano, con le stragi nazi-fasciste le cui tonnellate di fascicoli secretati, ancora oggi, dopo 75 anni restano in attesa di risposte.

Anche gli storici e i giuristi esperti offriranno oggi una significativa lettura di questo anniversario che si accosta all’avvio di un anno che sarà scandito da anniversari, eventi e cerimonie in nome di una Memoria collettiva. La mia vuole essere una semplice riflessione sull’origine dei valori che tutti siamo chiamati a difendere e un accorato invito alla coerenza.

Noemi di Segni è Presidente UCEI Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

fonti: la repubblica    La Repubblica martedì 27 dicembre

“Responsabilità istituzionale e coerenza costituzionale impongono la rinuncia a ogni sentimento nostalgico” – Moked

Il blog di Pierluigi Piccini

 

28 Dicembre 2022Permalink

27 dicembre 1947 – Una data intrigante 1

27 dicembre 1947  viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
che  sarebbe entrata in vigore l’1 gennaio 1948

Mi piace ricordare questa data nell’anniversario di solito ignorato.
Qualcuno, ma sempre meno, a volte ricorda il 1 gennaio  1948,
Nella prassi   consolidata della promozione  dell’indifferenza a me sembra di vivere un trasloco di cui si approfitta per buttare le anticagli inutili

Alla fine dell’anno si tirano i conti  e i miei sono decisamente squallidi

Certo ci sono anche notizie buone:
Il Centro pace Ivrea  si dice felice per la prima coppa del mondo palestinese.
Conosco il loro impegno: li avevo incontrati durante il mio soggiorno a Betlemme nel 2003 e non hanno mai  rinunciato alla loro opera di sostegno al popolo palestinese .
Leggo della cittadinanza italiana che il sindaco di Caorle ha consegnato al  medico dott. Florin Nganso  Fenjiep.
L’estate scorsa, mentre stava operando per la stagione estiva al pronto soccorso di Lignano Sabbiadoro (Udine)un paziente si rifiutò di farsi curare da lui per il colore della sua pelle.
Sono lieta di averlo  come concittadino.

Ma vengo al ‘locale’  dove riesco ancora a muovermi e ad esprimermi.

Leggo, ma non ho partecipato  perché non posso più permettermi di stare in piedi all’aperto, di una manifestazione di donne in nero per le donne dell’Iran,
Leggo del impegno del  Gris  per assicurare le cure dovute anche ai più fragili.
Leggo sulla piccola pubblicazione Ho un Sogno nel numero 270 (e siamo al trentunesimo anno di  attività):

“L’inquinamento mediatico e il rinascere di pulsioni nazionaliste stanno  creando una cognizione distorta dei diritti umani “  e, precisandone le caratteristiche fondanti,  arriva a segnalare quanto accaduto in dicembre in  consiglio  regionale:
Il Consiglio Regionale ha respinto il progetto di legge nazionale  per assicurare a chi nasce in Italia , senza eccezione alcuna, il diritto alla registrazione nei registri di stato civile e ha approvato quello  per innalzare i requisiti richiesti ai lavoratori stranieri in Italia per ottenere il ricongiungimento  familiare”.

Voglio ricordare a me stessa che un gruppo significativo  di associazioni registrate si riconosce sotto l’ombrello protettivo di Rete Dasi, una organizzazione non registrata   ma molto attiva  e,  per quel  che vedo, autorevole.
Fra queste associazioni  che per lungo tempo si erano espresse in favore della registrazione  di ogni nato , secondo il criterio di uguaglianza  che appartiene ai diritti fondamentali , ce ne sono alcune  che ora sembrano risucchiate nel mondo dell’indifferenza silenziosa (o forse silenziata?)
Per essere dal 2008  attenta  allo svolgersi di questa triste storia,  mi chiedo perché un impegno –  che richiede solo di pronunciarsi nel rispetto della Costituzione e segnatamente dell’art.  3, che non richiede  spesa alcuna da nessuna parte –  venga silenziato.
Vedo con preoccupazione  che,  come ogni anno, alcuni sacerdoti e laici loro devoti firmano una Lettera  di Natale in cui, come ogni anno, non c’è parola per i nati in Italia classificati con legge per non esistere. Perché trovare parola per c hi non  c’è?
Mi viene in mente che il Sinodo sulla famiglia del 2015 (che doveva segnalare al papa le criticità dell’istituzione)  evitò di nominare i nati in Italia  cui  la famiglia è negata per legge: i fantasmi non hanno legami.
L’unico che se ne accorse e capì fu il teologo mons. Bruno Forte, vescovo di Chieti e Vasto  che ne scrisse su  Il sole 24 ore.
Ho conservato l’articolo nel mio blog e ne segnalo il link per chi lo volesse leggere.
https://diariealtro.it/?p=3863
Mi permetto di annotare che l’identità fra la politica della Lega (la legge negazionista appartiene al voto di fiducia  imposto  nel 2009 dall’allora ministro Maroni) e la gerarchia cattolica che arriva  ai sacerdoti locali mi suggerisce pensieri poco natalizi.

 

 

 

27 Dicembre 2022Permalink

24 dicembre 2022 – Un neonato al gelo _ abbandonarlo è scelta responsabile!!??

Copio questa notizia da Il Giorno .
A fianco del titolo leggo
Annamaria Lazzari  Cronaca

Milano, bebè lasciato in ospedale: “10 giorni per riconoscerlo. Non resisterebbe al gelo”

La decisione sofferta dei genitori, che ora vivono in una tenda nella stazione di San Donato Il procuratore Cascone: “Scelta responsabile ma resta l’amarezza per la loro situazione”

Se una madre partorisce ha dieci giorni di tempo per effettuare il riconoscimento del neonato. Se non lo fa, il parto diventa in anonimato e si apre automaticamente un procedimento di adottabilità”. A chiarirlo è Ciro Cascone, procuratore capo del Tribunale per i minorenni di Milano, commentando la vicenda di Sabrina.

La ragazza, 23 anni ed originaria di Cagliari, vive sulla strada col compagno Michael, 29 anni. Di fronte agli operatori del Cisom mercoledì notte ha raccontato di aver partorito il 2 dicembre all’ospedale di Melegnano ma nella sua fragilissima condizione non ha potuto tenere con sé il bambino nato prematuro. “Mi hanno dato dieci giorni di tempo per riconoscere mio figlio. Ma come farebbe a sopravvivere con me al gelo?” ha affermato la ragazza, finita a dormire sotto una tenda raffazzonata nella stazione di San Donato.

Un approdo disperato dopo un’odissea che ha portato la coppia prima in Germania (dove il ragazzo faceva il pizzaiolo, prima di perdere il lavoro) e poi ad Amsterdam e a Chiasso. Sono arrivati ad aprile a Milano ma sono privi di documenti. Di dormitorio non ne vogliono sentire parlare per non essere separati. “Abbiamo dormito con meno 19 gradi in Germania, al gelo, riusciremo a resistere a Milano” ha spiegato il compagno.

Sabrina ha problemi di salute. “I genitori in queste condizioni disagiate non sarebbero stati in grado di tenere con sé il bambino e credo che la loro scelta sia stata in qualche maniera la più responsabile. Rimane l’amarezza per la situazione di emarginazione dei giovani genitori. Non sarà purtroppo il primo né l’ultimo caso di ragazzi che si perdono senza che nessuno faccia niente per accompagnarli verso un progetto di vita accettabile” commenta il procuratore.

Milano – La marginalità sociale ha anche il volto giovanissimo di Sabrina. Una lunga odissea l’ha portata dalla natìa Cagliari a una città imprecisata della Germania, poi in Olanda e in Svizzera fino ad arrivare a Milano lo scorso aprile. C’è di più nella sua storia straziante: Sabrina il 2 dicembre è diventata madre. Ha partorito all’ospedale di Melegnano ma nella sua fragilissima condizione non ha potuto tenere con sé il bambino nato prematuro. “Mi hanno dato dieci giorni di tempo per reclamare mio figlio al Tribunale dei Minori. Ma come farebbe a sopravvivere con me al gelo?”, sospira la ragazza 23enne che vive sotto una tenda raffazzonata creata con un ombrello e delle coperte in una banchina esterna nella stazione di San Donato Milanese. “Erano tre anni che non avevo il ciclo, mi sono accorta che ero incinta quando era troppo tardi e non era possibile neppure abortire”.

Il compagno

Non è da sola. Con lei c’è Michael che di anni ne ha 29: “Dormitorio? Non se ne parla. Ci separerebbero. Io non potrei vivere senza di lei e lei da sola soffrirebbe di attacchi di panico e depressione. Abbiamo dormito con meno 19 gradi in Germania, al gelo in strada, riusciremo a resistere a Milano”, assicura con un velo di tristezza sul volto il ragazzo, mentre i volontari Cisom distribuiscono del tè caldo, panettoncini, coperte.

“Il lavoro? Facevo il pizzaiolo in Germania poi dopo il Covid ho perso l’occupazione e non l’ho più ritrovato. Dalla Germania ci hanno dato il foglio di via. Siamo andati ad Amsterdam e poi a Chiasso ma ci hanno cacciato anche da lì e siamo arrivati a Milano. Per un po’ abbiamo dormito in centro e da poche settimane siamo arrivati qui a San Donato Milanese”, racconta Michael. “Non abbiamo i documenti.

Dovremo tornare a Cagliari per rifarli ma non ci possiamo permettere il viaggio andata e ritorno. In Sardegna non vogliamo peraltro tornare a vivere: è un binario morto, non c’è lavoro e nessuno ti dà una mano”.

Sabrina soffre di perdite anomale di sangue dopo il parto e teme di aver contratto un’infezione, per questo le volontarie le danno un kit di igiene e degli assorbenti. Lorenzo Farini Quartara, responsabile dell’attività socio-assistenziale del Cisom Milano, fa di più: organizza un appuntamento alla clinica Mangiagalli per il giorno successivo telefonando a un medico amico anche se è mezzanotte passata. “Vi aspettano per domani, non servono i documenti” dice prima di accomiatarsi. “Ci andremo” promettono Michael e Sabrina. E speriamo che sia davvero così.

Parole mie che scrivo a stento
Non c’è una parola sul diritto del nato a una famiglia
Per i  nati in Italia figli di sans papier  la famiglia non c’è perché possono non essere registrati all’anagrafe, per il piccolo nato a Melegnano la famiglia non c’è perché fa freddo  .
In entrambi i casi la situazione è affrontata senza che emerga un protagonismo del nato sia fantasma, se figlio di non comunitari senza permesso di soggiorno, sia corpo reale ma figlio di coppia con problemi sociali gravi.
Vorrei che qualcuno mi dicesse c he questa notizia è inventata mentre so che l’altra  è vera ma affondata nel silenzio voluto dal disinteresse.

 

 

24 Dicembre 2022Permalink

21 dicembre 2022 – NON SOLO CERCIVENTO. QUANDO LA MEMORIA DIVENTA STORIA

Come per il precedente  articolo ricordo  che anche  questo è stato pubblicato nel  n. 270  del periodico  Ho un sogno (reperibile alla libreria CLUF di via Gemona 22) . Vive da 31 anni ed  è l’unica fonte di informazione per alcune notizie ignorate .

Da anni Ho un Sogno si occupa dei fusilaz di Cercivento una storia di caduti per mano della patria che i discendenti e il paese consapevole non hanno permesso soffocasse nel silenzio, riposta nella sfera degli affetti privati.
Così accanto al cimitero nel luogo in cui il 1° luglio 1916 Silvio Gaetano Ortis, Basilio Matiz, Giovan Battista Corradazzi e Angelo Massaro furono fucilati sorge un cippo che ne ricorda la violenza subita.
“NON SOLO CERCIVENTO”. L’11 novembre il loro caso ha dato il titolo a un convegno che si è svolto presso la sede dell’Università di Udine , promosso dalla “Consulta sulle fucilazioni e decimazioni per l’esempio”, un organismo nato a seguito della legge regionale 7/2021 che ha fra i suoi compiti quello di costruire “l’Albo dei caduti per l’esempio” .
L’11 novembre, nel presentarsi per la prima volta pubblicamente, la Consulta ha dato spazio agli interventi di storici, che necessariamente sono andati oltre la memoria di quel fatto e che saranno raccolti in una apposita pubblicazione.
Tra i relatori, Giulia Sattolo che nel 2018 ha pubblicato “Questa sera verrà il bello! La decimazione di Santa Maria la Longa”.
In questo testo, l’autrice ci affida, fra i tanti documenti raccolti con una cura che svela una partecipazione che va ben oltre la diligenza, l’ordine del duca d’Aosta Emanuele Filiberto di Savoia, che con impudica arroganza ben svela l’intento omicida delle decimazioni dove la vita degli uomini è affidata al sorteggio: “Intendo che la disciplina regni sempre sovrana fra le mie truppe. Ho approvato che, nei riparti che sciaguratamente si macchiarono di così grave onta, alcuni colpevoli o non, fossero immediatamente passati per le armi. Così farò, inesorabilmente, quante volte sarà necessario. […] Per compierlo, non mi arresterò davanti a nessuna misura, per quanto grave. Questo ordine sia letto a tutte le truppe (pag. 58)”.
A Santa Maria la Longa il 16 luglio 1917 furono fucilati 28 uomini, il cui corpo era stato ridotto a un tirassegno differenziato: “fucilazione al petto per reati gravi ma non infamanti e fucilazione alla schiena per delitti considerati disonorevoli e vergognosi (pag. 142)”.
A Santa Maria la Longa venivano concentrati i militari per il riposo previsto e regolamentato nel corso della terribile guerra in trincea. Un gruppo di costoro, appartenente alla Brigata Catanzaro, resosi conto che ciò che era loro dovuto non era invece assicurato, aveva organizzato una protesta che si sarebbe consolidata una sera, quando fosse venuto “il bello”!
L’ingenuità dei militari che avevano organizzato la comprensibile protesta li aveva indotti ad immaginare che i ‘superiori’ li considerassero esseri umani.
E la sera in cui la situazione si sarebbe dovuta risolvere come il regolamento prevedeva, sperimentarono il risultato dell’arroganza di un potere incontrollato e folle.
La loro fucilazione avvenne lontano dall’abitato, fu vista da alcuni ragazzini nascosti, chi sapeva tacque a lungo.
A strage consumata i ‘sopravvissuti’ furono allontanati dal luogo del massacro e dispersi fra altre brigate e compagnie.
Le salme dei fucilati vennero gettate in una fossa comune: il dolore e la pietà non dovevano aver rifermenti tali da sollecitare l’orrore consapevole di chi ne venisse a conoscenza e il disonore delle vittime la cui sorte era stata affidata ai dadi doveva estendersi ai parenti lontani. Solo “agli inizi degli anni Venti, i familiari delle vittime di fucilazioni ed esecuzioni sommarie iniziarono a chiedere legittimamente notizie dei propri cari” (pag. 163).

A Santa Maria la Longa trascorse una sosta anche il fante Giuseppe Ungaretti. Probabilmente questa esperienza ispira il breve componimento “Soldati”, (luglio 1918) che , mentre trasmette lo stato d’animo di un momento, lo estende a tutta condizione umana

Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie

LA MEMORIA CONDIVISA DELL’ORRORE
Le guerre portano una infinita serie di orrori e di costi in termini di vite umane: centinaia di migliaia di morti sul campo o negli ospedali, di invalidi destinati a una misera esistenza e di prigionieri.
Uno degli aspetti più sconvolgenti riguardò, tra il 1914 e il 1918, la repressione interna per il mantenimento della disciplina tra i soldati, ovvero la “fucilazione come esempio” (termine diffuso in Francia), o “fucilazioni sommarie” (termine italiano).
Già il 24 maggio 1915 Luigi Cadorna stabiliva, nella sua Circolare n.1 che: “Il Comando Supremo vuole che in ogni contingenza di luogo e di tempo regni sovrana in tutto l’esercito una ferrea disciplina”. Per mantenerla “si prevenga con oculatezza e si reprima con inflessibile rigore”.
Il 28 settembre dello stesso anno, il “Reparto Disciplina avanzamento e giustizia militare” del Comando Supremo, con la Circolare n, 3525 poneva le basi per le fucilazioni sommarie, dettando la procedura per l’intervento di repressione di fronte all’apparire di gravi sintomi di “indisciplina individuale o collettiva nei reparti al fronte”.
Al terzo punto era scritto che “il superiore ha il sacro diritto e dovere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti e i vigliacci. Per chiunque riuscisse a sfuggire a questa salutare giustizia sommaria subentrerà inesorabile quella dei tribunali militari”.

 

 

 

21 Dicembre 2022Permalink

20 dicembre 2022 – LE CONCLUSIONI DELLA COMMISSIONE SEGRE VANNO RESE OPERATIVE

E’ uscito il  n. 270  del periodico  Ho un sogno (reperibile alla libreria CLUF di via Gemona 22) . Vive da 31 anni ed  è l’unica fonte di informazione per alcune notizie ignorate .
Questo numero porta due miei articoli,  Comincio dal primo che non sfugge alla mia costante attenzione ai ‘bambini fantasma’.
Naturalmente in HUS 270 c’è anche molto altro

Era il 6 giugno 2018 e Liliana Segre, che il presidente Mattarella il 19 gennaio aveva nominato senatrice a vita “per aver illustrato la Patria con altissimi metriti nel campo sociale”, si presentava al Senato con il suo primo discorso.
Se qualcuno avesse pensato a una meritatissima onorificenza per una vecchia grande signora si sarebbe sbagliato: il Senato si assicurava la presenza di una donna lucida e attiva, con una forte capacità comunicativa, a molti sgradita, tanto da scatenare minacce e indurre il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza ad assegnarle una scorta. In risposta, la senatrice Segre propose come suo primo atto legislativo l’istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni d’intolleranza, razzismo e antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. «Tale Commissione – aveva dichiarato – potrà svolgere una funzione importante: è un segnale che come classe politica rivolgiamo al Paese, un segnale di moralità, ma anche di attenzione democratica verso fenomeni che rischiano di degenerare»..
Dopo un percorso non facile, che la vide sempre presente, il 27 giugno 2022 la senatrice Segre presentò la relazione conclusiva dell’ampio lavoro votato all’unanimità.
Contemporaneamente le Nazioni Unite decidevano di promuovere la Giornata Internazionale contro i discorsi d’odio che si celebrerà ogni 18 giugno.

Non è possibile sintetizzare i temi che emergono da quel documento ricchissimo di riferimenti ma, come Ho un sogno, ne vogliamo segnalare uno connesso al lavoro di informazione che, con i nostri mezzi, abbiamo  sostenuto per anni.
Dal 2009, ci sono bambini che nascono in Italia cui è negata l’iscrizione nei registri di  stato civile, destinati a restare senza identità. Se il Parlamento prenderà atto del documento Segre come uno strumento vivo e operativo quale si propone, non potrà sottrarsi al dovere di cambiare la legge del 2009 riconoscendo che, al momento di registrare la nascita di un figlio in Italia, a nessuno può venir chiesto il permesso di soggiorno. La burocrazia può essere feroce nella sua apparente insignificanza e, nel caso specifico, farsi creatrice di bambini invisibili persino ai coetanei.
Il 13 ottobre 2022, Liliana Segre, Presidente del Senato, lo ha ricordato ancora imponendoci la sua immagine di bambina di otto anni, cacciata da scuola perché ebrea e, infine, “bersaglio d’odio”, identificata con un codice numerico tatuato sul braccio.
«In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della Marcia su  Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio ad una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica. Ed il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica  nella mia mente perché ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una  sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova  per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!».

Augusta De Piero

Qui aggiungo per eventuali approfondimenti e verifiche

Per conoscere il testo integrale e la presentazione del documento della commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione alla violenza

https://reasonproject.eu/commissione-segre-la-relazione-conclusiva/

Legislatura 18ª – Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza – Resoconto sommario n. 54 del 22/06/2022 (senato.it)

Per conoscere il testo integrale  anche in video del discorso Segre  del 13 ottobre

Senato, il discorso della senatrice a vita Liliana Segre – integrale – YouTube

Il discorso integrale di Liliana Segre: nel tempio della democrazia a 100 anni dalla marcia su Roma (rainews.it)

20 Dicembre 2022Permalink

17 dicembre 2022 – Un appuntamento consueto – Lettera di Natale firmata da sacerdoti e laici

Come ogni anno esce la lettera di Natale firmata da sacerdoti e laici che si apre nel ricordo di don Di Piazza e prosegue con attenzione esplicita   a molte realtà difficili e offerte di solidarietà spesso ammirevoli. Quella lettera ricorda Hebe de Bonafini,  la fondatrice del Movimento delle Madri di  Piazza di maggio scomparsa lo scorso novembre.
Questo blog conosce benissimo quella vicenda e conosce lo sforzo immane della Madri  cui erano stati strappati figli e figlie dal regime dei colonnelli.
Le Madri sapevano delle figlie  i cui nati  venivano dati in adozioni fasulle ad ‘amici’ , dopo essere stati strappati ai genitori, alle madri costrette a partorire prima di essere ammazzate , privati  del nome che loro spettava e che le Madri hanno cercato  di poter loro attribuire riconoscendoli.
Ancora una volta la “lettera di Natale”  ci propone molte immagini di un mondo devastato ieri e oggi, un oggi in  cui una legge italiana ha studiato il modo di rendere  inesistenti come persone riconosciute  i  nati in Italia, se figli dei migranti irregolari.
Di questi  la lettera di Natale non fa parola: è una scelta diffusa che sostiene la scelta politica del 2009  e che certamente  non si impegna in una proposta di modifica legislativa grata a  chi vota e che quindi  non va disturbato  perché utile elettore elettore.
Ricordo a suo merito  l’intervento si Furio Honsell  alla celebrazione del 25 aprile a Tricesimo che offre alla sua PDLN16 la solidità del riferimento storico (si veda nel mio blog il post dello scorso 1 settembre)  riferimento che non salvò la proposta di legge intesa a riconoscere ogni nato in Italia e bocciata dalla maggioranza lo scorso  27  ottobre.
E’ chiaro che non rappresento nessuno e le mie parole  di oggi nascono dal rispetto della mia dignità, rispetto che devo a me stessa
Segue la Lettera
PRIMAVERA DI UMANITÀ

LETTERA DI NATALE 2022   Zugliano, 25 dicembre 2022

 LETTERA DI NATALE 2022
Carissime e carissimi,
in questi giorni di feste vi raggiunga il nostro abbraccio fraterno, segno della condivisione di fatiche e sofferenze, come pure di gioie e speranze.IL GRATO RICORDO DI DON PIERLUIGI
Il 15 maggio scorso abbiamo dato l’ultimo saluto all’amico don Pierluigi Di Piazza: a lui va il ricordo vivo e vivificante più affettuoso e riconoscente per i “piccoli segni” che in particolare in questi ultimi trent’anni hanno accompagnato la sua vita di uomo e di prete, e che l’hanno sempre visto al fianco di migranti, poveri ed emarginati.
Siamo grati di aver camminato con lui sulla medesima strada e di aver avuto l’occasione di essere partecipi anche attraverso la Lettera di Natale, di veri e propri “laboratori di umanità” dove, in autentico spirito di condivisione, siamo cresciuti in quella fraternità universale che sola dà senso e gusto alla vita.
Collegandoci al detto rabbinico “lo stolto ha il cuore nel lato sinistro, il saggio ce l’ha nel lato destro”, accogliamo quella sapienza che non rinnega certo il buon senso e va ad affermare come saggio è saper “vedere” il cuore dell’altro, a destra rispetto al nostro punto di osservazione; stolto è chi è capace di sentire esclusivamente il proprio cuore, incurante o scettico di quel che pulsa nel cuore altrui, vivendo di quel che per Pierluigi era il vero nemico dell’uomo: l’indifferenza. È nostra convinzione che la sua saggezza dipendesse dal fatto che il suo cuore battesse proprio “sul lato destro”, in quanto nella sua vita ha fatto del cuore degli altri il suo proprio cuore, tanto da temere – come spesso affermava – di non poterlo contenere.
Forse è da qui che siamo chiamati a ripartire, dall’idea di persona che alberga nel nostro cuore e che condiziona le relazioni personali, sociali, politiche, ecclesiali e comunitarie.
Desideriamo tenere fisso lo sguardo sulla sua profetica ed evangelica testimonianza accanto ai fragili della storia, richiamo continuo e pressante a tener vivo anche in noi questo impegno.L’IMPEGNO NEL QUOTIDIANO
Perché l’impegno di ciascuno è determinante. E la testimonianza infonde coraggio, quel coraggio che intravediamo, a esempio:

  • nella scelta da parte di alcuni portuali di Genova – protesta estesa poi a Napoli, Ravenna e Livorno – di bloccare il caricamento di quelle navi che trasportano morte, denunciando il traffico di armi (dirette probabilmente in Yemen e in Siria);
  • nella scelta di quel giovane ceceno che, per non divenire “operaio di morte”, ha disertato il richiamo alle armi e per aver salva la vita è dovuto scappare con la moglie e con i suoi due piccoli bambini, ed è stato accolto al Centro Balducci;
  • nella scelta di chi, nella tragica situazione dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin, rifiuta di andare a combattere pagando di persona e si dichiara obiettore di coscienza sia in Russia che in Ucraina, volendo svolgere un servizio civile alternativo al servizio in armi;
  • nella scelta di Maryam Rawi, l’attivista portavoce di RAWA, l’associazione di resistenza di donne afghane all’orrore talebano che lotta con tante altre donne, a rischio della propria vita, per la libertà e i diritti delle donne in quel Paese;
  • nella scelta di Mahsa Amini, uccisa per aver protestato contro l’oppressione e delle migliaia di donne che anche in Iran rischiano la vita e il carcere lottando per la dignità e la libertà;
  • nella scelta delle ONG che, per salvare i migranti nei nostri mari, danno concreta attuazione alle leggi internazionali sull’obbligo di soccorso in mare sfidando politiche ingiuste e omertose;
  • nella scelta di numerose associazioni, gruppi, movimenti e comunità che continuano a resistere e a promuovere cammini di giustizia, di pace e di prossimità,
  • nella scelta di milioni di giovani che apertamente e pacificamente manifestano per le strade del mondo e operano da volontari in tanti ambiti della vita sociale richiamandoci all’impegno di prenderci cura di nostra madre Terra e di lottare accanto ai fragili e contro le ingiustizie e le iniquità del nostro mondo.

LE MIGRAZIONI E LE LORO NARRAZIONI
Il rapporto “Italiani nel Mondo 2022” promosso dalla Fondazione Migrantes afferma che il numero degli italiani residenti all’estero (oltre 5,8milioni, il 9,8% della popolazione) abbia superato quello degli stranieri residenti in Italia (quasi 5,2milioni, l’8,8%).
In questo contesto interculturale e di migrazioni universali, ci rattrista constatare quanto si stia rafforzando in Italia e in Europa la chiusura verso i migranti. Il numero di persone in fuga ha segnato un nuovo record nel 2022 con oltre 100 milioni di persone confermando la tendenza a crescere dell’ultimo decennio, seppure con numeri tali verso l’Europa e l’Italia da non giustificare alcuna presunta “invasione”.
Più dell’80% dei rifugiati, infatti, proviene da – e trova rifugio in – Paesi poveri del Sud del mondo dai quali i rifugiati stessi quasi mai vengono ricollocati verso l’Europa, creando in tal modo non solo dei campi, ma quasi interi paesi con funzioni di confinamento, come è stato ricordato proprio al Centro Balducci in un Convegno internazionale a inizio dello scorso mese di maggio, l’ultimo evento al quale Pierluigi ha partecipato.
Vogliamo far fronte a una narrazione delle migrazioni che fomenta inutili paure e pregiudizi, portando al rifiuto delle persone provenienti da altri Paesi.
Addolora profondamente che dal 2014 siano più di 50mila le persone morte sulle rotte di migrazione: i dati dell’International Organization for Migration (IOM) in un recentissimo rapporto confermano che più della metà dei morti si sia verificato sulle rotte verso e all’interno dell’Europa, e più del 60% del totale rimanga non identificato. Nonostante l’aumento delle perdite di vite umane, i Governi europei e il nostro in particolare non stanno realizzando alcun programma efficace di ricerca e soccorso in mare che consenta di almeno arginare la strage in corso. Solo le ONG, spesso criminalizzate, sono rimaste a ricordare che l’Europa è – o, meglio, dovrebbe essere – un progetto di unità politica basata sul rispetto dei diritti umani.
Anche nei nostri territori si presentano situazioni di estrema gravità con persone ammassate in caserme o abbandonate in strada, senza la pur minima attenzione ai loro diritti e ai loro reali bisogni.
Siamo convinti che si tratti di una tendenza che può essere invertita solo compiendo uno sforzo rinnovato e concertato per costruire in comune sentieri di pace, giustizia e solidarietà.
Non vogliamo quindi chiudere gli occhi di fronte a quelle guerre strumentali che facciamo ai migranti, ai richiedenti asilo, ai disperati della storia, a chi entra nelle nostre terre di confine percorrendo la Rotta balcanica, una delle vie di fuga più dure in Europa, segnate da violenze e continui respingimenti illegali. I medesimi respingimenti che preoccupanti dichiarazioni pubbliche di questi giorni dell’attuale sottosegretario agli Interni Prisco vede reintrodurre alla frontiera tra Italia e Slovenia.
Coloro che facciamo fatica a incontrare e accogliere non sono statistiche e meri numeri, non sono “carico residuale”, ma persone, fratelli e sorelle di questa umanità: il “prossimo tuo” per Gesù di Nazareth, per chi crede in Lui e per tante altre persone che ne condividono l’ideale di fratellanza.

UN CONTESTO SOCIALE COMPLESSO E SOFFERTO

Non vogliamo chiudere gli occhi di fronte alle tragedie attuali, sentendo nostro il dolore di tante famiglie per la perdita di persone care anche a causa della pandemia tuttora in corso, delle catastrofi naturali (è di sole poche settimane fa la frana che ha travolto nell’isola di Ischia il paese di Casamicciola), di tante guerre (oltre a quello tra Russia e Ucraina, ben altri 58 conflitti coinvolgono 160 Paesi) e di suicidi, vera e propria emergenza che ha segnato un considerevole aumento soprattutto all’interno di strutture come:
– carceri (il 2022 segna il macabro record in Italia: 79 persone, in Friuli l’ultima, il 7 novembre scorso, di un ventiduenne ospitato nella casa circondariale di Udine),
– caserme (i dati nazionali sono spietati: un uomo appartenente alle Forze armate, di polizia o di sicurezza ogni cinque giorni),
– e strutture dove sono accolti profughi e richiedenti asilo (ci ha colpito il suicidio del ventottenne pakistano appena entrato nel Cpr di Gradisca).
Non vogliamo chiudere gli occhi di fronte a un’“economia che uccide”: uccide l’uomo e il pianeta, porta alla crisi alimentare (quella aggravata dalle tre “C”: il Covid-19, i conflitti e il clima) con milioni di persone al mondo che muoiono di fame e una minoranza che butta via un terzo del cibo prodotto, mettendo a nudo che, se il pane quotidiano Dio lo dà a tutti, siamo noi che ancora non abbiamo imparato a condividerlo; un’economia che costringe 160 milioni di bambini al lavoro minorile per sopravvivere, che produce “scarti” e genera l’aumento delle situazioni di povertà “assoluta” (secondo il recente report di Caritas Italiana, solamente in Italia vede coinvolte due milioni di famiglie che non possono permettersi la spesa minima per condurre una vita accettabile).
Siamo per una “economia della vita”, amica della terra e dell’uomo. Per questo aderiamo idealmente e fattivamente anche noi al “Patto di Assisi 2022”, firmato da papa Francesco e da giovani economisti provenienti da tutto il mondo il 22 settembre scorso, che pubblichiamo in calce a questa lettera.

LA GUERRA E LA CORSA AL RIARMO
Non vogliamo rassegnarci ai conflitti che ci pongono popolo contro popolo. Lo scorso 27 marzo il pontefice ha affermato il “bisogno di ripudiare la guerra, luogo di morte dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono”. La guerra è un abominio e ci domandiamo se possa mai esistere una “guerra giusta”.
Per questo non vogliamo rassegnarci nemmeno all’uso indiscriminato delle armi. L’invasione di Putin, oltre ad aver portato distruzione e morte nelle città ucraine, ha avuto come effetto un pesante arretramento di qualsiasi progresso internazionale su disarmo e politiche di pace. Ci stiamo abituando al fatto che la guerra sia considerata un normale mezzo di risoluzione delle controversie internazionali determinando in questo decennio un arretramento storico senza precedenti dopo il 1948. Lo dimostrano la profonda crisi del sistema delle Nazioni Unite e le recenti decisioni di robusto aumento della spesa militare, che si va a sommare ad un trend già in decisa crescita.
Soprattutto ci sentiamo di esprimere forte preoccupazione sulla corsa agli armamenti, perché toglie vitali risorse, affamando intere popolazioni, e perché “alza l’asticella” aggravando la minaccia posta dalle armi nucleari, presenti in Italia anche e non solo nella base Usaf di Aviano.
Per contribuire a spalancare un futuro di pace, riteniamo sempre più necessario che il nostro Governo aderisca al Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari.
Tutti gli Stati nucleari e i loro alleati (tra i quali, purtroppo, anche l’Italia) hanno votato di recente contro una Risoluzione nel Primo Comitato Onu a sostegno del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (passata con 124 voti favorevoli). E addirittura votando contro o – come l’Italia – astenendosi su una seconda Risoluzione che ribadiva “la profonda preoccupazione per le conseguenze catastrofiche delle armi nucleari” sottolineando “che è nell’interesse della sopravvivenza stessa dell’umanità che le armi nucleari non vengano mai più utilizzate, in nessuna circostanza”. La risoluzione esortava inoltre gli Stati “a compiere ogni sforzo per eliminare totalmente la minaccia di queste armi di distruzione di massa”. Come può dirsi democratica una nazione come l’Italia se si astiene dal firmare tale documento?
Insomma, al momento nessuno vuole abbandonare gli arsenali nucleari, che garantiscono potere e predominio, nonostante un pericolo di guerra atomica distruttiva mai così vicino.
Abbiamo il diritto di vivere in un mondo libero da questa minaccia. E abbiamo il dovere di consegnare a figli e nipoti un futuro degno di questo nome, educandoli dalla più tenera età a prendersi cura delle persone che incontrano con uno sguardo universale verso chi soffre pur lontano fisicamente da loro.
Qualsiasi uso di arma nucleare, intenzionale o accidentale, avrebbe conseguenze catastrofiche, vastissime e durature per gli esseri umani e per l’ambiente: Hiroshima e Nagasaki lo insegnano. È necessario mettere le armi nucleari fuori dalla storia prima che siano loro a mettere fuori dalla storia l’intera umanità! Così affermava sir Józef Rotblat, fisico polacco Nobel per la pace per la lotta contro lo studio e l’utilizzo delle armi nucleari: “Ricordatevi la vostra umanità e dimenticate tutto il resto!”. Un’umanità che ci fa fratelli gli uni degli altri nella condivisione delle diversità che ci caratterizzano, perché è nell’accoglienza della diversità che non solo riscopriamo la nostra identità, ma ci ritroviamo dall’altro arricchiti.

SOLIDALI CON GLI ESCLUSI E GLI EMARGINATI

Mentre siamo drammaticamente coinvolti nei grandi cambiamenti epocali e in un vissuto di violenza e sopruso nei confronti dei più deboli, il Vangelo è per noi luce di speranza che c’invita a sentirci tenuti per mano da Gesù di Nazareth. È Lui che, incoraggiandoci a non aver paura e a camminare insieme, ci spinge a osare di più, abitando nella concretezza le periferie esistenziali. Gesù stesso, negli ultimi momenti della sua vita terrena, ci ha voluto affidare alla custodia del Padre perché potessimo avere in noi stessi “la pienezza della sua gioia” (cf. Gv 17,11.13), una gioia frutto della misericordia di un Padre che ci ama non per i nostri meriti, ma perché ne siamo figli e desidera che tutti siano parte di una vita piena. È questo che crea in noi la fiducia che nella nostra esistenza l’ultima parola l’avrà l’Amore. Ed è questa fiducia che vorremmo trasmettere a chi ci legge.
Nell’accogliere questo dono, percepiamo che celebrare il Natale significa viverlo in quella dimensione universale di fraternità; significa fargli spazio essendo solidali con gli esclusi ed emarginati della storia; significa trovare la forza per rinnovare l’impegno a stare dalla parte degli indifesi con la medesima fedeltà di Hebe de Bonafini, morta lo scorso mese di novembre all’età di 93 anni, attivista argentina tra le 14 fondatrici, nel 1977, delle Madri di Plaza de Mayo con le quali ha lottato tutta la vita sfidando il regime al potere e sfilando pacificamente nelle piazze per chiedere verità e giustizia per gli oltre 30mila desaparecidos uccisi sotto la dittatura.
L’umanissimo figlio di Dio, accolto nel Natale, c’insegni la strada per un tenore di vita improntato alla sobrietà, alla corresponsabilità e alla condivisione, proiettandoci verso un futuro possibile e realizzabile, più dignitoso per tutti.
E sarà un giorno di primavera per questa nostra umanità.

I firmatari:
i preti Alberto De Nadai, Albino Bizzotto, Antonio Santini, Fabio Gollinucci, Franco Saccavini, Giacomo Tolot, Gianni Manziega, Luigi Fontanot, Mario Vatta, Massimo Cadamuro, Nandino Capovilla, Paolo Iannaccone, Piergiorgio Rigolo, Pierino Ruffato, Renzo De Ros;
Andrea Bellavite;
l’Associazione “Esodo” di Venezia;
il Centro “Ernesto Balducci” di Zugliano (UD),
il Gruppo “Camminare Insieme” di Trieste

 

17 Dicembre 2022Permalink

1 dicembre 2022 – Calendario di dicembre (pubblicato in ritardo il 13 dicembre)

.1 dicembre 1970   –  Approvazione della legge 898. Disciplina dei casi di scioglimento
…………                     ……………………………………………………………….di matrimonio
………………………..Nota come ‘legge sul divorzio ’ sarà difesa con referendum nel 1974

.1 dicembre 1955 –   Rosa Parks si rifiuta di cedere a un bianco il suo posto in  autobus.
……………………Boicottaggio dei bus a Montgomery. Alabama  (Montgomery Bus Boycott)

.1 dicembre 2000 –  Il giudice Guzman dispone il processo contro Pinochet in Cile

.2 dicembre 2002 –  Morte di Ivan Illich

.3 dicembre 1984 –  India, disastro di Bhopal. Muoiono più di 3800 persone

.3 dicembre 1967 –  Primo trapianto di cuore in Sud Africa

.4 dicembre 1975 –  Muore Hanna Arendt

.4 dicembre 1999 –  Muore Nilde Jotti

.4 dicembre 2016 –  Referendum confermativo modifica Costituzione – Fallito

.5 dicembre 1349 –  Norimberga – strage di ebrei accusati di essere responsabili della
………………………………   ……………………………………………………peste del 1348.

.5 dicembre 2000 – Italia: ergastolo per due generali della dittatura argentina

.5 dicembre 2013..-  Muore Nelson Mandela

.8 dicembre 1978 –  Fallisce il golpe di Junio Valerio Borghese

.8 dicembre 1965 –  Chiusura del Concilio Vaticano II

.9 dicembre 1987 –  Israele: inizio della prima Intifada

10 dicembre 1948 – Firma della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo  [nota 1]

11 dicembre 1997 –   L’Unione europea firma il protocollo di Kyoto

11 dicembre 2016 –  Morte del biblista e teologo  Paolo De Benedetti

11 dicembre 2018 –  Strage al mercatino di Natale di Salisburgo

12 dicembre 570 (?)– Nascita del profeta Muhammad
…………………………. La data è spostata da alcuni storici anche fino al 580

12 dicembre 1969 –  Milano: strage alla Banca dell’agricoltura di piazza Fontana

13 dicembre 1294 –   Celestino V rinuncia al papato

14 dicembre 1995 –   Bosnia: firma degli accordi di Dayton

14 dicembre  2019 –  Sardine a Roma. Piazza San Giovanni

15 dicembre 1969 –   Morte di Giuseppe Pinelli

15 dicembre 1972 –   Approvazione della legge 772 sull’obiezione di coscienza   [Nota 2]

15 dicembre 2018 –  Morte di Antonio Megalizzi        [nota 3]

17 dicembre 2014 –  USA e Cuba annunciano relazioni diplomatiche

18  dicembre 2022  – inizio  Hanukkah anno ebraico 5783   [nota 4]

19 dicembre 2001 –  In Argentina inizia il carcerolazo contro il governo

19 dicembre 2016 –  Berlino: strage al mercatino di Natale (probabile origine terroristica)

19 dicembre 2021 –  Cile_elezione di Gabriel Boric, presidente del Cile

20 dicembre 2008 –Morte di Piergiorgio Welby

22 dicembre 1988  –  Brasile: uccisione di ‘Chico’ Mendes

22 dicembre 2017 –  Viene approvata la legge n. 219 “Norme in materia di consenso
……………………………………….informato e di disposizioni anticipate di trattamento”.

23 dicembre 1899 –Nascita di Aldo Capitini

23 dicembre 2016 – ONU – approvata risoluzione sulla illegalità delle colonie nei Territori

23 dicembre 2017 – Il senato NON vota il cd ius soli con la collaborazione di Pd e .5stelle
……………………………..opportunisticamente silenti

24 dicembre 1979 – Le truppe sovietiche invadono l’Afghanistan

25 dicembre 1989 – Romania: viene giustiziato Nicolae Ceausescu

26 dicembre 1965 – Rapimento di Franca Viola

26 dicembre 1991 –  Si dissolve ufficialmente l’Unione Sovietica

26 dicembre 2021 – Morte di Desmond Tutu , primo arcivescovo nero del Sud Africa,
…………………….            presidente della Commissione per la verità e la Riconciliazione,
premio Nobel per la pace 1994.

26 dicembre 2022 – fine  Hanukkah anno ebraico 5783

27 dicembre 2007 – Uccisione di Benazir Bhutto

27 dicembre 2016 – Consiglio di Sicurezza dell’ONU approva la risoluzione 2334 relativa
…………………………………………………………………………agli  insediamenti nei Territori.

28 dicembre 2018 _ Morte di Amos Oz

29 dicembre 1908 –Terremoto di Messina

29 dicembre 1890 –USA. Il 7o cavalleggeri stermina gli ultimi Lakota Sioux

29 dicembre 2020  – Assassinio di Agitu Gudeta, imprenditrice de “la capra felice”

30 dicembre 2006 – Impiccagione di Saddam Hussein

31 dicembre 1991 –   Si dissolve ufficialmente l’URS

31 dicembre 2022 – Morte di papa Benedetto XIV,  Joseph Ratzinger

NOTE

Nota 1
La Giornata mondiale dei diritti umani è una celebrazione sovranazionale che si tiene in tutto il mondo il 10 dicembre di tutti gli anni. La data è stata scelta per ricordare la proclamazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948.

Nota 2
Legge 15 dicembre 1972, n. 772 “Norme per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza” (abrogata dall’art. 23 della Legge 8 luglio 1998, n. 230).
Art. 1 Gli obbligati alla leva che dichiarino di essere contrari in ogni circostanza all’uso personale delle armi per imprescindibili motivi di coscienza, possono essere ammessi a soddisfare l’obbligo del servizio militare nei modi previsti dalla presente legge.

Nota 3
Morte di  Antonio Megal izzi, il giornalista italiano rimasto gravemente ferito nell’attentato di Strasburgo di martedì sera 11 dicembre. Il giovane, 28 anni, era in coma e le sue condizioni erano state definite «irreversibili». Non era stato giudicato operabile a causa della posizione in cui si era bloccato il proiettile che lo ha colpito.

Nota 4  Hanukkah o Chanukkà è la festività Ebraica dei lumi che si festeggia con l’accensione serale  della menorah.

13 Dicembre 2022Permalink