29 marzo 2015 – Giancarla Codrignani e papa Bergoglio

Efficacia e incisività di Bergoglio sulla Chiesa

intervista a Giancarla Codrignani a cura di Davide Pelanda
in “Tempi di Fraternità” n. 3 del marzo 2015

 Giancarla, c’è stata una lunga serie di titoli di libri sul Papa “venuto dalla fine del mondo”, come ha detto lui stesso nel momento dell’insediamento. Sembra che le case editrici cattoliche abbiano venduto molti libri sulla sua figura al salone del libro di Torino dello scorso anno.

Abbiamo scritto qualche tempo fa sulla nostra rivista che «Il papa è un testimonial eccezionale ma, nel deserto che stiamo attraversando, tutti rischiamo di abbandonarci alla tentazione del leaderismo esasperato, dalla quale il Vangelo ci mette in guardia in modo molto severo. La papolatria è sempre in agguato, e applaudire il papa è molto più facile che accoglierne il messaggio esigente».

Ti chiedo: da come si muove è un Papa attento all’immagine? Non si rischia un po’ la cosiddetta “papolatria”? Non ti sembra che sia un personaggio mediaticamente molto sovraesposto? Perché piace alle folle? Puoi commentare?

«Dura la lotta contro le immagini: noi cattolici, a partire dai più spirituali e perfino dai mistici, non possiamo toglierci dalla mente le tante teste di vecchi signori con barba bianca, triangolo e colomba sul capo che per secoli la pittura ha antropomorficamente rappresentato come il volto del Creatore.

Gli iconoclasti sarebbero abbastanza simpatici, non fosse che anche le religioni che non raffigurano le divinità, come l’ebraismo e l’islam, non hanno evitato l’ignoranza di Dio. Certo, non c’è confronto fra le dita di Adamo e di Yhwh della Cappella Sistina e le benedizioni papali sul TG, anche se i media non stanno aiutando le religioni.

Escludendo l’Islam, che nelle presentazioni appare come se noi fossimo solo le crociate e l’Inquisizione (e purtroppo per molti musulmani è questa la memoria), la spettacolarità non favorisce la comprensione di che cosa si debba intendere per Cristianesimo e Cattolicesimo. La gente sperimenta nel corso della vita più di un pontificato e ogni pontefice ha carattere e scuola di pensiero diversi: piazza san Pietro comunque compare sugli schermi sempre osannante a qualunque nuvoletta bianca si sprigioni a fine conclave, sempre ignara di chi mai sia l’eletto applaudito.

Certamente i fedeli non si entusiasmano perché credono nello Spirito Santo, ma perché l’antica suggestione del potere persiste e fa presa per convenzione clericale: è “il Papa”. Il tradizionalista Benedetto XVI è venuto dopo l’autoreferenziale Giovanni Paolo II senza apparenti scosse; ma ha rappresentato la novità a cui il papato non può più sfuggire: dando le dimissioni ha rotto la convenzione clericale e nemmeno il Belli una cosa così se la sarebbe sognata. Francesco sembra fare sul serio nel rinnovare anche in questo campo: sono duecento gli anni di ritardo che il cardinal Martini denunciava ed è necessario intervenire tempestivamente perché i cani da guardia sia della conservazione teologica, sia degli interessi vaticani stanno uggiolando e incominciano a mostrare i denti.

Francesco si è coraggiosamente spogliato delle scarpe di Prada, ma semplifica anche i riti che hanno fin qui spettacolarizzato il culto. Presentarsi la prima volta con la croce non più d’oro e gemme è stato un grande gesto mediatico, subito raccolto e compreso; ma se la gente non pretende che nelle diocesi, preti e parrocchiani zelanti insieme, si spoglino di tutti gli orpelli e diventino davvero cristiani convertiti, ci potrebbe essere qualche rimpianto… papolatrico, se si può dire. E c’è chi non aspetta altro.

Credo che il suo stile diretto e i contenuti delle cose che dice siano efficaci e costruttivi; vorrei che convertissero i troppi che giudicano qualunque personaggio solo se “gli piace”. La sobrietà non è accattivante».

Papa Francesco I sembrerebbe voler cambiare la Chiesa. L’abbiamo visto nelle sue aperture nel Sinodo della famiglia. Ma nei nodi dogmatici e teologici principali qualcuno dice che non si è mosso di un centimetro. È così? Secondo te ci sono vescovi e cardinali curiali che lo vogliono bloccare e schiacciare? Qualcuno teme che, per le sue aperture, corra dei rischi…

«Non ho firmato l’appello delle tante associazioni – di alcune delle quali faccio parte – perché non è (ancora) il momento di scendere in campo a difesa di Papa Francesco. Siccome il motivo della mobilitazione è stato un articolo di Messori (uno a cui non va bene nemmeno il Risorgimento perché anticlericale) che l’autore dichiarava “richiesto”, era bene chiedere al direttore del Corriere della Sera (il quotidiano su cui scrive Alberto Melloni) di far conoscere chi mai fossero i richiedenti. Tuttavia, vivendo a Bologna, non ho difficoltà a dire che il cardinal Caffarra è, dal punto di vista ecclesiastico, un capofila dell’opposizione a Bergoglio, anche se, intervistato, ha respinto le accuse dicendo testualmente “preferirei che si dicesse che ho l’amante (sic!) perché sono nato papista, ho vissuto da papista e voglio morire papista”. A Bologna c’è anche una sparuta minoranza che, per contestare la festa di Halloween, organizza una sorta di processione notturna contro i satanisti che va da una porta civica al cimitero, dove di satanisti ci sono solamente loro. Le chiese bolognesi sono tenute a dare la particola in bocca e, purtroppo, molti si adeguano, anche se l’atto di coraggio per non essere imboccati come bambini nel momento liturgicamente più serio sarebbe modesto (e i preti in genere non fanno difficoltà).

Non ci riusciranno a “farlo fuori”, ma la difesa della linea Bergoglio si fa più ardua perché per cinquant’anni abbiamo lasciato che gli stessi oppositori oscurassero il Vaticano II. Noi laici credenti, a cui il Concilio dava autorità, non ce la siamo presa per la totale ignoranza dei contenuti della fede a cui diciamo di credere. Come ho detto, molti potranno sentire deludenti certi smantellamenti dagli apparati spettacolari e dell’approccio che dà riconoscimento di valore anche ai non cattolici (l’ecumenismo è parola difficile, la libertà religiosa non meno).

La crisi ci rende più vulnerabili e la chiesa “povera” diventa scomoda. Infatti, a mio avviso, Papa Francesco è tutt’altro che lassista: vuole mantenere il suo gregge, ma non permette che passi per cristiano chi cristiano non è. In parole povere non dice che gli squilibri sociali sono causati dalla secolarizzazione e, anche se sembra indulgente con le coppie che hanno fallito, non ha mai detto di voler cancellare l’indissolubilità del matrimonio. Anche fuori dall’Occidente possono essere fonte di sconcerto le dichiarazioni (“chi sono io per giudicare?”) contrarie al rifiuto dell’omosessuale in paesi dell’Africa che lo condannano.

A mio avviso chi intende difendere Francesco lo faccia con un impegno coerente sulle singole tematiche, contribuisca a produrre un ‘alfabetizzazione culturale che riscatti i duecento anni di ritardo deplorati da Martini».

Sempre Bergoglio ha fatto un discorso contro le guerre al Sacrario di Redipuglia dove dice che “le guerre sono una follia” e che assistiamo ad una sorta di Terza Guerra mondiale. Cosa che non ha fatto il Presidente della Repubblica Napolitano il 4 novembre. Che ne pensi di questo Papa “pacifista”?

«Dunque, personalmente sono conosciuta come persona che si è sempre “battuta” per la pace. La contraddizione del “combattere” per la “pace” mi ha sempre impedito il puro e semplice irenismo.

Infatti, sempre nella mia interpretazione, il mondo non ha mai conosciuto “la pace”, perché nessuno ha mai potuto vivere bene se anche un solo paese era in guerra. Tanto meno oggi: l’Europa vive settant’anni di pace interna, ma è responsabile, con tutto l’Occidente, della mancata condivisione delle risorse con i paesi in cui sono in atto conflitti di cui è responsabile l’antico colonialismo e la moderna globalizzazione economica. Di qui il mio richiamo – sono stata Presidente della Lega degli Obiettori di Coscienza – a “prevenire” le guerre: quando i conflitti esplodono e intervengono le armi, ci sono le armi, c’è la guerra e non vale invocare la pace. Da Caino ai giorni nostri c’è stato un grande progresso e la guerra oggi, anche se la si fa, non è più un valore conclamato (la prima guerra mondiale viene organizzata da ministeri ovunque chiamati “della Guerra”). Tutti ammettiamo la legittima difesa e, siccome la razionalità umana è carente, nessuno dovrebbe aggredire nessuno; siccome avviene il contrario, ammettiamo l’esistenza degli apparati difensivi. Ma non si fa prevenzione e la diplomazia fatica a sostituire l’esercito.

Vediamo i conflitti degenerare, ma li alimentiamo: basta citare il conflitto Israele/Palestina presente alla nostra attenzione dal 1947. Dico questo perché la prima cosa che ha detto il Papa è che siamo già dentro una terza guerra mondiale frammentata, ma non è stato questo il richiamo che ha lasciato traccia nell’opinione pubblica, bensì la generica e ovvia definizione – che un papa cristiano non avrebbe mai dovuto stancarsi di predicare – di “follia”. Anche di Benedetto XV – che divenne Papa a guerra dichiarata (e con larga adesione del clero e mondo cattolico) – si ricorda la tardiva (agosto 1917) “inutile strage” e non gli appelli ai governanti mai accolti, dall’enciclica del novembre 1914 alla Pacem dei munus pulcherrimum del 1920, che rivela il suo timore che alla pace mancasse la riconciliazione e restassero i “germi di antichi rancori”. Anche lui aveva contro la Chiesa reazionaria: il padre domenicano Antonin-Dalmace Sertillanges, noto predicatore della chiesa della Madeleine a Parigi, aveva contestato: “Santo Padre, noi non vogliamo la vostra pace”…

Chi vuole seguire il Papa e, insieme, lavorare per la pace, deve cercare di capire come sta andando il mondo, occuparsi di politica internazionale e di commercio delle anni e non confondere Francesco con un governante. Perché, se, per stare dalla parte delle vittime, prendiamo posizione a fianco di uno dei contendenti, stiamo già dentro la logica amico/nemico. Meglio la diplomazia e aiutare la prevenzione».

Sempre sulle colonne della nostra rivista la scrittrice Michela Murgia ci ha detto che, secondo lei, «La Chiesa è in un momento storico in cui, per la prima volta, non sta innovando, come molte volte ha fatto in passato precedendo governi e filosofie, ma sembra muoversi a traino e non tenere più il passo. Eppure mai come in quest’ora storica di autosufficienza e di potenza tecnologica il mondo ha avuto bisogno del messaggio liberante e umanizzante di Cristo Gesù; confidare nell’ignoranza delle masse per indurle al fideismo attraverso le paraliturgie e le devozioni tradizionali significa abdicare al primo dovere ecclesiale, quello dell’annuncio e della sua testimonianza».

Che ne pensi? Rispecchia quello che vuole Papa Francesco per la sua Chiesa?

«C’è stata una vignetta carina, che raffigurava due che parlavano del nuovo papa: “Pensa, è un gesuita e parla come un francescano!”, “Appunto; è un gesuita”. Per dire che non sono sicurissima che Francesco abbia un quadro preciso della strategia del papa. Cito ad esempio il Sinodo sulla famiglia: questionario, partecipazione filtrata dalle diocesi, presenza inadeguata dei laici, tematica esclusiva (comunione ai divorziati e accoglienza dei gay): ok. Spero che Francesco abbia previsto le conclusioni (e, soprattutto, tenga d’occhio l’evoluzione di questi mesi), perché la famiglia tradizionale, quella della gente comune, è in crisi grave e la sua evoluzione è ancora lontana dal ritenersi compiuta, mentre sui principali problemi cattolici – indissolubilità, contraccezione, LGBT e sessualità – non sarà facilissimo cavarsela con i farisei che tengono a parole alla “dottrina”. Dal

punto di vista laico non ci sono grandi problemi: anche i cattolici tradizionalisti seguono gli insegnamenti morali della Chiesa solo a parole e non c’è conservatore lefebvriano che non abbia figli o fratelli conviventi o divorziati. Certamente Francesco sta incidendo seriamente sulla struttura: basta vedere i venti nuovi cardinali e costatare che nessuno è statunitense. Bisogna tener conto che Giovanni Paolo II era riuscito, nel suo lungo pontificato, a nominare un gran numero di vescovi a propria immagine e somiglianza; si era anche assicurato il controllo gerarchico secondo lo stile dei monarchi, con il risultato che il potere lo gestiva il Vaticano.

Che Bergoglio abbia deciso di sopprimere lo IOR per tutti gli scandali verificatisi, è di esemplare chiarezza, ma deve anche curare i conti del Vaticano da solo contro molti. In questo caso il Papa sa che la partita sarà lunga e decisiva per il futuro della Chiesa. Infatti al fondo di tutti i problemi sta la continuità: una Chiesa conservatrice potrà anche costruire una cittadella difensiva in cui deplorare l’assedio della modernità, ma se non ci si aprirà a riforme che, come diceva Giovanni XXIII, non cambiano il Vangelo ma ce lo fanno leggere meglio, diventerà sempre meno credibile.

Sono molti i libri usciti in questi anni sulla possibile fine del Cristianesimo e anche le altre religioni sono in crisi: la conflittualità che si è istaurata all’interno dell’Islam, in particolare dopo la rivendicazione estremista di alcuni criminali, manifesta la necessità di ripensare che cosa mai rappresenti oggi il Corano. A tutti i tradizionalisti piacerebbe tornare alle belle crociate e al martirio.

Ma, come dici tu, sarebbe davvero la fine, perché i messaggi delle religioni o sono liberanti o decadono, mentre è necessario che le chiese tornino all’annuncio e alla testimonianza non solo per coerenza, ma perché la gente ha bisogni umani più alti che debbono trovare alimento nella fede»

Cosa rimane da fare ancora nella Chiesa cattolica per trasformarla radicalmente? Quali opere deve svolgere Papa Francesco per essere vicino e/o simile al Santo di Assisi?

«Dunque: dopo Francesco il Papato non sarà mai più quello di prima (anche ad opera di Benedetto XVI e delle sue straordinarie dimissioni). La religione potrà finalmente cedere il passo alla fede, anche se a prezzo di un salutare dimagrimento: per aver silenziato per cinquant’anni il Concilio la Chiesa sta pagando il prezzo rilevante di non essere più attraente.

Qui ci inchiodiamo anche noi laici, a cui il Vaticano II ha dato autonomia e responsabilità e noi non ce la siamo presa. Se la gerarchia e la curia hanno mantenuto il potere sostenendo che il Concilio era stato irrilevante perché “pastorale” e non dogmatico, è stato perché troppo pochi sono stati i movimenti di base capaci di interpellare i propri vescovi.

Evidentemente secoli di obbedienza imposta e calata dall’alto come dovere del buon cristiano hanno determinato la passività che Gesù non ha mai ritenuto virtuosa. Il Santo di Assisi non è un’icona e non credo che mai, nemmeno oggi, accetterebbe di fare il Papa (e non sarebbe mai stato un gesuita).

Francesco (il Santo) ha avuto più contestazioni che accoglienza dai Papi suoi contemporanei:Innocenzo III sostanzialmente lo respinse, Onorio III approvò la Regola francescana (e anche quella domenicana), ma il suo impegno erano le crociate, sia per conquistare il sepolcro di Cristo sia contro gli albigesi e le eresie, mentre Gregorio IX si occupò della popolarità del Santo, ne condizionò l’Ordine e la memoria e lo ridusse nel fasto della chiesa dedicandogli il progetto di una basilica che dall’alto dei cieli Francesco doveva sentire parte della chiesa ricca poco testimone della povertà evangelica che credeva di aver testimoniato. Adesso la storia ci sorprende con una rivoluzione: anticlericale è il Papa. È perfino entusiasmante. Solo che non so se sapremo accettare il rovesciamento dei ruoli, perché non possiamo diventare noi, popolo di Dio, i clericali. Quindi quello che c’è ancora da fare dobbiamo proporlo da buoni seguaci del santo sovversivo. Oppure aspettiamo che alle altre cose da fare ci pensi il Papa? I tanti problemi della famiglia? La fine del celibato? La posizione delle donne nella Chiesa e i ministeri femminili? La nostra povertà, da chiamare piuttosto solidarietà, condizionati come siamo dalla mercificazione e dal consumismo di sistema? La prevenzione dei conflitti?».

 

Quali sono i compiti di testimonianza più urgenti per i piccoli gruppi ecclesiali?

«Ho appena finito di dire che dobbiamo farci francescani, cosa che probabilmente conosciamo poco, perché Francesco e Chiara avevano idee ben precise da cui non sono state tratte ancora le debite conseguenze. Pensate oggi un Francesco che inventava il presepio, che diceva che non c’è bisogno di andare in Palestina a fare le crociate perché qualunque coppia che ha avuto un figlio è Betlemme; oppure, sempre per dimostrare la stoltezza della passione di Papa Onorio per le crociate, la dimostrazione concreta che dal Sultano ci si può andare disarmati senza lo spreco di denaro che il Vaticano cercava da tutte le parti per armare i cristiani contro gli infedeli. I gruppi ecclesiali non sono mai “piccoli”, anche se sono poco numerosi: hanno miglior possibilità di approfondire la propria consapevolezza di credenti. A parte che siamo ignoranti proprio nelle cose che riteniamo fondamentali, viviamo in un’epoca di transizione: il mondo cambia e ci sentiamo pieni di incertezze e di dubbi.

Credo che molte idee che pure sentiamo di avere intuitivamente, le argomentiamo poco; ed è anche per questo che difficilmente chiediamo udienza al vescovo per rompergli le scatole.

Ho detto che vivo a Bologna, dove è vescovo il cardinal Caffarra, conservatore e oppositore di Bergoglio: non mi risulta che mai nessuno sia andato a rompergli un po’ di scatole invece di continuare a deprecarlo nei discorsi comuni. Forse per avere più sicurezza di argomentazione, dobbiamo approfondire di più i problemi e forse – so che il verbo è urtante. studiare…».

Quale è il volto di Dio che dobbiamo rendere presente nella storia che stiamo attraversando?

«Come puoi dire di amare Dio che non vedi, se non ami il fratello che hai vicino: senza citare Giovanni, bisognerà pure partire dall’amore. Dio è parola impegnativa, perché nemmeno Abramo o Mosè ne hanno avuto esperienza se non simbolica. Dante ci si è sprofondato senza più capire. Per molti è un tappabuchi, tanto per spiegare l’esistenza propria e del mondo.

Davvero – lo dico in giorni pesanti per il massacro dei giornalisti francesi e, ancor più, per il rafforzarsi in luoghi dell’Iraq o della Nigeria, di una follia sanguinaria attribuita alla religione – se non partiamo dalla solidarietà fra tutti gli umani, continueremo a nominare invano il suo nome.

Possiamo essere migliori di quello che siamo, a partire dalla mia amica che lo cerca per noi in clausura (e io non capisco del tutto), per finire a Samantha Cristoforetti che vola nello spazio sulle nostre teste e dimostra che la scienza va avanti più della nostra conoscenza dei massimi problemi.

Ma, qualunque cosa si faccia, bisogna non essere egoisti e chiusi. Altrimenti l’amore non lo troviamo: né per Dio né per gli altri.

Voglio aggiungere un argomento per me essenziale. Tutti, ma in primo luogo il Papa, dovrebbero farsi aiutare dalla cultura delle donne: che si parli del prossimo o di Dio, della pace o della politica, della vita o della morte, anche per Francesco (e gli altri) sarebbe ora di incominciare a sentire di avere bisogno di entrare nel futuro meglio attrezzato.

La Chiesa, che è testimone di un umano in cerca di bene, ma ancora diviso, se vuole essere “comunione” non può continuare senza di noi. Anche su questa infedeltà al vangelo Francesco può aiutarla».

29 Marzo 2015Permalink

16 marzo 2015 – Hijab in Germania

La Corte Costituzionale tedesca e il velo islamico Hijab - Vanity Fair

Le insegnanti musulmane potranno di nuovo indossare il velo nelle scuole pubbliche. Lo ha stabilito la corte costituzionale tedesca con l’abolizione di una legge del 2003, che impediva alle insegnanti di indossare il velo a scuola, mentre permetteva alle suore di indossare l’abito religioso e i crocifissi nelle aule.

La corte si è pronunciata su un caso di una donna musulmana alla quale era stato negato un posto di lavoro a causa del velo: “I simboli religiosi possono essere vietati solo quando pongono un rischio concreto di turbare la tranquillità della scuola”, dice la sentenza

http://www.internazionale.it/notizie/2015/03/13/germania-velo-scuola

http://it.euronews.com/2015/03/13/germania-la-corte-costituzionale-da-il-via-libera-alle-insegnanti-con-il-velo/

http://www.vanityfair.it/news/mondo/15/02/01/giornata-mondiale-hijab

NB. L’immagine è ripresa dal sito di Vanity Fair

 

16 Marzo 2015Permalink

14 marzo 2015 – Un mese fa

14 febbraio 2015 adnkronos
Centinaia di donne turche hanno sfidato l’imam di Mersin che aveva chiesto loro di stare in disparte durante la cerimonia funebre di Ozgecan Aslan, uccisa a vent’anni durante un tentativo di stupro. Tra le migliaia di persone presenti al funerale, infatti, le donne hanno disubbidito all’imam e partecipato alla preghiera funebre in prima linea, portando a spalla la bara di Aslan. Il cadavere carbonizzato di Aslan è stato scoperto ieri in un fiume vicino al distretto di Tarso nella provincia meridionale di Mersin.

14 Marzo 2015Permalink

8 marzo 2015 – Maternità ineguali per legge

 

Chissà se si può dire! ma visto che la legge italiana impone maternità ineguali, proviamoci.

2009 pacchetto sicurezza (della paura).
Il punto di partenza è sempre lo stesso: la richiesta del permesso di soggiorno da esibire per registrare la nascita dei figli.

Il timore, quindi, di essere identificati come irregolari può spingere i nuclei familiari ove siano presenti donne in gravidanza sprovviste di permesso di soggiorno a non rivolgersi a strutture pubbliche per il parto, con la conseguente mancata iscrizione al registro anagrafico comunale del neonato, in violazione del diritto all’identità (art. 7 CRC), nonché dell’art. 9 CRC contro gli allontanamenti arbitrari dei figli dai propri genitori. Pur non esistendo dati certi sull’entità del fenomeno, le ultime stime evidenziano la presenza di 544 mila migranti privi di permesso di soggiorno. Questo può far supporre che vi sia un numero significativo di gestanti in situazione irregolare”.

Ce lo dice – nel suo rapporto del 2011 e nei successivi – il gruppo Convention on the Rights of the Child (CRC) un insieme di 87 soggetti del Terzo Settore, coordinati da Save the Children Italia, che hanno dato vita ad un sistema di monitoraggio permanente, indipendente e condiviso sull’attuazione della CRC in Italia.

Anche l’ONU si preoccupa

Il settimo rapporto  CRC (2013-2014) comunica  anche la reazione del Comitato ONU alla situazione italiana.
Il Comitato, evidentemente preoccupato per le restrizioni legali e pratiche al diritto dei minorenni di origine straniera di essere registrati alla nascita, raccomanda “una  riforma legislativa che garantisca il diritto alla registrazione per tutti i minorenni nati in Italia, indipendentemente dalla situazione amministrativa dei genitori”. L’accoglienza di tale indicazione sarebbe anche garanzia di uguaglianza e tutela per le partorienti oggi discriminate nonostante le leggi che assicurano la tutela della maternità.

8 marzo – giornata universale della donna ma non troppo

Riesce difficile da accettare, ma è così. C’è chi partorisce di nascosto, fuori dalle strutture sanitarie, senza che vi sia una significativa pronuncia di preoccupazione espressa anche dalle associazioni finalizzate a promuovere i diritti delle donne.
Di recente, in un suo convegno nazionale, il Gruppo di Lavoro del Bambino Immigrato (Società Italiana di Pediatria – Sezione Regionale FVG, convegno patrocinato anche dalla Società Italiana di Medicina delle Migrazioni) ha voluto esporre un poster che descrive la situazione del bambino che nasce ‘inesistente’ a causa della situazione burocratica dei suoi genitori.
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Due parrocchie di Udine, venute in possesso di quel poster, lo hanno esposto nelle bacheche all’ingresso delle loro chiese. Curiosamente questo è accaduto l’8 marzo. Che sia un buon segno? Che serva di stimolo per l’approvazione della proposta di legge che rimedierebbe alla ferita di civiltà che subiamo da quasi OLYMPUS DIGITAL CAMERAsei anni?

 

8 Marzo 2015Permalink

7 marzo 2015 – Il mondo te ne chiede conto

Con fatica, ma ormai è diventato un modo di iniziare la giornata, leggo facebook e oggi ho trovato una riflessione-poesia di Lino Di Gianni che ricordo sempre con gratitudine perché nel lontano 2003, quando ero in Palestina e eravamo a contatto (non ricordo come fosse successo), mi costruì a distanza il primo sito su cui diffondere le informazioni che proponevo. Un nuovo grazie per il suo pedigree.

Pedigree

Un bebè che nasce
È il mondo che ti
Chiede conto…

È una bocca urlante
Che guarda e parla
A modo suo

È mamma latte
Pappa e cacca

Un bebè fortunato
Galleggia tra profumi
musiche e attenzioni

Un bebè senza permessi di soggiorno
affonda nel nero
dell’ Universo

(lino di gianni)

Un altro grazie

Insieme al contributo di Lino ricordo anche quello di Anna Luce penny 1Lenzi che, mentre lo scorso anno raccoglievo le firme per una povera petizione (finita senza esito), volle darmi un contributo per il lancio di quella iniziativa.

Le immagini di Anna Luce (predisposte da una sua sorella pittrice) diedero una significativa spinta alle adesioni per la petizione che comunque fu chiusa dopo un anno perché senza esito.

7 Marzo 2015Permalink

3 marzo 2015 – Cinque minuti di Palestina

Il 27 febbraio la camera ha approvato due mozioni relative al riconoscimento dello stato di Palestina ma fra loro in parte divergenti ed entrambe accolte dal governo.palestina - laStampa
Inserisco il link a un articolo de La stampa che alla fine propone una mappa che può essere più utile di tante parole.

http://www.lastampa.it/2015/02/27/esteri/palestina-gentiloni-governo-favorevole-al-riconoscimento-ZZtoZpI3UdyfmdafNOZ7iO/pagina.html

Moni Ovadia

Di seguito il link a un intervento di Moni Ovadia che precede di qualche giorno il dibattito parlamentare ma contiene considerazioni che aiutano a ragionare.

Pubblicato il 13 feb 2015 Intervista a Moni Ovadia a cura di Massimo Annibale Rossi, presidente di Vento di Terra ONG Moni Ovadia sostiene la campagna SCP – Società Civile per la Palestina e ci spiega perché è importante che l’occidente riconosca la Palestina quale stato indipendente.

https://www.youtube.com/watch?v=ogYEzXTC7Wk

 

 

3 Marzo 2015Permalink

1 marzo 2015 – Calendario marzo

1 marzo 1968  –   Battaglia di Valle Giulia dà inizio al ’68 italiano
2 marzo 1956  –   Il Marocco dichiara l’indipendenza dalla Francia
3 marzo 1918  –   Germania, Austria e Russia firmano il Trattato di Brest-Litovsk
4e5 marzo 2015-  Festa di Purim
4 marzo 2005  –   Uccisione di Nicola Calipari
6 marzo 1975  —   La maggiore età viene abbassata da 21 a 18 anni
6 marzo 2012  –    Giornata europea dei Giusti istituita dal Parlamento Europeo
8 marzo           –    Giornata mondiale della donna
10 marzo 1987 –   L’ONU riconosce il diritto di obiezione di coscienza alle armi
10 marzo 2004 –    Attentato di Atocha, Spagna
11 marzo 2011 –    Fukushima, Giappone. Terremoto e incidente alla centrale nucleare.
12 marzo 2013 –   Morte di Teresa Mattei
13 marzo 1983 –  Assassinio di Marianella Garcia Villas in Salvador
13 marzo 2013 –  Elezione papa Francesco
14 marzo 1879 –   Nascita di Albert Einstein
15 marzo 1545 –  Apertura Concilio di Trento
15 marzo 2011  –  Primi segnali del conflitto siriano
16 marzo 1978 –  Rapimento di Aldo Moro
17 marzo 1981 –  Nella villa di Gelli viene ritrovata la lista dei membri della P2 [1]
18 marzo 1871 –  Inizia la Comune di Parigi
18 marzo 1962 – Termina la guerra d’Algeria
19 marzo 1994 –  Assassinio don Diana
20 marzo 1930 –  Gandhi inizia la “marcia del sale”
20 marzo 1994 –   Omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
20 marzo 2015 –   Strage del Museo del Bardo – Tunisi
21 marzo          –   Nowruz –  Capodanno persiano
21 marzo          –   Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
21 marzo          –   Giornata contro la discriminazioni razziale
21 marzo 1960 –   Massacro di Sharpeville – Sud Africa
21 marzo 2014 –   Putin firma l’annessione della Crimea alla Russia
22 marzo          –   Giornata mondiale dell’acqua
24 marzo 1944 –  Strage delle fosse ardeatine
24 marzo 1976 –  Golpe in  Argentina
24 marzo 1980 –  Assassino di mons. Oscar Romero in Salvador
25 marzo 1957 –  Firma del Trattato di Roma che istituì la Cee
25 marzo 1970 –   Radio libera di Danilo Dolci (fu chiusa dopo 20 ore)
27 marzo 1985 –  Assassinio di Ezio Tarantelli
28 marzo 1958 –  La Cina scioglie il governo del Tibet
29 marzo 1973 –  Fuga dei soldati americani dal Vietnam
29 marzo 2013 –  Morte di Enzo Jannacci
31 marzo 2005  –  USA morte di Terry Schiavo, in coma vegetativo da 15 anni
31 marzo 2015 –   Morte di Franz JoseF Mǖller, ultimo superstite del gruppo de La Rosa Bianca

 

NOTE:

[1] . 17 marzo 1981 nella villa di Gelli viene ritrovata la lista dei membri della P2 Della questione si occuperà l’on. Tina Anselmi a partire dal 1981nella sua veste di presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2, che terminò i lavori nel 1985. La relazione finale fu approvata dalla stessa commissione il 3 luglio

1 Marzo 2015Permalink

23 febbraio 2015 – Il Presidente risponde

Il 15 febbraio avevo scritto al presidente Mattarella la lettera che trascrivo.
Oggi ho ricevuto la risposta che allego

Lettera al Presidente.

Egregio Presidente,

Chi le scrive è una anziana cittadina italiana che si rivolge a Lei per porre alla Sua attenzione un fatto di cui non si parla mai e che le è causa di grave turbamento. Dal 2009 ai figli degli immigrati privi di permesso di soggiorno che nascono in Italia è negato per legge il certificato di nascita con tutto quello che questo comporta. L’obliqua misura discriminatoria è prevista dal comma 2 dell’art. 6 D.lgs 25 luglio 1998, n. 286 come modificato dalla lettera g, comma 22, art. 1 della  legge 94/2009, il cd ‘pacchetto sicurezza’. Eppure la registrazione alla nascita, diritto del bambino come persona, riguarda il modo in cui la società ne riconosce l’identità e l’esistenza. La registrazione alla nascita è fondamentale per garantire che i bambini non vengano dimenticati, che non vedano negati i loro diritti e che i loro genitori siano riconosciuti tali e possano esercitare sui loro piccoli la protezione di cui quelle creature necessitano. Per evitare penalizzazioni internazionali il governo italiano nel 2009, appena approvata la legge 94, fece immediato ricorso a una circolare che, affermando il contrario della legge, dovrebbe farsi garanzia della regolare concessione del certificato di nascita. Ma il diritto di un minore deve essere assicurato a norma di legge e non affidato alla labilità di una circolare. Oggi la paura dei migranti di esporsi a un espulsione dimostrandosi privi del permesso di soggiorno (quale che sia la causa di tale mancanza) ha determinato la situazione di cui fanno cenno i rapporti del gruppo CRC (Convention on the Rights of the Child): «… Il timore […] di essere identificati come irregolari può spingere i nuclei familiari ove siano presenti donne in gravidanza sprovviste di permesso di soggiorno a non rivolgersi a strutture pubbliche per il parto, con la conseguente mancata iscrizione al registro anagrafico comunale del neonato, in violazione del diritto all’identità […], nonché […] contro gli allontanamenti arbitrari dei figli dai propri genitori». Di recente un gruppo di senatori ha presentato una proposta di legge (n. 1562) che se approvata (senza che ciò comporti conseguenze di spesa) rimedierebbe alla specifica situazione. Già nel 2013 un gruppo di deputati aveva presentato una proposta di legge (n. 740) – cui la proposta senatoriale è perfettamente conforme – ed entrambe sono assegnate alle rispettive commissioni Affari Costituzionali. Nulla viene fatto però perché siano dibattute e approvate. Di tanto si era occupato anche l’on Leoluca Orlando quando era deputato. Presentò una proposta di legge che decadde con la fine della legislatura, il cui testo venne poi ripreso nella pdl 740 (ancora all’attenzione della Camera dei deputati).. In precedenza lo stesso Orlando aveva presentato una interrogazione cui rispose l’allora sottosegretario Davico affermando che la legge 94, pur riguardando anche i nuovi nati,  era «volta a consentire la verifica della regolarità del soggiorno dello straniero che intende sposarsi e ad arginare il noto fenomeno dei matrimoni “fittizi” o di “comodo”». Per quell’ironia con cui a volte la realtà ci mette di fronte alle nostre contraddizioni, a seguito della precisa istanza di una coppia cui era stata negata la possibilità di contrarre matrimonio, essendo lo sposo privo di permesso di soggiorno, la Corte Costituzionale (con sentenza n. 245/2011) sanò la situazione non solo nel caso specifico ma in termini generali, rimodificando il codice civile già modificato due anni prima a seguito della approvazione della legge 94. Nulla di efficace si è fatto invece per i neonati.
Personalmente non Le chiedo nulla ma desidero che Lei sappia che lo stato di cui è Presidente condanna (a causa della situazione burocratica dei genitori) alcuni bambini a non avere la possibilità di una vita di relazione giuridicamente riconosciuta e ad essere apolidi. Finora ho fatto quello che ritengo un dovere di cittadinanza cercando di sollecitare interventi istituzionali e diffondendo informazione nel mondo associativo, ma senza risultato alcuno. La ringrazio per l’attenzione  e Le auguro buon lavoro. Con rispetto e stima

Augusta De Piero
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Il Presidente risponde

 

 

 

 

 

 

23 Febbraio 2015Permalink

22 febbraio 2015 – Un altro ‘no’ a possibilità di educazione alla pace.

E’ una storia triste, un altro indice dell’indifferenza cara a quell’attività che viene chiamata politica, una storia di rifiuto di ciò che non rende vantaggi in immagine. Poteva essere una storia di educazione alla pace e alla conoscenza reciproca ma si è detto no.
In calce i link alle informazioni precedenti che il mensile udinese Ho un sogno aveva seguito passo passo e questo blog riportato.

PULFERO: NULLA DI FATTO PER IL NIDO TRANSFRONTALIERO

Dal 2012 abbiamo seguito con estremo interesse lo svolgersi di una scelta dei sindaci di Pulfero e Caporetto che avevano congiuntamente proposto la “realizzazione, in Comune di Pulfero, di un asilo nido che possa costituire punto di riferimento sia per le famiglie delle Valli del Natisone che dei territori contermini oltreconfine”. Si erano perciò impegnati “ad attuare una collaborazione istituzionale per il raggiungimento dell’obiettivo della indicata proposta progettuale, qualora la stessa venga ammessa a finanziamento”. Il finanziamento non era particolarmente impegnativo dato che si trattava di realizzare piccole modifiche in un edificio ancora in buono stato, una delle numerose strutture finalizzate ad accogliere i bambini nell’età della scuola per l’infanzia ed elementare ma ormai vuote per la mancanza dei piccoli valligiani. Nel 2013 avevamo salutato con gioia la disponibilità di un finanziamento regionale perché pensavamo a quel nido come ad uno strumento per aiutare i bambini a crescere insieme da cittadini europei di fatto, residenti in due comuni che, per essere collocati ormai nell’area Schengen, non conoscono più i controlli confinari. Purtroppo il rigore intervenuto nel processo di razionalizzazione della spesa pubblica ha allungato i tempi utili per la realizzazione del progetto fino a vanificarlo a seguito delle elezioni locali che hanno assicurato altre presenze alla conduzione del comune di Pulfero. Sappiamo bene che le sbarre abbattute resistono nella mente di troppe persone e ci auguriamo che vi sia interesse a riprendere con rispetto intelligente e attenzione senza pregiudizi l’iniziativa che al momento sembra essersi  conclusa senza esito.

gennaio 2013 – Condividere da buoni vicini E’ il titolo dell’articolo pubblicato su Ho un sogno
29 ottobre 2012    https://diariealtro.it/?p=1875
18 settembre 2010   https://diariealtro.it/?p=556

 

 

22 Febbraio 2015Permalink

17 febbraio 2015 – Moni Ovadia e lo stato di Palestina

Moni Ovadia per il riconoscimento dello stato di Palestina Pubblicato il 13 feb 2015

Intervista a Moni Ovadia a cura di Massimo Annibale Rossi, presidente di Vento di Terra ONG Moni Ovadia sostiene la campagna SCP – Società Civile per la Palestina e ci spiega perché è importante che l’occidente riconosca la Palestina quale stato indipendente

https://www.youtube.com/watch?v=ogYEzXTC7Wk

17 Febbraio 2015Permalink