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22 gennaio 2023 – Approvazione mozione Segre – Istituzione commissione straordinaria
Prima della trascrizione della votazione per l’istituzione della commissione Segre ricordo c he nel mio blog si trova materiale storico relativo all’argomento specifico (reperibile con la voce Segre) e più ampio (reperibile con la voce razzismo) – www.diariealtro.it – Augusta
20 dicembre 2022 – LE CONCLUSIONI DELLA COMMISSIONE SEGRE VANNO RESE OPERATIVE
Legislatura 19ª – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 030 del 19/01/2023 (Definitivo)
SENATO DELLA REPUBBLICA
—— XIX LEGISLATURA ——  30aSEDUTA PUBBLICA  RESOCONTO STENOGRAFICO
GIOVEDÌ 19 GEN3NAIO 2023
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Presidenza del presidente LA RUSSA, indi del vice presidente CENTINAIO e del vice presidente ROSSOMANDO
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Azione-Italia Viva-RenewEurope: Az-IV-RE; Civici d’Italia-Noi Moderati (UDC-Coraggio Italia-Noi con l’Italia-Italia al Centro)-MAIE: Cd’I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d’Italia: FdI; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d’Azione: LSP-PSd’Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-Patt, Campobase, Sud Chiama Nord): Aut (SVP-Patt, Cb, SCN); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS.
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RESOCONTO STENOGRAFICO Presidenza del presidente LA RUSSA
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,10)..
Discussione e approvazione della mozione n. 1 sull’istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza (ore 10,16)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la discussione della mozione 1-00001, presentata dalla senatrice Segre e da altri senatori, sull’istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.
Ha facoltà di parlare la senatrice Segre per illustrarla.
SEGRE (Misto). Signor Presidente, care colleghe, cari colleghi, quella di oggi è una seduta importante del Senato della Repubblica, una seduta che ci vede impegnati nella discussione e approvazione della mozione che istituisce, anche per questa legislatura, la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.
Abbiamo svolto un lavoro utile e proficuo durante la scorsa legislatura, abbiamo approfondito e analizzato aspetti fondamentali di una delle questioni più importanti e sensibili del nostro tempo: la diffusione dei social media e il rischio, purtroppo sempre incipiente, di favorire la diffusione dell’hate speech e di campagne mirate alla discriminazione, al pregiudizio e alla diffusione tossica di fake news.
I lavori della Commissione nei mesi scorsi sono andati avanti in modo proficuo e partecipato, con decine di audizioni e approfondimenti. Si sono infine conclusi con l’approvazione all’unanimità di un documento che riassume il senso complessivo del nostro lavoro e dà utili indicazioni per l’impostazione dell’attività che resta ancora da fare, perché resta ancora molto da fare, sia a livello di approfondimento dei temi, sia per favorire una nuova produzione legislativa che si armonizzi con le novità importanti nella normativa europea che noi abbiamo sempre seguito e sostenuto con attenzione.
Nel luglio scorso il Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza la nuova legge sui servizi digitali (digital services act: DSA) e la legge sui mercati digitali (digital markets act: DMA), leggi che affrontano gli effetti sociali ed economici del settore tecnologico, in sostanza delle grandi piattaforme social, stabilendo regole chiare per le modalità di funzionamento e di fornitura dei servizi. Tutte questioni evidentemente di rilevante valore economico, ma anche valoriale, da cui dipende la qualità della nostra vita civile e quindi delle nostre democrazie. Non a caso, da alcuni anni, si è cominciato a parlare di algoretica, cioè di etica degli algoritmi: il fine di questo nuovo campo di ricerca è proprio contribuire a regolare l’attività delle grandi piattaforme social sulla base di valori e diritti irrinunciabili per tutti i cittadini e le cittadine dell’Unione europea, vale a dire per tutti gli esseri umani.
Dunque, la mozione che oggi siamo chiamati a discutere e approvare riguarda questioni cruciali, come la libertà di espressione e la tutela della dignità della persona: due esigenze che, come numerose audizioni svolte la scorsa legislatura ci hanno ricordato, non sono alternative, ma complementari, perché è certo che non ci può essere libertà di espressione senza il rispetto dell’altro, della libertà altrui di essere e di esprimere la propria personalità in un ambiente virtuale e reale, libero da aggressioni e discriminazioni: libertà e dignità insieme.
A partire da questi punti fermi, politici, documentali e di civiltà, dobbiamo immaginare la ripresa dei lavori della Commissione anche in questa legislatura.
La nostra bussola dovrà essere sempre la Costituzione repubblicana, che proprio in questo gennaio 2023 celebra il settantacinquesimo anniversario dell’entrata in vigore. Anche questa volta, infatti, il lavoro di scavo e conoscenza in materia di discorsi di odio dovrà svolgersi recuperando in pieno lo spirito e i valori della nostra Carta fondamentale, ma con l’impegno anche ad attuarla, a promuovere leggi di inclusione, ad estendere diritti sociali e civili. Tutto questo, però, avendo sempre chiara consapevolezza, in quanto parlamentari e rappresentati della Nazione, che esiste anche un nesso tra malessere sociale e utilizzo dei discorsi di odio e che si tratta di qualcosa che impatta direttamente sul senso e sul lavoro di una Commissione come quella che ci accingiamo a votare.
In questi mesi di passaggio dalla XVIII alla XIX legislatura sono accadute cose importanti, con riferimento ai temi di interesse della Commissione, su scala generale internazionale. C’è stata, infatti, negli ultimi mesi del 2022, una grave crisi dell’universo dei social, del sistema, cioè, che ha cambiato il nostro modo di comunicare, informarci, comprare, vendere, garantire la sicurezza e la privacy. Ebbene, in questo mondo ci sono state decine di migliaia di licenziamenti di lavoratori e manager, un processo di crisi che ha investito media quali Meta e Twitter, ma anche realtà globali come Amazon o Uber. Si tratta di una crisi seria, profonda e preoccupante, se non certo la fine dei social media e della diffusione online, come qualcuno ha detto, sicuramente un passaggio a cui guardare con attenzione e senso di responsabilità.
Tutto questo dovrà necessariamente riguardare anche la Commissione che ci accingiamo a ricostituire, perché il fatto che le grandi piattaforme vivano un periodo di difficoltà e cambiamento ha effetti diretti sui milioni di messaggi che circolano in rete, sulla loro quantità e anche qualità. I discorsi di odio, infatti, conoscono sempre un’impennata nei momenti di crisi economica e sociale, interna e internazionale. In questi periodi, infatti, la crescita delle tensioni e del risentimento può spingere le piattaforme a una minore attenzione all’opera di contrasto di forme di discorsi d’odio che comunque attirano e trattengono utenti. Analizzare, dunque, lo status dei maggiori media ed i rischi connessi al fatto che le grandi piattaforme possano venire meno ai doveri di contrasto e rimozione tempestiva dei discorsi di odio dovrà essere uno dei compiti – io credo – della nuova stagione di lavori della Commissione antidiscriminazione.
Per questo insieme di ragioni, che definirei di natura strategica, credo che sia utile e opportuno ricostituire anche nella XIX legislatura la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.
Care colleghe e cari colleghi, dalla mozione che ci troviamo ad approvare conoscete tutti i particolari per la costituzione della Commissione e per la migliore organizzazione dei lavori. Quello che tengo a dire alla fine di questo intervento è che considero ancora oggi come quattro anni fa, di grande momento le ragioni a sostegno di una Commissione per la lotta ai discorsi di odio e ad ogni forma di discriminazione.
Nella mia veste di Presidente della Commissione nella scorsa legislatura mi sono battuta perché i lavori avessero una conclusione unitaria e condivisa e che il documento finale fosse approvato all’unanimità. (Applausi). Il risultato alla fine fu raggiunto e mi auguro vivamente che quello spirito venga recuperato oggi.
È di grande significato, infine, che questa nostra votazione si tenga nell’imminenza del prossimo 27 gennaio, Giorno della Memoria. Molto più, infatti, di tante celebrazioni che rischiano di apparire rituali, la ricostituzione di una Commissione che accoglie nel suo stesso statuto i valori della difesa della dignità delle persone e della promozione del rispetto delle minoranze, attraverso la concreta prevenzione delle campagne di odio e pregiudizio, rappresenta – non solo per me, ma credo per tutti – un segnale importante e positivo.
L’approvazione della istituzione della nostra Commissione sarà così il modo migliore per onorare il Giorno della memoria. (Vivi applausi. L’Assemblea si leva in piedi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della mozione n. 1, presentata dalla senatrice Segre e da altri senatori.
(Segue la votazione). Votazione nominale con appello
PRESIDENTE. Indìco la votazione dell’articolo 1 del disegno di legge n. 442, nel testo approvato dalla Camera dei deputati, sull’approvazione del quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ai sensi dell’articolo 94, secondo comma, della Costituzione e ai sensi dell’articolo 161, comma 1, del Regolamento, la votazione sulla questione di fiducia avrà luogo mediante votazione nominale con appello.
Ciascun senatore chiamato dal senatore Segretario dovrà esprimere il proprio voto passando innanzi al banco della Presidenza.
I senatori favorevoli alla fiducia risponderanno sì; i senatori contrari risponderanno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.
Estraggo ora a sorte il nome del senatore dal quale avrà inizio l’appello nominale.
(È estratto a sorte il nome del senatore Matera). Invito il senatore Segretario a procedere all’appello, iniziando dal senatore Matera.
VALENTE,segretario, fa l’appello.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Proclamo il risultato della votazione nominale con appello dell’articolo 1, sull’approvazione del quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
| Senatori presenti | 187 | 
| Senatori votanti | 186 | 
| Maggioranza | 93 | 
| Favorevoli | 109 | 
| Contrari | 76 | 
| Astenuti | 1 | 
Il Senato approva. (Applausi).
 MOZIONI
Mozione sull’istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza
(1-00001) (25 ottobre 2022)
Segre, Napolitano, Monti, Cattaneo, Alberti Casellati, Bernini, Bevilacqua, Calenda, Casini, Castellone, Croatti, Cucchi, Damante, De Cristofaro, Di Girolamo, Aurora Floridia, Barbara Floridia, Fregolent, Gelmini, Ettore Antonio Licheri, Lombardo, Lopreiato, Lorefice, Magni, Malpezzi, Naturale, Nave, Nicita, Paita, Pera, Pirovano, Pirro, Renzi, Sbrollini, Scalfarotto, Trevisi, Verducci, Versace, Unterberger, Spagnolli, Musolino, Rubbia, Durnwalder, Patton, Mieli, Malan, Speranzon, Sallemi, Zedda, Terzi Di Sant’Agata, Romeo, Stefani, Pucciarelli, Bergesio, Bizzotto, Cantù, Dreosto, Minasi, Murelli, Potenti, Testor. –
Approvata
Il Senato, premesso che:
il 30 ottobre 2019, nella seduta n. 160 dell’Assemblea della XVIII Legislatura, il Senato approvò la mozione 1-00136;
il 22 giugno 2022 la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, così costituita, approvava all’unanimità, all’esito dell’indagine conoscitiva sulla natura, cause e sviluppi recenti del fenomeno dei discorsi d’odio, con particolare attenzione all’evoluzione della normativa europea in materia, il Documento XVII, n. 6;
considerato che la condivisione del documento ha riguardato, nel merito:
- a) la denuncia della “pervasività dei discorsi d’istigazione all’odio legata alla capacità di propagazione della rete”;
 - b) la riaffermazione della “libertà di odiare, che attiene alla sfera dei sentimenti ed è fuori dai confini di questa indagine”, ma che va distinta dai discorsi d’odio, che costituiscono una forma di incitamento all’odio e alla discriminazione nei confronti di una categoria-bersaglio: “la necessità di contrastare i discorsi d’istigazione all’odio non deve mai scontrarsi o confliggere con la necessità di tutelare la libertà di espressione”;
 - c) l’esigenza di “dettagliare con nettezza il confine tra i discorsi che sono tollerati e quelli che sono intollerabili”, ricordando che “il discorso d’odio non va confuso con l’ingiuria, la minaccia, le molestie on line e off line, il discorso aggressivo, o con altre fattispecie”;
 - d) la richiesta di dare la risposta più forte possibile contro i discorsi d’istigazione all’odio: essa “è in primo luogo attuare la Costituzione, promuovere leggi d’inclusione, che estendano diritti sociali e civili, che sono tutt’uno e si rafforzano vicendevolmente. C’è un nesso tra malessere sociale e utilizzo dei discorsi d’odio che va affrontato”;
 - e) l’impossibilità per le minoranze di esprimersi, “un problema che va ben al di là dei singoli – seppur numerosi – episodi di discriminazione e istigazione all’odio, inserendosi in un più ampio contesto generale segnato dall’avvento della rete e dei social network, determinando così contraccolpi massicci sul funzionamento delle nostre democrazie”;
 - f) l’auspicio che, nell’attesa che a livello sovranazionale si giunga ad una definizione giuridicamente vincolante dei discorsi d’odio, si metta a punto “una forte e condivisa iniziativa politica e legislativa, intorno ad alcune misure dirimenti che possono essere messe in campo per contrastare la diffusione dei discorsi d’odio”;
 
considerato altresì che l’iniziativa politica testé auspicata, volta a rimettere al centro del dibattito pubblico il problema del razzismo e delle discriminazioni, contribuirebbe senz’altro alla prosecuzione dei lavori nella presente Legislatura della Commissione citata, la cui attività: 1) rimedierebbe alla scarsità dei dati che riguardano i discorsi d’odio, sollecitando una raccolta dati più mirata, da conseguire con l’emersione delle denunce penali e delle azioni civili e con un loro censimento più continuo e periodico da parte dell’Istituto nazionale di statistica; 2) contribuirebbe alla ricerca del miglior “intervento normativo per una definizione di discorsi d’odio, che permetta di contrastare efficacemente un fenomeno che può erodere le basi della nostra democrazia” (Documento XVII, n. 6, p. 62), ponendo i risultati del suo approfondimento a disposizione di tutti i Gruppi e del potere di iniziativa legislativa dei singoli senatori,
delibera di istituire per la XIX Legislatura una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, costituita da 20 componenti in ragione della consistenza dei Gruppi stessi; la Commissione elegge tra i suoi membri l’Ufficio di Presidenza composto dal Presidente, da due vice presidenti e da due segretari; la Commissione ha compiti di osservazione, studio e iniziativa per l’indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche. Essa controlla e indirizza la concreta attuazione delle convenzioni e degli accordi sovranazionali e internazionali e della legislazione nazionale relativi ai fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e di istigazione all’odio e alla violenza, nelle loro diverse manifestazioni di tipo razziale, etnico-nazionale, religioso, politico e sessuale. La Commissione svolge anche una funzione propositiva, di stimolo e di impulso, nell’elaborazione e nell’attuazione delle proposte legislative, ma promuove anche ogni altra iniziativa utile a livello nazionale, sovranazionale e internazionale. A tal fine la Commissione: a) raccoglie, ordina e rende pubblici, con cadenza annuale: 1) normative statali, sovranazionali e internazionali; 2) ricerche e pubblicazioni scientifiche, anche periodiche; 3) dati statistici, nonché informazioni, dati e documenti sui risultati delle attività svolte da istituzioni, organismi o associazioni che si occupano di questioni attinenti ai fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo, sia nella forma dei crimini d’odio, sia dei fenomeni di cosiddetto hate speech; b) effettua, anche in collegamento con analoghe iniziative in ambito sovranazionale e internazionale, ricerche, studi e osservazioni concernenti tutte le manifestazioni di odio nei confronti di singoli o comunità. A tale fine la Commissione può prendere contatto con istituzioni di altri Paesi, nonché con organismi sovranazionali e internazionali ed effettuare missioni in Italia o all’estero, in particolare presso Parlamenti stranieri, anche, ove necessario, allo scopo di stabilire intese per il contrasto all’intolleranza, al razzismo e all’antisemitismo, sia nella forma dei crimini d’odio, sia dei fenomeni di hate speech; c) formula osservazioni e proposte sugli effetti, sui limiti e sull’eventuale necessità di adeguamento della legislazione vigente al fine di assicurarne la rispondenza alla normativa dell’Unione europea e ai diritti previsti dalle convenzioni internazionali in materia di prevenzione e di lotta contro ogni forma di odio, intolleranza, razzismo e antisemitismo; la Commissione, quando necessario, può svolgere procedure informative ai sensi degli articoli 46, 47 48 e 48-bis del Regolamento; formulare proposte e relazioni all’Assemblea, ai sensi dell’articolo 50, comma 1, del Regolamento; votare risoluzioni alla conclusione dell’esame di affari ad essa assegnati, ai sensi dell’articolo 50, comma 2, del Regolamento; formulare pareri su disegni di legge e affari deferiti ad altre Commissioni, anche chiedendone la stampa in allegato al documento prodotto dalla Commissione competente, ai sensi dell’articolo 39, comma 4, del Regolamento; entro il 30 giugno di ogni anno, la Commissione trasmette al Governo e alle Camere una relazione sull’attività svolta, recante in allegato i risultati delle indagini svolte, le conclusioni raggiunte e le proposte formulate; la Commissione può segnalare agli organi di stampa ed ai gestori dei siti internet casi di fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche, quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche, richiedendo la rimozione dal web dei relativi contenuti ovvero la loro deindicizzazione dai motori di ricerca.
21 gennaio 2023 – Il Senato italiano guarda ai diritti umani
Il 19 gennaio nella 30ma seduta pubblica  della 19ma legislatura il Senato ha approvato all’unanimità due mozioni. Per me è stata una emozione profonda perché riguardano temi di cui mi ero interessata nel corso degli ultimi  anni.
In particolare mi ha coinvolto profondamente  l’approvazione della mozione n. 5  “Discussione e approvazione della mozione n. 5 sull’istituzione di una Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani “
Concludevo l’anno con un pezzo che avevo intitolato “31 dicembre 2022. Cerco di poter sperare nel nuovo anno”  dove con molta fatica avevo inserito la parola speranza perché quella che mi veniva in mente era disperazione. Dal 2009 è in vigore una legge  che , con una formula tanto subdola quanto abile, nega ai nati in Italia, se figli di migranti non comunitari irregolari , l’iscrizione nei registri di stato civile .
Come scrivevo nel mio saluto a un purtroppo indimenticabile 2022 (un anno che si è chiuso con una guerra in atto, una fra le tante che  non è stato possibile fingere di non vedere)  i  miei contatti  con l’associazionismo in regione  sono diventati irrimediabilmente deludenti: il no alla legge negazionista non è stato pronunciato con chiarezza fatta eccezione della posizione presa dal consigliere regionale Furio Honsell  .
Rinviando di pochissimo (spero basterà un giorno) il mio personale esame della mozione n. 1 perché il mio blog possa farne memoria, e  riporto il link per leggere integralmente il resoconto stenografico di cui trascrivo  la presentazione della mozione n. 5 (senatrice Elena Cattaneo) ed il dispositivo su cui il senato si è espresso all’unanimità.
Saprà la “Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani” porre fine alla vergogna che ha assicurato finora al parlamento di tenere in vita una legge che nega ad alcuni nato in Italia un’esistenza riconosciuta?
Esistere è un diritto umano, anzi “il diritto ad avere diritti”, come diceva Stefano Rodotà ma l’indifferenza sperimentata nell’assenza delle organizzazioni della società civile su questo problema mi sgomenta.
Proverò a fare quello che mi sarà possibile
Legislatura 19ª – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 030 del 19/01/2023 (Definitivo)
SENATO DELLA REPUBBLICA
—— XIX LEGISLATURA ——
30aSEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2023
Discussione e approvazione della mozione n. 5 sull’istituzione di una Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (ore 11,42)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la discussione della mozione 1-00005, presentata dalla senatrice Cattaneo e da altri senatori, sull’istituzione di una Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani.
Ha facoltà di parlare la senatrice Cattaneo per illustrarla. (Brusio). Prego i colleghi di prendere posto. Se qualcuno vuole uscire dall’Aula, lo faccia in silenzio; gli altri sono pregati di consentire alla senatrice Cattaneo di illustrare la mozione in questione in un clima di ascolto.
Presidenza del vice presidente CENTINAIO (ore 11,43)
CATTANEO (Aut (SVP-Patt, Cb, SCN)). Signor Presidente, colleghi, vi ringrazio davvero per i vostri interventi di ieri sera e questa mattina, che hanno davvero evidenziato i pensieri e le riflessioni da cui dovremmo partire ogni volta in quest’Aula per meglio operare nell’interesse del Paese. Ringrazio il senatore Guidi per il suo intervento. Lavorando anch’io sulle malattie neurologiche che, ancora prima della sofferenza legata alla disabilità conseguente alla malattia, sono colpite dallo stigma e dalla discriminazione, devo dire che tante volte anch’io mi sono chiesta: da dove nasce quell’inferno innominabile di cui lei ci ha parlato? Mi sono risposta, studiando le tante tragedie umane e magari sbagliando che l’inferno innominabile divampa quando non c’è conoscenza. Quando non c’è conoscenza l’uomo deraglia, ragiona per pregiudizi e può essere molto pericoloso per altri uomini; va verso direzioni sbagliate.
Come combattiamo l’inferno della cattiveria umana?
Lo combattiamo studiando e parlando nelle scuole di diritti umani, parlando in pubblico di diritti umani. E lo combattiamo qui dentro, perché qui abbiamo la possibilità di sviluppare gli antidoti per disinnescare la cattiveria umana. È proprio per creare questi antidoti che l’Assemblea, a partire dal 2001, e quindi da oltre vent’anni, si è veramente distinta, dotandosi di una Commissione ad hoc per la tutela e la promozione dei diritti umani in Italia e nel mondo. Quindi, da oltre venti anni l’Assemblea è diventata lo spazio istituzionale di ascolto degli ultimi della terra, vicini e lontani, dando voce alla denuncia di storie, di vissuti e di violazioni dei diritti, che altrimenti, probabilmente, sarebbero rimasti sotterranei e nascosti. Questa istituzione ha oltre venti anni di storia, che possiamo e dobbiamo continuare.
Sono andata a guardare i temi che sono stati trattati nelle passate legislature dalle precedenti Commissioni, che veramente ci toccano e riguardano tutte le riflessioni che abbiamo fatto in queste ore – l’abolizione della pena di morte nel mondo, la lotta alla tratta degli esseri umani, la lotta contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione delle minoranze, la tutela delle persone con disabilità e anziane, il divieto di mutilazioni genitali femminili, il fenomeno dei matrimoni forzati – a dimostrazione davvero di come questa materia necessiti di una attività estesa nel tempo, trasversale e organica, a livello nazionale e internazionale.
Presentare anche in questa legislatura una mozione per l’istituzione di una Commissione speciale per la tutela e la promozione dei diritti umani mi sembra quindi un atto dovuto, che appartiene a tutti noi, a tutto il Senato, nell’interesse primario dei cittadini. Questo spirito che abbraccia l’intera istituzione è stato davvero testimoniato dal sostegno unanime dei Presidenti dei Gruppi, oltre che dalle decine di colleghi che hanno apposto la propria firma. Sono felice e davvero ringrazio la Conferenza dei Capigruppo, che non solo ha deciso di portare la mozione alla discussione dell’Assemblea così tempestivamente, ma che ha anche voluto calendarizzarla oggi, insieme alla mozione della senatrice Liliana Segre sull’istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. Mi sembra che queste due mozioni siano complementari, nell’affinità di argomento, in quanto, se ci pensate, entrambe sono legate alla nostra volontà, alla volontà di tutti i senatori, di spendere la più alta sovranità dello Stato, quella parlamentare, a presidio dei diritti fondamentali dei cittadini, come declinato dalla Costituzione e dai trattati sulla materia.
Onorevoli colleghi, questo è certamente un periodo storico travagliato e interconnesso, che ogni giorno ci colpisce con quanto accade di disumano, in Iran, in Afghanistan, in Ucraina, sulle travagliate sponde del Mediterraneo, nella piena e sistematica violazione dei diritti umani. Ecco perché credo sia importante che i cittadini italiani possano avere al più presto notizia della costituzione della Commissione che oggi andiamo a deliberare, affinché tutti sappiano di poter contare su un luogo istituzionale, in cui la Dichiarazione universale dei diritti umani, approvata settantacinque anni fa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, possa vivere e rinnovarsi ogni giorno nelle azioni dell’istituzione parlamentare che ci rappresenta. (Applausi).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, come stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo del 17 gennaio, la discussione sarà limitata alle sole dichiarazioni di voto, per un tempo di dieci minuti per ciascun Gruppo.
Chiedo al rappresentante del Governo se intende intervenire.
CASTIELLO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. No, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione.
Mozione sull’istituzione di una Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani
(1-00005) (16 novembre 2022)
Cattaneo, Napolitano, Segre, Monti, Piano, Rubbia, Malan, Malpezzi, Romeo, Barbara Floridia, Ronzulli, Paita, Unterberger, De Poli, De Cristofaro, Pucciarelli,
Craxi, Guidolin, Naturale, Maiorino, Terzi Di Sant’Agata, Alfieri, Astorre, Basso, Bevilacqua, Biancofiore, Camusso, Croatti, D’Elia, Delrio, Durnwalder, Fina, Aurora Floridia, Giacobbe, Giorgis, Guidi, Lorefice, Magni, Martella, Nicita, Patton, Pirovano, Rando, Rossomando, Scalfarotto, Sironi, Spagnolli, Verducci, Verini, Zambito,
Zampa, Zullo, Musolino, Sabrina Licheri. –
Il Senato,
premesso che:
la tutela dei diritti umani rappresenta uno degli elementi fondanti dell’ordinamento nazionale, configurandosi altresì quale patrimonio comune della comunità internazionale e dell’umanità nel suo insieme;
a partire dalla conclusione del secondo conflitto mondiale gli Stati democratici hanno elaborato complessi sistemi istituzionali di tutela e promozione dei diritti, contribuendo a diffondere progressivamente la cultura e la consapevolezza necessarie al loro sviluppo nella complessa società contemporanea, che presenta continuamente nuove sfide sul piano della dignità della persona;
sul piano internazionale ed europeo gli atti e le convenzioni sottoscritti dal nostro Paese sono innumerevoli: su tutti, per quanto concerne gli strumenti giuridicamente non vincolanti, la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, rispetto alla quale molte clausole sono divenute obbligatorie per gli Stati in quanto diritto internazionale consuetudinario; tra gli strumenti vincolanti, la convenzione sul genocidio del 1948, la convenzione sui rifugiati del 1951, i due patti delle Nazioni Unite del 1966 (sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali), la convenzione contro la tortura del 1984; sul piano europeo la convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, sul rispetto della quale vigila la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che, ai sensi dell’articolo 6 del Trattato sull’Unione europea, ha il medesimo valore giuridico dei trattati fondativi;
l’articolo 2 della Costituzione italiana recita “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”;
le Camere, costituendo gli organi di rappresentanza dei cittadini, rappresentano il luogo primario in cui tale tutela deve avere piena espressione;
il Senato ha da sempre mostrato particolare sensibilità e attenzione verso il tema dei diritti umani, attraverso la costituzione di Comitati e Commissioni specifici: si ricordano, in tal senso, il Comitato contro la pena di morte istituito nella XIII Legislatura e le Commissioni straordinarie per la tutela e la promozione dei diritti umani nella XIV, XV, XVI, XVII e XVIII Legislatura, che hanno di volta in volta operato attraverso il confronto con rappresentanti di Governo, enti locali e altre istituzioni nazionali, europee e internazionali e il contributo della società civile, di associazioni e organizzazioni non governative;
i temi principali sviluppati nel corso delle Legislature sono stati l’abolizione della pena di morte nel mondo, l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura, la tutela dei diritti del fanciullo, le garanzie per chi si trovi privato delle libertà, la promozione e l’attuazione del diritto di asilo, la lotta alla tratta degli esseri umani, la lotta contro il razzismo, la xenofobia, la discriminazione delle minoranze; la tutela delle persone con disabilità e di quelle anziane; il divieto di mutilazioni genitali femminili e il fenomeno dei matrimoni forzati, a dimostrazione di come tale materia necessiti di un’attività estesa nel tempo, che guardi quanto avviene a livello nazionale e internazionale e che sia altresì trasversale e organica;
nelle ultime Legislature la Commissione per i diritti umani del Senato ha seguito da vicino i tre cicli di revisione periodica universale (UPR) del nostro Paese (nel 2010, 2017 e 2019), una procedura prevista dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per esaminare la situazione dei diritti umani in tutti i Paesi membri, che si conclude con una serie di raccomandazioni rivolte allo Stato in esame; l’azione svolta dalla Commissione, in tal senso, è stata preziosa in questi anni, mantenendo elevato il monitoraggio e intensa l’attività di indirizzo sui temi della promozione e della tutela dei diritti fondamentali della persona;
rilevata per tutti i suddetti motivi l’esigenza di istituire, anche in questa Legislatura, un organismo che rappresenti per il nostro Paese la volontà di difendere e sviluppare i diritti umani sia all’interno che al di fuori dei confini nazionali,
delibera di istituire una Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, costituita da 20 componenti in ragione della consistenza dei Gruppi stessi. La Commissione elegge tra i suoi membri l’Ufficio di Presidenza composto dal Presidente, da due Vice Presidenti e da due Segretari. La Commissione ha compiti di studio, osservazione e iniziativa, per lo svolgimento dei quali può prendere contatto con istituzioni di altri Paesi e con organismi internazionali; a tal fine, la Commissione può effettuare missioni in Italia o all’estero, in particolare presso Parlamenti stranieri anche, ove necessario, allo scopo di stabilire intese per la promozione dei diritti umani o per favorire altre forme di collaborazione. Per il raggiungimento di queste finalità essa, quando lo ritenga utile, può svolgere procedure informative, ai sensi degli articoli 46, 47 e 48 del Regolamento; formulare proposte e relazioni all’Assemblea, ai sensi dell’articolo 50, comma 1, del Regolamento; votare risoluzioni alla conclusione dell’esame di affari ad essa assegnati, ai sensi dell’articolo 50, comma 2, del Regolamento; formulare pareri su disegni di legge e affari deferiti ad altre Commissioni, anche chiedendone la stampa in allegato al documento prodotto dalla Commissione competente, ai sensi dell’articolo 39, comma 4, del Regolamento.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della mozione n. 5, presentata dalla senatrice Cattaneo e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi)
20 gennaio 2023 – Una strada per dare corpo ai fantasmi, forse
Copio  nel mio blog, senza trasferirlo su Facebook,  il documento che segue, raggiungibile anche con il link che  come sempre trascrivo.
Lo invierò invece ad alcune persone  con cui in passato avevo  condiviso l’impegno ad azioni per modificare l’infame legge che dal 2009 nega ai figli dei sans papier  la registrazione nei registri di stato civile  con un raggiro di cui ho parlato e scritto mille  volte.
Mi è  chiaro che  chiedere al genitore che si presenti allo sportello del comune a registrare la nascita del figlio la presentazione del permesso di soggiorno è una beffa feroce per chi di quel permesso non disponga
e  mi è altrettanto chiaro  che  ciò induce paura e devastazione della dignità  delle persone a tanto umiliate
e so bene che l’unica strada per giungere a superare  la norma che dal 2009  si fa beffa di un diritto umano riconosciuto può è una nuova legge che ripristini quanto previso in materia dalla legge 40/2008 (cd Turco Napolitano) .
Se ho ben capito la mozione che trascrivo sarebbe stata votata all’unanimità e quindi  proposta per essere tradotta in legge (ho evidenziato in grassetto il testo secondo me pertinente).
Non mi negherò all’impegno (che temo ormai personale o quasi) di sollecitare i parlamentari a tener conto, negli obiettivi che l’istituenda commissione vorrà darsi, della devastazione  che la norma del 2009 produce nella v ita di chi è ridotto a fantasma dalla nascita  e di chi ne è genitore e non può dire “Questa bambina  è mia  figlia”, “Questo bambino è mio figlio”.
So  che da sola non arriverò ad alcun risultato ma non mi nego al dovere di solidarietà  che la Costituzione impone
“E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Legislatura 19ª – Atto di Sindacato Ispettivo n. 1-00005
Atto n. 1-00005 con procedimento abbreviato Pubblicato il 16 novembre 2022, nella seduta n. 8
CATTANEO, NAPOLITANO, SEGRE, MONTI, PIANO, RUBBIA, MALAN, MALPEZZI, ROMEO, FLORIDIA Barbara,
RONZULLI, PAITA, UNTERBERGER, DE POLI, DE CRISTOFARO, PUCCIARELLI, CRAXI, GUIDOLIN, NATURALE,
MAIORINO, TERZI DI SANT’AGATA, ALFIERI, ASTORRE, BASSO, BEVILACQUA, BIANCOFIORE, CAMUSSO, CROATTI,
D’ELIA, DELRIO, DURNWALDER, FINA,  FLORIDIA  Aurora,
GIACOBBE, GIORGIS, GUIDI, LOREFICE, MAGNI, MARTELLA, NICITA, PATTON, PIROVANO, RANDO, ROSSOMANDO,
SCALFAROTTO, SIRONI, SPAGNOLLI, VERDUCCI, VERINI, ZAMBITO, ZAMPA, ZULLO, MUSOLINO, LICHERI Sabrina
Il Senato,
premesso che:
la tutela dei diritti umani rappresenta uno degli elementi fondanti dell’ordinamento nazionale, configurandosi altresì quale patrimonio comune della comunità internazionale e dell’umanità nel suo insieme;
a partire dalla conclusione del secondo conflitto mondiale gli Stati democratici hanno elaborato complessi sistemi istituzionali di tutela e promozione dei diritti, contribuendo a diffondere progressivamente la cultura e la consapevolezza necessarie al loro sviluppo nella complessa società contemporanea, che presenta continuamente nuove sfide sul piano della dignità della persona;
sul piano internazionale ed europeo gli atti e le convenzioni sottoscritti dal nostro Paese sono innumerevoli: su tutti, per quanto concerne gli strumenti giuridicamente non vincolanti, la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, rispetto alla quale molte clausole sono divenute obbligatorie per gli Stati in quanto diritto internazionale consuetudinario; tra gli strumenti vincolanti, la convenzione sul genocidio del 1948, la convenzione sui rifugiati del 1951, i due patti delle Nazioni Unite del 1966 (sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali), la convenzione contro la tortura del 1984; sul piano europeo la convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, sul rispetto della quale vigila la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che, ai sensi dell’articolo 6 del Trattato sull’Unione europea, ha il medesimo valore giuridico dei trattati fondativi;
l’articolo 2 della Costituzione italiana recita “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”;
le Camere, costituendo gli organi di rappresentanza dei cittadini, rappresentano il luogo primario in cui tale tutela deve avere piena espressione;
il Senato ha da sempre mostrato particolare sensibilità e attenzione verso il tema dei diritti umani, attraverso la costituzione di Comitati e Commissioni specifici: si ricordano, in tal senso, il Comitato contro la pena di morte istituito nella XIII Legislatura e le Commissioni straordinarie per la tutela e la promozione dei diritti umani nella XIV, XV, XVI, XVII e XVIII Legislatura, che hanno di volta in volta operato attraverso il confronto con rappresentanti di Governo, enti locali e altre istituzioni nazionali, europee e internazionali e il contributo della società civile, di associazioni e organizzazioni non governative;
i temi principali sviluppati nel corso delle Legislature sono stati l’abolizione della pena di morte nel mondo, l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura, la tutela dei diritti del fanciullo, le garanzie per chi si trovi privato delle libertà, la promozione e l’attuazione del diritto di asilo, la lotta alla tratta degli esseri umani, la lotta contro il razzismo, la xenofobia, la discriminazione delle minoranze; la tutela delle persone con disabilità e di quelle anziane; il divieto di mutilazioni genitali femminili e il fenomeno dei matrimoni forzati, a dimostrazione di come tale materia necessiti di un’attività estesa nel tempo, che guardi quanto avviene a livello nazionale e internazionale e che sia altresì trasversale e organica;
nelle ultime Legislature la Commissione per i diritti umani del Senato ha seguito da vicino i tre cicli di revisione periodica universale (UPR) del nostro Paese (nel 2010, 2017 e 2019), una procedura prevista dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per esaminare la situazione dei diritti umani in tutti i Paesi membri, che si conclude con una serie di raccomandazioni rivolte allo Stato in esame; l’azione svolta dalla Commissione, in tal senso, è stata preziosa in questi anni, mantenendo elevato il monitoraggio e intensa l’attività di indirizzo sui temi della promozione e della tutela dei diritti fondamentali della persona;
rilevata per tutti i suddetti motivi l’esigenza di istituire, anche in questa Legislatura, un organismo che rappresenti per il nostro Paese la volontà di difendere e sviluppare i diritti umani sia all’interno che al di fuori dei confini nazionali,
delibera di istituire una Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, costituita da 20 componenti in ragione della consistenza dei Gruppi stessi. La Commissione elegge tra i suoi membri l’Ufficio di Presidenza composto dal Presidente, da due Vice Presidenti e da due Segretari. La Commissione ha compiti di studio, osservazione e iniziativa, per lo svolgimento dei quali può prendere contatto con istituzioni di altri Paesi e con organismi internazionali; a tal fine, la Commissione può effettuare missioni in Italia o all’estero, in particolare presso Parlamenti stranieri anche, ove necessario, allo scopo di stabilire intese per la promozione dei diritti umani o per favorire altre forme di collaborazione. Per il raggiungimento di queste finalità essa, quando lo ritenga utile, può svolgere procedure informative, ai sensi degli articoli 46, 47 e 48 del Regolamento; formulare proposte e relazioni all’Assemblea, ai sensi dell’articolo 50, comma 1, del Regolamento; votare risoluzioni alla conclusione dell’esame di affari ad essa assegnati, ai sensi dell’articolo 50, comma 2, del Regolamento; formulare pareri su disegni di legge e affari deferiti ad altre Commissioni, anche chiedendone la stampa in allegato al documento prodotto dalla Commissione competente, ai sensi dell’articolo 39, comma 4, del Regolamento.
17 gennaio 2023 – Giornata del dialogo ebraico-cristiano
Pubblicato in Attualità il 17/01/2023 – 24 טבת 5783
Decine di incontri in tutta Italia ad animare la 34esima edizione della Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei dedicata quest’anno al brano profetico di Isaia 40: “Consolate, consolate il mio popolo”. A confrontarsi nel merito rabbini, studiosi, esponenti del clero. “Il popolo di Israele, pur colpito da sciagure, sa che dopo il lutto viene la consolazione, la vita riprende, il legame con il Signore torna ad esprimersi su toni più sereni, nell’attesa fiduciosa della completa redenzione, su questo percorso il messaggio è sempre valido”, scrive l’Assemblea dei Rabbini d’Italia in un testo approntato per la Giornata in svolgimento. Un messaggio particolare e al tempo stesso universale: “In questi ultimi anni sono successe tante cose negative e non ne siamo ancora venuti fuori. Il passo profetico indica una strada, una direzione, una consolazione, purché l’essere umano sappia mettersi in ascolto della voce del Signore e con tale guida comprenda quale è il suo ruolo e il suo compito”.
“La stagione che stiamo vivendo, segnata dall’auspicata uscita dalla pandemia che per lungo tempo ha fiaccato la vita del Paese, comprese le comunità di fede, ci spinge a interrogarci a fondo sulla nostra presenza nella società come uomini e donne credenti nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe”, sottolinea la commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della CEI. In questo senso il passo di Isaia rappresenta “un annuncio di consolazione per il popolo, chiamato a stare saldo nella fiducia che il suo Signore non lo abbandonerà”. Possiamo avere fiducia nel futuro, si aggiunge, “perché la parola di Dio ci garantisce che egli è fedele; fondati in lui, troviamo la forza per dar credito alla vita ed essere fiduciosi, perché ci sentiamo preceduti e ‘superati’ dalla sua azione”.
Nell’occasione della Giornata è stato realizzato un sussidio che riporta anche un omaggio ad alcuni “testimoni” del Dialogo: tra loro l’ex rabbino capo di Roma rav Elio Toaff protagonista con Wojtyla della storica visita del papa polacco al Tempio Maggiore.
“Per capire la portata di quell’evento – si legge – è utile rifarsi alla cruda cronaca nazionale di quegli anni. Ad esempio, riportarsi a quel terribile 1982, quando – sulla spinta degli avvenimenti mediorientali, e del perdurare del conflitto israelopalestinese – prima, durante un corteo sindacale, viene deposta una bara nei pressi della sinagoga (con Toaff a denunciare, purtroppo profeticamente, il vento dell’odio); e qualche mese più tardi, il 9 ottobre, il piccolo Stefano Gaj Taché, due anni appena, è ucciso dalle schegge di una bomba, che fa inoltre 37 feriti, alla fine della cerimonia per la conclusione della festa di Sukkot, posta lì da terroristi palestinesi (significativamente, il presidente Mattarella, nel suo primo discorso di giuramento, ricorderà Stefano per nome, presentandolo come un nostro bambino, un bambino italiano)”. Il legame con Giovanni Paolo II, si ricorda, “doveva durare nel tempo, tanto che il nome del rabbino comparirà, unico con quello del suo segretario personale, nel testamento del pontefice; Toaff stesso sarà presente ai solenni funerali dell’amico cattolico”.
Notizie sulla visita del papa con il link
https://www.panorama.it/news/papa-francesco-sinagoga-roma-perche-visita-importante-foto
14 gennaio 2023 – Quando Lino Di Gianni …
Quando Lino Di Gianni entra nelle mie giornate.
Nel 2003, durante il mio primo soggiorno lungo a Betlemme come insegnante di Italiano alle guide turistiche dell’International Center (link in calce per chi lo volesse conoscere), mandavo una lettera con le informazioni che ritenevo significative a un’amica che la diffondeva a una sessantina di amici comuni. Non so come capitò in mano a Lino Di Gianni  che mi telefonò e mi aiutò a costruire il mio primo blog. Non ci siamo mai incontrati ma lo considero un amico prezioso nella condivisione  di ciò che leggo nel suo blog e in ciò che ci differenzia
Lo trovate anche su facebook e su facebook ho trovato e ricopio (non è prevista la condivisione)  questo indimenticabile testo del grande giornalista Luigi Pintor.
Nella trascrizione evidenzio con  il grassetto la frase con cui Lino presenta questo testo prezioso e colgo l’occasione per suggerirvi una visita all’home page di Lino
Ancora una volta grazie Lino
Ragione e sentimento
DALL’ARCHIVIO Pubblicato il 12/10/2013 Edizione del 12/10/2013 PINTOR LUIGI, ━
Se reagisco emotivamente alla sentenza Priebke provo un senso di pianto. Penso alle vittime come a persone vive e incredule, come se le conoscessi tutte e non una soltanto. Se toccasse a me di informarle, portar loro la notizia nel fondo delle cave, che parole troverei?
Più che sofferenza sento però vergogna personale. Che cosa ho fatto in questi cinquant’anni? Sono uno di quelli che debbono a un certo punto domandarsi, secondo Thomas Mann, se gli resti il diritto di noverarsi tra le persone rispettabili.
Provo anche dell’odio e altri pessimi sentimenti. So che non si deve. Ma se alla fine di quel processo, qualcuno si fosse abbandonato a un gesto estremo, l’avrei compreso come un fratello. So che non si deve.
Se invece reagisco alla sentenza Priebke razionalmente, con un criterio politico, allora resto freddo e persuaso. La trovo logica, e contro la logica si indignano i farisei. La trovo un segno dei tempi, e perciò un segno di verità.
Da molti anni i fascismi, tutti i fascismi, sono stati rivalutati. Sottilmente nelle accademie europee, nelle nostre aule parlamentari, nel senso comune. Ora grossolanamente anche nei tribunali. Norimberga non fu che un’ipocrisia dei vincitori.
Non è una rivalutazione storica, è una rivalutazione politica. Non riguarda il passato, riguarda il presente. Non è una memoria cancellata, è una memoria ritrovata. I fascismi sono stati un’incarnazione del potere e una teoria del dominio a cui si riconosce un merito e si restituisce un onore. Perché su di essi si può fare assegnamento futuro.
Così ci parla nella sua miseria la sentenza Priebke, anche se preferiamo non sentire. E ci dice coerentemente che ogni strage, ogni crimine contro l’umanità, ogni guerra, trova legittimità e giustificazione in quanto è un esercizio del potere. Questo esercizio insindacabile non è più un’eccezione ma una consuetudine, è la nostra normale frequentazione televisiva. Se condannassimo quel passato, come potremmo assolvere questo presente?
Lasciamo dunque che il buon soldato muoia nel suo letto con la donna che gli ha scritto lettere d’amore. E apriamo subito anche noi, come ad Auschwitz, un supermercato esemplare al posto dell’ossario in disuso, anticipando giubilei e nuove costituzioni.
Questo editoriale di Luigi Pintor è stato pubblicato sulla rima pagina del manifesto il 3 agosto 1996. Il primo agosto Erich Priebke era stato prosciolto dal Tribunale militare di Roma al termine del processo per la strage delle Fosse Ardeatine. I giudici militari avevano riconosciuto all’imputato le attenuanti, ragione per cui il reato era stato dichiarato prescritto. Alla lettura della sentenza una rivolta popolare, in prima fila le famiglie delle vittime della strage, aveva assediato l’aula del Tribunale.
https://enjoybethlehem.com/see/the-international-center-of-bethlehem-dar-annadwa-adduwaliyya
11 gennaio 2023 – Una opinione di Giancarla Codrignani
11 gennaio Giancarla Codrignani LE OPINIONI DI VORREI CAPIRE
Il golpismo di Bolsonaro dopo quello di Trump dell’Epifania 2021 che propone la guerra civile, farà capire alla gente che cosa sono anche in Europa e in Italia le destre e di conseguenza che cosa sono le sinistre, irresponsabilmente divise nella difesa della democrazia e giustamente punite (ma, ragazzi è ora di piantarla) dall’elettorato?
Il 9 gennaio 1979 un commando dei Nar guidato da Valerio Fioravanti fece irruzione per “processarla” a Radio Città Futura: due bottiglie molotov e una serie di spari colpiscono alle gambe le redattrici di Radio Donna mentre le conseguenze dei colpi costarono a una quinta la ricostruzione dell’osso pubico. Fioravanti si vantò di aver portato i Nar al livello delle Brigate rosse. Che, però sono sparite, mentre le pratiche di violenza politica del neofascismo sono rimaste immutate.
Padre Georg Ganswein, che è pure stato nominato nel 2012 arcivescovo titolare di Urbisaglia (che di solito ha solo un vescovo), non si sa se si possa dire “distaccato” presso Benedetto xvi, non ha grandi ragioni di avercela con Francesco. Anche lui tra i reazionari: non nega di essere di destra, un falco.
Bisogna ogni tanto leggere Libero: per leggere l’intervista a Ganswein ho registrato questi titoli: Chiesa divisa, fedeli coesi; Moratti e dem vogliono distruggere la Lombardia; Risposta a Cazzullo, Il lavoro non manca, la voglia di lavorare invece sì; Pure le banche stanche della Lagarde; Non è più il tempo di Un’Europa guidata Da Francia e Germania Ora nuovi equilibri.
“Sia il liberalismo che il socialismo sono sempre stati avversari del nazionalismo” (l’economista Mario Ponti su Domani del 9/01.
Per chi ritiene prioritario nominare un/a segretario/a del Pd prima di fare dichiarazioni di intenti: vogliamo partire dallo spiegare alla gente che le regole europee prevedono che il rapporto debito/pil non superi il 60 %, ma l’Italia naviga sul 150?
Ursula von der Leyen ha celebrato a Roma la memoria di Davide Sassoli, un politico esemplare, scomparso l’11 gennaio dello scorso anno.
Per chi ama le ascendenze Davide era un politico cattolico. Letta è un cattolico democristiano.
Cara  Giancarla, leggerti è sempre  un piacere..  Questa volta non solo condivido il tuo messaggio ma lo passerò su facebook.
E’ troppo  bello per sequestrarlo.
11 gennaio 2023 – Leggendo le pagine ebraiche
11 Gennaio 2023 – 18 Tevet 5783
Pagine Ebraiche info@paginebraiche.net tramite gmail.mcsv.net
L’INTESA SIGLATA DA MINISTERO DELL’ISTRUZIONE E UCEI
L’ebraismo italiano e le ferite del passato, un protocollo per la Memoria
“Promuovere la conoscenza della bimillenaria presenza ebraica in Italia e delle comunità ebraiche, con riferimento alla storia, al pensiero e alla cultura dell’ebraismo italiano dalle sue origini ai tempi d’oggi; promuovere la conoscenza dei luoghi della persecuzione razziale, deportazione e sterminio nel nostro Paese; promuovere la conoscenza degli accadimenti, attraverso testimonianze e fonti documentali relative alla storia del ventennio fascista in Italia, di tutte le vittime del nazifascismo e di coloro che si sono adoperati per salvare vite umane (‘I Giusti tra le Nazioni’); promuovere ogni forma di contrasto alla distorsione, alla banalizzazione, alla minimizzazione e all’abuso della storia e della memoria della Shoah; promuovere i valori del rispetto e della convivenza tra popoli e dell’incontro tra culture e religioni diverse; condividere progetti di ricerca e approfondimento storico e didattico inerenti alla trasmissione della memoria”.
Sono gli obiettivi cui tende la carta d’intenti siglata a Cracovia dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e dalla presidente UCEI Noemi Di Segni durante il Viaggio della Memoria istituzionale in svolgimento in Polonia alla presenza della Testimone della Shoah Tatiana Bucci.
La cerimonia della firma alla sinagoga Remuh, cui è intervenuto anche il rabbino capo di Torino Ariel Finzi, è stata l’occasione per parlare di Memoria e di corretta trasmissione alle nuove generazioni. “Per l’Italia e le sue istituzioni l’appello è quello di assumersi le responsabilità per quanto accaduto. La Shoah non è solo qui nei luoghi dello sterminio, perpetrata dai nazisti. È avvenuta anche a casa nostra, nei nostri uffici, dimore, piazze, valli e montagne”, le parole della presidente Di Segni in sinagoga. Parole di condanna rispetto alle responsabilità del fascismo sono arrivate anche dal ministro Valditara. “Quest’anno – il suo ulteriore messaggio agli studenti – ricorrono i 75 anni della Costituzione, è un’occasione per ricordare che la nostra Carta mette davanti a tutto la persona umana, al cui servizio si pone lo Stato. Questo è il nostro faro, che ci deve illuminare la via per impedire che queste tragedie si ripetano”.
Il Viaggio della Memoria è proseguito quest’oggi ad Auschwitz e Birkenau. Con i ragazzi anche l’assessore alle Politiche educative UCEI Livia Ottolenghi e l’assessore alle Politiche giovanili Simone Mortara.
L’INTERVENTO DELLA PRESIDENTE UCEI A CRACOVIA
“Shoah, l’Italia e le sue istituzioni si assumano la responsabilità”
Di seguito l’intervento della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in occasione della firma del Protocollo d’intesa siglato dall’UCEI con il ministero dell’Istruzione:
È un’emozione stare assieme a voi tutti in questo luogo, così significativo. Ogni luogo ha una destinazione d’uso. Case, edifici scolatici, sinagoghe, chiese. A noi sembra normale oggi viverli così, ma non lo è stato per chi si è trovato a dover fuggire, nascondersi, essere rinchiuso, veder dissacrati o svanire i luoghi più cari.
Avraham Shlonski. Poesia. Le mura di casa mia. Le mura di casa mia non sono come una separazione tra me e il mondo. C’è la grazia della crescita che ascolta l’interno. Perché chi ascolta tutto non sente nulla. Solo chi fa tacere il suo rumoroso agire al suono del silenzio, sente tutto e tutti. Le mura della mia casa non sono una separazione tra me e il mondo. Sono il chiudere gli occhi di chi vede una cosa fino in fondo; perché chi vede tutto, non vede più nulla. Solo chi guarda verso l’unico e l’eterno riesce a vedere le cose tutte. Le mura della mia casa non sono una separazione tra me e il mondo. Sono il segreto della rivelazione per dire anche senza parole che chi sta sul portone non si rivolge a nessuno. Solo chi parla con la propria anima parla con tutti.
Allora, cosa divennero i muri delle nostre case nel ‘38? Nel ‘43? Quando fuggimmo, quando ci rinchiusero nei ghetti? Quando eravamo qui nei campi così lontani dalle nostre terre e dalle nostre case. Desidero ringraziare tutti voi per essere qui, noi tutti assieme, ad affrontare un percorso non facile. Avete attraversato in due ore chilometri e chilometri che centinaia di migliaia, anzi milioni di persone, hanno attraversato con i treni, in un viaggio terribile. Un percorso che conoscete sicuramente dai libri di storia e di geografia, che forse inizierete a comprendere meglio in questi due giorni, dopo aver tradotto le pagine del libro in esperienza vissuta. Conoscere – questo il vero viaggio – quanto drammaticamente avvenuto solo pochi decenni fa nel cuore d’Europa. Un viaggio nei luoghi di sterminio e di morte, nei quali si è giunti entro pochi anni dal varo di poche leggi; poche ma esplicite formalizzazioni di quella assolutezza del pregiudizio, da anni propagandato alle masse, ignoranti o indifferenti.
Noemi Di Segni, Presidente UCEI
Mi regalo lo spazio per  un commento
La presidente dellUCEI  ha parlato della assolutezza del pregiudizio
Oggi io leggo quella feroce assolutezza nella memoria tradita, nei conti non fatti con il nostro passato che consentono di accettare  nella tranquillità di una soporifera indifferenza  che in Italia nascano bambini cui viene negata ogni identità perché figli di migranti non comunitari privi di permesso di soggiorno.
Dal 2009 quando è stata approvata con voto di fiducia la legge 94 , che in un caos di argomenti affastellati contiene l’art.1 comma 22 lettera G per  imporre la presentazione del permesso di soggiorno allo sportello del comune dove si registra la nascita dei figli, si sono succeduti 7 governi con le più variegate maggioranze parlamentari
In questo mondo variegato l’infamia negazionista non ha trovato validi oppositori  e i parlamentari indifferenti sono stati ben sostenuti da una società civile pur essa indifferente.
Gli sportelli dei comuni sono divettati muri … oggi per pochi, domani chissà
9 gennaio 2023 – Intitolazione corretta della biblioteca nazionale di Napoli
Mi sembra interessante  la proposta di modifica dell’intitolazione della biblioteca nazionale di Napoli:
Nulla hanno fatto i Savoia  –  che ancora  si fanno sentire con pretese dinastiche –   per dissociarsi da una delle malefatte di un loro antenato regnante
L’ISTANZA PRESENTATA A NAPOLI DAL COMITATO 9 GENNAIO
“Biblioteca Nazionale, si ponga fine allo scempio: via il nome di Vittorio Emanuele III”
È giunto il momento che il nome di Vittorio Emanuele III, firmatario nel ’38 delle leggi razziste, cessi di essere abbinato alla Biblioteca nazionale di Napoli a lui intitolata dal 1925. A chiederlo, in un’istanza congiunta presentata quest’oggi nel corso di una conferenza stampa, gli enti e le realtà aderenti al “Comitato 9 gennaio”. E cioè l’Associazione Memoriæ – Museo della Shoah di Napoli, l’Associazione Nazionale ex Deportati (ANED), l’Associazione Progetto Memoria, la Comunità ebraica di Napoli, la Federazione delle Associazioni Italia-Israele, la Fondazione Valenzi, il Sindacato Unitario Giornalisti Campania (SUGC), l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI). L’appello, portato all’attenzione del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, si apre con questa premessa: “Ottantacinque anni fa, nel novembre del 1938, Vittorio Emanuele III promulgava le leggi razziste, il più infamante dei provvedimenti legislativi e amministrativi voluti dal fascismo. A pagarne le conseguenze non furono solo gli 8.564 ebrei deportati dall’Italia e dai territori occupati dai nostri militari (sud della Francia e isole di Rodi e Kos), ma anche le decine di migliaia di nostri connazionali di religione o discendenza ebraica che, pur non avendo vissuto il dramma della deportazione e dell’internamento, per anni furono privati dei più elementari diritti”. Ciò nonostante, a colui “che è stato uno dei protagonisti della più infelice delle stagioni del Novecento, a cui vanno certamente addebitate anche le sofferenze patite da centinaia di migliaia di militari italiani abbandonati al loro infausto destino dopo l’8 settembre 1943, Napoli continua a mantenere intitolata una tra le più importanti istituzioni culturali”. In questo senso rimuovere il nome di Vittorio Emanuele III “da un così importante e significativo luogo di cultura, per sostituirlo con quello del filosofo Benedetto Croce, che all’istituzione di piazza del Plebiscito riservò sempre costante e devota attenzione”, non rappresenterebbe solo “un tardivo atto di giustizia nei confronti delle vittime” della legislazione antisemita ma anche un modo “per incasellare nel giusto ordine i tasselli della storia”. Pertanto i firmatari si rivolgono al ministro “affinché si adoperi a porre fine a un siffatto e insopportabile scempio”.
Ho trovato qualche notizia sul comitato 9 gennaio
https://www.comune.modena.it/salastampa/archivio-comunicati-stampa/2005/1/9-gennaio-1950-una-data-da-non-dimenticare
6_gennaio_2023 – In morte di Benedetto XVI: il comunicato di Noi Siamo Chiesa
Noi Siamo Chiesa: Ratzinger, un papa controverso, che si è dimesso per il bene della Chiesa
Redazione 01/01/2023, 18:52
ROMA-ADISTA: «Ratzinger, un papa controverso, che si è dimesso per il bene della Chiesa» è la valutazione del movimento Noi Siamo Chiesa su Benedetto XVI.
«Noi Siamo Chiesa partecipa al lutto della Chiesa per la morte di Joseph Ratzinger, teologo ed uomo di fede, che è stato come vescovo di Roma segno dell’unità della Chiesa e della continuazione della predicazione dell’Evangelo secondo il messaggio di Gesù (Mt, 21,15)», si legge nella nota del movimento..
«Questa partecipazione di NSC è molto consapevole che la sua fu una guida che ha creato divisioni e sofferenze, da noi più volte sottolineate con franchezza, che hanno compromesso la piena accettazione del Concilio Vaticano II – prosegue la nota –. Ma la sua decisione di lasciare il ministero ha testimoniato una concezione evangelica e profetica del ruolo e dei compiti del papato che resterà nella storia della Chiesa. Noi Siamo Chiesa auspica che le esequie settimana prossima siano ispirate a sobrietà, senza accenti enfatici e trionfalisti. Ed anche spera che i media sappiano riflettere in modo corretto ed equilibrato su questo lutto».
		